Paura ossessiva hiv
Buonasera. La mia situazione è molto singolare: ho una paura incredibile di avere l’hiv. Tutto è iniziato tre anni e mezzo fa, in seguito a una masturbazione (neppure completa) che ho subito da una mercenaria. Ho sempre saputo che la mia paura poteva essere causata dal senso di colpa per il gesto compiuto, più che da un reale pericolo. Nel 2008 ho fatto tre test nel più importante centro di malattie infettive della mia regione, risultati tutti negativi. Nonostante i risultati, non riuscivo a rincuorarmi. Avevo addirittura paura di aver contratto il virus al momento stesso del prelievo (pensavo che l’infermiere, in combutta con le ditte farmaceutiche, mi avesse infettato appositamente). Nel frattempo, nel giugno del 2008 ho iniziato una psicoterapia durata un anno e costatami un occhio della testa. Il problema sembrava ridotto, ma mai azzerato. Lo psichiatra mi disse che avevo paura del sesso e che l’unica cura era fare sesso come un matto a destra e a manca. Ma che razza di approccio al problema era? Se uno soffre di vertigini, mica lo porti sull’Everest!
Comunque, dopo un anno ho interrotto volontariamente la terapia. Gli incontri con lo psichiatra erano sempre uguali: “hai fatto sesso?”, “No”, rispondevo. Per tutto il 2010 ho avuto alti e bassi, ora però sono di nuovo in crisi. Con amici, ad esempio, due mesi fa sono andato in un night club, e ho addirittura pensato che nella bevanda che ho bevuto potesse esserci il virus (sotto forma di gocce di sangue appositamente raccolto precedentemente). Insomma: ogni volta che sto poco bene, per i più disparati motivi, penso sempre e solo all’hiv. Vedo occasioni di contagio ovunque. Sento di avere il veleno dentro, di essere impuro, indegno di vivere. Capite la situazione? Possibile che io debba continuare tutta la vita così? Posso sempre fare test su test che in fondo non mi rassicurano mai?
Io in terapia a farmi dire sempre le stesse cose e a farmi imbottire di medicine fino a sembrare uno zombie (mi ricordo che avevo sempre sonno ed ero ingrassato, grazie ai farmaci, di 30 chili) non ho proprio voglia di tornare. Cosa posso fare?
Comunque, dopo un anno ho interrotto volontariamente la terapia. Gli incontri con lo psichiatra erano sempre uguali: “hai fatto sesso?”, “No”, rispondevo. Per tutto il 2010 ho avuto alti e bassi, ora però sono di nuovo in crisi. Con amici, ad esempio, due mesi fa sono andato in un night club, e ho addirittura pensato che nella bevanda che ho bevuto potesse esserci il virus (sotto forma di gocce di sangue appositamente raccolto precedentemente). Insomma: ogni volta che sto poco bene, per i più disparati motivi, penso sempre e solo all’hiv. Vedo occasioni di contagio ovunque. Sento di avere il veleno dentro, di essere impuro, indegno di vivere. Capite la situazione? Possibile che io debba continuare tutta la vita così? Posso sempre fare test su test che in fondo non mi rassicurano mai?
Io in terapia a farmi dire sempre le stesse cose e a farmi imbottire di medicine fino a sembrare uno zombie (mi ricordo che avevo sempre sonno ed ero ingrassato, grazie ai farmaci, di 30 chili) non ho proprio voglia di tornare. Cosa posso fare?
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Gentile utente,
ma qualcuno ha mai fatto una diagnosi di questa situazione ?
Oltre ad una preoccupazione, sembra da quel che dice che ci siano momenti in cui pensa di essere al centro di una sorta di complotto, cioè che il problema non sia una sua ossessione ma una realtà provocata da altri contro di Lei. Probabilmente questo è comunque "intermittente", perché adesso si trova qui a parlarne, "criticandolo".
Direi che è opportuno farsi fare diagnosi e terapia.
Le interpretazioni non sono alla base delle terapie psichiatriche. Si registrano i sintomi e il loro andamento, si rilevano alcuni elementi con la visita e in base a questo si decidono le cure. L'effetto delle stesse si valuta in settimane.
ma qualcuno ha mai fatto una diagnosi di questa situazione ?
Oltre ad una preoccupazione, sembra da quel che dice che ci siano momenti in cui pensa di essere al centro di una sorta di complotto, cioè che il problema non sia una sua ossessione ma una realtà provocata da altri contro di Lei. Probabilmente questo è comunque "intermittente", perché adesso si trova qui a parlarne, "criticandolo".
Direi che è opportuno farsi fare diagnosi e terapia.
Le interpretazioni non sono alla base delle terapie psichiatriche. Si registrano i sintomi e il loro andamento, si rilevano alcuni elementi con la visita e in base a questo si decidono le cure. L'effetto delle stesse si valuta in settimane.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 03/02/2011.
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