Crisi nervose dopo un emozione (riso, pianto, ecc.)
Gentili Dottori,
premettendo che ciò di cui sotto è accaduto forse cinque volte in un anno e mezzo in una donna di 24 anni, con la prima crisi avvenuta a 23 anni, Vi chiedo un consulto di natura generica, al fine di comprenderne l'origine e i rischi e valutare la direzione da prendere.
Il soggetto è una donna (a me vicina) che presenta certamente una forte sensibilità che si traduce spesso ad esempio in pianto di fronte ad una forte emozione come ridere o chiaramente piangere. Fino a qui l'ho sempre considerata una semplice lacrimazione dovuta a fattori caratteristici di questa sensibilità.
Da qualche tempo però un fattore come una risata troppo prolungata od un pianto generico (sempre un po' più prolungato) può provocare nella donna una vera e propria crisi nervosa (o almeno io penso si possa chiamare così). La sintomologia presenta una perdita del controllo motorio, ricordando da lontano una crisi epilettica. La persona è lucida durante la crisi, capisce ciò che le viene detto ma non riesce a controllare i movimenti. Ha dispnea, è costretta a restare supina, muove con scatti gli occhi da destra a sinistra, ha una forte lacrimazione. A differenza però di una crisi epilettica (di cui non ho nessuna esperienza) non ha tipici movimenti motori a scatti, non si morde la lingua, ecc... La crisi passa nell'arco di pochi minuti autonomamente, secondo la donna è lei stessa a non permettere a questa di prendere il sopravvento cercando di autoimporsi nuovamente un equilibrio.
La donna è una studente che vive momenti di stress legati ai periodi d'esame, tipici forse di questa vita.
Convive con un ragazzo piuttosto serenamente, è molto innamorata tuttavia quattro delle crisi avute sono susseguite dopo una discussione avuta con il fidanzato. Le discussioni in tutti i casi avevano come centro il divieto o il parere contrario da parte di lui verso una proposta generica ma importante di lei.
Una quinta crisi è avvenuta in compagnia di un amica dopo aver riso con lei di vari ricordi legati ai propri condivisi passati (in particolare questa fu la terza crisi).
La donna ha avuto dei sospetti problemi cardiaci gravi. Dai controlli di accertamento si è giunti a verificare una lieve forma di prolasso della mitrale e una ripolarizzaione del tessuto cardiaco precoce che le da tachicardia sinusale, lieve dolore toracico (appare una volta ogni tre settimane circa) accomagnati da lieve dispnea.
Quindi la storia clinica della donna è legata principalmente a disturbi cardiaci.
Detto ciò chiedo a Voi la possibile entità di queste crisi, se necessario un intervento psicologo o psichiatrico e se può essere legato alla natura cardiaca del soggetto. LA gravità di questo intervento viene sottolineata dalla recente frequenza con la quale le crisi avvengono.
RingraziandoVi per il parere e per il servizio che prestate vi invio i miei più
Cordiali saluti,
Giovanni.
premettendo che ciò di cui sotto è accaduto forse cinque volte in un anno e mezzo in una donna di 24 anni, con la prima crisi avvenuta a 23 anni, Vi chiedo un consulto di natura generica, al fine di comprenderne l'origine e i rischi e valutare la direzione da prendere.
Il soggetto è una donna (a me vicina) che presenta certamente una forte sensibilità che si traduce spesso ad esempio in pianto di fronte ad una forte emozione come ridere o chiaramente piangere. Fino a qui l'ho sempre considerata una semplice lacrimazione dovuta a fattori caratteristici di questa sensibilità.
Da qualche tempo però un fattore come una risata troppo prolungata od un pianto generico (sempre un po' più prolungato) può provocare nella donna una vera e propria crisi nervosa (o almeno io penso si possa chiamare così). La sintomologia presenta una perdita del controllo motorio, ricordando da lontano una crisi epilettica. La persona è lucida durante la crisi, capisce ciò che le viene detto ma non riesce a controllare i movimenti. Ha dispnea, è costretta a restare supina, muove con scatti gli occhi da destra a sinistra, ha una forte lacrimazione. A differenza però di una crisi epilettica (di cui non ho nessuna esperienza) non ha tipici movimenti motori a scatti, non si morde la lingua, ecc... La crisi passa nell'arco di pochi minuti autonomamente, secondo la donna è lei stessa a non permettere a questa di prendere il sopravvento cercando di autoimporsi nuovamente un equilibrio.
La donna è una studente che vive momenti di stress legati ai periodi d'esame, tipici forse di questa vita.
Convive con un ragazzo piuttosto serenamente, è molto innamorata tuttavia quattro delle crisi avute sono susseguite dopo una discussione avuta con il fidanzato. Le discussioni in tutti i casi avevano come centro il divieto o il parere contrario da parte di lui verso una proposta generica ma importante di lei.
Una quinta crisi è avvenuta in compagnia di un amica dopo aver riso con lei di vari ricordi legati ai propri condivisi passati (in particolare questa fu la terza crisi).
La donna ha avuto dei sospetti problemi cardiaci gravi. Dai controlli di accertamento si è giunti a verificare una lieve forma di prolasso della mitrale e una ripolarizzaione del tessuto cardiaco precoce che le da tachicardia sinusale, lieve dolore toracico (appare una volta ogni tre settimane circa) accomagnati da lieve dispnea.
Quindi la storia clinica della donna è legata principalmente a disturbi cardiaci.
Detto ciò chiedo a Voi la possibile entità di queste crisi, se necessario un intervento psicologo o psichiatrico e se può essere legato alla natura cardiaca del soggetto. LA gravità di questo intervento viene sottolineata dalla recente frequenza con la quale le crisi avvengono.
RingraziandoVi per il parere e per il servizio che prestate vi invio i miei più
Cordiali saluti,
Giovanni.
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Gentile utente,
una volta esclusa la natura neurologica attraverso gli opportuni accertamenti, ci si può orientare verso una origine psicogena. E' necessaria la valutazione diretta di uno specialista.
Cordiali saluti
una volta esclusa la natura neurologica attraverso gli opportuni accertamenti, ci si può orientare verso una origine psicogena. E' necessaria la valutazione diretta di uno specialista.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.4k visite dal 25/04/2011.
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