Reazione alla fine di una psicoanalisi

egregi dottori
da circa otto mesi ho concluso un percorso di psicoanalisi durato sette anni,con molto dolore,tristezza e senso di abbandono; inizialmente riuscivo a gestire in maniera opportuna questi sentimenti pur avendo dei periodi di rimozione che tuttavia si risolvevano in maniera consona, grazie sopratutto agli strumenti fornitomi in questi anni dalla mia psichiatra ,alla quale sono stata sempre molto legata da un sentimento di amore incondizionato e profondo che nn ho mai provato in tutta la mia vita.
circa un mese fa l'ho risentita per telefono e da allora e ritornata la sofferenza , questa volta pero'sento di non star affrontando il dolore in maniera "normale" ma piuttosto noto la ricomparsa dei sintomi che mi hanno condotto sette anni fa ad intraprendere un percorso psicoanalitico.
ho iniziato la psicoanalisi per una importante nevrosi d'angoscia depressiva, nel corso del mio percorso ho imparato ad amarmi e ad accettare la mia sensibilita' e la mia angoscia, vivendola con molta accettazione e questo comprensione della mia sofferenza, mi portava alla scomparsa dei sintomi ed ad una maggiore consapevolezza delle mie emozioni e della mia sensibilita'so' per certo che la fine della terapia sia un evento molto drammatico e triste per un paziente ma volevo sapere se il ripresentarsi (spero temporaneo),di meccanismi psicopatologi passati ,sia una reazione altrettanto normale,e' vero inoltre che la fine di una psicoanalisi viene vissuta dal paziente come un evento luttuoso? ho paura di ritornare indietro deludendo la mia dottoressa che con amore mi ha seguito in tutti questi anni e di far risprofondare me stessa in una sofferenza che non merito.
vi ringrazio anticipatamente per le risposte che mi fornirete.
distinti saluti
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Gentile Utente è normale che la fine di un rapporto (anche se di rapporto terapeutico si tratta) comporti sensazioni di abbandono e di lutto. Generalmente le fasi conclusive della psicoterapia sono volte proprio alla elaborazione "preventiva" di questi aspetti. Peraltro dalle Sue parole mi sembra di capire che Lei avesse sviluppato un transfert di particolare intensità nei confronti della Sua psicoterapeuta. Personalmente non credo che mi sentirei offeso se un mio paziente sentisse il bisogno di "rifarsi vivo" dopo la conclusione di un percorso nel caso senta ancora il bisogno di puntualizzare alcuni elementi di sofferenza non risolti pienamente; forse neppure chiaramente emersi prima. In caso poi lo ritenessi più opportuno potrei sempre reindirizzarlo ad altro terapeuta, ai fini della migliore risoluzione degli elementi in gioco. Da parte Sua sarebbe utile chiarire, se non sono già emersi prima, gli elementi di iperinvestimento che Lei ha riportato nella stesura del Suo consulto.
Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.