Sospensione del risperdal ed effetti consecutivi
Buon giorno,
Ringrazio per questo sito che offre consulenza molto utile a chi fa uso di farmaci come gli psicofarmaci che incidono molto sulla vita delle persone che gli prendono.
Prendo risperdal dal 2003 a causa di un trauma avuta (in cui ho perso la cognizione della realtà e non mi nutrivo). La quantità di risperdal preso iniziava con 2 mg se mi ricordo bene (non ha mai superato questa quantità). Per poi scendere dopo un po di mesi in 1 mg. Ho mantenunto questa quantità fino ad oggi gennaio 2011 con qualche oscillazione nel tentativo di ridurre in 0,5 mg e smettere di prenderla per gli ovvi effetti dannosi al cervello e la qualità di vita in generale oppure aumentavo fino a 2 mg nei periodi in cui avevo più sintomi di ansia. Adesso posso dire che conduco una vita normale, prendendo 1 mg di risperdal ma vorrei poter smettere di prenderlo perchè ho paura degli effetti che può avere sul mio cervello. Uno psicologo molto preparato mi ha detto che l'assunzione prolungata di questo farmaco danneggia il cervello con danni irreversibili. Non vorrei peggiorare nelle mie facoltà mentali col passare del tempo. Inoltre faccio molto fatica ad alzarmi la mattina perchè questo farmaco mi da un profondo sonno di mattina. Inoltre ce un calo del desiderio e senzazioni (goia della vita) a causa di risperdal. Da circa una settimana ho ridotto la quantità in 0,5 mg nel tentativo di fare un po di mesi con questa dosi del farmaco per poi provare a smettere di prenderla. Io insegno inglese come professione e sono sempre al centro del attenzione in classi da 12 - 15 persone. Quindi devo stare molto bene. Durante questa settimana sono stata più viva e contenta perchè non ero sotto il effetto. Adesso che devo iniziare i corsi di inglese con i gruppi mi assale un po la paura che mi appaiono certe mie difficoltà (paure di pensieri) non avendo il risperdal. Conosco però che è soltanto la mia mente che si fissa su queste paure. Oggi ho preso di nuovo 1 mg. Penso che se avessi l'aiuto di una psicoterapeuta costante mi aiuterebbe a ridurre la dosi. Devo farmi forza e continuare con 0,5 mg. Si sa che non avendo più il risperdal che mantiene sotto controllo le senzazioni si è un po più vulnerabili e bisogna avere fiducia in se stessi di potercela fare.
Inoltre ho mantenuto questa dosi (1 mg) durante questi anni soltanto come mantenimento con soltanto due episodi (l'ultima 1 anno 1/2 fa perchè avevo smesso del tutto) di ansia e paure.
Devo smettere di prenderlo perchè danneggia il cervello?Vorrei poter vivere senza questo sedativo che riduce la qualità della mia vita in 50%. Potete darmi qualche consigio?Col passare del tempo gli effetti iniziali di insicurezza spariscono oppure posso dominarli?Il lavoro che si fa su se stessi è importante, perchè siamo noi che possiamo aiutare noi stessi. Inoltre preciso che seguo psicoterapia di gruppo una volta la settimana. Ed è abbastanza utile.
Attendo vostri consigli. Grazie mille
Ringrazio per questo sito che offre consulenza molto utile a chi fa uso di farmaci come gli psicofarmaci che incidono molto sulla vita delle persone che gli prendono.
Prendo risperdal dal 2003 a causa di un trauma avuta (in cui ho perso la cognizione della realtà e non mi nutrivo). La quantità di risperdal preso iniziava con 2 mg se mi ricordo bene (non ha mai superato questa quantità). Per poi scendere dopo un po di mesi in 1 mg. Ho mantenunto questa quantità fino ad oggi gennaio 2011 con qualche oscillazione nel tentativo di ridurre in 0,5 mg e smettere di prenderla per gli ovvi effetti dannosi al cervello e la qualità di vita in generale oppure aumentavo fino a 2 mg nei periodi in cui avevo più sintomi di ansia. Adesso posso dire che conduco una vita normale, prendendo 1 mg di risperdal ma vorrei poter smettere di prenderlo perchè ho paura degli effetti che può avere sul mio cervello. Uno psicologo molto preparato mi ha detto che l'assunzione prolungata di questo farmaco danneggia il cervello con danni irreversibili. Non vorrei peggiorare nelle mie facoltà mentali col passare del tempo. Inoltre faccio molto fatica ad alzarmi la mattina perchè questo farmaco mi da un profondo sonno di mattina. Inoltre ce un calo del desiderio e senzazioni (goia della vita) a causa di risperdal. Da circa una settimana ho ridotto la quantità in 0,5 mg nel tentativo di fare un po di mesi con questa dosi del farmaco per poi provare a smettere di prenderla. Io insegno inglese come professione e sono sempre al centro del attenzione in classi da 12 - 15 persone. Quindi devo stare molto bene. Durante questa settimana sono stata più viva e contenta perchè non ero sotto il effetto. Adesso che devo iniziare i corsi di inglese con i gruppi mi assale un po la paura che mi appaiono certe mie difficoltà (paure di pensieri) non avendo il risperdal. Conosco però che è soltanto la mia mente che si fissa su queste paure. Oggi ho preso di nuovo 1 mg. Penso che se avessi l'aiuto di una psicoterapeuta costante mi aiuterebbe a ridurre la dosi. Devo farmi forza e continuare con 0,5 mg. Si sa che non avendo più il risperdal che mantiene sotto controllo le senzazioni si è un po più vulnerabili e bisogna avere fiducia in se stessi di potercela fare.
Inoltre ho mantenuto questa dosi (1 mg) durante questi anni soltanto come mantenimento con soltanto due episodi (l'ultima 1 anno 1/2 fa perchè avevo smesso del tutto) di ansia e paure.
Devo smettere di prenderlo perchè danneggia il cervello?Vorrei poter vivere senza questo sedativo che riduce la qualità della mia vita in 50%. Potete darmi qualche consigio?Col passare del tempo gli effetti iniziali di insicurezza spariscono oppure posso dominarli?Il lavoro che si fa su se stessi è importante, perchè siamo noi che possiamo aiutare noi stessi. Inoltre preciso che seguo psicoterapia di gruppo una volta la settimana. Ed è abbastanza utile.
Attendo vostri consigli. Grazie mille
[#1]
Gentile utente,
alcune domande e considerazioni:
1. qual'è la sua diagnosi?
2. è regolarmente in cura presso uno psichiatra?
3. lo psicologo non ha competenza sulla terapia farmacologica dei disturbi mentali e l'affermazione che avrebbe fatto:
<<<<<Uno psicologo molto preparato mi ha detto che l'assunzione prolungata di questo farmaco danneggia il cervello con danni irreversibili>>>>>
lo dimostra molto bene, in quanto completamente falsa!
4. pertanto se la diagnosi e soprattutto le sue condizioni lo permettono, sotto stretta guida e sorveglianza del medico psichiatra che deve essere chiaramente d'accordo, può provare a ridurre, sostituire o lentamente sospendere la terapia, sapendo che buona parte delle sue attuali incertezze sono probabilmente legate alla sola "paura" di non farcela senza farmaco,
Saluti
alcune domande e considerazioni:
1. qual'è la sua diagnosi?
2. è regolarmente in cura presso uno psichiatra?
3. lo psicologo non ha competenza sulla terapia farmacologica dei disturbi mentali e l'affermazione che avrebbe fatto:
<<<<<Uno psicologo molto preparato mi ha detto che l'assunzione prolungata di questo farmaco danneggia il cervello con danni irreversibili>>>>>
lo dimostra molto bene, in quanto completamente falsa!
4. pertanto se la diagnosi e soprattutto le sue condizioni lo permettono, sotto stretta guida e sorveglianza del medico psichiatra che deve essere chiaramente d'accordo, può provare a ridurre, sostituire o lentamente sospendere la terapia, sapendo che buona parte delle sue attuali incertezze sono probabilmente legate alla sola "paura" di non farcela senza farmaco,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
"a chi fa uso di farmaci come gli psicofarmaci che incidono molto sulla vita delle persone che gli prendono."
Tipicamente, curare le malattie del cervello che si esprimono con sintomi mentali, producendone quantomeno un miglioramento, come appunto nel suo caso.
Avere avuto "due episodi" significa che ha un qualcosa che si ripropone dopo periodi di remissione. Il risperdal ha per l'appunto ruolo curativo sull'episodio e preventivo di nuovi episodi. Non è chiara la diagnosi perché non la riferisce, di solito risperdal si usa per disturbi psicotici o comunque "maggiori", almeno quando è da solo.
La dose attuale è minima.
Non è chiaro perché a questo punto stia progettando autonomamente di sospendere una cura senza fa riferimento al suo medico. Questo è un primo errore, ma può semplicemente corrispondere ai preliminari di una nuova fase, capita spesso che quando si è in equilibrio si comprenda l'importanza di una cura, quando si tende a perdere questo equilibrio la cura diventa "insopportabile" e si crea l'urgenza di smetterla, con un ragionamento paradossale (cioè smetterla per risolvere definitivamente la propria condizione, mentre invece il risultato è tipicamente che si ritorna indietro lasciando spazio ad una ricaduta).
I "danni irreversibili al cervello" li producono le malattie non curate in primis, dopo di che quest'affermazione è talmente vaga e catastrofica da essere semplicemente allarmismo. Nel suo caso il medicinale le è servito, e oggi parla ancora di una generica categoria di "psicofarmaci" come se fosse scontato che stanno lì per penalizzare le persone e non per curarne gli squilibri.
"Il lavoro che si fa su se stessi è importante, perchè siamo noi che possiamo aiutare noi stessi"
Il "lavoro" lo fa grazie ad un equilibrio che la terapia fortunatamente le dà, e il "lavoro" non è sulla malattia, ma presumo sulla sua vita.
Lei sta seguendo psicoterapia in una situazione in cui prosegue l'assunzione del farmaco, ciò non significa niente rispetto alla previsione del ruolo della psicoterapia quando non lo dovesse assumere più.
Tipicamente, curare le malattie del cervello che si esprimono con sintomi mentali, producendone quantomeno un miglioramento, come appunto nel suo caso.
Avere avuto "due episodi" significa che ha un qualcosa che si ripropone dopo periodi di remissione. Il risperdal ha per l'appunto ruolo curativo sull'episodio e preventivo di nuovi episodi. Non è chiara la diagnosi perché non la riferisce, di solito risperdal si usa per disturbi psicotici o comunque "maggiori", almeno quando è da solo.
La dose attuale è minima.
Non è chiaro perché a questo punto stia progettando autonomamente di sospendere una cura senza fa riferimento al suo medico. Questo è un primo errore, ma può semplicemente corrispondere ai preliminari di una nuova fase, capita spesso che quando si è in equilibrio si comprenda l'importanza di una cura, quando si tende a perdere questo equilibrio la cura diventa "insopportabile" e si crea l'urgenza di smetterla, con un ragionamento paradossale (cioè smetterla per risolvere definitivamente la propria condizione, mentre invece il risultato è tipicamente che si ritorna indietro lasciando spazio ad una ricaduta).
I "danni irreversibili al cervello" li producono le malattie non curate in primis, dopo di che quest'affermazione è talmente vaga e catastrofica da essere semplicemente allarmismo. Nel suo caso il medicinale le è servito, e oggi parla ancora di una generica categoria di "psicofarmaci" come se fosse scontato che stanno lì per penalizzare le persone e non per curarne gli squilibri.
"Il lavoro che si fa su se stessi è importante, perchè siamo noi che possiamo aiutare noi stessi"
Il "lavoro" lo fa grazie ad un equilibrio che la terapia fortunatamente le dà, e il "lavoro" non è sulla malattia, ma presumo sulla sua vita.
Lei sta seguendo psicoterapia in una situazione in cui prosegue l'assunzione del farmaco, ciò non significa niente rispetto alla previsione del ruolo della psicoterapia quando non lo dovesse assumere più.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Utente
Ringrazio delle risposte date.
Prendo risperdal per degli episodi psicotici nel passato 2003, periodo in cui stavo molto male. Riconosco che mi è stato molto utile in cui durante tutto questo periodo ha mantenuto una certa stabilità.
Non è però facile prenderlo sempre siccome ha degli effetti indesiderati e sopratutto è una medicina che incide sul cervello alterando gli elementi chimici che funzionano nel nostro cervello. Quello che ho sentito dire è che il continuo effetto sul naturale funzionamento del cervello può limitare le sue capacità normali. Dico questo perchè è da anni che sto bene e grazie anche a questa medicina.
Quindi bisogna continuare a prenderla per tutta la vita?Il mio cervello ormai è mutato per sempre?
Gli episodi che mi hanno dato quando si è manifestato la malatia è sintomi schizoaffettivo se non mi sbaglio. Non ho la schizofrenia ma la tendenza a fissarmi su certe difficolta.
Quando smetto o riduco il risperdal comincio cmq. ad avere un po di ansia col passare dei giorni e paura che le mie difficoltà che adesso riesco a mantenere sotto controllo riappaiono.
Sono iscritta da un psichiatra e fino al anno scorso andavo regolarmente, ma quest anno sono stata molto bene, non ci sono stati cambiamenti, e cmq. preciso che il suo pensiero fino a 2009 che non bisogna lasciare la medicina, ma non mi ha mai dato un periodo. Per esempio proviamo ancora un anno (o due) e poi vediamo magari riusciamo a toglierlo. Ho paura che non credi molto nel recupero della persona ma forse è un mio pensiero. Faccio però psicoterapia di gruppo adesso una volta la settimana.
Ho molto rispetto per la categoria degli psichiatri ma vorrei che il mio psichiatra si mostri un po positivo indicando anche dove sono migliorata oppure dicendo che fra un po di anni ce la farai da sola ecc.
Prendo risperdal per degli episodi psicotici nel passato 2003, periodo in cui stavo molto male. Riconosco che mi è stato molto utile in cui durante tutto questo periodo ha mantenuto una certa stabilità.
Non è però facile prenderlo sempre siccome ha degli effetti indesiderati e sopratutto è una medicina che incide sul cervello alterando gli elementi chimici che funzionano nel nostro cervello. Quello che ho sentito dire è che il continuo effetto sul naturale funzionamento del cervello può limitare le sue capacità normali. Dico questo perchè è da anni che sto bene e grazie anche a questa medicina.
Quindi bisogna continuare a prenderla per tutta la vita?Il mio cervello ormai è mutato per sempre?
Gli episodi che mi hanno dato quando si è manifestato la malatia è sintomi schizoaffettivo se non mi sbaglio. Non ho la schizofrenia ma la tendenza a fissarmi su certe difficolta.
Quando smetto o riduco il risperdal comincio cmq. ad avere un po di ansia col passare dei giorni e paura che le mie difficoltà che adesso riesco a mantenere sotto controllo riappaiono.
Sono iscritta da un psichiatra e fino al anno scorso andavo regolarmente, ma quest anno sono stata molto bene, non ci sono stati cambiamenti, e cmq. preciso che il suo pensiero fino a 2009 che non bisogna lasciare la medicina, ma non mi ha mai dato un periodo. Per esempio proviamo ancora un anno (o due) e poi vediamo magari riusciamo a toglierlo. Ho paura che non credi molto nel recupero della persona ma forse è un mio pensiero. Faccio però psicoterapia di gruppo adesso una volta la settimana.
Ho molto rispetto per la categoria degli psichiatri ma vorrei che il mio psichiatra si mostri un po positivo indicando anche dove sono migliorata oppure dicendo che fra un po di anni ce la farai da sola ecc.
[#4]
<<<Non è però facile prenderlo sempre siccome ha degli effetti indesiderati e sopratutto è una medicina che incide sul cervello alterando gli elementi chimici che funzionano nel nostro cervello. Quello che ho sentito dire è che il continuo effetto sul naturale funzionamento del cervello può limitare le sue capacità normali. Dico questo perchè è da anni che sto bene e grazie anche a questa medicina>>>
Lei continua a fare le stesse affermazioni nonostante le sia stato detto che sono sbagliate, per poi concludere dicendo che comunque <sto bene>, vale quanto già presente in replica #1,
Saluti
Lei continua a fare le stesse affermazioni nonostante le sia stato detto che sono sbagliate, per poi concludere dicendo che comunque <sto bene>, vale quanto già presente in replica #1,
Saluti
[#5]
Gentile signora,
le consiglierei anzitutto di riprendere contatto con lo psichiatra e di esprimergli i suoi dubbi, che sono molto comuni.
Se ora riducendo la dose avverte una ripresa della sintomatologia è perché la patologia è ancora presente, non c'è un'altra spiegazione.
Sulla terapia che sta assumendo (a dosi basse)ribadisco quello che hanno detto i colleghi: non è dannosa per il cervello, mentre una patologia non curata fa veramente dei danni alla trasmissione e all'elaborazione degli impulsi cerebrali e alla lunga può provocare atrofia cerebrale. Questo si è visto anche dal vivo con particolari tecniche di risonanza magnetica funzionale: nelle persone che assumono neurolettici per patologia, le immagini dopo qualche tempo diventano simili a quelle dei soggetti di controllo sani, quindi siamo ben lontani dalle alterazioni che lei teme.
"Ce la farai da sola" è il sogno di tutti, come se l'ammalarsi fosse dovuto alla buona o cattiva volontà; nessuno lo pensa per diabete o cardiopatie, mentre per la psichiatria c'è ancora questo dannosissimo pregiudizio.
Cordiali saluti
le consiglierei anzitutto di riprendere contatto con lo psichiatra e di esprimergli i suoi dubbi, che sono molto comuni.
Se ora riducendo la dose avverte una ripresa della sintomatologia è perché la patologia è ancora presente, non c'è un'altra spiegazione.
Sulla terapia che sta assumendo (a dosi basse)ribadisco quello che hanno detto i colleghi: non è dannosa per il cervello, mentre una patologia non curata fa veramente dei danni alla trasmissione e all'elaborazione degli impulsi cerebrali e alla lunga può provocare atrofia cerebrale. Questo si è visto anche dal vivo con particolari tecniche di risonanza magnetica funzionale: nelle persone che assumono neurolettici per patologia, le immagini dopo qualche tempo diventano simili a quelle dei soggetti di controllo sani, quindi siamo ben lontani dalle alterazioni che lei teme.
"Ce la farai da sola" è il sogno di tutti, come se l'ammalarsi fosse dovuto alla buona o cattiva volontà; nessuno lo pensa per diabete o cardiopatie, mentre per la psichiatria c'è ancora questo dannosissimo pregiudizio.
Cordiali saluti
Franca Scapellato
[#6]
Utente
Grazie,
è veramente utile per me. Mi fido della vostra risposta e penso che continuerò a prendere il risperdal ancora per un po finche sto veramente bene. Il fatto che non sia cosi dannoso mi tranquillizza.
Avrei anche un altra domanda importante: il fatto che prenda risperdal da ormai 7 anni ha fatto si che la prolattina sia fuori dalla norma, da quel che ricordo l'ultima volta che ho fatto le analisi, aveva un valore di 70 contro la norma che era sui 20-30 (non ricordo bene). Questo valore alto potrebbe fare si che io diventi sterile? Vorrei avere la possibilità in futuro di avere un figlio. Sono sposata da 3 anni. Questo valore alto continua da qualche anno. Ma mi trovo bene con risperdal e non vorrei cambiare cura.
Grazie,
è veramente utile per me. Mi fido della vostra risposta e penso che continuerò a prendere il risperdal ancora per un po finche sto veramente bene. Il fatto che non sia cosi dannoso mi tranquillizza.
Avrei anche un altra domanda importante: il fatto che prenda risperdal da ormai 7 anni ha fatto si che la prolattina sia fuori dalla norma, da quel che ricordo l'ultima volta che ho fatto le analisi, aveva un valore di 70 contro la norma che era sui 20-30 (non ricordo bene). Questo valore alto potrebbe fare si che io diventi sterile? Vorrei avere la possibilità in futuro di avere un figlio. Sono sposata da 3 anni. Questo valore alto continua da qualche anno. Ma mi trovo bene con risperdal e non vorrei cambiare cura.
Grazie,
[#7]
Gentile utente,
Se la diagnosi è stata di disturbo schizoaffettivo dovrebbe farsi spiegare meglio il significato di questa diagnosi, perché da quel che dice non dimostra di aver compreso la natura del disturbo.
Se ha uno psichiatra di riferimento, è bene sia farsi rivalutare periodicamente che farsi illustrare rtutti questi aspetti relativi alla gestione delle cure e agli effetti collaterali.
Se la diagnosi è stata di disturbo schizoaffettivo dovrebbe farsi spiegare meglio il significato di questa diagnosi, perché da quel che dice non dimostra di aver compreso la natura del disturbo.
Se ha uno psichiatra di riferimento, è bene sia farsi rivalutare periodicamente che farsi illustrare rtutti questi aspetti relativi alla gestione delle cure e agli effetti collaterali.
[#8]
Utente
Mi scusi ma non ho capito quello che vuole dire. Io conosco benissimo il mio disturbo ci vivo con esso. e per essere precisi il mio psichiatra non ha mai voluto esprimersi su quale sia il disturbo. Mi ha detto che si vedra negli anni. Il mio precedente psichiatra che mi ha conosciuta nella fase acuta del trauma avuta nel 2003 ha detto di avere questo disturbo ma il attuale psichiatra non è d'accordo. Quindi non ho modo di sapere esattamente il disturbo. Secondo lui non faccio parte in un disturbo ben delineato e che non è cosi importante dargli un nome. Può sembrare strano ma non mi ha mai detto quale è il disturbo.
Io ho chiesto di farmi illustrare gli aspetti relativi alla gestione delle cure ma ho semplicemente ricevuto un no semplice alla sospensione.
Non è facile vivere con un disturbo mentale, perchè spesso gli medici non ti considerano una persona degna di ricevere tutto l'informazione dovuta oppure di farsi incoraggiare relativamente al futuro ed il recupero. é per questo che non ci vado più regolarmente. Poi per valutare il mio stato attuale mi faceva stare nello studio circa 15 min in cui dovevo essere molto precisa su cosa mi succedeva e mi creda non è facile buttare tutto fuori cosi..
Stimo molto il lavoro che fatte attraverso questo sito ma dovete anche conoscere le difficoltà che si vivono quando hai un problema di testa e vai dal medico che ti chiama per cognome e ti tiene 15 min in cui valuta il tutto.
Invece la psicoterapia devo dire che è molto seria e ci aiuta tantissimo.
Grazie,
Io ho chiesto di farmi illustrare gli aspetti relativi alla gestione delle cure ma ho semplicemente ricevuto un no semplice alla sospensione.
Non è facile vivere con un disturbo mentale, perchè spesso gli medici non ti considerano una persona degna di ricevere tutto l'informazione dovuta oppure di farsi incoraggiare relativamente al futuro ed il recupero. é per questo che non ci vado più regolarmente. Poi per valutare il mio stato attuale mi faceva stare nello studio circa 15 min in cui dovevo essere molto precisa su cosa mi succedeva e mi creda non è facile buttare tutto fuori cosi..
Stimo molto il lavoro che fatte attraverso questo sito ma dovete anche conoscere le difficoltà che si vivono quando hai un problema di testa e vai dal medico che ti chiama per cognome e ti tiene 15 min in cui valuta il tutto.
Invece la psicoterapia devo dire che è molto seria e ci aiuta tantissimo.
Grazie,
[#9]
Gentile utente,
Dare un nome al disturbo è importante per prevederne il decorso e quindi spiegare anche al paziente le ragioni di una terapia prolungata e preventiva.
Ha usato il termine "schizoaffettivo", quindi supponevo si riferisse ad una diagnosi, poiché questo termine si usa per una diagnosi. Inoltre ha parlaro di psicosi e di più episodi, quindi si tratta di una psicosi che ha avuto due ricorrenze.
Le valutazioni mediche non sono incoraggiamenti o esortazioni, il buon funzionamento di una cura si vede dai risultati, che il cervello è libero a quel punto di perseguire.
Per cui la valutazione che la dovesse proseguire era un messaggio chiaro. Che al momento Lei non sembra capire in base al ragionamento che faceva sull'interruzione autogestita della cura e sui motivi per cui aveva pensato di farlo. Questo intendo con comprensione della natura della malattia.
Dare un nome al disturbo è importante per prevederne il decorso e quindi spiegare anche al paziente le ragioni di una terapia prolungata e preventiva.
Ha usato il termine "schizoaffettivo", quindi supponevo si riferisse ad una diagnosi, poiché questo termine si usa per una diagnosi. Inoltre ha parlaro di psicosi e di più episodi, quindi si tratta di una psicosi che ha avuto due ricorrenze.
Le valutazioni mediche non sono incoraggiamenti o esortazioni, il buon funzionamento di una cura si vede dai risultati, che il cervello è libero a quel punto di perseguire.
Per cui la valutazione che la dovesse proseguire era un messaggio chiaro. Che al momento Lei non sembra capire in base al ragionamento che faceva sull'interruzione autogestita della cura e sui motivi per cui aveva pensato di farlo. Questo intendo con comprensione della natura della malattia.
[#10]
D'accordo col collega Pacini aggiungo però che, specie nel servizio pubblico, ma non solo, i tempi di ascolto sono insufficienti e questo incide sull'accettazione della terapia. Purtroppo in alcune ASL il modello dei manager è il cottimo, e gli specialisti sono insufficienti...
Comunque una diagnosi, anche provvisoria (può essere rivista nel tempo)sarebbe opportuna: per esempio, se lei volesse richiedere l'invalidità civile (non l'otterrebbe, è solo un esempio) un certificato scritto con tanto di diagnosi sarebbe indispensabile.
Comunque una diagnosi, anche provvisoria (può essere rivista nel tempo)sarebbe opportuna: per esempio, se lei volesse richiedere l'invalidità civile (non l'otterrebbe, è solo un esempio) un certificato scritto con tanto di diagnosi sarebbe indispensabile.
[#11]
Utente
Rispondo al dr. Matteo Pacini,
Capisco il suo punto di vista. Il fatto che io non abbia una diagnostica precisa del mio disturbo non vuol dire che non sappia quello che ho. Sono d'accordo che è importante per il futuro procedimento della malattia.
le ricadute non sono dello stesso tipo e misura della prima fase acuta ma periodi di ansia associate con convinzioni che forse non erano vere.
Cmq. il mio medico non ha potuto dare un nome al mio disturbo, spero che in futuro sarà possibile.
Secondo lui non è un disturbo cosi definito ed il fatto che prenda soltanto 1 mg di risperdal è un indice che non è un disturbo cosi grave (almeno al momento).
Vorrei una vostra opinione sulla mia domanda sulla prolattina alta di cui parlavo anche prima che continua da più di un anno, valore 70 contro il normale valore (penso circa 20 - 30). (Dal mio seno esce del latte premendo) Potrei diventare sterile? Desidero avere un bambino in futuro o almeno lasciare lo spazio per un eventualità che lo abbia. Cambiare la cura sarebbe molto difficile per me.
Rigrazio delle risposte,
Capisco il suo punto di vista. Il fatto che io non abbia una diagnostica precisa del mio disturbo non vuol dire che non sappia quello che ho. Sono d'accordo che è importante per il futuro procedimento della malattia.
le ricadute non sono dello stesso tipo e misura della prima fase acuta ma periodi di ansia associate con convinzioni che forse non erano vere.
Cmq. il mio medico non ha potuto dare un nome al mio disturbo, spero che in futuro sarà possibile.
Secondo lui non è un disturbo cosi definito ed il fatto che prenda soltanto 1 mg di risperdal è un indice che non è un disturbo cosi grave (almeno al momento).
Vorrei una vostra opinione sulla mia domanda sulla prolattina alta di cui parlavo anche prima che continua da più di un anno, valore 70 contro il normale valore (penso circa 20 - 30). (Dal mio seno esce del latte premendo) Potrei diventare sterile? Desidero avere un bambino in futuro o almeno lasciare lo spazio per un eventualità che lo abbia. Cambiare la cura sarebbe molto difficile per me.
Rigrazio delle risposte,
[#12]
Gentile utente,
"le ricadute non sono dello stesso tipo e misura della prima fase acuta", sì, ma attualmente lei assume una cura, che le previene o le limita in gravità.
L'aumento della prolattina è una condizione ormonale ovviamente non normale, che può alterare una serie di parametri, non penserei alla reversibilità ma piuttosto ad una terapia alternativa eventualmente.
Poiché risponde a dosi basse di questo antipsicotico, è possibile che ve ne siano altri equivalenti nelle sue funzioni. Per stabilire se e quali a questo punto è opportuno sapere su che terreno ci si muove, ovvero su che diagnosi.
Dal suo punto di vista non intendo che Lei debba comprendere il significato tecnico della diagnosi, ma il significato della cura, il suo ruolo, il meccanismo con cui le ricadute si verificano, allo scopo di evitare di rimanere semplicemente scoperta da una qualsiasi cura, per i ragionamenti che proponeva all'inizio del consulto.
"le ricadute non sono dello stesso tipo e misura della prima fase acuta", sì, ma attualmente lei assume una cura, che le previene o le limita in gravità.
L'aumento della prolattina è una condizione ormonale ovviamente non normale, che può alterare una serie di parametri, non penserei alla reversibilità ma piuttosto ad una terapia alternativa eventualmente.
Poiché risponde a dosi basse di questo antipsicotico, è possibile che ve ne siano altri equivalenti nelle sue funzioni. Per stabilire se e quali a questo punto è opportuno sapere su che terreno ci si muove, ovvero su che diagnosi.
Dal suo punto di vista non intendo che Lei debba comprendere il significato tecnico della diagnosi, ma il significato della cura, il suo ruolo, il meccanismo con cui le ricadute si verificano, allo scopo di evitare di rimanere semplicemente scoperta da una qualsiasi cura, per i ragionamenti che proponeva all'inizio del consulto.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 118.6k visite dal 23/01/2011.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.