Ansia e insonnia
Salve,vorrei chiedere un parere, mia madre da alcuni anni soffre di ansia e insonnia con orari di riposo notturno di poche ore e risvegli mattutini molto presto. Ha 76 anni è molto magra e da anni prende la sera prima di coricarsi delle gocce di en1 benzodiazepine mi sembra questo il nome, però fanno poco effetto. Volevo sapere se esistono altre cure e che tipo di medico potrei rivolgermi magari in qualche struttura pubblica se si può.
Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
[#1]
Gentile utente,
con l'avanzare dell'età il sonno può essere più frammentato.
La cura che segue sua madre non è la più adatta per i dsturbi del sonno. Esistono altri farmaci più adatti che potrebbero permetterle un sonno migliore individuando prima la causa.
Il medico di riferimento è lo psichiatra, ne trova nei principali ospedali pubblici.
Saluti
con l'avanzare dell'età il sonno può essere più frammentato.
La cura che segue sua madre non è la più adatta per i dsturbi del sonno. Esistono altri farmaci più adatti che potrebbero permetterle un sonno migliore individuando prima la causa.
Il medico di riferimento è lo psichiatra, ne trova nei principali ospedali pubblici.
Saluti
Massimo Lai, MD
[#2]
Gentile utente,
Quella terapia non è chiaro se sia stata data come ansiolitico o per indurre il sonno, ha entrambe le proprietà all'inizio, ma nel tempo le perde.
Il problema sta nel fatto che la persona si abitua fisicamente alla medicina, per cui se per caso le è capitato di saltarla o ritardarla ha verificato probabilmente che non dorme o è più ansiosa per un fenomeno astinenziale, e ha pensato che quindi non ne possa fare a meno.
Nell'insonnia continua vi sono altre terapie più specifiche, anche perché di solito è espressione di un altro disturbo, che verrà o che è già espresso al momento in cui uno denuncia l'insonnia. Ad esempio un disturbo d'ansia, ma anche una depressione.
Uno psichiatra saprà valutare se e quale cura è indicata, e come procedere al graduale disimpegno dall'en.
Quella terapia non è chiaro se sia stata data come ansiolitico o per indurre il sonno, ha entrambe le proprietà all'inizio, ma nel tempo le perde.
Il problema sta nel fatto che la persona si abitua fisicamente alla medicina, per cui se per caso le è capitato di saltarla o ritardarla ha verificato probabilmente che non dorme o è più ansiosa per un fenomeno astinenziale, e ha pensato che quindi non ne possa fare a meno.
Nell'insonnia continua vi sono altre terapie più specifiche, anche perché di solito è espressione di un altro disturbo, che verrà o che è già espresso al momento in cui uno denuncia l'insonnia. Ad esempio un disturbo d'ansia, ma anche una depressione.
Uno psichiatra saprà valutare se e quale cura è indicata, e come procedere al graduale disimpegno dall'en.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.1k visite dal 16/01/2011.
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