Condannato da dio - vita natural durante

Titolo: un uomo condannato da Dio ad una vita in bianco e nero

Con dispiacere ho notato che siamo in molti a soffrire del male oscuro.

A me purtroppo è capitato di vedere veramente distrutti dalla depressione, una persona a me cara ed un amico; fortunatamente entrambi sono riusciti a venirne fuori dopo 18 e 32 mesi.

Ho gioito per loro ma allo stesso tempo, lo confesso, li ho invidiati.
Ho provato invidia perché io, anche se la mia sofferenza è molto meno intensa di quella che hanno avuto loro, è da 20 anni che non riesco a scrollarmela di dosso.

Perché se la mia depressione è molto meno intensa di quella di tante altre persone, loro riescono a guarire ed io no?

In passato ho assunto il prozac, il laroxyl, lo zoloft, l’entact, ed altri 4 dei quali non ricordo più il nome, ho fatto psicoterapia per 11 mesi e psicoanalisi per quasi 3 anni ma nulla di tutto ciò è servito a scacciare dal mio animo la malinconia che mi perseguita, sono sempre rimasto com’ ero ed in più ho dovuto sopportare gli effetti indesiderati delle molecole.

Adesso, dopo quasi un anno senza farmaci, ho consultato un’ altro psichiatra, il terzo, che mi ha convinto (non volevo più prendere psicofarmaci) ad assumere il cymbalta;
mi ha spiegato che i miei sintomi depressivi sono sostanzialmente analoghi a quelli della depressione maggiore ma meno gravi, più persistenti nel tempo e più variabili.
Mi ha detto che questa forma di depressione risente spesso degli eventi esterni ed infatti nel mio caso è verissimo.


Sto prendendo il cymbalta da pochi giorni ma sinceramente dubito molto che possa rendermi più sereno, ormai dopo 20 anni di tentativi mi sono convinto che le cose nel mio caso possono essere solo tre:
1) o il mio cervello per qualche motivo non risponde a nessun psicofarmaco;

2) o questa mia ventennale depressione anche se lieve si è così radicata nel profondo del mio essere che è impossibile sradicarla (ricordo anche che da piccolino, più o meno a sei anni e a dieci, ho vissuto i miei primi giorni di depressione (penso si sia trattato di depressione maggiore perché ho sentito molto dolore interiore) che fortunatamente è durata molto poco, questo per far capire quanto questa belva è fusa col la mia anima, il mio io ed il mio cervello)

3) oppure può essere che non sono affetto da depressione ma che sia la mia indole ad essere così (è questo spiega perché sono “immune” agli antidepressivi ed alle varie terapie psicologiche).

Quello che voglio allora domandarvi è:
- E’ il mio essere interiore che è fatto in questo modo, cioè, la mia indole è questa e perciò non c’è rimedio?
oppure la mia seppur lieve depressione si è talmente fusa con la mia anima ed il mio io che oramai è impossibile mandare via questa brutta e terribile bestia?

secondo voi, devo rassegnarmi a convivere con questa mia “dolce tristezza” o mi conviene ancora lottare (sono però molto stanco di farlo) per poter un giorno essere una persona “normale”?

Se avete qualche consiglio o suggerimento da darmi, vi ringrazio molto per l’aiuto e mi scuso per la lunghezza della lettera.
Distinti saluti.

ps: anche se ad oggi sento di avere ancora benzina per sopportare il mio lieve malessere, inizio però a pensare che forse arriverà il giorno che questo fardello, anche se non pesante, non sarò più in grado di sostenerlo perché le mie energie saranno completamente esaurite;
temo allora che se quel giorno arriverà, allora butterò la spugna dall’oggi al domani.
Penso proprio che prima o poi non accetterò più di continuare a vivere in bianco e nero fino alla morte.

Con osservanza.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

il trattamento per il suo tipo di patologia deve essere protratto nel tempo.
Sarebbe forse da prendere in considerazione la possibilita' di associare un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale.
Per il resto una valutazione da vicino per la sua condizione potrebbe esplicitare maggiormente le problematiche vissute.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Genitle utente,
concordo con la valutazione del collega.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Attivo dal 2007 al 2021
Ex utente
Egregi dottori - Vi ringrazio innanzitutto per avermi risposto.

Desidererei però specificare meglio alcuni punti.

Il mio problema non è il fatto che devo potrarre nel tempo la cura antidepressiva, è da 20 anni che prendo farmaci e faccio psicoterapia (periodo più lungo 11 mesi - più corto 3 ) e psicoanalisi ( 3 anni )

il discorso è che nessun farmaco mi fa effetto e nessuna psicoterapia ( analitica - cognitiva comportamentale - individuale - di gruppo ).

Voglio cioè dire che non è una questione di potrarre nel tempo la cura perchè l'ho già fatto.

Per quanto triste, mi sa che devo gurdare in faccia la realtà;
evidentemente il mio cervello e la mia anima hanno ormai oltrepassato un "punto di non ritorno" e perciò non c'è più nulla che possa risolvere la mia condizione.

Purtroppo quando il cervello e l' anima di una persona si "bruciano", l'unica soluzione, per chi ci crede, rimane un miracolo.

Grazie comunque per avermi ascoltato.

Cordiali saluti.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
fa male leggere lettere come la sua, soprattutto alla fine di una giornata passata a lottare insieme a tutti i tuoi pazienti nella speranza di alleviare un poco il loro dolore.

Se fa male a me che leggo, provo ad immaginarmi a lei che scrive

Vi sono casi di persone che soffrono di depressione cronica, magari senza sintomi troppo intensi, ma costanti, ogni minuto di ogni giorno (e di ogni notte se sono insonni). Alcuni fra questi a volte non rispondono con facilità alle cure, e più passa il tempo più la persona è demotivata, meno effetto (intendo meno di prima) le cure fanno, un circolo vizioso che fa sentire queste persone sfortunate, come se avessero un "marchio" sulla fronte.

Un mio caro amico, di 50 anni, è una persona così. Lui ne è uscito attraverso l'elettroshock (spero si scriva così) terapia. Non ne so molto, onestamente, per cui non mi sento di consigliarla in questo senso, anche se mi piacerebbe che qualche psichiatra potesse chiarirci un po' le idee su questa terapia.

Personalmente, quando l'ho saputo da questo amico, mi ha lasciato una sensazione strana, da subito ho pensato al film "A beautiful mind", ma mi hanno detto che questa terapia oggi non è più così invasiva. Comunque questo amico oggi sta davvero meglio

Come professionista le posso dire che questa sensazione di "strada senza uscita" è proprio un sintomo del suo disturbo, che peggiora al peggiorare della sintomatologia, ma è vero anche il contrario ovviamente.

Per cui mi allinerei con i consigli del Dottor Ruggiero

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

PS: A proposito di Dio: a volte riavvicinarsi alla religione può dare sollievo
[#5]
Dr. Massimo Muciaccia Neurologo 826 19
Gentile utente,

Il Suo problema verosimilmente è rappresentato da un disturbo distimico, caratterizzato da sintomi depressivi che esordiscono generalmente nell'infanzia o nell'adolescenza, e seguono un decorso costante per molti anni o decenni. Senza entrare nel merito delle terapie antidepressive già sperimentate, posso dirLe che a mio avviso è importante identificare con precisione eventuali fattori che potrebbero rendere difficile una terapia antidepressiva: ad es. concomitanti disturbi tiroidei o altri problemi internistici. Tuttavia è necessario ammettere che esistono depressioni resistenti ai farmaci antidepressivi ed in tali casi è possibile ricorrere a strategie terapeutiche un po’ complesse, quali la associazione di antidepressivi e litio o triiodotironina ovvero utilizzando l’elettroshock o i farmaci IMAO. Inutile dire che tutti questi procedimenti richiedono una attenta supervisione da parte di uno specialista con buona esperienza in tali terapie ed è necessario valutare con attenzione quali pazienti trattare. Comunque vorrei aggiungere che una componente non trascurabile nella terapia dei disturbi dell'umore è rappresentata dalla trasformazione di alcuni atteggiamenti mentali errati. Per quanto riguarda i suoi problemi di depressione, sicuramente sono reali, tuttavia è possibile tentare di modificare alcuni pensieri del tipo: “la causa della mia infelicità dipende soltanto dai miei problemi”, “non potrò mai essere felice”, “la mia vita è in bianco e nero”, ecc. E' ovvio che in questo caso la depressione è l'unica strada che la nostra mente riesce a percorrere, poichè non si intravedono soluzioni di alcun tipo. Questo condizionamento negativo è molto diffuso e frequentemente si osserva in persone che apparentemente non hanno particolari problemi e tuttavia sono profondamente infelici. Ancor di più non si deve mai pensare ad una punizione di Dio comminata per errori probabilmente mai commessi. E’ necessario, viceversa, seguire un percorso alternativo, con l'aiuto di uno psicoterapeuta o anche da soli, iniziando ad osservare la vita in un modo diverso: ad es. si può concentrare l'attenzione sugli aspetti positivi che si presentano nella vita, coltivare un nuovo interesse culturale o un hobby, parlare di più con amici e parenti, essere benevoli nei confronti delle altre persone, scherzare di più con la gente, effettuare alcuni esercizi di rilassamento fisico o di training autogeno, ecc. In questo modo si potrà sviluppare gradualmente un atteggiamento positivo nei confronti di sè stessi e del mondo e conseguire una maggiore serenità.

Cordiali saluti ed auguri.

DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI

www.medicitalia.it/massimo.muciaccia

DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ASL BARI

[#6]
Attivo dal 2007 al 2021
Ex utente
Vi ringrazio immmensamente per i preziosi consigli
egregi e cortesissimi dottori.

Davvero GRAZIE di cuore.

Cercherò di trasformare in oro il vostro aiuto