Disturbi di ansia

salve, circa due anni e mezzo fa stavo passando un periodo molto stressante (mi ero ritrasferita in italia dopo un anno all'estero per studio, e avendo perso del tempo non ero più in regola con gli esami sono entrata in un periodo di studio matto e disperato con 10 caffè al giorno,e bevande energizzanti per recuperare e laurearmi in tempo),ho iniziato ad avere sintomi di ansia e depressione, culminati con un attacco di panico che mi ha portato a rivolgermi al pronto soccorso. funzionalità tiroidea, ecg, tutto nella norma. per circa due mesi ho continuato a stare male, con ansia anticipatoria, uscivo a malapena, e tendevo a voler i miei genitori di cui uno è medico accanto a me. dopo questi due mesidi malessere mi sono convinta a farmi aiutare: un anno di psicoterapia e cinque gocce di citalopram che prendo ormai da due anni e mezzo. (l'alprazolam lo porto sempre con me ma non l'ho mai preso). Con la terapia ho iniziato a stare subito meglio, mi sono laureata, abilitata, relazioni interpersonali normali e adesso sto di nuovo vivendo un periodo di nervosismo per via di un concorso per avere un posto di lavoro. lo psicologo circa 1 anno fa mi ha esortato a interrompere le sedute previo mio consenso in quanto mi riteneva pronta ad affrontare con nuove consapevolezze quello che mi aspettava, mentre la psichiatra l'ultima volta l'ho vista un sei mesi fa e mi ha detto di farmi rivedere dopo pasqua (sto aspettando di fare il concorso a breve) per discutere della sospensione dei farmaci.
quello che voglio sapere è quando si può dire di essere guariti e se posso smettere di prendere i farmaci. premetto che comunque ho ancora paura a viaggiare con persone che non siano i miei genitori (passando la notte fuori, perchè per il resto mi muovo anche sola con serenità) anche se la voglia di fare un bel viaggio è tanta e penso che mi spingerò a farlo non appena avrò la possibilità economica ed il tempo. Quanto è probabile che io non abbia più episodi di panico in futuro, quanto tempo ci vuole per "dimenticare" tanta sofferenza? premetto anche che ogni tanto come ad esempio in questo periodo avverto sensazioni di tachicardia e ansia che comunque riesco a controllare in quanto ne attribuisco la causa al fatto che sto vivendo un periodo di normale stress. grazie dell'attenzione
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

in genere si capisce quando si è guariti quando si riesce a gestire la normale ansia per certe situazioni della vita (come un concorso) e tale ansia non diventa controproducente (non riuscire a studiare).

Non è possibile fare previsioni sul futuro ma da quello che descrive non ha ancora una completa autonomia e anzi se non riesce a viaggiare da sola penso debba continuare con delle terapie specifiche come quelle che sembra avere iniziato.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
la sospensione di una terapia non può prescindere da una valutazione diretta tesa a verificare la sua attuale condizione. E' possibile che l'associazione della psicoterapia alla terapia farmacologica abbia aumentato di molto la sua risposta clinica, poichè il dosaggio farmacologico che assume è generalmente ritenuto inefficace per i disturbi d'ansia.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

In generale si tende a curare un disturbo fino all'estinzione dei sintomi (comportamentali, che in questo caso invece non sono risolti). La dose in effetti è mediamente inefficace (5 gtt di citalopram).
Dopo di che la probabilità di ricadute dopo la sospensione varia, una delle variabili è appunto l'estinzione stabile del disturbo prima, un'altra è quanto sia durata la cura, il numero di episodi precedenti, la familiarità. Nei casi singoli ci si regola a partire dagli standard e poi sulla base del decorso una volta che si riducono le terapie.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
ringrazio i dottori per le risposte.
A proposito del dosaggio quello che posso dire è che lo specialista mi aveva avvisato che dopo una settimana daal'inizio dell'assunzione dell SSRI avrei dovuto prendere almeno 8-10 gocce ma fu lui stesso a dirmi che potevo rimanere a 5 quando dopo una settimana andai da lui con un nettissimo miglioramento.
quanto alla sintomatologia io ho ripreso a fare con piccoli passi pian piano tutte le cose, dalla più stupida alla più difficile, dal mangiare frutta esotica (sono un soggetto e allergico) al guidare la macchina in autostrada. ogni cosa l'ho dovuta lentamente quasi "rimparare", mi è rimasta la paura di allontanarmi in un'altra nazione da sola perchè in questi due anni mi è capitato raramente (ho viaggiato due volte solamente da sola ed è andata bene senza prendere tranquillanti). avrei bisogno di viaggiare ancora per "rimparare" anche quello. è giusto "spingere" se stessi a fare cose?
detto questo io ringrazio, anche se è stato il modo più difficile, l'aver avuto questo problema, perchè è da allora che ho imparato e sto imparando a volermi bene, a tagliarmi i miei spazi, a non strapazzarmi più come prima.
Continuare o meno a prendere farmaci è irrilevante se non per il fatto che mi chiedo se sarei capace di stare bene anche senza.
per riavere la completa autonomia, cosa devo fare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

L'autonomia è uno dei segni del disturbo, per cui in generale si usano i criteri per curare quel disturbo: tipo di farmaco e dosaggio dello stesso, dopo di che le "prove" si fanno quando la dose ha consentito già da sola di fare i primi progressi.
Se rimangono "sacche" di paura su alcuni tipi di spostamenti, può essere utile una terpaia comportamentale.
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