Dal panico all'ansia? bene o male?
Cari dottori, sono qui a sottoporvi in quesito.
ho 23 anni e 3 fa ho intrapreso la carriera musicale ma in seguito a evidenti fatti scatenanti (inerenti la carriera) ho sofferto di attacchi di panico, dopo un mese di attacchi continui ed altamente invalidanti mi sono recata da uno psichiatra suggeritomi da mia zia (psicanalista).
l'incontro con lo psichiatra e' stato altamente d'aiuto, mi ha prescritto Sereupin 20 mg al di' e dopo qualche settimana gli attacchi di panico sono completamente spariti.
ho a quel punto iniziato una psicoterapia presso tale psichiatra della durata di 2 anni circa (continuando il sereupin e senza attacchi di panico) la psicoterapia e' stata per me estremamente chiarificatrice tanto che mi sono iscritta all'universita' e ho risultati altamente gratificanti. nel frattempo sono pero' ingrassata 20 kg e il mio psichiatra mi ha sostituito il sereupin con il prozac (10 mg perche' molto sensibile al farmaco) sostenendo la sua azione anoressizzante. ho sentito il cambio di medicina, ansia gestita con 7 gocce di EN al bisogno, la questione e' durata 3 o 4 gg.
mi trovo pero' a ridosso di ogni evento importante (esami-concerti) a manifestare stati ansiosi (spesso non e' nemmeno necessario assumere EN per stare bene). il mio psichiatra mi ha comunque detto che il nostro percorso puo ritenersi concluso, che non ho patologie che necessitano anni di analisi e che sono diventata dal punto di vista delle sedute estremamente 'produttiva', gli stati che io avverto come ansiosi sal suo punto di vista sono comuni a tanti e non estreamente rilevanti (a suo avviso dimagrire e dare esami mi portera' la quantita' giusta di autostima per non vivere piu' ansia da prestazione). insomma ho capito tante cose di me ed ho imparato a comprendermi.
il punto e' questo: ho un esame da un paio di giorni e sono qui di nuovo a manifestare ansie ipocondriache (ho sempre manifestato cosi l'ansia) totalmente infondate che vanno e vengono durante la giornata. vi trovate d'accordo nel pensare che esami e dimagrimento mi faranno passare questi stati non invalidanti ma altamente "fastidiosi"? o necessito altra terapia?
vi ringrazio enormemente in anticipo, felice giornata
e Rock and Roll!
ho 23 anni e 3 fa ho intrapreso la carriera musicale ma in seguito a evidenti fatti scatenanti (inerenti la carriera) ho sofferto di attacchi di panico, dopo un mese di attacchi continui ed altamente invalidanti mi sono recata da uno psichiatra suggeritomi da mia zia (psicanalista).
l'incontro con lo psichiatra e' stato altamente d'aiuto, mi ha prescritto Sereupin 20 mg al di' e dopo qualche settimana gli attacchi di panico sono completamente spariti.
ho a quel punto iniziato una psicoterapia presso tale psichiatra della durata di 2 anni circa (continuando il sereupin e senza attacchi di panico) la psicoterapia e' stata per me estremamente chiarificatrice tanto che mi sono iscritta all'universita' e ho risultati altamente gratificanti. nel frattempo sono pero' ingrassata 20 kg e il mio psichiatra mi ha sostituito il sereupin con il prozac (10 mg perche' molto sensibile al farmaco) sostenendo la sua azione anoressizzante. ho sentito il cambio di medicina, ansia gestita con 7 gocce di EN al bisogno, la questione e' durata 3 o 4 gg.
mi trovo pero' a ridosso di ogni evento importante (esami-concerti) a manifestare stati ansiosi (spesso non e' nemmeno necessario assumere EN per stare bene). il mio psichiatra mi ha comunque detto che il nostro percorso puo ritenersi concluso, che non ho patologie che necessitano anni di analisi e che sono diventata dal punto di vista delle sedute estremamente 'produttiva', gli stati che io avverto come ansiosi sal suo punto di vista sono comuni a tanti e non estreamente rilevanti (a suo avviso dimagrire e dare esami mi portera' la quantita' giusta di autostima per non vivere piu' ansia da prestazione). insomma ho capito tante cose di me ed ho imparato a comprendermi.
il punto e' questo: ho un esame da un paio di giorni e sono qui di nuovo a manifestare ansie ipocondriache (ho sempre manifestato cosi l'ansia) totalmente infondate che vanno e vengono durante la giornata. vi trovate d'accordo nel pensare che esami e dimagrimento mi faranno passare questi stati non invalidanti ma altamente "fastidiosi"? o necessito altra terapia?
vi ringrazio enormemente in anticipo, felice giornata
e Rock and Roll!
[#1]
Scusi ma solo il suo psichiatra può rispondere a queste domande.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
anzi, mi perdoni l'ulteriore quesito ma ho dimenticato la parte piu' importante e forse quella su cui puo' opinare.
il mio psichiatra mi ha consigliato per risolvere il problema dell'ipocondria di ricominciare con la paroxetina, ritenendola non necessaria ma d'aiuto. lasciando la decisione a me.
per questo mi rivolgo a voi, non vorrei ricominciare con la paroxetina poiche' mi sento molto piu' preparata del passato ma vorrei comunque sentire la vostra opinione a riguardo.
il mio psichiatra mi ha consigliato per risolvere il problema dell'ipocondria di ricominciare con la paroxetina, ritenendola non necessaria ma d'aiuto. lasciando la decisione a me.
per questo mi rivolgo a voi, non vorrei ricominciare con la paroxetina poiche' mi sento molto piu' preparata del passato ma vorrei comunque sentire la vostra opinione a riguardo.
[#4]
Gentile utente,
in effetti non è possibile dare un giudizio a distanza sulla base di poche righe, che possa avere lo stesso valore di quello che il suo specialista formula dopo una terapia di alcuni anni. Comprenderà che azzardare qualsiasi ipotesi equivarrebbe a prenderla in giro. Non mi trovo d'accordo sul consigliare al paziente la scelta sul continuare o meno una terapia farmacologica. Se il suo medico ritiene che si tratti di situazioni d'ansia correlate alla vita di tutti i giorni, non dovrebbe consilgiare una terapia. se ritiene si tratti di sintomi da trattare dovrebbe indicare una terapia. Personalmente non condivido l'ambiguità insita in questa risposta, ma allo stato non ho nessuno strumento per mettere in dubbio l'operato del suo specialista.
Cordiali saluti
in effetti non è possibile dare un giudizio a distanza sulla base di poche righe, che possa avere lo stesso valore di quello che il suo specialista formula dopo una terapia di alcuni anni. Comprenderà che azzardare qualsiasi ipotesi equivarrebbe a prenderla in giro. Non mi trovo d'accordo sul consigliare al paziente la scelta sul continuare o meno una terapia farmacologica. Se il suo medico ritiene che si tratti di situazioni d'ansia correlate alla vita di tutti i giorni, non dovrebbe consilgiare una terapia. se ritiene si tratti di sintomi da trattare dovrebbe indicare una terapia. Personalmente non condivido l'ambiguità insita in questa risposta, ma allo stato non ho nessuno strumento per mettere in dubbio l'operato del suo specialista.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#5]
Utente
Dott Martiadis,
la ringrazio tanto per la risposta.
credo che la mia sia ansia eccessiva che si manifesta puntualmente una settimana prima di un avvenimento importante, ribadisco esame o concerto.
una volta superato l'ostacolo piu' nessun sintomo d'ansia.
il problema credo che sia che non manifesto un' ansia strettamente correlata all'evento stesso, ma mi concentro su malattie (sempre la stessa, che ha portato via piu' di un paio di persone nella mia vita).
quello che mi porta a dubitare se ri assumere paroxetina e' che al di fuori di episodi stressanti io non manifesto ansia, al contrario sono molto positiva.
la (non) scelta del curante penso sia derivata dal voler attendere per verificare se gli episodi di ansia vanno scomparendo o intensificandosi abbreviando quindi la distanza tra l'uno e l'altro.
per il resto comprendo molto bene la Sua perplessita', ma sull'operato dello psicoterapista posso garantire personalmente.
Tuttavia mi interessava la Vostra gentile opinione, visto che nei miei momenti ipocondriaci aime' vi seguo molto :/
Ringraziando in anticipo Le auguro un buon week'end!
grazie!
la ringrazio tanto per la risposta.
credo che la mia sia ansia eccessiva che si manifesta puntualmente una settimana prima di un avvenimento importante, ribadisco esame o concerto.
una volta superato l'ostacolo piu' nessun sintomo d'ansia.
il problema credo che sia che non manifesto un' ansia strettamente correlata all'evento stesso, ma mi concentro su malattie (sempre la stessa, che ha portato via piu' di un paio di persone nella mia vita).
quello che mi porta a dubitare se ri assumere paroxetina e' che al di fuori di episodi stressanti io non manifesto ansia, al contrario sono molto positiva.
la (non) scelta del curante penso sia derivata dal voler attendere per verificare se gli episodi di ansia vanno scomparendo o intensificandosi abbreviando quindi la distanza tra l'uno e l'altro.
per il resto comprendo molto bene la Sua perplessita', ma sull'operato dello psicoterapista posso garantire personalmente.
Tuttavia mi interessava la Vostra gentile opinione, visto che nei miei momenti ipocondriaci aime' vi seguo molto :/
Ringraziando in anticipo Le auguro un buon week'end!
grazie!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 05/03/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.