Dove mi hanno accompagnato verso il subutex
29anni. Gentile dottore,sono 2 anni che dipendo fisicamente e psicologicamente da eroina, ho avuto un passato di viaggiatore tra le sostanze, ma per alcuni anni, senza fissarmi mai con una a parte la cannabis che poi ho smesso da solo da ormai 5 anni e per due anni non ho piu assunto ne' cercato sontanze, apparte rarissime volte in cui ero in compagnia di vecchi amici che usavano, ma sempre in quantita' infinitesimali.dopo questi due anni pulito ho iniziato con l'eroina, ricomicniando a frequentare alcuni amici;sa,tutto il giorno a lavoro, lo studio, e al di fuori della mia compagna non frequentavo praticamente nessun altro e queste amicizie erano confortanti e il desiderio di condividere con loro la loro tossicodipendenza e' stato forte.L'anno scorso dopo un trattamento con metadone, mal riuscito, sono partito in estate fuori dall'europa ho dovuto smettere il metadonone tra lunghe e atroci sofferenze ma a settembre tutto e' ricominciato..sempre uscendo 2 volte a settimana con la bella compagnia, poi tutti i giorni etc. dopo 2 mesi di assunzione inalata e endovenosa ho deciso di recarmi nuovamente al sert. dove mi hanno accompagnato verso il subutex. Con esso tutto e' cambiato,il craving e' cessato, l'eroina non era piu un pensiero, anche se da pessimo paziente, mi sono trasformato in libero consumatore:erai anche meglio l'eroina senza "rota" fisica e psicologica e nn mi importava degli scarsi effetti(prendevo 24mg di sub al g): a volte mi iniettavo e nn sentivo assolutamente nulla se non un minimo di sonnolenza anche ad alte dosi(1 g di ero al g).questo succedeva raramente e sempre in concomitanza con le mie frequentazioni, quel piace del rituale, della caccia, del condividere qualcosa di irrinunciabile che ci lega intimamente.Ora per motivi di studio sono dovuto partire, e questa volta per 4 mesi(MX)Le premetto che mi trovo in un paese che pullula di droghe e nn sono alla ricerca di queste, non consumo eccessive quantita' di alcool. e da circa 5 giorni ho sospeso il subutex scalando 2mg ogni 4 giorni, sono stato malissimo a partire dal 2' 3' giorno : insonnia-dolori-depressione-ansia-calore intenso e freddo-stomaco contratto-scatti-scariche elettriche alle gambe e molto dolorosi alle mani e alle braccia.ho preso un po di lexotan25goc giornaliero e una tachipirina1000 per i dolori e senso di influenza che mi accompagna.sto assumendo molte vitamine.Ora..qui sono solo, no ho amici stretti parenti o altro e sto facendo tutto da solo e per i restanti 2 mesi vivro' questa esperienza tipo "comuninta di recupero"
Ora, le domande sono 2 QUanto staro' ancora male?..oggi il 4' giorno di supplizio mi sembra di stare un pochino meglio anche se non mi sento molto in forma..se potesse descrivermi il prossimo decorso della malattia. per dopo ho un po di citalopram datomi da un neuropsichiatra molto competente per placare eventuali craving.
La seconda domanda..riguarda il mio rientro..come recuperare quel taboo reverenziale verso l'ero e non ricaderci piu'
Ora, le domande sono 2 QUanto staro' ancora male?..oggi il 4' giorno di supplizio mi sembra di stare un pochino meglio anche se non mi sento molto in forma..se potesse descrivermi il prossimo decorso della malattia. per dopo ho un po di citalopram datomi da un neuropsichiatra molto competente per placare eventuali craving.
La seconda domanda..riguarda il mio rientro..come recuperare quel taboo reverenziale verso l'ero e non ricaderci piu'
[#1]
Gentile utente,
Ha commesso un banale errore. Ha una dipendenza da eroina, era in trattamento con una risposta peraltro incompleta, ed ha interrotto la cura autonomamente.
Adesso la malattia non ha più cura, e quindi si prevede il decorso che è caratteristico della dipendenza da eroina non curata, ovvero la ricaduta. A volte accade con l'eroina stessa o oppiacei assimilabili, altre avviene con l'impiego di altre sostanze come alcol o benzodiazepine.
Per non ricadere deve riprendere con la guida di un medico la cura per la dipednenza da eroina che ha interrotto per motivi non chiari. Se lo ha fatto per riflessioni sul volercela fare da sola, oppure sul non voler dipendere da una cura, oppure sul voler provare a uscirne con metodi alternativi, sono banali errori che portano a dispedere i vantaggi ottenuti per riesporsi alla malattia.
Il citalopram non è un farmaco per la dipendenza da eroina, placa solo il malessere da sospensione, almeno in parte. E questo non ha a che vedere con il rischio di ricaduta, che non si pone durante l'astinenza o nel primo periodo, ma a seguire.
Ha commesso un banale errore. Ha una dipendenza da eroina, era in trattamento con una risposta peraltro incompleta, ed ha interrotto la cura autonomamente.
Adesso la malattia non ha più cura, e quindi si prevede il decorso che è caratteristico della dipendenza da eroina non curata, ovvero la ricaduta. A volte accade con l'eroina stessa o oppiacei assimilabili, altre avviene con l'impiego di altre sostanze come alcol o benzodiazepine.
Per non ricadere deve riprendere con la guida di un medico la cura per la dipednenza da eroina che ha interrotto per motivi non chiari. Se lo ha fatto per riflessioni sul volercela fare da sola, oppure sul non voler dipendere da una cura, oppure sul voler provare a uscirne con metodi alternativi, sono banali errori che portano a dispedere i vantaggi ottenuti per riesporsi alla malattia.
Il citalopram non è un farmaco per la dipendenza da eroina, placa solo il malessere da sospensione, almeno in parte. E questo non ha a che vedere con il rischio di ricaduta, che non si pone durante l'astinenza o nel primo periodo, ma a seguire.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie per la risposta immediata...ma io credo di aver fornito chiari riferimenti..
io ho dovuto interrompere il subutex..no per farcela da solo, ma semplicemente perche' in messico dove sono per motivi di studio universitario della durata di 4 mesi, nn lo somministrano, e legalemnte non potevo partire con 100 scatole di subutex ; lo scalaggio e' stato concordato con la mia dottoressa..il citalopram so che nn serve nella cura della tossicodipendenza...pensavo che nei giorni futuri..quando sara' passata l'astinenza da subutex potrebbe essermi utle visto che in passato lo e' stato!
per quanto riguarda il successo o meno del subutex..veramente mi ha liberato dalla schiavitu' dell'eroina, ma non dal gesto automatico di frequentare la vecchia compagnia e quindi condividere con loro quella cosa..come le ho detto durante la terapia con subutex non ho mai provato effetti piacevoli con la sostanza.
Per il resto non sono alla ricerca di altre sostanze, non adoro l'ubriachezza da alcool, ho purtoppo coscienza del piacere indotto dagli oppiacei..avendo sbagliato e avendo provato..come negare che quella sensazione e' piacevole? i farmaci oppiacei per chi soffre ed e' morente fanno passare addirittura quel dolore..a chi sta bene donano un senso di benessere sovranaturale. RIpeto..come negarlo dopo averlo provato? ma questo nn implica che una persona non possa scegliere di rinucnciare a quei 10 minuti di piacere che comportano una vita di sofferenze fisiche e mentali.In 2 anni l'eroina mi ha privato di molti interessi anche se ho continuato forzatamente a praticarli per no perderli..ma la gioia..quella..e' momentanea e fugace.
Ora dopo aver fatto il dovuto scalaggio concordato con la mia dottoressa del sert(per altro contenta di questa mia partenza) e trovandomi in un contesto sano (sono in una comunita' religiosa e sto facendo una ricerca )credo che qui no avro' problemi ma voglio sapere bene quanto andranno a lungo i dolori e il malessere dell'astinenza da subutex.. e se secondo lei evitare al mio rientro a casa le frequentazioni puo' essere utile come lo e' stato in passato e come fare ad evitare quell'automantico.."va be'..una volta e basta" che credo almeno nella testa nn abbandona nessun ex o attuale tossicodipendente..anche quello che non si fa da 30 anni..chi ha infranto il TABOO dell'eroina..si portera' la sua scimmia, come direbbe W. Burroughs, nella tomba..ma si puo' fare qualcosa per evitare di usarla, e purtoppo non esiste un farmaco per la volonta'!
io ho dovuto interrompere il subutex..no per farcela da solo, ma semplicemente perche' in messico dove sono per motivi di studio universitario della durata di 4 mesi, nn lo somministrano, e legalemnte non potevo partire con 100 scatole di subutex ; lo scalaggio e' stato concordato con la mia dottoressa..il citalopram so che nn serve nella cura della tossicodipendenza...pensavo che nei giorni futuri..quando sara' passata l'astinenza da subutex potrebbe essermi utle visto che in passato lo e' stato!
per quanto riguarda il successo o meno del subutex..veramente mi ha liberato dalla schiavitu' dell'eroina, ma non dal gesto automatico di frequentare la vecchia compagnia e quindi condividere con loro quella cosa..come le ho detto durante la terapia con subutex non ho mai provato effetti piacevoli con la sostanza.
Per il resto non sono alla ricerca di altre sostanze, non adoro l'ubriachezza da alcool, ho purtoppo coscienza del piacere indotto dagli oppiacei..avendo sbagliato e avendo provato..come negare che quella sensazione e' piacevole? i farmaci oppiacei per chi soffre ed e' morente fanno passare addirittura quel dolore..a chi sta bene donano un senso di benessere sovranaturale. RIpeto..come negarlo dopo averlo provato? ma questo nn implica che una persona non possa scegliere di rinucnciare a quei 10 minuti di piacere che comportano una vita di sofferenze fisiche e mentali.In 2 anni l'eroina mi ha privato di molti interessi anche se ho continuato forzatamente a praticarli per no perderli..ma la gioia..quella..e' momentanea e fugace.
Ora dopo aver fatto il dovuto scalaggio concordato con la mia dottoressa del sert(per altro contenta di questa mia partenza) e trovandomi in un contesto sano (sono in una comunita' religiosa e sto facendo una ricerca )credo che qui no avro' problemi ma voglio sapere bene quanto andranno a lungo i dolori e il malessere dell'astinenza da subutex.. e se secondo lei evitare al mio rientro a casa le frequentazioni puo' essere utile come lo e' stato in passato e come fare ad evitare quell'automantico.."va be'..una volta e basta" che credo almeno nella testa nn abbandona nessun ex o attuale tossicodipendente..anche quello che non si fa da 30 anni..chi ha infranto il TABOO dell'eroina..si portera' la sua scimmia, come direbbe W. Burroughs, nella tomba..ma si puo' fare qualcosa per evitare di usarla, e purtoppo non esiste un farmaco per la volonta'!
[#3]
Utente
forse senza troppi preamboli avrei dovuto scrivere..ho scalato il subutex, correttamente e ora ne sento i sintomi dell'astinenza...So i vantaggi che hanno subutex e metadone, so che il cervello si configura e i nostri recettori anche, in maniera particolare durante una tossicodipendenza, e che questi farmaci servono proprio a restituire una fisio biologia normale..ma e' fuori dubbio che quando si smette anche con dosaggi controllati SI STA MALE..fisicamente... ed emotivamente a causa degli scompensi che la mancanza di BUprenorfina nel caso del subutex da! Sempre si stara' male...cosa su cui sorvolano i medici.TUtti sanno che l'astinenza da eroina dura max 4 g....quella da sub e meta inizia dopo 4 giorni..e nn ti lascia per giorni e settimane.
E poi perche' mi chiedo...alcune persone iniziano a fumare sigarette cosi'..per gioco e poi restano dipendenti....e nn riescono a smettere..e moriranno di cancro...e questo viene definito un vizio...mentre uno che ha iniziato con la stessa leggerezza con l'eroina o qualsiasi altra droga..cosi' per gioco e poi ci si trova invischiato debba per forza essere considerato diversamente da un tabagista?scrivo questo perche' il blog e' pubblico e voglio fare aanche considerazioni piu' ampie a tutti coloro che in campo sanitario si ostinano a cercare una causa invece di intervenire su quelle abitudini e rafforzare le motivazioni a smettere..
ORa come ora..essendo al 4' giorno di astinenza da subutex..(che e' un farmaco utilissimo) ed avendo fatto uno scalaggio controllato..mi chiedo..quanto ancora staro' male..E PERCHE MOLTE PERSONE NN RIESCONO A SMETTERE IL METADONE E LA BUPRENORFINA DOPO 15 anni di cura...IO capisco la differenza tra una cura e una dipendenza..SAPPIATE CHE METODI ALTERNATIVI ESISTONO MA sono COSTOSI e il RISCHIO di ricadute e' altissimo perche' troppo veloci ..mentre le cure proposte dai sert..proprio per l'effetto a lungo termine tendono a modificare l'abitudine del tossicodipendente, ricondurre la sua fisiologia nella norma.Se uno studente studia matematica intensamente per 1 mese consecutivo le tomografie celebrali indicheranno una modificazione morfologica nelle aree dedicate a quell'attuvita'..lo stesso avviene in un tossico che si abiuta a cercare la sostanza..cosa per altro che risveglia il craving..quello dell'uomo primitivo verso qualsiasi preda...risveglia istinti primoridali .e questo avviene in tutte le dipendenze..ora..il sert aiuta a uscire da questo circolo di craving e propensione all'uso..ma cavolo..smettere e' doloroso come l'astinenza e dura anche di piu'.L'unica cosa e' non aprire mai quella porta...essere vigili...non farlo assolutamente...MAI..averne paura come di un lancio nel vuoto ...perche' di questo si tratta...
IO VOGLIO SOLO SAPERE e PER TUTTI QUELLI CHE LO USANO...QUANTO SI STA MALE DOPO AVER SMESSO IL SUBUTEX..prolungarlo per troppo tempo, anni...anche una compressa da 2 mg a settimana comporta un legame psicologico peggiore dell'astinenza fisica..quella passera'!
E poi perche' mi chiedo...alcune persone iniziano a fumare sigarette cosi'..per gioco e poi restano dipendenti....e nn riescono a smettere..e moriranno di cancro...e questo viene definito un vizio...mentre uno che ha iniziato con la stessa leggerezza con l'eroina o qualsiasi altra droga..cosi' per gioco e poi ci si trova invischiato debba per forza essere considerato diversamente da un tabagista?scrivo questo perche' il blog e' pubblico e voglio fare aanche considerazioni piu' ampie a tutti coloro che in campo sanitario si ostinano a cercare una causa invece di intervenire su quelle abitudini e rafforzare le motivazioni a smettere..
ORa come ora..essendo al 4' giorno di astinenza da subutex..(che e' un farmaco utilissimo) ed avendo fatto uno scalaggio controllato..mi chiedo..quanto ancora staro' male..E PERCHE MOLTE PERSONE NN RIESCONO A SMETTERE IL METADONE E LA BUPRENORFINA DOPO 15 anni di cura...IO capisco la differenza tra una cura e una dipendenza..SAPPIATE CHE METODI ALTERNATIVI ESISTONO MA sono COSTOSI e il RISCHIO di ricadute e' altissimo perche' troppo veloci ..mentre le cure proposte dai sert..proprio per l'effetto a lungo termine tendono a modificare l'abitudine del tossicodipendente, ricondurre la sua fisiologia nella norma.Se uno studente studia matematica intensamente per 1 mese consecutivo le tomografie celebrali indicheranno una modificazione morfologica nelle aree dedicate a quell'attuvita'..lo stesso avviene in un tossico che si abiuta a cercare la sostanza..cosa per altro che risveglia il craving..quello dell'uomo primitivo verso qualsiasi preda...risveglia istinti primoridali .e questo avviene in tutte le dipendenze..ora..il sert aiuta a uscire da questo circolo di craving e propensione all'uso..ma cavolo..smettere e' doloroso come l'astinenza e dura anche di piu'.L'unica cosa e' non aprire mai quella porta...essere vigili...non farlo assolutamente...MAI..averne paura come di un lancio nel vuoto ...perche' di questo si tratta...
IO VOGLIO SOLO SAPERE e PER TUTTI QUELLI CHE LO USANO...QUANTO SI STA MALE DOPO AVER SMESSO IL SUBUTEX..prolungarlo per troppo tempo, anni...anche una compressa da 2 mg a settimana comporta un legame psicologico peggiore dell'astinenza fisica..quella passera'!
[#4]
Utente
dico...se scrive una moglie o una mamma di un tossico preoccupata o un compulsivo si affannano le risposte...se un tossicodipendente chiede informazioni chiare sul decorso dell'astinenza da subutex farmaco ottimo che pero' crea problemi nella sopsensione..NESSUNO SI DEGNA DI UNA RISPOSTA CHIARA...no voglio soffrire di meno me lo merito..vorrei solo sapere LA CASISTICA MEDICA..cosa ha osservato..quanto dura l'asitnenza da subutex e in che modo si evolve?GRAZIE
[#5]
Gentile utente,
Mi spiace ma sta facendo comuni errori nella considerazione del suo problema.
Non è che non si dia la giusta considerazione, il contrario. E' proprio per questo che tutto questo affannarsi nel sospendere una cura va inquadrato innanzitutto come quello che è: la sospensione di una cura.
I problemi con la sospensione delle cure originano dal fatto che chi le sospende non lo fa in maniera graduale, e si convince che ad un certo punto sia il momento di smetterle, mentre non funziona così. Le cure solitamente sono ridotte di dose nel tempo (non sempre, se ha senso clinicamente) cosicché il problema dei sintomi da sospensione non è molto rilevante nelle cure ben applicate.
Eviti di diffondere false notizie. Scrivendole in stampatello non diventano più vere. Esistono metodi alternativi per procurarsi ricadute ? Neanche quelli classici vanno bene. Bisogna seguire le cure per la propria malattia, non inseguire il metodo migliore e più indolore per porsi nelle condizioni di ricadere. Questo non è un problema medico, è anti-medico.
Poiché la dipendenza non è un vizio, non è un'abitudine, e non è una devianza, viene discussa per quello che è, cioè una malattia. Poiché il "nemico" non è la cura, il problema medico non è aiutare le persone a smettere le cure, ma richiamarle all'errore di averle sospese.
Nel caso di sospensione di cure, che durino da poco o da anni, non fa differenza, si hanno sintomi chiaramente descritti, e transitori. Alcuni di questi sintomi persistono perché il sistema oppiaceo non funziona come prima. Altri svaniscono nelle settimane. Nelle dipendenza, una volta risolti questi sintomi arriva la parte peggiore, cioè una malattia non curata.
Mi spiace ma sta facendo comuni errori nella considerazione del suo problema.
Non è che non si dia la giusta considerazione, il contrario. E' proprio per questo che tutto questo affannarsi nel sospendere una cura va inquadrato innanzitutto come quello che è: la sospensione di una cura.
I problemi con la sospensione delle cure originano dal fatto che chi le sospende non lo fa in maniera graduale, e si convince che ad un certo punto sia il momento di smetterle, mentre non funziona così. Le cure solitamente sono ridotte di dose nel tempo (non sempre, se ha senso clinicamente) cosicché il problema dei sintomi da sospensione non è molto rilevante nelle cure ben applicate.
Eviti di diffondere false notizie. Scrivendole in stampatello non diventano più vere. Esistono metodi alternativi per procurarsi ricadute ? Neanche quelli classici vanno bene. Bisogna seguire le cure per la propria malattia, non inseguire il metodo migliore e più indolore per porsi nelle condizioni di ricadere. Questo non è un problema medico, è anti-medico.
Poiché la dipendenza non è un vizio, non è un'abitudine, e non è una devianza, viene discussa per quello che è, cioè una malattia. Poiché il "nemico" non è la cura, il problema medico non è aiutare le persone a smettere le cure, ma richiamarle all'errore di averle sospese.
Nel caso di sospensione di cure, che durino da poco o da anni, non fa differenza, si hanno sintomi chiaramente descritti, e transitori. Alcuni di questi sintomi persistono perché il sistema oppiaceo non funziona come prima. Altri svaniscono nelle settimane. Nelle dipendenza, una volta risolti questi sintomi arriva la parte peggiore, cioè una malattia non curata.
[#6]
Utente
Gentile dottore..io mi affano perche' vorrei sapere quanto ancora star' male per l'astinenza...mi sembra lecito...poi per la cura le ricadute..etc..ne ripalrero' con la psicoteratepeuta e le dottoresse
del sert, ma ora era un problema di natura pratica il mio.
io non ho mai detto niente contro la cura...anzi ho detot che se i metodidi alternativi..clinche etc esistono portano sicuramente alla ricaduta.I sert sono le uniche strutture che si fanno carico di questo problema e lo fanno nel modo che conoscono..
Preciso..io nn ho sospeso bruscamente..ho fatto lo scalaggio concordato con la mia dottoressa del sert...per fortuna per mesi no tornero' a casa..quindi mi trovo in una comunita' religiosa e non ho accesso alle sostanze..quindi di ricaduta si parlera' tra 5 mesi in caso..ma li non si
trattera' di ricaduta..ma di stupidita'!
SE non fossi dovuto partire DOVUTO...non avrei sospeso la cura, ma tanto ..tra un anno.o due...cmq avrei smesso le subutex e i dolori sarebbero arrivati cmq..non c'e' nessuno che si riesce a staccare da questa medicina con facilita'...e questo e' un dato certo...e i giorni successivi alla sospensione sono dolorosi.
Lei sicurament e' un medico coscienzioso capir'a che per ogniuno tempi e modi di cura e sospenzione riguardano la propria anamnesi...e quindi se il medico che mi ha in cura ha ritenuto che io fossi pronto per questa cosa...e anzi ha ben visto il mio lungo viaggio e il posto dove sto no credo sia una sprovveduta..come dicevo la malattia potrebbe essere guarita..ma molte volte mi creda si ricade per abitudine..i contesti contano come non mai!!MA ci sara' un meccanismo psicologico che deve scattare e farti ripudiare per sempre quella cosa...l'unica via...dire no!
del sert, ma ora era un problema di natura pratica il mio.
io non ho mai detto niente contro la cura...anzi ho detot che se i metodidi alternativi..clinche etc esistono portano sicuramente alla ricaduta.I sert sono le uniche strutture che si fanno carico di questo problema e lo fanno nel modo che conoscono..
Preciso..io nn ho sospeso bruscamente..ho fatto lo scalaggio concordato con la mia dottoressa del sert...per fortuna per mesi no tornero' a casa..quindi mi trovo in una comunita' religiosa e non ho accesso alle sostanze..quindi di ricaduta si parlera' tra 5 mesi in caso..ma li non si
trattera' di ricaduta..ma di stupidita'!
SE non fossi dovuto partire DOVUTO...non avrei sospeso la cura, ma tanto ..tra un anno.o due...cmq avrei smesso le subutex e i dolori sarebbero arrivati cmq..non c'e' nessuno che si riesce a staccare da questa medicina con facilita'...e questo e' un dato certo...e i giorni successivi alla sospensione sono dolorosi.
Lei sicurament e' un medico coscienzioso capir'a che per ogniuno tempi e modi di cura e sospenzione riguardano la propria anamnesi...e quindi se il medico che mi ha in cura ha ritenuto che io fossi pronto per questa cosa...e anzi ha ben visto il mio lungo viaggio e il posto dove sto no credo sia una sprovveduta..come dicevo la malattia potrebbe essere guarita..ma molte volte mi creda si ricade per abitudine..i contesti contano come non mai!!MA ci sara' un meccanismo psicologico che deve scattare e farti ripudiare per sempre quella cosa...l'unica via...dire no!
[#7]
"ma tanto ..tra un anno.o due...cmq avrei smesso le subutex"
Non è detto.
"e i dolori sarebbero arrivati cmq.."
Assolutamente no. Nelle sospensioni che non sono fatte "per sospendere" ma come naturale conclusione di una cura, in realtà non esiste neanche una fase di sospensione, si arriva nel tempo a dosi minime che poi sono sospese, senza incorrere in particolari fastidi, e comunque non in maniera drammatica.
"quindi di ricaduta si parlera' tra 5 mesi in caso..ma li non si
trattera' di ricaduta..ma di stupidita'!"
No. Sta totalmente sbagliando. Purtroppo dimostra di non aver compreso, non che sia una colpa, il meccanismo di una dipendenza. La ricaduta può avvenire in un qualsiasi periodo, ma la diagnosi la prevede. Non dipende da Lei, nel senso che non dipende da una funzione che Lei possa attivare per prevenirla.
Chi ricade non è stupido, per cui eviti di usare termini inutilmente offensivi o auto-offensivi che hanno il valore di uno scongiuro ("sarei uno stupido se..."). Le ripeto che sono errori banali, che fanno molte persone con il suo tipo di problema, si occupano di tutt'altro rispetto al nocciolo della questione, e intraprendono iniziative, supposti trattamenti, autogestioni inutilmente con inutile eroismo, sofferenza, convinzione e slancio che non fanno altro che far perdere la protezione data dalla cura e predisporre alla ricaduta, ritornando così a monte con il problema della malattia non più curata.
Va ricordato che ricadere non significa riavere i sintomi e basta, significa un nuovo periodo di danno su un cervello che non ha ripristinato la sua funzione di prima, e quindi un aggravamento. Non è poi detto che alla seconda, terza, quarta ricaduta bastino le cure di prima, e che possano essere più concepite come cure a termine.
Sarebbe meglio evitare di sospendere il primo trattamento prematuramente. Prima regola d'oro. Seconda regola d'oro, capire che le "pensate" che sembrano di buon senso o addirittura sacrosante, di autocontrollo e quant'altro, sono errori "da manuale" in parte indotti dalla malattia, quando si è dentro l'uso, in parte derivati da una cultura che non capisce granché di questo problema. Basti il fatto che la maggior parte delle persone, malati e qualche medico compreso, considera i farmaci oppiacei "sostitutivi" e una forma di "dipendenza". Il che significa non aver compreso il senso della cura. Basti pensare che il concetto più diffuso di "dipendenza" è quello di "astinenza", mentre questo non è neanche un elemento essenziale per diagnosticare una tossicodipendenza. Questo ha come conseguenza che molti tossicodipendenti si preoccupano di togliere le medicine come se dovessero dimostrare a sé, ai familiari, al mondo che sanno "togliere" una sostanza, senza cogliere la differenza tra droga e medicina, tra malattia e terapia, che è evidente quando le cose sono fatte bene. I tossicodipendenti tipicamente riescono a smettere qualsiasi cosa, e in particolare la droga da cui sono dipendenti, la smettono infinite volte nel corso della vita. Quel che non si riesce a fare in questa malattia è garantirsi l'assenza dei comportamenti da dipendenza (tossicomanici) per il futuro, quando si sia deciso che sono indesiderabili.
Non è detto.
"e i dolori sarebbero arrivati cmq.."
Assolutamente no. Nelle sospensioni che non sono fatte "per sospendere" ma come naturale conclusione di una cura, in realtà non esiste neanche una fase di sospensione, si arriva nel tempo a dosi minime che poi sono sospese, senza incorrere in particolari fastidi, e comunque non in maniera drammatica.
"quindi di ricaduta si parlera' tra 5 mesi in caso..ma li non si
trattera' di ricaduta..ma di stupidita'!"
No. Sta totalmente sbagliando. Purtroppo dimostra di non aver compreso, non che sia una colpa, il meccanismo di una dipendenza. La ricaduta può avvenire in un qualsiasi periodo, ma la diagnosi la prevede. Non dipende da Lei, nel senso che non dipende da una funzione che Lei possa attivare per prevenirla.
Chi ricade non è stupido, per cui eviti di usare termini inutilmente offensivi o auto-offensivi che hanno il valore di uno scongiuro ("sarei uno stupido se..."). Le ripeto che sono errori banali, che fanno molte persone con il suo tipo di problema, si occupano di tutt'altro rispetto al nocciolo della questione, e intraprendono iniziative, supposti trattamenti, autogestioni inutilmente con inutile eroismo, sofferenza, convinzione e slancio che non fanno altro che far perdere la protezione data dalla cura e predisporre alla ricaduta, ritornando così a monte con il problema della malattia non più curata.
Va ricordato che ricadere non significa riavere i sintomi e basta, significa un nuovo periodo di danno su un cervello che non ha ripristinato la sua funzione di prima, e quindi un aggravamento. Non è poi detto che alla seconda, terza, quarta ricaduta bastino le cure di prima, e che possano essere più concepite come cure a termine.
Sarebbe meglio evitare di sospendere il primo trattamento prematuramente. Prima regola d'oro. Seconda regola d'oro, capire che le "pensate" che sembrano di buon senso o addirittura sacrosante, di autocontrollo e quant'altro, sono errori "da manuale" in parte indotti dalla malattia, quando si è dentro l'uso, in parte derivati da una cultura che non capisce granché di questo problema. Basti il fatto che la maggior parte delle persone, malati e qualche medico compreso, considera i farmaci oppiacei "sostitutivi" e una forma di "dipendenza". Il che significa non aver compreso il senso della cura. Basti pensare che il concetto più diffuso di "dipendenza" è quello di "astinenza", mentre questo non è neanche un elemento essenziale per diagnosticare una tossicodipendenza. Questo ha come conseguenza che molti tossicodipendenti si preoccupano di togliere le medicine come se dovessero dimostrare a sé, ai familiari, al mondo che sanno "togliere" una sostanza, senza cogliere la differenza tra droga e medicina, tra malattia e terapia, che è evidente quando le cose sono fatte bene. I tossicodipendenti tipicamente riescono a smettere qualsiasi cosa, e in particolare la droga da cui sono dipendenti, la smettono infinite volte nel corso della vita. Quel che non si riesce a fare in questa malattia è garantirsi l'assenza dei comportamenti da dipendenza (tossicomanici) per il futuro, quando si sia deciso che sono indesiderabili.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 16k visite dal 09/05/2011.
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