Vorrei un chiarimento
Salve dottori, sono una ragazza di 27 anni e vorrei un chiarimento e dei pareri, pur essendo a conoscenza dei limiti dei consulti online ovviamente.
Mi sto curando per un disturbo di attacchi di panico e ipocondriaco, diagnosticato dallo psichiatra che mi segue; siccome lo psichiatra mi ha "presa in carico" per fare un favore a mio cugino -che è suo amico- ho l'impressione che le "sedute" non siano come dovrebbero essere, o forse ho un'idea sbagliata di come dovrebbero essere. Vi faccio un esempio: sono andata li x la prima volta 2 anni fa perchè avevo continuamente la paura di avere un tumore; dopo essermi sottoposta a molti esami medici (inizialmente non avevo realizzato che si trattasse di un problema d'ansia ma ero proprio convinta che ogni volte ci fosse qualcosa di organico) e dopo che questi avevano dato sempre esito negativo ma non mi tranquillizzavo ho capito: era un problema "mentale". Ho realizzato la cosa e di lì a poco ho chiesto aiuto a mio cugino (medico, che quindi conosceva alcuni psichiatri) che mi ha detto di andare dallo psichiatra "X". Mi sono presentata li molto spaventata e lui è stato gentilissimo, ricordo che mi colpì la sua grande umanità e tranquillità; mi ha chiesto quali fossero i miei sintomi e io gli risposi che avevo una continua paura di avere dei tumori, xche soprattutto al cervello (avevo spesso male alla cervicale e mal di testa) e avevo paura che una malattia potesse sopraggiungere a "fermarmi" nelle mie attività quotidiane; avevo paura della cronicità non tanto della morte. La cosa che + temevo (e in parte temo ancora) è infatti la paura che una malattia cronica e invalidante mi impedisca di realizzarmi nella vita, avere una famiglia, trovare un lavoro che mi soddisfi ecc. Gli dissi che spesso avevo attacchi di panico ma che avevo imparato ormai a "gestirli" con la respirazione e lo yoga (o cosi credevo).
Lui mi disse: conosco la tua famiglia, c'è una tendenza alla depressione e all'ansia, non mi stupisco che tu ne soffra (le mie 2 nonne si sono suicidate entrambe una per depressione e una per una malattia cronica...). Ha scritto la diagnosi: "Ipocondria e DAP" e mi ha dato Escitalopram, 7mg.
Le visite successive sono state solo 2, ogni 4-5 mesi, e si son svolte cosi: "come stai?" e io "meglio anche se ancora non bene del tutto"; e lui: "allora proviamo ad aumentare gradualmente a 10mg". Insomma x farla breve abbiamo aumentato fino a 10mg e dopo poco abbiamo sospeso (volontà sua...). La cura è durata in tutto un anno, tra portare al dosaggio e lo scalaggio x togliere il farmaco. Sono stata bene 4 mesi e poi ci sono ricaduta in pieno in seguito a forte stress per l'università (laurea, ecc). Ora l'ho ricontattato e mi ha rifatto la stessa diagnosi e ha detto "prendi cipralex 20mg e ci vediamo fra 4 mesi". Vi chiedo: è normale che le visite si svoglano cosi con lo psichiatra? La diagnosi è coerente con i sintomi che avevo? (Rimuginazioni sulle malattie in concomitanza a tono basso dell'umore)...grazie!
Mi sto curando per un disturbo di attacchi di panico e ipocondriaco, diagnosticato dallo psichiatra che mi segue; siccome lo psichiatra mi ha "presa in carico" per fare un favore a mio cugino -che è suo amico- ho l'impressione che le "sedute" non siano come dovrebbero essere, o forse ho un'idea sbagliata di come dovrebbero essere. Vi faccio un esempio: sono andata li x la prima volta 2 anni fa perchè avevo continuamente la paura di avere un tumore; dopo essermi sottoposta a molti esami medici (inizialmente non avevo realizzato che si trattasse di un problema d'ansia ma ero proprio convinta che ogni volte ci fosse qualcosa di organico) e dopo che questi avevano dato sempre esito negativo ma non mi tranquillizzavo ho capito: era un problema "mentale". Ho realizzato la cosa e di lì a poco ho chiesto aiuto a mio cugino (medico, che quindi conosceva alcuni psichiatri) che mi ha detto di andare dallo psichiatra "X". Mi sono presentata li molto spaventata e lui è stato gentilissimo, ricordo che mi colpì la sua grande umanità e tranquillità; mi ha chiesto quali fossero i miei sintomi e io gli risposi che avevo una continua paura di avere dei tumori, xche soprattutto al cervello (avevo spesso male alla cervicale e mal di testa) e avevo paura che una malattia potesse sopraggiungere a "fermarmi" nelle mie attività quotidiane; avevo paura della cronicità non tanto della morte. La cosa che + temevo (e in parte temo ancora) è infatti la paura che una malattia cronica e invalidante mi impedisca di realizzarmi nella vita, avere una famiglia, trovare un lavoro che mi soddisfi ecc. Gli dissi che spesso avevo attacchi di panico ma che avevo imparato ormai a "gestirli" con la respirazione e lo yoga (o cosi credevo).
Lui mi disse: conosco la tua famiglia, c'è una tendenza alla depressione e all'ansia, non mi stupisco che tu ne soffra (le mie 2 nonne si sono suicidate entrambe una per depressione e una per una malattia cronica...). Ha scritto la diagnosi: "Ipocondria e DAP" e mi ha dato Escitalopram, 7mg.
Le visite successive sono state solo 2, ogni 4-5 mesi, e si son svolte cosi: "come stai?" e io "meglio anche se ancora non bene del tutto"; e lui: "allora proviamo ad aumentare gradualmente a 10mg". Insomma x farla breve abbiamo aumentato fino a 10mg e dopo poco abbiamo sospeso (volontà sua...). La cura è durata in tutto un anno, tra portare al dosaggio e lo scalaggio x togliere il farmaco. Sono stata bene 4 mesi e poi ci sono ricaduta in pieno in seguito a forte stress per l'università (laurea, ecc). Ora l'ho ricontattato e mi ha rifatto la stessa diagnosi e ha detto "prendi cipralex 20mg e ci vediamo fra 4 mesi". Vi chiedo: è normale che le visite si svoglano cosi con lo psichiatra? La diagnosi è coerente con i sintomi che avevo? (Rimuginazioni sulle malattie in concomitanza a tono basso dell'umore)...grazie!
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Non possiamo fare diagnosi online. La terapia prescritta è coerente con la diagnosi che il medico ha formulato. Probabilmente il periodo totale di terapia è stato troppo breve e il farmaco sottodosato. La frequenza dei controlli viene decisa dallo specialista. Se si ritiene non seguita come vorrebbe può chiedere un secondo parere.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Non e' possibile.
Il trattamento deve essere mantenuto alla dose efficace per un minimo di 18-24 mesi.
In ogni caso prima di sei mesi non e' possibile ridurre il trattamento (nel suo caso aprile).
Il trattamento deve essere mantenuto alla dose efficace per un minimo di 18-24 mesi.
In ogni caso prima di sei mesi non e' possibile ridurre il trattamento (nel suo caso aprile).
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Ex utente
Infatti anch'io sapevo cosi. non capisco xche il mio psichiatra vuole "provare"... non ci sono protocolli "standard" da seguire? non credevo si facessero delle "prove"...
P.s. per curiosità, voi psichiatri da cosa capite qual è la diagnosi del paziente, oltre alla descrizione che il paziente stesso fa dei suoi sintomi?
P.s. per curiosità, voi psichiatri da cosa capite qual è la diagnosi del paziente, oltre alla descrizione che il paziente stesso fa dei suoi sintomi?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 09/11/2010.
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