Eritrofobia e altro?
Gentili dottori,
Sono un ragazzo di 28 anni e ho un problema; non riesco a gestire i miei rapporti sociali con le persone perché arrossisco in modo violento ed estemporaneo.
Il sintomo: rossore "classico" del viso, rossore intensissimo delle labbra, comparsa di evidentissime macchie rosse dai bordi irregolari sul collo e sul petto (mi sono accorto di quest'ultimo a casa, davanti allo specchio, dopo telefonate per me emotivamente impegnative).
Alcuni effetti nella vita quotidiana:
- Non ho mai avuto una vita sentimentale, malgrado alcuni miei tentativi andati male che mi hanno causato molta sofferenza
- Non riesco a guidare, sebbene da un paio d'anni a questa parte abbia ripreso, riesco solamente a fare il minimo per non perdere l'abilità di usare il mezzo, il che per me è già conquista non indifferente
- Non riesco a gestire i colloqui di lavoro e a parlare con persone che non conosco bene (es. professori) e a volte neanche con quelle che conosco.
- Ansia anticipatoria sfiancante
- Sporadici sfoghi di rabbia (a volte dirompente) che riesco a sedare uscendo di casa e camminando per un po' di tempo in solitudine
Penso che tutto sia iniziato verso i 10 anni di età.
Penso anche possa trattarsi del sintomo di altre questioni "interne" lasciate irrisolte. Quando ho finito il liceo (che dal punto di vista sociale è stato un disastro); ho lasciato dopo un anno e mezzo l'università, perché malgrado l'impegno non riuscivo a dare esami e non riuscivo a stabilire rapporti con i colleghi.
Ho passato un periodo di profonda depressione, durante il quale ho ridotto al minimo la mia socialità e fatto abuso di alcolici.
L'ansia mi ha portato a problemi di pressione, palpitazioni, aritmia e due attacchi di panico (penso si tratti di quello), che non si sono più ripetuti.
Sono stato seguito da un cardiologo per breve tempo, spinto da mia madre, che pur conoscendo i miei problemi e soffrendo di disturbi simili, non ha mai voluto ammetterne la matrice psico-somatica.
Nel 2006 riesco a riprendermi autonomamente, divento quasi astemio, riduco le sigarette, dimagrisco vistosamente (con l'alcol avevo preso oltre 10 Kg).
Mi iscrivo nuovamente all'università; riesco a procedere, ma soffro terribilmente. Non gestisco l'ansia durante gli orali, (la consapevolezza dei miei terribili rossori mi fa confondere, il pensare mi si annebbia, ho paura); compenso con una preparazione maniacale, ma i disagi incidono pesantemente sulle mie prestazioni. Comunque oramai sono vicino alla laurea.
In questi giorni, l'ansia è peggiorata (battiti accellerati, sensazione di oppressione al petto, gastrite continua) a causa dell'università (e pressioni familiari collegate) e del tirocinio che dovrò cominciare e sul quale, a parte le mie "normali" ansie sociali, nutro delle incertezze. Ho paura di ricadere nella spirale di ansia degli anni passati, anche se so che non cederò alla depressione.
Mi chiedevo a questo punto se debba rivolgermi a uno psichiatra o a uno psicologo.
Vi ringrazio.
Sono un ragazzo di 28 anni e ho un problema; non riesco a gestire i miei rapporti sociali con le persone perché arrossisco in modo violento ed estemporaneo.
Il sintomo: rossore "classico" del viso, rossore intensissimo delle labbra, comparsa di evidentissime macchie rosse dai bordi irregolari sul collo e sul petto (mi sono accorto di quest'ultimo a casa, davanti allo specchio, dopo telefonate per me emotivamente impegnative).
Alcuni effetti nella vita quotidiana:
- Non ho mai avuto una vita sentimentale, malgrado alcuni miei tentativi andati male che mi hanno causato molta sofferenza
- Non riesco a guidare, sebbene da un paio d'anni a questa parte abbia ripreso, riesco solamente a fare il minimo per non perdere l'abilità di usare il mezzo, il che per me è già conquista non indifferente
- Non riesco a gestire i colloqui di lavoro e a parlare con persone che non conosco bene (es. professori) e a volte neanche con quelle che conosco.
- Ansia anticipatoria sfiancante
- Sporadici sfoghi di rabbia (a volte dirompente) che riesco a sedare uscendo di casa e camminando per un po' di tempo in solitudine
Penso che tutto sia iniziato verso i 10 anni di età.
Penso anche possa trattarsi del sintomo di altre questioni "interne" lasciate irrisolte. Quando ho finito il liceo (che dal punto di vista sociale è stato un disastro); ho lasciato dopo un anno e mezzo l'università, perché malgrado l'impegno non riuscivo a dare esami e non riuscivo a stabilire rapporti con i colleghi.
Ho passato un periodo di profonda depressione, durante il quale ho ridotto al minimo la mia socialità e fatto abuso di alcolici.
L'ansia mi ha portato a problemi di pressione, palpitazioni, aritmia e due attacchi di panico (penso si tratti di quello), che non si sono più ripetuti.
Sono stato seguito da un cardiologo per breve tempo, spinto da mia madre, che pur conoscendo i miei problemi e soffrendo di disturbi simili, non ha mai voluto ammetterne la matrice psico-somatica.
Nel 2006 riesco a riprendermi autonomamente, divento quasi astemio, riduco le sigarette, dimagrisco vistosamente (con l'alcol avevo preso oltre 10 Kg).
Mi iscrivo nuovamente all'università; riesco a procedere, ma soffro terribilmente. Non gestisco l'ansia durante gli orali, (la consapevolezza dei miei terribili rossori mi fa confondere, il pensare mi si annebbia, ho paura); compenso con una preparazione maniacale, ma i disagi incidono pesantemente sulle mie prestazioni. Comunque oramai sono vicino alla laurea.
In questi giorni, l'ansia è peggiorata (battiti accellerati, sensazione di oppressione al petto, gastrite continua) a causa dell'università (e pressioni familiari collegate) e del tirocinio che dovrò cominciare e sul quale, a parte le mie "normali" ansie sociali, nutro delle incertezze. Ho paura di ricadere nella spirale di ansia degli anni passati, anche se so che non cederò alla depressione.
Mi chiedevo a questo punto se debba rivolgermi a uno psichiatra o a uno psicologo.
Vi ringrazio.
[#1]
Si rivolga ad uno psichiatra per una valutazione iniziale. Successivamente, se opportuno, le potrà essere indicato anche un percorso psicologico.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Gentile utente,
E' utile rivolgersi ad uno psichiatra. In particolare va tenuto conto della questione relativa all'abuso alcolico, non solo quando c'è, ma anche per il fatto che ci sia stato, questo può dare indicazioni sia sulla diagnosi precisa che sulle scelte terapeutiche, a partire dallo stesso quadro di ansia e disagio sociale.
E' utile rivolgersi ad uno psichiatra. In particolare va tenuto conto della questione relativa all'abuso alcolico, non solo quando c'è, ma anche per il fatto che ci sia stato, questo può dare indicazioni sia sulla diagnosi precisa che sulle scelte terapeutiche, a partire dallo stesso quadro di ansia e disagio sociale.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Ex utente
Gentili dottori,
siete stati chiari e diretti sul da farsi e per questo vi sono grato.
Prima di congedarmi però, avrei un'ultima curiosità circa il rossore e le macchie.
Questi sintomi possono essere originati anche da altri fattori in concomitanza a quello emozionale (allergie, disfunzioni di altro tipo etc.)?
siete stati chiari e diretti sul da farsi e per questo vi sono grato.
Prima di congedarmi però, avrei un'ultima curiosità circa il rossore e le macchie.
Questi sintomi possono essere originati anche da altri fattori in concomitanza a quello emozionale (allergie, disfunzioni di altro tipo etc.)?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 12/04/2011.
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