Gelosia delirante/paranoia

Gentile dottore,
sono una ragazza di 27 anni, da circa 1 anno sto con un ragazzo della mia stessa età che inizialmente era ai miei occhi il meglio che si potesse trovare:bello, intelligente, colto. Ma pian piano ho scoperto alcuni problemi:conflitti col padre il quale soffre da anni di disturbi paranoici e manie ossessive, tanto da vivere isolato in casa,essere andato in pre-pensionamento e aver ghettizzato anche la moglie. Nonostante il mio ragazzo giudichi molto male il comportamento del padre verso la madre, praticamente ha adottato lo stesso modello di comportamento con me. Pian piano mi ha isolata dal mondo esterno sostenendo che io abbia avuto in più occasioni comportamenti ambigui, ammiccamenti vari e creando,per queste banalità, vere e proprie tragedie. Mi controlla il cellulare, mi ha praticamente indotta a disattivare il mio account facebook(sebbene per me non sia una cosa grave in se, ma solo per ciò che rappresenta: una rinuncia). Se c'è una festa o una serata tra amici prima si informa sugli invitati e se c'è qualcuno di quelli che pensa abbia ammiccato con me, mi dice che non posso partecipare e ci va da solo.Oppure se in uno slancio di altruismo mi "permette" di partecipare, il solo fatto di essere prevenuto, scatena le sue fantasie e a fine serata mi rimprovera in malo modo,dicendo di essersi sentito raggirato da me, provocato dalla mia innata furbizia. Caro dottore, io sono davvero disperata per questa situazione. Gli ho proposto più volte di andare in terapia, di andarci anche insieme, qualsiasi cosa pur di convincerlo che qualcosa in lui non va, ho stampato articoli di ricerca medica sulle paranoie ossessive e gliele ho fatte leggere, ma non ho ottenuto nulla: lui ha immensi pregiudizi su psicologi e psichiatri, non crede nella scientificità dei loro studi.Non so: magari esistono delle 'tecniche' per convincerlo quantomeno a riflettere sul suo comportamento?degli spunti di discussione?Io mi auguro di si, perchè sarebbe davvero un sacrilegio che un ragazzo di così grande valore si perdesse dietro fantasmi inesistenti e,di conseguenza, andasse a monte un legame che,se depurato da queste ossessioni, avrebbe davanti a se una lunga strada.La prego di darmi un sincero consiglio
Grazie di Cuore.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

e' ancora in tempo per evitare che la sua vita diventi un inferno.

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Utente
Utente
Gentile dottore,
solo queste le sue parole?intendo dire: a prescindere da me, questo ragazzo cosa potrebbe fare?non ha possibilità alcuna di superare questo problema?
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

se il suo ragazzo, a prescindere da lei, ha davvero intenzione di provare a migliorare il proprio stato mentale in merito alla gelosia, puo' rivolgersi ad uno specialista.

Purtroppo, le persone che hanno questo tipo di comportamenti ritengono che siano comportamenti legittimi che non devono essere sottoposti a cura.

Quindi, difficilmente lo convincera' a farsi visitare ed anche se dovesse accadere porrebbe come prioritarie le proprie ragioni sul comportamento di gelosia, cercando cosi' di evitare le cure.


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

il problema con la gelosia patologica è innanzitutto di considerarla tale e di distinguerla da quella fisiologica, altrimenti si finisce per assecondarla come se fosse un tratto spiccato del carattere o del sentimento, senza considerare che può essere una modalità di pensiero che è indipendente da carattere e sentimento.

Solitamente ci sono due tipi di gelosie, quella "paranoide", in cui la persona ha convinzioni sull'esistenza di minacce o di tradimenti (l'atteggiamento ostile e sospettoso si orienta fuori o verso il partner, anche se poi si può estendere comunque al partner nel sospetto che questi comunque sia partecipe).
Oppure, vi è la gelosia ossessiva, che procede per controlli continui e ripetitivi, con angoscia di chi li fa nel dubbio di essere tradito, dubbio che pè oggetto di infinite rimuginazioni, per cui la persona può non capire più se quel che teme ha ragione di essere temuto o meno, e rimane paralizzato come in cerca di una realtà che gli confermi qual'è la vera realtà, ovviamente cosa impossibile.

Il problema però è tener presente che i comportamenti di imposizione, di aggressività e di vincolo, se rinforzati, tendono poi a diventare una nuova "soglia": se la persona sospettosa è rassicurata, questo significa che però se poi quella stessa rassicurazione viene a mancare si potrà scatenare una reazione aggressiva. Al contrario della gelosia fisiologica, dove la fiducia cresce con il mancare di sospetti fondati, nella patologica la persona "non ne esce", e non tiene in considerazione le prove esterne, se non come fonte di nuovi dubbi o nuovi "indizi" che confermano il suo sospetto.

La scelta della persona di curarsi o meno, e la sua scelta in merito alla gestione di questa storia sono due cose che vanno considerate anche come indipendenti. In altre parole, è umano e lodevole che cerchi di aiutare, ma non è detto che sia possibile una soluzione in questo senso. La coscienza di malattia nella paranoia non c'è, mentre nelle ossessioni c'è resistenza al trattamento, più che per sfiducia per idea che curarsi significhi perdere il controllo e non poter più vedere "la verità" su come stanno le cose. Inoltre, con l'andare del tempo le ossessioni di gelosia possono far ritenere alla persona che gli altri devono impegnarsi nel rassicurarlo e meritarsi la sua fiducia, perdendo di vista il carattere anomalo dell'ossessione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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