Ansia, paura del mondo, fobia sociale, depressione, abuso di alcol
Salve a tutti, come riportato nell'oggetto ho una serie di problemi di natura psicologica che si stanno accentuando nel tempo e mi rendono la vita impossibile.
Soffro d'ansia in ogni momento della giornata, anche ora ho il cuore che non fa il suo naturale battito ma quello fastidioso dettato dall'ansia.
Ho 23 anni, sono un ragazzo molto sensibile e ho paura di tutto. Soprattutto delle persone, ho paura del mondo, ho paura di vivere, non riesco a essere me stesso, non riesco a guardare le persone negli occhi, mi sento in imbarazzo a parlare con persone che non conosco, (nell'ultimo anno anche con i miei amici) faccio la figura del deficiente perchè mi impanico e credo di sembrare un'idiota. Ho paura che le persone mi facciano del male e per questo motivo ricorro all'alcol.
Bevo solo nel fine settimana e molto, fino ad ubriacarmi. Non bevo per piacere ma bevo per non avere paura e per non essere timido.
Ho iniziato a bere quando avevo 15 anni, mi sarò procurato dei danni a livello epatico? E a livello cerebrale? L'ultima volta che ho fatto delle analisi avevo le transaminasi al doppio. Ora mi accorgo di non smaltire più l'alcol come una volta, ìl giorno dopo ho una stanchezza eccessìva e ho paura che i problemi di ansia, di insicurezza e depressione siano causati dall'alcol.
Non provo più emozioni come una volta, non rido di gusto, rido per far vedere che rido ma il mio cervello è perennemente spento. Se rido è perchè ho bevuto e solo allora mi sento bene, mi sento me stesso. Se la sera esco e non bevo sto male, mi sento a disagio, sono irrequieto a stare in mezzo alla gente, mi viene l'ansia, vigilo su tutto quello che è intorno a me e se non bevo e sto con i miei amici mi annoio. Non riesco a capire se sono depresso e ansioso perchè bevo oppure se bevo perchè sono depresso e ansioso.
Ultimamente ho anche paura nel guidare l'auto e questa paura si allevia solo se sono accompagnato. (paura questa accentuata da due aggressione subite in macchina e due incidenti alle spalle)
La mattina per andare a lavoro prendo la metro e mi vengono gli attacchi di panico anche lì sotto.
A 15 anni ho iniziato a fumare spinelli occasionalmente e a periodi anche regolarmante e ho dovuto smettere definitivamente a giugno perchè aumentavano la mia fobia sociale e i miei attacchi di panico.
E' come se fossi morto, non ho più stimoli dalla vita, ho paura di fare tutto e la mia paura più grande a quanto pare è la società e le persone. Sto bene solo se bevo e non so cosa devo fare, ho provato con la psicoterapia ma sono andato in mano a degli incompetenti che non hanno risolto un bel niente. io non so più che fare sento che sto peggiorando giorno dopo giorno e non so se tratta di alcolismo, insicurezza o depressione.
illuminatemi vi prego. Che cosa devo fare?
aiutatemi.
Soffro d'ansia in ogni momento della giornata, anche ora ho il cuore che non fa il suo naturale battito ma quello fastidioso dettato dall'ansia.
Ho 23 anni, sono un ragazzo molto sensibile e ho paura di tutto. Soprattutto delle persone, ho paura del mondo, ho paura di vivere, non riesco a essere me stesso, non riesco a guardare le persone negli occhi, mi sento in imbarazzo a parlare con persone che non conosco, (nell'ultimo anno anche con i miei amici) faccio la figura del deficiente perchè mi impanico e credo di sembrare un'idiota. Ho paura che le persone mi facciano del male e per questo motivo ricorro all'alcol.
Bevo solo nel fine settimana e molto, fino ad ubriacarmi. Non bevo per piacere ma bevo per non avere paura e per non essere timido.
Ho iniziato a bere quando avevo 15 anni, mi sarò procurato dei danni a livello epatico? E a livello cerebrale? L'ultima volta che ho fatto delle analisi avevo le transaminasi al doppio. Ora mi accorgo di non smaltire più l'alcol come una volta, ìl giorno dopo ho una stanchezza eccessìva e ho paura che i problemi di ansia, di insicurezza e depressione siano causati dall'alcol.
Non provo più emozioni come una volta, non rido di gusto, rido per far vedere che rido ma il mio cervello è perennemente spento. Se rido è perchè ho bevuto e solo allora mi sento bene, mi sento me stesso. Se la sera esco e non bevo sto male, mi sento a disagio, sono irrequieto a stare in mezzo alla gente, mi viene l'ansia, vigilo su tutto quello che è intorno a me e se non bevo e sto con i miei amici mi annoio. Non riesco a capire se sono depresso e ansioso perchè bevo oppure se bevo perchè sono depresso e ansioso.
Ultimamente ho anche paura nel guidare l'auto e questa paura si allevia solo se sono accompagnato. (paura questa accentuata da due aggressione subite in macchina e due incidenti alle spalle)
La mattina per andare a lavoro prendo la metro e mi vengono gli attacchi di panico anche lì sotto.
A 15 anni ho iniziato a fumare spinelli occasionalmente e a periodi anche regolarmante e ho dovuto smettere definitivamente a giugno perchè aumentavano la mia fobia sociale e i miei attacchi di panico.
E' come se fossi morto, non ho più stimoli dalla vita, ho paura di fare tutto e la mia paura più grande a quanto pare è la società e le persone. Sto bene solo se bevo e non so cosa devo fare, ho provato con la psicoterapia ma sono andato in mano a degli incompetenti che non hanno risolto un bel niente. io non so più che fare sento che sto peggiorando giorno dopo giorno e non so se tratta di alcolismo, insicurezza o depressione.
illuminatemi vi prego. Che cosa devo fare?
aiutatemi.
[#1]
Gentile utente,
certamente non è da sottovalutare l'impatto dell'alcool, però, come Lei stesso racconta, l'uso di alcool non è stato l'origine del problema, ma la sua conseguenza. C'è il rischio di attribuire tutto all'alcool, minimizzando la malattia di base che c'è (forse per paura di averla).
Bisogna fare la visita psichiatrica (dal vivo) per diagnosticare la Sua malattia, la quale non è necessariamente un disturbo di umore o d'ansia. Alcuni elementi ("la mia paura più grande a quanto pare è la società e le persone") pongono anche l'ipotesi di un disturbo di un'altro tipo. Definita la diagnosi, lo specialista potrà trovarLe, eventualmente, una cura farmacologica. Da valutare se è utile, eventualmente, anche un periodo in una comunità terapeutica specializzata sia per tenersi lontano dall'alcool, sia per garantirsi l'ambiente più sicuro e, eventualmente, per riabilitare l'ambito di relazione con le altre persone. Ovviamente questa ultima soluzione non fa per tutti e richiede la motivazione.
La prima cosa comunque è di chiedere una visita psichiatrica per definire la diagnosi. Esistono centri specializzati nei disturbi correlati all'uso di sostanze (i SerT); non bisogna però dimenticare che la Sua principale malattia non è l'alcool, ma quella che L'ha portato ad esso.
certamente non è da sottovalutare l'impatto dell'alcool, però, come Lei stesso racconta, l'uso di alcool non è stato l'origine del problema, ma la sua conseguenza. C'è il rischio di attribuire tutto all'alcool, minimizzando la malattia di base che c'è (forse per paura di averla).
Bisogna fare la visita psichiatrica (dal vivo) per diagnosticare la Sua malattia, la quale non è necessariamente un disturbo di umore o d'ansia. Alcuni elementi ("la mia paura più grande a quanto pare è la società e le persone") pongono anche l'ipotesi di un disturbo di un'altro tipo. Definita la diagnosi, lo specialista potrà trovarLe, eventualmente, una cura farmacologica. Da valutare se è utile, eventualmente, anche un periodo in una comunità terapeutica specializzata sia per tenersi lontano dall'alcool, sia per garantirsi l'ambiente più sicuro e, eventualmente, per riabilitare l'ambito di relazione con le altre persone. Ovviamente questa ultima soluzione non fa per tutti e richiede la motivazione.
La prima cosa comunque è di chiedere una visita psichiatrica per definire la diagnosi. Esistono centri specializzati nei disturbi correlati all'uso di sostanze (i SerT); non bisogna però dimenticare che la Sua principale malattia non è l'alcool, ma quella che L'ha portato ad esso.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
Innanzitutto ringrazio il Dr. Alex Aleksey Gukov e aggiungo ulteriore notizie importanti per far capire meglio il quadro, oltre a tutto ciò che ho scritto sono paranoico a livelli psicotici, sia da "lucido" che i giorni seguenti a una bevuta. Mi viene la paranoia di pensare a tutto quello fatto la sera prima: "oddio! che ho fatto! Oddio! Che figura! E adesso?!"
Oltretutto credo di avere problemi di maniacalità (non so se si scrive così) nei confronti delle donne. Vi spiego meglio: ho una ragazza favolosa, la amo, lei abita in un'altra città, è la mia vita e la mia felicità ma non riesco a non apprezzare le ragazze che vedo per strada, mi rende felice vedere una donna nella sua totale bellezza ma non penso in nessun modo a tradire la mia ragazza.
Però quando sono in preda ai fumi dell'alcol mi è capitato più di una volta di baciare un'altra sentendomi poi un vigliacco in seguito (cado in una depressione angosciosa) cosa che non farei mai e poi mai da lucido (a letto con un'altra non ci sono mai andato). E' come se non fossi me stesso, come se l'alcol sdoppiasse la mia persona e mi facesse fare qualcosa che probabilmente lo desiderei ma amo troppo la mia lei per concretizzarlo.
Un'altra grande paura è la perdita dei miei, pensare che possano morire mi manda in ansia, mi crea panico.
Cosa posso fare?
Quello che chiedo è di essere felice senza "stampelle" esterne, vorrei ridere senza bere, vorrei ragionare senza altri supporti, meno paranoie, niente più panico.
Soffro nel tradire la mia ragazza, soffro in preda alla paranoia, alle paure e al panico.
Mi piacerebbe uscire la sera e bere qualche birra senza avere questi problemi come fanno tutti gli altri ragazzi.
COME E' POSSIBILE GUARIRE?
Grazie a chi vorrà rispondere.
Oltretutto credo di avere problemi di maniacalità (non so se si scrive così) nei confronti delle donne. Vi spiego meglio: ho una ragazza favolosa, la amo, lei abita in un'altra città, è la mia vita e la mia felicità ma non riesco a non apprezzare le ragazze che vedo per strada, mi rende felice vedere una donna nella sua totale bellezza ma non penso in nessun modo a tradire la mia ragazza.
Però quando sono in preda ai fumi dell'alcol mi è capitato più di una volta di baciare un'altra sentendomi poi un vigliacco in seguito (cado in una depressione angosciosa) cosa che non farei mai e poi mai da lucido (a letto con un'altra non ci sono mai andato). E' come se non fossi me stesso, come se l'alcol sdoppiasse la mia persona e mi facesse fare qualcosa che probabilmente lo desiderei ma amo troppo la mia lei per concretizzarlo.
Un'altra grande paura è la perdita dei miei, pensare che possano morire mi manda in ansia, mi crea panico.
Cosa posso fare?
Quello che chiedo è di essere felice senza "stampelle" esterne, vorrei ridere senza bere, vorrei ragionare senza altri supporti, meno paranoie, niente più panico.
Soffro nel tradire la mia ragazza, soffro in preda alla paranoia, alle paure e al panico.
Mi piacerebbe uscire la sera e bere qualche birra senza avere questi problemi come fanno tutti gli altri ragazzi.
COME E' POSSIBILE GUARIRE?
Grazie a chi vorrà rispondere.
[#3]
Gentile utente,
Lei scrive che vorrebbe essere felice senza le "stampelle" esterne. Dalla frase sembra che queste "stampelle" siano la birra.. oppure anche le cure specialistiche Lei le percepirebbe come le "stampelle" ?
Devo dirLe però che ancora prima dell'aiuto esterno, ancora prima della birra Lei usa già alcune "stampelle" delle quali forse non si rende conto: la dipendenza (nel bene e nel male) dalle altre persone (dal loro giudizio, dal loro fascino, forse anche dalle loro reazioni), dipendenza dalle proprie emozioni, dai propri vizi, impulsi, che in parte sono anche normali, ma che Lei non riesce a spiegarsi, ad accettare, a conviverci.
La mia impressione è che Lei si trova in un circolo vizioso dal quale è poco probabile uscire senza l'aiuto esterno, l'aiuto che può essere considerato anche una "stampella", ma, a differenza delle altre stampelle, una "stampella" che userebbe con la consapevolezza e per un periodo definito e concordato.
Poche sono le persone che dopo un trauma ossea accettano volentieri di portare il gesso o di usare la stampella, perche' senza ti senti più "libero", più "autonomo", meno brutto esternamente ecc., ma è un'illusione: più carichi l'osso fratturato, minori sono le possibilità che si risalda in un modo corretto.
L'aiuto specialistico può essere farmacologico e psicoterapeutico. Nel Suo caso mi sembra che, a prescindere dal lato farmacologico, la psicoterapia può aver senso: una persona che in un modo professionale possa aiutarLe a vedere sé stesso da un punto di vista leggermente diverso e più obiettivo, che aiuti a capire quali sono i Suoi sentimenti e perche' Lei non li accetta.
Prima però bisogna fare la visita da uno specialista in psichiatria, il quale deve farLe la diagnosi (perche' ovviamente via internet non lo si può fare), decidere quali sono le priorità in questo momento e indirizzarLa in un modo giusto.
Lei scrive che vorrebbe essere felice senza le "stampelle" esterne. Dalla frase sembra che queste "stampelle" siano la birra.. oppure anche le cure specialistiche Lei le percepirebbe come le "stampelle" ?
Devo dirLe però che ancora prima dell'aiuto esterno, ancora prima della birra Lei usa già alcune "stampelle" delle quali forse non si rende conto: la dipendenza (nel bene e nel male) dalle altre persone (dal loro giudizio, dal loro fascino, forse anche dalle loro reazioni), dipendenza dalle proprie emozioni, dai propri vizi, impulsi, che in parte sono anche normali, ma che Lei non riesce a spiegarsi, ad accettare, a conviverci.
La mia impressione è che Lei si trova in un circolo vizioso dal quale è poco probabile uscire senza l'aiuto esterno, l'aiuto che può essere considerato anche una "stampella", ma, a differenza delle altre stampelle, una "stampella" che userebbe con la consapevolezza e per un periodo definito e concordato.
Poche sono le persone che dopo un trauma ossea accettano volentieri di portare il gesso o di usare la stampella, perche' senza ti senti più "libero", più "autonomo", meno brutto esternamente ecc., ma è un'illusione: più carichi l'osso fratturato, minori sono le possibilità che si risalda in un modo corretto.
L'aiuto specialistico può essere farmacologico e psicoterapeutico. Nel Suo caso mi sembra che, a prescindere dal lato farmacologico, la psicoterapia può aver senso: una persona che in un modo professionale possa aiutarLe a vedere sé stesso da un punto di vista leggermente diverso e più obiettivo, che aiuti a capire quali sono i Suoi sentimenti e perche' Lei non li accetta.
Prima però bisogna fare la visita da uno specialista in psichiatria, il quale deve farLe la diagnosi (perche' ovviamente via internet non lo si può fare), decidere quali sono le priorità in questo momento e indirizzarLa in un modo giusto.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 35.6k visite dal 07/02/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.