Vertigini, senso di sbandamento, e occasionali mancamenti, spossatezza

Gentili dottori,
sono un ragazzo di 29 anni, da giugno mi capitano disturbi che possono poi acutizzarsi in vari momenti ma che in buona sostanza permangono più o meno sempre come in una sorta di condizione latente di fondo. Avverto di consueto una sensazione di vertigini soggettive, come un senso di sbandamento. In certi contesti o quando la sintomatologia è più marcata si aggiunge una sensazione molto fastidiosa di confusione mentale, come avessi i postumi di una ubriacata, fino ad arrivare anche un pò la sensazione di perdita di equilibrio (mi è successo al ristorante o al cinema). Noto anche che fatico a stare seduto su una normale sedia, mi sale da dentro un malessere che progressivamente diventa più forte e mi devo alzare. Per questo uso sedie da ufficio con rotelle e girevoli. Paradossalmente il fatto che si spostino mi fanno star meglio. Sempre in fase "acuta" di disturbi fatico a concentrarmi sullo studio e e se parlo con una persona avverto maggiormente questi disturbi se la fisso e la ascolto con attenzione, tendo a tenermi la testa con le mani in queste situazioni. Purtroppo non è facile descrivere esattamente le sensazioni. Quando vado in bicicletta o in macchina, invece, tendenzialmente sto bene e mi aiuta a rilassarmi.
Comunque già in precedenza avevo avuto gli stessi disturbi, dall'agosto 2008 alla primavera 2009.....anche qui più o meno ininterrottamente. Però venivo da una tiroidectomia totale e una radioterapia (maggio/giugno 2008), per cui si pensava fossero scompensi di tipo ormonale tiroideo a provocarmi ciò. C'è da dire che la mia vita, è stata molto travagliata dal punto di vista della salute. Ho subito due importanti interventi invasivi (1996 e 2000) al volto precedute da interventi di embolizzazione per MAV (malformazioni arterovenose) non ancora risolte del tutto, con tempi di recupero abbastanza lunghi, soprattutto da un punto di vista psicologico (per alcune cicatrici al volto), un ascesso polmonare (sempre 1996), poi tumore alla tiroide con intervento e 3 sesssioni di radioterapia nell'arco di un anno e mezzo (2008 e 2009). A maggio 2010 rottura della rotula con conseguente altro intervento chirurgico e poi riabilitazione. L'univesità invece è rimasta al palo e inoltre in famiglia aiuto ad accudire mio padre che da almeno 5 anni è ormai a uno stato poco più che vegetativo (demenza senile precoce). Insomma stress importante non è mai mancato, specie negli ultimi anni in maniera abbastanza continuativa.
Sono in cura presso un neurologo (nessuna patologia riscontrata da RMN, EEG..) da giugno scorso e prendo solo alprazolam, mi ha tolto sì un pò di nervosismo e ansia ma i sintomi di fondo permargono. Settimana scorsa, durante l'ultimo controllo, mi ha conigliato cambio terapia : x atacchi panico - citalopram 20mg2volte/die che però non ho ancora preso, sono un pò restio a prendere psicofarmaci. Mi ha anche consigliato di andare da uno psicologo, e ci vado mercoledì.
I sintomi che manifesto sono dipesi dal solo stress?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente

se chi l'ha visitata e' giunto a questa conclusione non vi e' motivo di dubitare.

Assuma il trattamento prescritto.

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Utente
Utente
La ringrazio Dott.Ruggiero,

l'unica mio timore è di diventare dipendente dagli psicofarmaci (che non ho mai preso in vita mia). Il neurologo mi ha detto che se starò meglio, come crede, avrebbe intenzione di ridurre il dosaggio magari al prossimo controllo.
Ma potrei soffrire di assuefazione dalla sostanza e quindi accusare una sorta di astinenza successivamente?
Tuttavia se non ci sono alternative per riuscire a stabilizzarmi credo non potrò fare altrimenti.

Distinti Saluti
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

la dipendenza da psicofarmaci è un concetto scorretto: sarebbe come dire "spero di non diventare dipendente dalla terapia contro il diabete di cui soffro".

Vale a dire che è importante essere curati adeguatamente (ed in tal senso lo specialista di riferimento è lo psichiatra) con eventualmente il minor dosaggio di farmaci a fronte del miglior funzionamento e benessere generale.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Utente
Utente
Grazie di nuovo,

dimenticavo solo di dire che sono in stato ipertiroideo indotto farmacologicamente con terapia ormonale sostitutiva (Eutirox 150 o 200 a seconda dei giorni).
Di conseguenza ho TSH = 0,07 mlU/L all'ultimo esame ematologico di 2 settimane fa.
Secondo l'endocrinologo della medicina nucleare che mi segue dal 2008 (in seguito al carcinoma papillare alla tiroide), io devo essere in stato di leggero ipertiroidismo per evitare, con un alzamento del TSH, di stimolare le cellule tiroidee ancora presenti nel corpo (alcune delle quali potrebbero essere ancora di natura maligna, visto che il mio tumore aveva già metastatizzato in sede cervicale e anche nei campi polmonari). Ora le cose, a quasi 3 anni dall'intervento, dal punto di vista del tumore della tiroide vanno bene, dopo le 3 terapie radiometaboliche. Però non vorrei che anche un ipertiroidismo indotto possa comunque procurarmi qualche sintomo che manifesto e che ho descritto nel topic iniziale.

Distinti saluti