Derealizzazione, ossessioni, attacchi di panico

salve,
sono un ragazzo di 23 anni, iscritto al 5° anno di università (medicina e chirurgia),è ormai da quattro anni che percepisco la mia situazione mentale come "meritevole" di aiuto, in quanto, sebbene già in passato, soprattutto da bambino, abbia sofferto di episodi "depressivi" acuti (crisi di pianto, insonnia, problemi esistenziali) poi risoltisi con la crescita, permettendomi di uscire dal liceo in maniera "indenne" dal punto di vista psichico (nonostante la morte di mio padre 5 anni fa,dopo una lunga malattia), adesso a situazione sembra essermi sfuggita un pò di mano. Premettendo che non sono un consumatore di sostanza stupefacenti, mi è purtroppo capitato di fare un uso occasionale in forma alimentare di hashish (1 singola volta), evento che mi ha provocato una reazione esagerata di ansia e preoccupazione, con sintomi somatici e psichici (bruciore al petto, sensazione di testa leggera, alterazione della percezione spazio-temporale, freddo,ideazione paranoica e idea di morte imminente o avvenuta (la sensazione di essere un "anima"),insomma un attacco di panico credo, attacco che si è ripresentato dopo 1-2 mesi circa in una situazione normale casalinga, davanti alla tivù con mia madre e mia sorella. DA QUESTO MOMENTO la mia vita "psichica" è andata in discesa,seppur con alti e bassi, ma senza riuscire a ristabilire una situazione mentale ordinaria (fatta di paure e insicurezze nell'ambito del razionale e concreto e sopratutto di gioia per le cose belle che capitano nella vita di ogni giorno), anche se la mia vita relazionale e universitaria non ha fortunatamente avuto fino a questo momento delle discese notevoli, voti alti in tutte le materie,tranne in quelle "coincidenti" con le "crisi", che sono state anche determinanti nella fine di una mia relazione di coppia. Arrivando al dunque, questi quattro anni sono stati un alternarsi di "ossessioni", prima ruotanti attorno al "trip" (del tipo "ma cosa è successo realmente, sono morto sul serio, sto vivendo una seconda vita, ma il mondo che mi circonda è reale o immaginario.."),che benche riesca a riconoscerle come irrazionali, mi fanno cadere nello sgomento perchè non so rispondervi con certezza,nel senso che non ho una dimostrazione razionale dei miei dubbi,ma sono guidato dall'intuito, poi in merito allo stare impazzendo o di avere un disturbo organico al cervello,paura di poter morire nel sonno,e in seguito inerenti alla mia sessualità (ma se fossi omosessuale? e dal banale dubbio si arriva alle compulsioni per dimostrane il contrario) o in merito alla possibilità di fare del male a qualcuno o a me stesso (guarda caso sempre nei confronti delle persone a cui voglio più bene)...queste sono state le tre ossessioni dominanti, che tendono a "saltare" da una all'altra o se ne creano di nuove,che fortunatamente si esauriscono in breve tempo. in questi giorni il disturbo,tenuto tutto sommato sottocontrollo in questi anni, si è accentuato tornando al tema dell'omosessualità (scaturito da una banale lettura di un giornale) e saltando rapidamente quello della "realtà immaginaria", in tutto questo mi è sembrato di riconoscere un certo grado di derealizzazione o depersonalizzazione (non riesco bene a distinguere le due, ho solo l'impressione di vivere in un sogno, con la paura che il mondo si possa "smaterializzare" da un momento all'altro, e tutto mi sembra "lontano", sia i suoni, che le immagini che gli odori (come se avessi una sorta di blocco emotivo, che non mi consente di entrare in sintonia col mondo che mi circonda,e purtroppo con le persone, che mi sembrano "strane",immateriali, a questo si aggiungre il fatto che frequento da poco un reparto,e vorrei dare una buona impressione,e invece temo di dare l'impressione di essere impacciato o asociale, quando sto così non mi sento parte del mondo (normalità) ma mi sembra che il mondo sia parte di me (sensazione ORRIBILE) e pertanto non riesco a fare le normali attività,mi sembra che non sia io a farle,

sono in terapia da una psicologa da due anni,la quale sostiene che le mie ossessioni,sono pretesti per non pensare o non soffrire per mio padre,cosa che a tratti,al culmine delle ossessioni,e solo in queste circostanze,riesco a fare e piango molto intensamente,cosa con cui riesco a sfogarmi e torno alla realtà per un attimo, poi ripiombo nella derealizzazione; solo in questi giorni, dopo 4 anni, sono riuscito a riflettere sul PERCHè delle ossessioni, piuttosto che sulla risoluzione del loro contenuto, e devo dire che a tratti è come se vedessi "chiaro"
tutto mi sembra più reale (le cose,le persone) ma seno anche di più il peso di esistere,cioè se da un lato è bello,dall'altro è molto triste.

pensate che via siano i presupposti per un supporto farmacologico? A tutt'oggi non mi sono mai rivolto ad uno psichiatra e non ho una diagnosi in tal senso, ma certi miei pensieri molto irrazionali ma reali per la mia mente a volte mi gettano nello sconforto,mi viene un forte mal di testa e bruciore al petto e sono impossibilitato a fare tutto, perchè mi viene a mancare la concentrazione e la spinta motivazionale. Dovrei continuare con la psicoterapia, della quale però non mi fido ormai più di tanto,anche se per certi versi ho ottenuto dei risultati ma non definitivi?
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
la derealizzazione ( penosa impressione di percepire la realtà esterna come estranea ) e la depersonalizzazione( sè stessi e/o il proprio corpo come distaccato ed estraneo ) è un fenomeno aspecifico, discretamente frequente e pertanto riscontrabile in varie condizioni psicopatologiche e quindi da non sopravalutare; resta comunque la necessità di affrontare la sua situazione in modo adeguato e corretto sotto il profilo diagnostico e terapeutico, affidandosi con fiducia ad uno psichiatra della sua zona,
cordiali saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Gentile utente,
credo che se la strada della psicoterapia non ha portato ancora dei risultati, potrebbe essere affiancata da un'adeguata farmaco-terapia.
E' necessario comunque un corretto inquadramento diagnostico per valutare quale possa essere l'approccio migliore per il caso in questione.

Cordialmente.
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
molte volte i farmaci sono necessari e tuttavia vanno contestualizzati in modo opportuno.
Concordo con le indicazioni dei colleghi precedenti.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#4]
Utente
Utente
grazie mille per il consulto,mi siete molto di conforto
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