Il medico non è stato
Gentli Dottori,da circa tre anni mia madre alterna periodi al letto a periodi iperattivi e l'ultima crisi l'ha portata a credere che una persona di famiglia la stesse avvelenando ed altre psicosi. Attualmente è ricoverata in una clinica psichiatrica dov'è diventata totalmente non autosufficiente. Mia madre ha 68 anni e la stanno curando con depachin,carbalitium,largactil, serenase e delle flebo perchè oltre a non riuscire a camminare e parlare non mangia nulla!
Sono preoccupatissima per lei anche perchè l'ultimo colloquio che ho avuto con il medico non è stato per niente rassicurante, dopo circa tre settimane di cura mi ha detto che il caso è difficile, inizialmente non la pensava così!
Cosa ne pensate? Aiutatemi a capire per piacere.
Sono preoccupatissima per lei anche perchè l'ultimo colloquio che ho avuto con il medico non è stato per niente rassicurante, dopo circa tre settimane di cura mi ha detto che il caso è difficile, inizialmente non la pensava così!
Cosa ne pensate? Aiutatemi a capire per piacere.
[#2]
Gentile utente,
credo che sia importante (nella mia pratica quotidiana è quasi una prassi) che i familiari abbiano informazioni adeguate rispetto ai disturbi dei propri familiari.
Eventualmente chieda un appuntamento presso i medici che seguono sua madre per poter avere delucidazioni precise.
credo che sia importante (nella mia pratica quotidiana è quasi una prassi) che i familiari abbiano informazioni adeguate rispetto ai disturbi dei propri familiari.
Eventualmente chieda un appuntamento presso i medici che seguono sua madre per poter avere delucidazioni precise.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#3]
Ex utente
Gentili dottori,
il problema è che da quando mia madre è ricoverata non vedo nessun miglioramento anzi al momento non è in grado di camminare, di andare in bagno, di parlare e di mangiare! Alle mie richieste del perchè da autosufficiente mia madre è passata a del tutto non autosufficiente mi si risponde che dipende dalla malattia!Dopo mie continue richieste del perchè venisse sedata a tal punto mi è stato risposto che avrebbero provato a cambiare terapia, la mia paura è che o mia madre faccia da cavia o è per ragioni di soldi.
Secondo le VS esperienze effettivamente una donna di69 anni impiega più tempo a rispondere alla terapia? Effettivamente deve essere ridotta a larva umana? E perchè bisogna cambiare terepia?
Grazie
il problema è che da quando mia madre è ricoverata non vedo nessun miglioramento anzi al momento non è in grado di camminare, di andare in bagno, di parlare e di mangiare! Alle mie richieste del perchè da autosufficiente mia madre è passata a del tutto non autosufficiente mi si risponde che dipende dalla malattia!Dopo mie continue richieste del perchè venisse sedata a tal punto mi è stato risposto che avrebbero provato a cambiare terapia, la mia paura è che o mia madre faccia da cavia o è per ragioni di soldi.
Secondo le VS esperienze effettivamente una donna di69 anni impiega più tempo a rispondere alla terapia? Effettivamente deve essere ridotta a larva umana? E perchè bisogna cambiare terepia?
Grazie
[#4]
Egregia utente,
è effettivamente un caso difficile in tutti i sensi, compreso anche il mio problema etico di scrivere adesso di un caso seguito dagli altri specialisti. C'è una grande differenza fra il condividere le mie esperienze, esprimere le mie ipotesi ed essere lì, a seguire la Sua mamma, sapere magari molto di più rispetto a quello che Lei e io possiamo sapere ed averne l'effettiva responsabilità. E' difficile anche perche' oltre ed in conseguenza alla malattia della Sua mamma, Lei stessa soffre, è "preoccupatissima", ma anche, molto probabilmente, arrabbiata e disperata, e ciò vela il caso ancor di più.
Non può essere per ragioni di soldi. Nessuna clinica è interessata ad vere pazienti non autosufficienti (che è un costo enorme da tutti punti di vista). Non è probabile neanche che usino la Sua mamma come cavia (ovvero, a scopo sperimentale), perche' i farmaci da Lei elencati che vengono somministrati alla Sua mamma (depakin, carbolithium, largactil, serenase) sono ormai ben noti di essere imiegati in condizioni simili, e non ce ne nessuna sperimentazione né scoperta.
Tutti i pazienti anziani corrono un rischio, una volta nell'ambiente assistito (come lo è un reparto ospedaliero) di perdere almeno in piccola parte l'autosufficienza. Perche' non devono badare loro stessi alla routine quotidiana, magari faticosa per loro, perche' c'è qualcuno che può assisterli. La perdita di autosufficienza (parziale o totale) è inoltre la parte intrinseca dello stato depressivo (ad esempio "periodi al letto" della Sua mamma, da Lei ricordati). In altre parole, in ambiente assistito la persona depressa ha la possibilità di manifestare la sua depressione in modo pieno. In questo senso dipende effettivamente dalla malattia. Queste situazioni sono purtroppo frequentissimi.
Lei ha intitolato la Sua iniziale domanda "Bipolarismo", descrive le fasi alterne di umore.. Anche la terapia farmacologica, tutte e tre le volte (lo Xanax, la cura del Neurologo di Lucca e l'ultima - in Clinica) è stata orientata su un disturbo di umore benche' senza un orientamento diagnostico più preciso.
La malattia della Sua mamma, da Lei descritta, configura un'ipotesi di un disturbo abbastanza grave. I dati forniti non sono in realtà sufficienti per dire che si tratti di un disturbo "Bipolare" o di un'altro disturbo di umore. Manca una diagnosi più precisa. E dalla diagnosi dipende la prognosi. In base a questa può essere almeno in parte curabile o possono essere dei limiti seri, già definiti dalla malattia, della possibilità di ripresa.
Penso che, nel caso nel quale l'esordio della malattia risale davvero a soli tre anni fa (la Sua mamma non ha mai avuto problemi psichici in passato? di nessun tipo?), sarebbe il caso di indagare anche la presenza di un possibile disturbo organico cerebrale sottostane. Lo dice l'età della Sua mamma. Non deve spaventarLa, bisogna essere calmi e obbiettivi. Al giorno d'oggi, le possibilità di cura dei disturbi organici cerebrali sono maggiori rispetto al passato.
Penso che in questa Clinica senz'altro è stata presa in considerazione anche questa ipotesi. Comunque si può e bisogna chiederli. La parte importante del lavoro dei medici è la definizione della diagnosi. Senza questa impossibile curare.
è effettivamente un caso difficile in tutti i sensi, compreso anche il mio problema etico di scrivere adesso di un caso seguito dagli altri specialisti. C'è una grande differenza fra il condividere le mie esperienze, esprimere le mie ipotesi ed essere lì, a seguire la Sua mamma, sapere magari molto di più rispetto a quello che Lei e io possiamo sapere ed averne l'effettiva responsabilità. E' difficile anche perche' oltre ed in conseguenza alla malattia della Sua mamma, Lei stessa soffre, è "preoccupatissima", ma anche, molto probabilmente, arrabbiata e disperata, e ciò vela il caso ancor di più.
Non può essere per ragioni di soldi. Nessuna clinica è interessata ad vere pazienti non autosufficienti (che è un costo enorme da tutti punti di vista). Non è probabile neanche che usino la Sua mamma come cavia (ovvero, a scopo sperimentale), perche' i farmaci da Lei elencati che vengono somministrati alla Sua mamma (depakin, carbolithium, largactil, serenase) sono ormai ben noti di essere imiegati in condizioni simili, e non ce ne nessuna sperimentazione né scoperta.
Tutti i pazienti anziani corrono un rischio, una volta nell'ambiente assistito (come lo è un reparto ospedaliero) di perdere almeno in piccola parte l'autosufficienza. Perche' non devono badare loro stessi alla routine quotidiana, magari faticosa per loro, perche' c'è qualcuno che può assisterli. La perdita di autosufficienza (parziale o totale) è inoltre la parte intrinseca dello stato depressivo (ad esempio "periodi al letto" della Sua mamma, da Lei ricordati). In altre parole, in ambiente assistito la persona depressa ha la possibilità di manifestare la sua depressione in modo pieno. In questo senso dipende effettivamente dalla malattia. Queste situazioni sono purtroppo frequentissimi.
Lei ha intitolato la Sua iniziale domanda "Bipolarismo", descrive le fasi alterne di umore.. Anche la terapia farmacologica, tutte e tre le volte (lo Xanax, la cura del Neurologo di Lucca e l'ultima - in Clinica) è stata orientata su un disturbo di umore benche' senza un orientamento diagnostico più preciso.
La malattia della Sua mamma, da Lei descritta, configura un'ipotesi di un disturbo abbastanza grave. I dati forniti non sono in realtà sufficienti per dire che si tratti di un disturbo "Bipolare" o di un'altro disturbo di umore. Manca una diagnosi più precisa. E dalla diagnosi dipende la prognosi. In base a questa può essere almeno in parte curabile o possono essere dei limiti seri, già definiti dalla malattia, della possibilità di ripresa.
Penso che, nel caso nel quale l'esordio della malattia risale davvero a soli tre anni fa (la Sua mamma non ha mai avuto problemi psichici in passato? di nessun tipo?), sarebbe il caso di indagare anche la presenza di un possibile disturbo organico cerebrale sottostane. Lo dice l'età della Sua mamma. Non deve spaventarLa, bisogna essere calmi e obbiettivi. Al giorno d'oggi, le possibilità di cura dei disturbi organici cerebrali sono maggiori rispetto al passato.
Penso che in questa Clinica senz'altro è stata presa in considerazione anche questa ipotesi. Comunque si può e bisogna chiederli. La parte importante del lavoro dei medici è la definizione della diagnosi. Senza questa impossibile curare.
[#5]
Ex utente
Gent.mo Dr. Alex Aleksey Gukov,
mia madre non ha mai sofferto di disturbi psichici, anzi devo aggiungere che al momento più triste di tutta la sua vita ha cercato, e ci é riuscita, di consolare noi figli!
Al momento del ricovero ci é stato prospettato tutto più facile e ci avevano detto che avrebbero fatto dei controlli cerebrali con la tac ma a tutt'oggi niente!
Ho insistito per un controllo a livello cerebrale ma mi é stato risposto che questi problemi si risolvono nell'arco di 48 ore e che é meglio un problema psichico che cerebrale.
Mi rincuora sapere che non sia una terapia di nuova generazione e che quindi non faccia da cavia, ma sono profondamente preoccupata, tornerà tutto come prima? sarà dinuovo autosufficiente? Come devo agire?
Grazie di cuore per l'interessamento.
Distinti saluti
mia madre non ha mai sofferto di disturbi psichici, anzi devo aggiungere che al momento più triste di tutta la sua vita ha cercato, e ci é riuscita, di consolare noi figli!
Al momento del ricovero ci é stato prospettato tutto più facile e ci avevano detto che avrebbero fatto dei controlli cerebrali con la tac ma a tutt'oggi niente!
Ho insistito per un controllo a livello cerebrale ma mi é stato risposto che questi problemi si risolvono nell'arco di 48 ore e che é meglio un problema psichico che cerebrale.
Mi rincuora sapere che non sia una terapia di nuova generazione e che quindi non faccia da cavia, ma sono profondamente preoccupata, tornerà tutto come prima? sarà dinuovo autosufficiente? Come devo agire?
Grazie di cuore per l'interessamento.
Distinti saluti
[#6]
Ex utente
Dimenticavo, ieri ho finalmente "parlato" con mia madre, che dopo circa un mese "rispondeva" alle mie domande, e ho capito che non ricorda nulla di quello che é successo anzi mi ha risposto che prenderà le pillole perché lo voglio io. Nel dormiveglia in cui si trova a tratti di circa dieci minuti tra sonno e veglia mi chiedeva il perché si trovasse li e cosa le fosse accaduto di preciso.
Dottore é normale?
Dottore é normale?
[#7]
Ovviamente non è normale, siamo nel corso di una malattia. La Sua mamma sembra di non essere ne' abbastanza lucida né orientata, ma forse più lucida e più orientata rispetto alle settimane precedenti ? ... Bisogna farla visitare dal medico di reparto, magari assieme con Lei.
Stiamo assistendo ad un cambiamento e già domani o nei prossimi giorni potranno esserci gli altri cambiamenti (non si sa in quale direzione). E' necessaria un'osservazione attenta. Quello che può e deve fare è anche riferire i risultati della Sua osservazione al personale di questa clinica, cercare di fare compagnia alla Sua mamma, rispondere alle sue domande sul presente e di aiutarla ad essere più orientata.
La TAC cerebrale non potrà dirimere da sola i dubbi sull'origine organica / psichica. Lo potrà fare se abinata all'osservazione e all'ipotesi diagnostica del medico. Il mezzo principale di indagine è proprio l'osservazione clinica. In base a questa si può già orientarsi nella diagnosi, nella cura, negli accertamenti da richiedere (TAC o altri), nella prognosi (che Lei chiede). Ma non lo si può fare via internet. Lo si deve fare assieme con il medico curante.
La TAC cerebrale potrebbe comunque aver senso come un confronto con eventuali ricontrolli precedenti e successivi.
Stiamo assistendo ad un cambiamento e già domani o nei prossimi giorni potranno esserci gli altri cambiamenti (non si sa in quale direzione). E' necessaria un'osservazione attenta. Quello che può e deve fare è anche riferire i risultati della Sua osservazione al personale di questa clinica, cercare di fare compagnia alla Sua mamma, rispondere alle sue domande sul presente e di aiutarla ad essere più orientata.
La TAC cerebrale non potrà dirimere da sola i dubbi sull'origine organica / psichica. Lo potrà fare se abinata all'osservazione e all'ipotesi diagnostica del medico. Il mezzo principale di indagine è proprio l'osservazione clinica. In base a questa si può già orientarsi nella diagnosi, nella cura, negli accertamenti da richiedere (TAC o altri), nella prognosi (che Lei chiede). Ma non lo si può fare via internet. Lo si deve fare assieme con il medico curante.
La TAC cerebrale potrebbe comunque aver senso come un confronto con eventuali ricontrolli precedenti e successivi.
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Lei scrive che la Sua madre Le ha chedesto il perché si trovasse li e cosa le fosse accaduto di preciso; ha risposto che prenderà le pillole perché lo vuole Lei (come se si sentisse indietro nel tempo, forse quando, ancor a casa, dubitava della terapia prescritta dal neurologo..).
Si tratta di "amnesia" (perdita di memoria) che ingloba gli eventi poco antecedenti del ricovero ed il ricovero stesso, che corrispondono al periodo di maggior malessere. Può essere di origine organica come no. Anzi, tale forma di perdita di memoria (limitata ad un periodo associato ai vissuti più traumatici), se non avesse altri problmi di memoria, è abbastanza indicativo di un'origine non organica. Inoltre, la durata così prolungata del periodo coperto dall'amnesia non succede nel caso di un accidente cerebrale di natura organica (ad es. ictus): forse è questo quello che intendeva il medico dicendo: "questi problemi si risolvono nell'arco di 48 ore".
Bisogna però indagare la memoria della Sua mamma, compatibilmente con le sue condizioni, anche per quanto riguardo gli aspetti che possono essere più indicativi di un eventuale danno organico:
gli eventi che riguardono ieri o l'altro ieri (ricorda che Le ha fatto la visita?), la giornata stessa (ricorda di aver preso (o meno) la colazione, il pranzo, che cosa ha mangiato? - le cose più semplici), la memoria a lungo termine e le capacità di orientamento nelle aree non afflitte dall'episodio (ricorda dove abita - l'indirizzo preciso - e come ci si arriva - con quali mezzi ecc.? in che anno, stagione, mese siamo ? ricorda i nomi dei parenti, conoscenti, qualche numero di telefono?), ecc.: qualcosa che voi tutte e due sapete e che Lei può confermare. Oltre di essere un'indagine, è anche una riabilitazione.
riferisca i risultati della Sua osservazione al personale
Si tratta di una Clinica statale o privata? Nel caso fosse privata, non si esclude effettivamente che abbiano difficoltà nel richiedere esami strumentali costosi. Però in alcuni casi lo si può fare con l'impegnativa del medico di famiglia, anzi, prenotarlo direttamente tramite il medico di famiglia.
Anche se si scoprirà che si trattava di una reazione puramente funzionale ("psichica"), gli approfondimenti potranno aver senso, anche dopo il ricovero, se così fosse deciso, perche' nelle persone anziane le turbe psichiche possono spesso preannunciare il decadimento cognitivo.
Mi auguro che però ci sia la collaborazione, coordinamento delle azioni con i medici della Clinica, altrimenti tutto sarà ancor più difficile e non etico.
Si tratta di "amnesia" (perdita di memoria) che ingloba gli eventi poco antecedenti del ricovero ed il ricovero stesso, che corrispondono al periodo di maggior malessere. Può essere di origine organica come no. Anzi, tale forma di perdita di memoria (limitata ad un periodo associato ai vissuti più traumatici), se non avesse altri problmi di memoria, è abbastanza indicativo di un'origine non organica. Inoltre, la durata così prolungata del periodo coperto dall'amnesia non succede nel caso di un accidente cerebrale di natura organica (ad es. ictus): forse è questo quello che intendeva il medico dicendo: "questi problemi si risolvono nell'arco di 48 ore".
Bisogna però indagare la memoria della Sua mamma, compatibilmente con le sue condizioni, anche per quanto riguardo gli aspetti che possono essere più indicativi di un eventuale danno organico:
gli eventi che riguardono ieri o l'altro ieri (ricorda che Le ha fatto la visita?), la giornata stessa (ricorda di aver preso (o meno) la colazione, il pranzo, che cosa ha mangiato? - le cose più semplici), la memoria a lungo termine e le capacità di orientamento nelle aree non afflitte dall'episodio (ricorda dove abita - l'indirizzo preciso - e come ci si arriva - con quali mezzi ecc.? in che anno, stagione, mese siamo ? ricorda i nomi dei parenti, conoscenti, qualche numero di telefono?), ecc.: qualcosa che voi tutte e due sapete e che Lei può confermare. Oltre di essere un'indagine, è anche una riabilitazione.
riferisca i risultati della Sua osservazione al personale
Si tratta di una Clinica statale o privata? Nel caso fosse privata, non si esclude effettivamente che abbiano difficoltà nel richiedere esami strumentali costosi. Però in alcuni casi lo si può fare con l'impegnativa del medico di famiglia, anzi, prenotarlo direttamente tramite il medico di famiglia.
Anche se si scoprirà che si trattava di una reazione puramente funzionale ("psichica"), gli approfondimenti potranno aver senso, anche dopo il ricovero, se così fosse deciso, perche' nelle persone anziane le turbe psichiche possono spesso preannunciare il decadimento cognitivo.
Mi auguro che però ci sia la collaborazione, coordinamento delle azioni con i medici della Clinica, altrimenti tutto sarà ancor più difficile e non etico.
[#9]
Ex utente
Gent.mo dottore io mi domando perchè queste indicazioni che mi da Lei via "internet" non mi vengano date dal medico curante o dal personale?
Per quanto riguarda l'amnesia, devo aggiungere che i primi giorni di terapia mia madre addirittura parlava come se fosse tornata giovane; per quanto riguarda chiederle cosa abbia mangiato, mia madre ormai non riesce nemmeno a ingoiare l'acqua oltre a non masticare e mi si dice che dipende dalla malattia che la porta a stringere i denti.
Dopo circa 3 settimane si riesce a parlare con molta difficoltà e per quanto concerne il resto ribadisco la sua totale non autossuficienza ( non cammina, non va in bagno, non mangia, etc.) ma al momeno del ricovero faceva tutto da se!!!
Saranno le prime domande che le porrò, Grazie di cuore dell'interessamento e dei preziosi consigli.
Distinti saluti
Per quanto riguarda l'amnesia, devo aggiungere che i primi giorni di terapia mia madre addirittura parlava come se fosse tornata giovane; per quanto riguarda chiederle cosa abbia mangiato, mia madre ormai non riesce nemmeno a ingoiare l'acqua oltre a non masticare e mi si dice che dipende dalla malattia che la porta a stringere i denti.
Dopo circa 3 settimane si riesce a parlare con molta difficoltà e per quanto concerne il resto ribadisco la sua totale non autossuficienza ( non cammina, non va in bagno, non mangia, etc.) ma al momeno del ricovero faceva tutto da se!!!
Saranno le prime domande che le porrò, Grazie di cuore dell'interessamento e dei preziosi consigli.
Distinti saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.4k visite dal 18/01/2011.
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