Sereupin e zoloft
Buonasera,
soffro sin dall’adolescenza di un disturbo d’ansia (pensieri allarmati e rimuginanti, bisogno di tenere tutto sotto controllo, agorafobia, claustrofobia), sfociante nei momenti di maggiore stress in sintomi depressivi lievi e in episodici, ma brutti attacchi di panico.
Assumo Sereupin sotto controllo medico da Marzo 2008 e sono arrivato a prendere dai 10 ai 30 mg al giorno a seconda dei periodi che vivevo; inoltre associo Frontal in gocce (circa 20-30 al giorno) rarissimamente al bisogno, o comunque per massimo 2-3 mesi nei periodi critici.
Questa cura periodica- unita alla psicoterapia- mi ha sempre “tirato fuori dai guai”, ma sono spesso inquieto, teso e non sereno come vorrei.
Faccio una vita normale anche se ho un lavoro molto stressante. Da pochi mesi ho ottenuto un trasferimento in una nuova azienda, e ho avuto una ricaduta (con pianti, stanchezza, angosce, pensieri catastrofici e di scarsa autostima…)
Ho consultato da poco un nuovo psichiatra e mi ha consigliato di scalare e togliere Sereupin (da 30 mg a 0) in SOLE due settimane, per poi arrivare in altre SOLE due settimane ad assumere 50 mg di Zoloft, che ritiene un farmaco più adeguato sul piano del controllo del rimuginio e dei pensieri spesso monotematici, polarizzati e pieni di paure irrazionali (intesi come struttura di personalità che è alla base dei miei sintomi).
C’è proprio così tanta differenza tra Sereupin e Zoloft da giustificare i disagi della fase di cambio terapia, che temo molto e dopo la quale nessuno mi garantisce che lo Zoloft sarà altrettanto efficace?
Se no, potrei continuare ad assumere Sereupin senza pregiudicare la mia salute psichica o fisica anche per anni (diciamo a cicli intervallati da sospensioni)o per tutta la vita? Ci sono ricerche serie e indipendenti?
Grazie
soffro sin dall’adolescenza di un disturbo d’ansia (pensieri allarmati e rimuginanti, bisogno di tenere tutto sotto controllo, agorafobia, claustrofobia), sfociante nei momenti di maggiore stress in sintomi depressivi lievi e in episodici, ma brutti attacchi di panico.
Assumo Sereupin sotto controllo medico da Marzo 2008 e sono arrivato a prendere dai 10 ai 30 mg al giorno a seconda dei periodi che vivevo; inoltre associo Frontal in gocce (circa 20-30 al giorno) rarissimamente al bisogno, o comunque per massimo 2-3 mesi nei periodi critici.
Questa cura periodica- unita alla psicoterapia- mi ha sempre “tirato fuori dai guai”, ma sono spesso inquieto, teso e non sereno come vorrei.
Faccio una vita normale anche se ho un lavoro molto stressante. Da pochi mesi ho ottenuto un trasferimento in una nuova azienda, e ho avuto una ricaduta (con pianti, stanchezza, angosce, pensieri catastrofici e di scarsa autostima…)
Ho consultato da poco un nuovo psichiatra e mi ha consigliato di scalare e togliere Sereupin (da 30 mg a 0) in SOLE due settimane, per poi arrivare in altre SOLE due settimane ad assumere 50 mg di Zoloft, che ritiene un farmaco più adeguato sul piano del controllo del rimuginio e dei pensieri spesso monotematici, polarizzati e pieni di paure irrazionali (intesi come struttura di personalità che è alla base dei miei sintomi).
C’è proprio così tanta differenza tra Sereupin e Zoloft da giustificare i disagi della fase di cambio terapia, che temo molto e dopo la quale nessuno mi garantisce che lo Zoloft sarà altrettanto efficace?
Se no, potrei continuare ad assumere Sereupin senza pregiudicare la mia salute psichica o fisica anche per anni (diciamo a cicli intervallati da sospensioni)o per tutta la vita? Ci sono ricerche serie e indipendenti?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
i due farmaci agiscono in modo leggermente diverso e la risposta all'uso degli stessi e' comunque soggettiva.
Potrebbe avere un miglioramento nell'uso di Zoloft come potrebbe accadere di non ricevere alcun beneficio.
I tempi di variazione sono piuttosto normali, forse anche l'introduzione piu' veloce di Zoloft sarebbe stata possibile.
Oltretutto, il dosaggio di 50mg comunque non e' da considerarsi terapeutico ed ottimale nella dose, quindi l'aumento potrebbe essere previsto nel breve termine.
i due farmaci agiscono in modo leggermente diverso e la risposta all'uso degli stessi e' comunque soggettiva.
Potrebbe avere un miglioramento nell'uso di Zoloft come potrebbe accadere di non ricevere alcun beneficio.
I tempi di variazione sono piuttosto normali, forse anche l'introduzione piu' veloce di Zoloft sarebbe stata possibile.
Oltretutto, il dosaggio di 50mg comunque non e' da considerarsi terapeutico ed ottimale nella dose, quindi l'aumento potrebbe essere previsto nel breve termine.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la tempestività e l'utilità della sua risposta.
Premesso che la risposta ai farmaci è soggettiva, avrei bisogno di sapere ancora se secondo lei dopo anni di efficacia di Sereupin sono maggiori i potenziali benefici di passare a Zoloft rispetto al rischio di stare ancora peggio in questo momento già critico.
Da come ho capito lo psichiatra che me l'ha prescritto pensa che sia preponderante sul mio malessere la mia struttura di personalità piuttosto che gli aspetti somatici o depressivi.
Più in specifico quindi volevo chiederle:
1- questa differenza "leggera" di cui mi parla tra i due farmaci è CLINICAMENTE SIGNIFICATIVA, cioè riguarda il fatto che Zoloft ha un'azione chimicamente più specifica di Sereupin sui pensieri rimuginanti, polarizzati, angosciosi..insomma sul mio modo di vedere il mondo e la vita?
2-mi permetto di rilanciarle la domanda sugli effetti collaterali a lungo termine dei SSRI, che è passata in secondo piano, ma che mi sta molto a cuore.
Possono essere assunti per tanti anni o anche tutta la vita senza danneggiare seriamente la salute fisica o psichica? Le chiedo questo sia in base alla sua esperienza clinica sia rispetto alle ricerche scientifiche in merito.
Complimentandomi per il vostro prezioso servizio, La rigrazio nuovamente e le porgo i miei auguri di Buon Natale.
Premesso che la risposta ai farmaci è soggettiva, avrei bisogno di sapere ancora se secondo lei dopo anni di efficacia di Sereupin sono maggiori i potenziali benefici di passare a Zoloft rispetto al rischio di stare ancora peggio in questo momento già critico.
Da come ho capito lo psichiatra che me l'ha prescritto pensa che sia preponderante sul mio malessere la mia struttura di personalità piuttosto che gli aspetti somatici o depressivi.
Più in specifico quindi volevo chiederle:
1- questa differenza "leggera" di cui mi parla tra i due farmaci è CLINICAMENTE SIGNIFICATIVA, cioè riguarda il fatto che Zoloft ha un'azione chimicamente più specifica di Sereupin sui pensieri rimuginanti, polarizzati, angosciosi..insomma sul mio modo di vedere il mondo e la vita?
2-mi permetto di rilanciarle la domanda sugli effetti collaterali a lungo termine dei SSRI, che è passata in secondo piano, ma che mi sta molto a cuore.
Possono essere assunti per tanti anni o anche tutta la vita senza danneggiare seriamente la salute fisica o psichica? Le chiedo questo sia in base alla sua esperienza clinica sia rispetto alle ricerche scientifiche in merito.
Complimentandomi per il vostro prezioso servizio, La rigrazio nuovamente e le porgo i miei auguri di Buon Natale.
[#3]
La scelta della variazione e' sempre piuttosto personale in base alla esperienza clinica del prescrittore.
Vi sono numerose cose da considerare.
Se non vi e' presenza di un miglioramento clinico efficace dopo molto tempo di trattamento va considerata la variazione sia con farmaci della stessa classe che con farmaci di classe differente, comprendendo con tale categoria sia gli antidepressivi che i farmaci di altra classe come ad esempio gli stabilizzatori del tono dell'umore.
La presenza di periodi intercritici tra i dosaggi variati del farmaco, avrebbe dovuto evitare di effettuare riduzioni posologiche anche nei periodi di benessere.
L'utilizzo di farmaci antidepressivi porta ad un miglioramento sostanziale e la riduzione e' prevista dopo lunghi tempi di trattamento.
Vi sono alcune review su alcuni effetti collaterali persistenti in alcuni pazienti anche dopo la sospensione del trattamento in una piccola percentuale di casi.
Vi sono numerose cose da considerare.
Se non vi e' presenza di un miglioramento clinico efficace dopo molto tempo di trattamento va considerata la variazione sia con farmaci della stessa classe che con farmaci di classe differente, comprendendo con tale categoria sia gli antidepressivi che i farmaci di altra classe come ad esempio gli stabilizzatori del tono dell'umore.
La presenza di periodi intercritici tra i dosaggi variati del farmaco, avrebbe dovuto evitare di effettuare riduzioni posologiche anche nei periodi di benessere.
L'utilizzo di farmaci antidepressivi porta ad un miglioramento sostanziale e la riduzione e' prevista dopo lunghi tempi di trattamento.
Vi sono alcune review su alcuni effetti collaterali persistenti in alcuni pazienti anche dopo la sospensione del trattamento in una piccola percentuale di casi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 29.3k visite dal 18/12/2010.
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