Psicoterapia e terapia farmacologica
Buongiorno,
con la presente vorrei sottoporvi il mio problema: da circa 4 mesi, assumo 3 compresse di xanax 0,25 per tre volte al giorno a causa di problemi di ansia. (Mi sono state prescritte dal medico di base)
La mia ansia non è mai sfociata in attacchi di panico ma, qualche volta, in stati di agitazione molto elevati. Nell'ultimo periodo la cosa si è attenuata e mi sembrava risolta (nel frattempo infatti ho risolto una situazione lavorativa che mi sembrava essere la causa primaria della mia ansia) ma, quando mi sono trovata a scalare lo xanax per poi sospenderlo (con le dosi consigliate dal medico curante), ho avuto nuovamente degli stati di agitazione: tachicardia, vertigini e piccolo senso di soffocamento. Tendo a precisare che erano episodi sporadici, che non hanno mai limitato la mia vita sociale...però, dato che li vedevo comunque come una patologia, mi sono rivolta ad uno specialista (medico e psicoterapeuta) che mi ha proposto una terapia cognitivo-comportamentale affiancata da una terapia farmacologica a base di paroxetina (20 mg al di). Lo xanax lo scalerò gradualmente... Ho spiegato allo specialista che sono piuttosto restia ad assumere ulteriori farmaci, che non mi sembra il caso visto la sporadicità delle mie ansie (tra l'altro quando sono in compagnia di amici e lavoro non avverto assolutamente nulla!) ed ho chiesto se potevamo fare la terapia senza l'ausilio di questi; l'idea infatti di prendere farmaci a lungo termine mi angoscia. Mi ha detto che potevamo fare anche così, se la cosa mi creava angoscia e che lo xanax avremmo iniziato a ridurlo a gennaio. Quindi ho iniziato ad arrovellarmi la mente su cosa era meglio fare, tanto da trovarmi ancora più ansiosa di prima...ansiosa a tal punto che il terapeuta ha preso la decisione per me.
Quindi ho iniziato martedì ad assumere paroxetina (8 gocce al mattino, aumenterò di una al giorno fino ad arrivare ad un regime di 20), fino al termine della terapia (minimo 6 mesi). Quello che vorrei sapere da voi è se effettivamente un caso come il mio è possibile curarlo solo con la terapia cognitivo-comportamentale o se il supporto del farmaco è fondamentale.
Grazie anticipatamente per l'attenzione.
con la presente vorrei sottoporvi il mio problema: da circa 4 mesi, assumo 3 compresse di xanax 0,25 per tre volte al giorno a causa di problemi di ansia. (Mi sono state prescritte dal medico di base)
La mia ansia non è mai sfociata in attacchi di panico ma, qualche volta, in stati di agitazione molto elevati. Nell'ultimo periodo la cosa si è attenuata e mi sembrava risolta (nel frattempo infatti ho risolto una situazione lavorativa che mi sembrava essere la causa primaria della mia ansia) ma, quando mi sono trovata a scalare lo xanax per poi sospenderlo (con le dosi consigliate dal medico curante), ho avuto nuovamente degli stati di agitazione: tachicardia, vertigini e piccolo senso di soffocamento. Tendo a precisare che erano episodi sporadici, che non hanno mai limitato la mia vita sociale...però, dato che li vedevo comunque come una patologia, mi sono rivolta ad uno specialista (medico e psicoterapeuta) che mi ha proposto una terapia cognitivo-comportamentale affiancata da una terapia farmacologica a base di paroxetina (20 mg al di). Lo xanax lo scalerò gradualmente... Ho spiegato allo specialista che sono piuttosto restia ad assumere ulteriori farmaci, che non mi sembra il caso visto la sporadicità delle mie ansie (tra l'altro quando sono in compagnia di amici e lavoro non avverto assolutamente nulla!) ed ho chiesto se potevamo fare la terapia senza l'ausilio di questi; l'idea infatti di prendere farmaci a lungo termine mi angoscia. Mi ha detto che potevamo fare anche così, se la cosa mi creava angoscia e che lo xanax avremmo iniziato a ridurlo a gennaio. Quindi ho iniziato ad arrovellarmi la mente su cosa era meglio fare, tanto da trovarmi ancora più ansiosa di prima...ansiosa a tal punto che il terapeuta ha preso la decisione per me.
Quindi ho iniziato martedì ad assumere paroxetina (8 gocce al mattino, aumenterò di una al giorno fino ad arrivare ad un regime di 20), fino al termine della terapia (minimo 6 mesi). Quello che vorrei sapere da voi è se effettivamente un caso come il mio è possibile curarlo solo con la terapia cognitivo-comportamentale o se il supporto del farmaco è fondamentale.
Grazie anticipatamente per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente,
L associazione delle due terapie garantisce maggiori e più rapidi risultati rispetto alla sola psicoterapia. Il medico che la ha visitata può giudicare se la terapia farmacologica sia o meno necessaria. La terapia con sole benzodiazepine non e' consigliabile per lunghi periodi e non risolve il problema.
Cordiali saluti
L associazione delle due terapie garantisce maggiori e più rapidi risultati rispetto alla sola psicoterapia. Il medico che la ha visitata può giudicare se la terapia farmacologica sia o meno necessaria. La terapia con sole benzodiazepine non e' consigliabile per lunghi periodi e non risolve il problema.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 02/12/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.