Effetti da sospensione daparox
egregi dottori, sono un uomo di 33 anni e per 2 anni sono stato sotto cura farmacologica Daparox per una lieve sindrome depressiva che mi comportava attacchi di panico. Grazie alla psicoterapia associata alla cura farmacologica sono riuscito a raggiungere uno stato di serenità tale che mi ha consentito di ridurre la cura farmacologica, ovviamente dietro controllo del mio psichiatra, fino a sospenderla completamente circa un mese fa. PReciso che nel corso di questi due anni abbiamo fatto regolari cicli di carico e scarico al fine di ridurre al minimo il rischio che il corpo potesse assuefarsi al farmaco e poter reagire nel miglior modo possibile. Adesso che ho smesso la cura mi è sorto un problema di eiaculazione precoce, di cui non ho mai sofferto prima, neanche durante le fasi acute di depressione impedendomi addirittura di iniziare perfino il coito. A breve avrò un consulto col mio psichiatra attualmnte all'estero, ma ho letto di diverse persone che nel momento della sospensione della Paroxetina hanno sofferto di eiaculazione precoce. E' un sintomo regredibile nel tempo oppure necessita di una cura che riporti un buon equilibrio sessuale? grazie preventivamente
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Gentile utente,
è possibile che alla sospensione della paroxetina, che notoriamente provoca un allungamento dei tempi dell'eiaculazione, vi sia un effetto rimbalzo che può portare a un periodo in cui si manifesta eiaculazione precoce. La situazione va seguita di concerto con il suo specialista; non vi sono cure particolari da fare, ma bisogna solo attendere.
Per mia curiosità: cosa intende per cicli di carico e scarico?
è possibile che alla sospensione della paroxetina, che notoriamente provoca un allungamento dei tempi dell'eiaculazione, vi sia un effetto rimbalzo che può portare a un periodo in cui si manifesta eiaculazione precoce. La situazione va seguita di concerto con il suo specialista; non vi sono cure particolari da fare, ma bisogna solo attendere.
Per mia curiosità: cosa intende per cicli di carico e scarico?
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
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Utente
Preg.mo Dott Martiadis, ringraziandola per il cortese riscontro, preciso che in questi due anni ho fatto cicli di 5 mesi ognuno in quanto le sindrome depressive sono avvenute durante i cambi di stagione primavera/estate. Pertanto da fine maggio partivo da 10mg per arrivare a fine giugno a 30mg per poi riscendere a 10 verso fine ottobre e restare con questa dose fino al ripresentarsi delle crisi nei mesi primaverili.
Abbiamo verificato che è proprio in questo periodo che il mio corpo avvisa difficoltà legate alla serotonina.
A fine novembre 2010, invece, il medico ha deciso di togliere totalmente il farmaco in quanto non ravvisava più i sintomi legati alla depressione anche se nn ha escluso che questa possa ripresentarsi ancora una volta nei mesi primaverili e sta pensando di farmi fare una leggera cura di contenimento (10mg) verso fine marzo in maniera tale da non sopraggiungere a crisi piena.
Distinti saluti.
Abbiamo verificato che è proprio in questo periodo che il mio corpo avvisa difficoltà legate alla serotonina.
A fine novembre 2010, invece, il medico ha deciso di togliere totalmente il farmaco in quanto non ravvisava più i sintomi legati alla depressione anche se nn ha escluso che questa possa ripresentarsi ancora una volta nei mesi primaverili e sta pensando di farmi fare una leggera cura di contenimento (10mg) verso fine marzo in maniera tale da non sopraggiungere a crisi piena.
Distinti saluti.
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Gentile utente,
"PReciso che nel corso di questi due anni abbiamo fatto regolari cicli di carico e scarico al fine di ridurre al minimo il rischio che il corpo potesse assuefarsi al farmaco e poter reagire nel miglior modo possibile. "
Non esiste questo fenomeno né questo tipo di procedura, che significa poter limitare i risultati ottenibili con una cura mantenuta per un tempo sufficiente a dose efficace. Se il farmaco non è ben tollerato è opportuno cambiarlo, toglierlo e reintrodurlo non ha senso. Sicuramente non per il motivo che diceva, anche perché in parte gli effetti collaterali si attenuano nel tempo, se si attenuano.
Il suo corpo non ha difficoltà "legate alla serotonina", è il farmaco che ha un'azione anche (non solo) su quel tipo di sistema metabolico.
"PReciso che nel corso di questi due anni abbiamo fatto regolari cicli di carico e scarico al fine di ridurre al minimo il rischio che il corpo potesse assuefarsi al farmaco e poter reagire nel miglior modo possibile. "
Non esiste questo fenomeno né questo tipo di procedura, che significa poter limitare i risultati ottenibili con una cura mantenuta per un tempo sufficiente a dose efficace. Se il farmaco non è ben tollerato è opportuno cambiarlo, toglierlo e reintrodurlo non ha senso. Sicuramente non per il motivo che diceva, anche perché in parte gli effetti collaterali si attenuano nel tempo, se si attenuano.
Il suo corpo non ha difficoltà "legate alla serotonina", è il farmaco che ha un'azione anche (non solo) su quel tipo di sistema metabolico.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.2k visite dal 08/01/2011.
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