Normo emotività
Buonasera,
mi capita sempre più spesso di domandarmi quale sia e se ci sia un confine di 'normalità' circa i miei rapporti emotivi familiari.
Nello specifico circa i rapporti con mia madre. Ho 30 anni e, vivendo insieme, è chiaro che sorgano conflitti tra noi.
Ma mi riferisco ad un tipo particolare di conflitto.
Lei ha 50 anni e sta attraversando quella che definirei una 'fase egoistica'. Mal sopporta ciò che poco l'aggrada e tende a minimizzare i problemi che riguardano me, come se, accettarli, comportasse un esercizio di comprensione e responsabilità che rifiuta.
Per esempio: mi è stato diagnosticato un piccolo (irrilevante) soffio al cuore. Una leggera brachicardia e una aritmia, che, chiaramente, mi portano ad affaticarmi un pochino prima rispetto agli altri. Nulla di grave, ovviamente, ma penso sia normale desiderare la comprensione altrui. Ecco, lei non ricorda quel consulto e alla fine anche io mi sto convincendo di essermelo inventato.
Ora la mia domanda è questa: c'è un modo per stabilire se sia io ad essere esagerata nelle mie pretese emotive (un test, un'analisi, un sintomo specifico) o sia lei ad agire patologicamente?
Grazie e scusate la lunghezza del testo. La brevità non è tra le mie doti migliori :)
mi capita sempre più spesso di domandarmi quale sia e se ci sia un confine di 'normalità' circa i miei rapporti emotivi familiari.
Nello specifico circa i rapporti con mia madre. Ho 30 anni e, vivendo insieme, è chiaro che sorgano conflitti tra noi.
Ma mi riferisco ad un tipo particolare di conflitto.
Lei ha 50 anni e sta attraversando quella che definirei una 'fase egoistica'. Mal sopporta ciò che poco l'aggrada e tende a minimizzare i problemi che riguardano me, come se, accettarli, comportasse un esercizio di comprensione e responsabilità che rifiuta.
Per esempio: mi è stato diagnosticato un piccolo (irrilevante) soffio al cuore. Una leggera brachicardia e una aritmia, che, chiaramente, mi portano ad affaticarmi un pochino prima rispetto agli altri. Nulla di grave, ovviamente, ma penso sia normale desiderare la comprensione altrui. Ecco, lei non ricorda quel consulto e alla fine anche io mi sto convincendo di essermelo inventato.
Ora la mia domanda è questa: c'è un modo per stabilire se sia io ad essere esagerata nelle mie pretese emotive (un test, un'analisi, un sintomo specifico) o sia lei ad agire patologicamente?
Grazie e scusate la lunghezza del testo. La brevità non è tra le mie doti migliori :)
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Dovreste esporre le vostre problematiche ad uno specialista che può essere in grado di valutare da un punto di vista diverso rispetto al vostro.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.4k visite dal 12/02/2011.
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