Sospetti di malessere
Gentili dottori,
prima di presentarmi ci tengo ad esprime tutto il rispetto che ho per il vostro lavora e la forza con cui portate avanti questo servizio e mi scuso di dover rubare del tempo per una mia inquietudine, che per quanto grande mi possa apparire, sarà evidentemente una sciocchezza ai vostri occhi e sono certo che la vostra stimatissima risposta sarà di grande rassicurazione.
Sono un ragazzo di 22 anni, studente universitario al terzo anno di Medicina e Chirurgia.
Intorno ai 17 anni ho iniziato a soffrire a fasi alterne di profonde malinconie che mi portavano a periodi di apatia,quasi abulia. Questo non mi impediva in ogni caso di svolgere i modesti oneri di un diciassettenne,ma,per premura,mia madre mi spinse a rivolgermi ad un suo parente psichiatra.
Questo dopo vari incontri concluse che la mia fase potesse essere determinata dal complesso passaggio attraverso gli anni dell’adolescenza e semplicemente mi consigliò di evitare l’uso di hashish (che al tempo era modestissimo e che comunque cessò per sempre).
La conclusione del dottore mi fu molto gradita,il disturbo passò con i mesi e per anni non ebbi più altre manifestazioni; almeno fino ai 20 anni, quando per colpa di un lutto (di una persona conoscente non stretta) passai un secondo periodo piuttosto complesso. Questa volta il disagio si manifestava con attacchi di panico, tachicardia, perdita di appetito, aggressività feroce, crisi di pianto ed in generale un’irrazionalità che non è propria del mio carattere (diciamo pure opposta al mio carattere). In questo episodio mi rivolsi al mio medico curante perché ho iniziato anche ad avere delle sensazioni fisiche di malessere (Condizionate dai miei studi?); richiesi analisi un po’ per tutto, con il risultato che dovetti accettare di essere in salute. Il mio medico mi consigliò quindi una cura con Xanax 0,5 mg 3 volte al giorno, che io per paura ed incoscienza aumentai a 7 compresse al giorno, che in ogni caso non portarono ad alcun miglioramento. Iniziai invece un interessante psicoterapia (con uno psicologa del servizio sanitario pubblico) che mi fu di aiuto(anche se marginalmente).
Passarono i mesi, persi vari esami universitari, ma alla fine anche questa volta il disturbo scomparve.
Oggi ho una nuova manifestazione. Due mesi fa mi sono ritrovato nuovamente molto aggressivo, una fame incontrollabile e comunque incontrollata, ma soprattutto nelle ultime settimane una terribile fastidio al collo. Una sensazione di gonfiore esterno e soffocamento intenro che mi spinge istintivamente ed irrazionalmente a tenere in continuazione la maglietta discostata dalla gola. La tiroide non presenta alcuna disfunzione (dalle ultime analisi). Negli ultimi due giorni ho preso compresse di xanax (che avevo ancora in casa non scadute) al mattino per permettermi di frequentare i corsi, ma i risultati sono scarsi ho sempre questo bisogno di discostare la maglietta (comportamento imbarazzante), tachicardia, paura.
Cosa posso fare?
prima di presentarmi ci tengo ad esprime tutto il rispetto che ho per il vostro lavora e la forza con cui portate avanti questo servizio e mi scuso di dover rubare del tempo per una mia inquietudine, che per quanto grande mi possa apparire, sarà evidentemente una sciocchezza ai vostri occhi e sono certo che la vostra stimatissima risposta sarà di grande rassicurazione.
Sono un ragazzo di 22 anni, studente universitario al terzo anno di Medicina e Chirurgia.
Intorno ai 17 anni ho iniziato a soffrire a fasi alterne di profonde malinconie che mi portavano a periodi di apatia,quasi abulia. Questo non mi impediva in ogni caso di svolgere i modesti oneri di un diciassettenne,ma,per premura,mia madre mi spinse a rivolgermi ad un suo parente psichiatra.
Questo dopo vari incontri concluse che la mia fase potesse essere determinata dal complesso passaggio attraverso gli anni dell’adolescenza e semplicemente mi consigliò di evitare l’uso di hashish (che al tempo era modestissimo e che comunque cessò per sempre).
La conclusione del dottore mi fu molto gradita,il disturbo passò con i mesi e per anni non ebbi più altre manifestazioni; almeno fino ai 20 anni, quando per colpa di un lutto (di una persona conoscente non stretta) passai un secondo periodo piuttosto complesso. Questa volta il disagio si manifestava con attacchi di panico, tachicardia, perdita di appetito, aggressività feroce, crisi di pianto ed in generale un’irrazionalità che non è propria del mio carattere (diciamo pure opposta al mio carattere). In questo episodio mi rivolsi al mio medico curante perché ho iniziato anche ad avere delle sensazioni fisiche di malessere (Condizionate dai miei studi?); richiesi analisi un po’ per tutto, con il risultato che dovetti accettare di essere in salute. Il mio medico mi consigliò quindi una cura con Xanax 0,5 mg 3 volte al giorno, che io per paura ed incoscienza aumentai a 7 compresse al giorno, che in ogni caso non portarono ad alcun miglioramento. Iniziai invece un interessante psicoterapia (con uno psicologa del servizio sanitario pubblico) che mi fu di aiuto(anche se marginalmente).
Passarono i mesi, persi vari esami universitari, ma alla fine anche questa volta il disturbo scomparve.
Oggi ho una nuova manifestazione. Due mesi fa mi sono ritrovato nuovamente molto aggressivo, una fame incontrollabile e comunque incontrollata, ma soprattutto nelle ultime settimane una terribile fastidio al collo. Una sensazione di gonfiore esterno e soffocamento intenro che mi spinge istintivamente ed irrazionalmente a tenere in continuazione la maglietta discostata dalla gola. La tiroide non presenta alcuna disfunzione (dalle ultime analisi). Negli ultimi due giorni ho preso compresse di xanax (che avevo ancora in casa non scadute) al mattino per permettermi di frequentare i corsi, ma i risultati sono scarsi ho sempre questo bisogno di discostare la maglietta (comportamento imbarazzante), tachicardia, paura.
Cosa posso fare?
[#1]
Gentile utente,
In tutta questa storia però non emerge una diagnosi, che invece sarebbe il momento di chiarire. I farmaci sintomatici un certo sollievo immediato possono darlo, ma non sono risolutivi né preventivi. La psicoterapia non deve esser semplicemente d'aiuto ma deve condizionare determinati meccanismi, non importa se in maniera gradevole, neutra o magari anche sgradevole.
Per quanto riguarda il consiglio ricevuto in passato, francamente stupisce, visto che le conoscenze attuali non indicano l'utilità della cannabis nelle preparazioni ad uso droga nei disturbi mentali.
L'uso di questa sostanza prosegue ?
In tutta questa storia però non emerge una diagnosi, che invece sarebbe il momento di chiarire. I farmaci sintomatici un certo sollievo immediato possono darlo, ma non sono risolutivi né preventivi. La psicoterapia non deve esser semplicemente d'aiuto ma deve condizionare determinati meccanismi, non importa se in maniera gradevole, neutra o magari anche sgradevole.
Per quanto riguarda il consiglio ricevuto in passato, francamente stupisce, visto che le conoscenze attuali non indicano l'utilità della cannabis nelle preparazioni ad uso droga nei disturbi mentali.
L'uso di questa sostanza prosegue ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Forse la mia frase era espressa male, ma il consumo era personale (ludico?), non terapeutico. Lo psichiatra mi sconsigliò l'uso di sostanze stupefacenti in genere riconoscendo nel mio carattere una certa facilità a sviluppare dipendenze psicologiche. Niente di rilevante a mio avviso comunque. In ogni caso non faccio uso di sostanze stupefacenti da allora.
Lei dice che sia necessaria una diagnosi. A chi dovrei rivolgermi? La mia psicoterapia è durata circa 6 mesi ed è stato il terapista stesso a dichiarare i miei problemi risolti.
La ringrazio della celere e quanto mai cortese risposta, particolarmente gradita sapendo che lei ha studiato nell'università di Pisa, nella scuola medica all'interno dell'ospedale Santa Chiara, proprio dove io studio.
Lei dice che sia necessaria una diagnosi. A chi dovrei rivolgermi? La mia psicoterapia è durata circa 6 mesi ed è stato il terapista stesso a dichiarare i miei problemi risolti.
La ringrazio della celere e quanto mai cortese risposta, particolarmente gradita sapendo che lei ha studiato nell'università di Pisa, nella scuola medica all'interno dell'ospedale Santa Chiara, proprio dove io studio.
[#3]
Gentile utente,
si è chiaro, avevo capito male. Le dipendenze le sviluppano a partire da determinate sostanze, la personalità non è determinante per quel che se ne sa.
La conclusione di una cura avviene con una guarigione ammesso che si conosca un parametro prognostico che indica la guarigione definitiva. Questo però si fa a partire da una diagnosi, e non in generale perché la persona sta meglio. Nei disturbi ricorrenti, come ad esempio possono essere i disturbi dell'umore, i sintomi si rivolgono per poi riproporsi.
si è chiaro, avevo capito male. Le dipendenze le sviluppano a partire da determinate sostanze, la personalità non è determinante per quel che se ne sa.
La conclusione di una cura avviene con una guarigione ammesso che si conosca un parametro prognostico che indica la guarigione definitiva. Questo però si fa a partire da una diagnosi, e non in generale perché la persona sta meglio. Nei disturbi ricorrenti, come ad esempio possono essere i disturbi dell'umore, i sintomi si rivolgono per poi riproporsi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 03/03/2011.
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