Ansia e respirazione soffocata

salve,sono un uomo di 35 anni per 62 kg e 1.72.
sono molto turbato perchè da 10 giorni consecutivi sono in preda suppongo(ma non ne sono certo)da spasmi e malori fisici legati a problemi di ansia persistente.dal niente comincio ad avere una sensazione di calore crescente tra torace ed addome,che con una vampata mi avvolge,il battito cardiaco aumenta e faccio fatica a respirare come se fossi in affanno o sotto sforzo,a volte comincio a tremare e sono in preda al terrore.è come se ci fosse qualcosa dentro di me che deve sfogarsi...io sono una persona piuttosto ansiosa,ogni tanto questo disturbo mi capitava ma durava al massimo mezza giornata..ora invece 10 giorni 24 ore al giorno,con attacchi d'ansia,respirazione affannata e vampate di calore sempre presenti e pronti ad esplodere...quando mi capita in auto mi sento soffocare e devo fermarmi e scendere per riprendermi,temo sempre di andare in affanno respiratorio e iperventilazione,ho fatto uno di calmanti naturali(pessiflò,melissa,valeriana ecc.)ma di vantaggi non ne ho visti,non riesco più a frequentare le persone perchè ho vergogna di farmi vedere in questo stato e poi temo attacchi improvvisi che ormai capitano a tutte le ore ...ho fatto gli esami del sangue per la tiroide ma risulta nella norma,martedi ho una visita privata di pneomatologia e dopo ne farò forse un'altra di cardiologia...ho sofferto 2-3 anni fa di ansia e depressione,per un periodo sono stato male psicologicamente ma fisicamente stavo bene e non ho mai provato niente di così brutto,inoltre da 2 anni soffro di reflusso bilare....vi prego ditemi se innanzitutto per voi si tratta di ansia,e cosa posso fare perchè tutto ciò finisca il prima possibile grazie a tutti.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

dalla descrizione potrebbe trattarsi effettivamente di ansia ma per poterlo affermare vanno escluse altre cause.
Lei è già stato dal suo medico e gli accertamenti che ha fatto fino ad ora sono normali.
Aspetti di fare le visite che ha prenotato poi in base ai risultati sono sicuro che il suo medico potrà indirizzarla o proporle una terapia adeguata.

Se di ansia si dovesse trattare potrebbe essere necessaria una terapia farmacologica, ma questo va valutato dopo la diagnosi eventualmente da uno psichiatra.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

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Utente
Utente
salve di nuovo e grazie della rapida risposta...tengo in oltre a precisare che cerco di parlare e usare il fiato il meno possibile perchè altrimenti mi manca l'aria e rischio di precipitare di nuovo,inoltre ho notato che quando sono concentrato o preso a fare qualcosa il disturbo tende ad alleggerirsi(ma rimane comunque),mentre quando sono rilassato e libero sono più attaccabile...mentre provando a correre o a fare un poco di sforzo fisico il disturbo rimane ma non aumenta...ma secondo lei l'esame del sangue per la tiroide da la certezza piena del suo buon funzionamento o può essere ingannevole?...mi darebbe qualche consiglio per non perdere la testa e cercare di"resistere"??ne avrei bisogno...grazie ancora di tutto
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Presumibilmente gli esami che ha fatto sono buoni, i valori che risultano sono attendibili e permettono di avere un'idea del funzionamento della tiroide.

Sembra che lei sia troppo concentrato sul suo fisico e ogni suo funzionamento.
La riduzione dei sintomi quando è distratto, cioè occupato a fare qualcosa che la interessa, è buon segno e indica una componente ansiosa.

Per resistere fino alle altre visite?
Ma lei lavora?

se sì, forse andare al lavoro la terrà occupato e le permetterà di distrarsi.

Comunque fossi in lei ricontatterei lo psichiatra che l'ha curata due anni fa per ansia e depressione.

Buonanotte
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Utente
Utente
salve di nuovo dott.lai e di nuovo la ringrazio per l'interesse e le risposte immediate..chiarisco quello che mi ha chiesto
1 per resistere intendo fino a quando trovo la cura che mi faccia passare questo brutto sintomo definitivamente
2 si lavoro come operaio,ma come le accennavo il disturbo è sempre presente...è vero che cala leggermente quando sono impegnato con la testa,ma qualche vampata arriva lo stesso e comunque la sensazione di soffocamento rimane sempre li al limite tra il sopportabile o i momenti di crisi che,giustamente mi fanno parecchio paura
3 è vero,sono spesso paranoico e passo quasi tutto il giorno a pensare al mio respiro ed alla paura di quanto è tremendo sentirsi soffocare...a volte penso che sia uno dei peggiori sintomi che una persona possa provare..personalmente considero meno brutto morire di colpo piuttosto che sentirmi mancare in questa maniera per un periodo molto lungo....
tengo a precisare che il mio tono dell'umore non è depresso!!
4 fu il mio medico di base 2 anni fa a prescrivermi il dapagut+deniban,ma come le ripeto allora furono disturbi psicologici e non fisici...l'esatto contrario di adesso...
se non ha nulla in contrario la terrò informata della visita di martedi e in ogni caso ascolterò volentieri quello che vorrà scrivermi ancora...compresi consigli ed osservazioni...di nuovo grazie per tutto!!
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
D'accordo, aspetto novità.
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Utente
Utente
buona sera dottor lai...dopo oltre due mesi(e mi scusi per la lunga attesa)la ricontatto perchè ho concluso tutto il ciclo di esami in base a quel lungo e brutto periodo di dispnea persistente....
tutti le visite e i relativi esami(elettrocardiogramma,spirometria completa,rx torace,tac encefalo,esami del sangue compreso tiroide)sono risultati nella norma,praticamente sulla carta sono sano come un pesce...nel frattempo a febbraio dopo 10 giorni da incubo la dispnea e relativa tachicardia e calore improvviso sono cessate quasi del tutto...in pratica ho ancora spesso sensazioni di mancanza d'aria,ma il tutto è decisamente più leggero e sopportabile e ha una durata limitata...spero di essere stato chiaro....il mio medico di base mi ha imposto una terapia con alprazolam + paroxetina...l'alprazolam l'ho comprato ma lo voglio usare solo nel caso si ripresenti il disturbo forte...la paroxetina invece non la voglio usare perchè ho paura delle innumerevoli controindicazioni ed effetti da dipendenza...vorrei una sua diagnosi personale da psichiatra e dato che siamo sempre nel suo ramo di medicina vorrei una sua opinione sui fiori di bach come terapia alternativa naturale...la ringrazio ancora per la pazienza e le auguro una buona pasqua.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Buongiorno,
fortunatamente è stato escluso un disturbo organico portando la diagnosi a un disturbo d'ansia, questo non significa che non abbia niente.

L'ansia non si presenta solo psicologicamente ma anche fisicamente, i sintomi più frequenti sono aumento del battito cardiaco, aumento della respirazione, sensazioni sgradevoli di mancanza d'aria, di oppressione, freddo o caldo, dolori etc

La terapia che le è stata prescritta è corretta, l'alprazolam è da utilizzare per brevi periodi all'inizio della cura e quando necessario, mentre la paroxetina è la terapia vera e propria di fondo.
L'alprazolam potrebbe dare dipendenza ma del tutto controlabile, la paroxetina non da assolutamente dipendenza.
Può essere difficile eliminarla dopo un lungo periodo.

I fiori di bach non li utilizzo e non mi sembrano adatti.

Buona Pasqua anche a lei
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lei ha chiesto al medico una diagnosi ed una terapia, le ha ottenute e non ha ricevuto alcuna imposizione, ma una prescrizione che è libero di seguire, cosa evidente visto che ad esempio sta meditando di non seguirla.

Ovviamente le ragioni non hanno senso. Un farmaco ha in genere un foglietto che elenca i numerosi effetti collaterali (che sono possibilità da probabili a improbabilissime, o magari segnalazioni non definitivamente stabilite). Su altri farmaci non farebbe sicuramente un ragionamento del genere, su questo lo fa perché probabilmente non ha ben compreso la funzione e il senso della diagnosi.
La "dipendenza" è una sua interpretazione, se mai può accadere con l'altra medicina assunta regolarmente. Non so poi di preciso cosa intenda con dipendenza. Se intende che, avendolo iniziato, non ne potrà più fare a meno, non esiste questo concetto.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
gentile dottor pacini,ho letto il foglio illustrativo dello xanax e ho sentito il parere del mio medico e di un neurologo,ho seguito discussioni e altri pareri medici su internet quindi se lei mi dice che non esiste il concetto di dipendenza io non le credo....io non metto in dubbio l'efficacia del farmaco sia chiaro,ma gli effetti da dipendenza,oltre che quelle da assunzione normale,sono alla luce del sole...in oltre quando dico che il mio medico mi ha imposto intendo dire che mi ha solleccitato e mi ha detto che nel mio caso servono di sicuro...ed io quello che le chiedo è se secondo lei posso assumerlo per una settimana e poi fermarmi senza avere crisi o disturbi da dipendenza?? posso assumerne solo mezza pastiglia al giorno invece di una??...posso secondo lei evitare di assumere paroxetina??le ricordo che il mio problema è la dispnea e che sono anche un sogetto con periodi depressivi...nel ringraziarla ancora del servizio le auguro una buona pasqua.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,
si cerca di spiegarle che il concetto di dipendenza è diverso da come lo intende lei.
Se lei prende il farmaco anche per due mesi e poi alla sospensione ritornano i sintomi, non significa che è dipendente dal farmaco ma che la malattia riaffiora.
Prenderli per una settimana non ha senso, l'alprazolam tampona temporaneamente i sintomi, la paroxetina non avrà il tempo di agire.

Sinceramente non capisco tanta ritrosia ad assumere un farmaco che potrebbe farla stare meglio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Guardi che Lei parlava di non prendere sereupin per "la dipendenza", e credo tutt'ora che non sappia di preciso cosa significa questo concetto. Lo xanax induce assuefazione assumendolo regolarmente a lungo. La sospensione brusca del sereupin (non vedo la ragione per sospenderlo bruscamente comunque, mi sembra un non-problema) può essere accompagnata da sintomi transitori di sospensione. Tutto ciò non si chiama dipendenza. Dipendenza può intendersi come un legame ad una medicina nonostante nessuna efficacia, questo può valere per i tranquillanti, non per la paroxetina.

In ogni caso, eviterei domande assurde del tipo se può evitare di assuemre la cura che il medico le ha prescritto. Se va da un medico e chiede un parere, inutile interpellare altri al fine di "evitare" di seguire la prescrizione. Non ha senso.

Imporre una cura non mi sembra sia il termine da usare quando un medico coscienzioso insiste per il bene del proprio paziente che è riluttante ad assumerla, a causa di paure o dubbi dettati dalla sua condizione ansiosa o da disinformazione.

Eviti di ristemare le diagnosi come le pare, il suo problema è la dispnea, la dispnea è uno dei sintomi del disturbo che il medico ha riconosciuto e per cui le ha prescritto la cura.
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Utente
Utente
gentili dott.pacini e lai,ancora grazie per le risposte rapide e del servizio...vi pongo le ultime due domande e dopo tolgo il disturbo....1 dato che lo pneumologo e il neurologo mi avevano consigliato di usare l'alprazolam e basta,se io facessi un periodo di circa 2 settimane solo con xanax e dopo smetto di botto per vedere come reagisce il mio organismo,potrebbe essere una alternativa possibile?? dato che lo xanax è un farmaco che agisce subito ma non va preso per molto tempo,posso provare una soluzione del genere?? 2 perchè evitare a priori i fiori di back??troppo leggeri??
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La medicina scientifica ha dei suoi riferimenti. Bisogna evitare gli alibi per la riluttanza a non curarsi, ovvero i prodotti presi per evitare di prendere quelli consigliati non costituiscono una scelta terapeutica.

Il medico le aveva proposto una terapia congrua. La riluttanza a seguirla non ha giustificazioni, se non nel senso che gli stati ansiosi rendono timorosi e diffidenti nei confronti anche delle medicine.

Riprenda il contatto con il suo medico di base su questo problema, senza suggerire cure, o semplicemente chieda consulto allo specialista della branca, cioè uno psichiatra.
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