Attacchi di panico/ansia

Ho 19 anni, frequento l'ultimo anno di liceo classico e a breve avrò la maturità. Sono una ragazza molto precisa, ordinata: se faccio una cosa devo portarla a termine nel miglior modo possibile. Così come nella scuola, ho sempre studiato, dal primo giorno e ce l'ho messa tutta per dare il massimo senza "imbrogliare", sono molto rigida con me stessa, e ogni cosa che ottengo devo ottenerla con degli sforzi e senza aiuti strategici, sebbene porti a risultati alcune volte mediocri.
Mi capita spesso di sentirmi inferiore agli altri, meno brava, non all'altezza.
Non ho mai avuto un buon rapporto con questa scuola, perchè la competizione continua e il continuo pretendere sempre di più da parte degli altri mi annienta, e mi porta spesso a stare psicologicamente male. Quest'anno più che mai: la paura degli esami nonostante abbia una buona media, paura di andare peggio degli altri nonostante gli infiniti sforzi, la paura di essere giudicata, la paura di rimanere delusa nonostante gli sforzi estremi. Gli anni passati lo stress mi portava a piangere, maledire il mio liceo, ma nonostante tutto tra qualche assenza per riprendermi e qualche giorno di riposo, continuavo.
Oltre allo stress scolastico, noto che da un pò si sono accentuate paure che prima riuscivo a domare, e che la mia sensibilità riguardo certe cose è aumentata notevolmente: la nonna ammalata, la paura di perdere le persone vicine, il terrore di rimanere sola, il continuo sforzo di "farsi accettare" da tutti,il non sentirsi in sintonia con me stessa, la paura perenne che accada qualcosa di brutto e che mi sconvolga ancora di più la vita. Alle volte in momenti di debolezza, invasa da questi pensieri, non riesco a dormire e rimanere sola.
Quest'anno da qualche mese, trovandomi in situazioni o momenti di stress estremo, noto di avere delle crisi più violente e che mi distruggono: il problema è che non so se è bene definirle di ansia, o di panico, e quindi se parlarne con qualcuno.
Ad esempio pensando ai compiti, le interrogazioni che dovrò affrontare il giorno dopo, o anche solo al pensiero di dover organizzare il mio tempo per uscire con qualcuno mi mette ansia, come se mi sentissi impotente, imprigionata e terrorizzata dal fatto che non riuscirò a fare tutto. E' in preda a queste situazioni che la paura mi assale, non capisco più niente, mi manca il respiro, tremo, ho freddo, sudo e sento che così non andrò MAI avanti, non ce la farò mai e arrivo a pensare cose estreme, che ho il terrore anche di dire ma che in quel momento penso come se niente fosse, mi chiudo, rompo oggetti che mi capitano sotto mano, nessuno sembra capirmi, voglio stare sola ma ho paura di stare sola, mi sento pesante dentro, ma troppo debole per stare in piedi, non riesco a piangere, sembro non provare niente, ma allo stesso tempo sto malissimo. Dopo un bel pò, mi rilasso e sto meglio.
Questo accade ogni volta che penso ai "problemi" che mi circondano, altrimenti sto benissimo. E mi fanno mancar l'aria. Cosa dovrei fare?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
dovrebbe esporre questa situazione ad uno specialista in psichiatria, meglio se con specifiche competenze in campo di psicoterapia.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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