Disagi psicologici da tutta una vita.. che ci sia un problema neurologico?
Gentili Medici.
cercherò di spiegarmi il più esaurientemente possibile senza inficiare l' anonimato.
Vi scrivo per conto della mia compagna di molti anni. E' una ragazza che soffre da molto tempo, passando da disturbi alimentari (dai quali è uscita da sola), ad auto-lesionismo, a crisi di rabbia. Venendo a vivere con me (lontano da casa) la sua vita è cambiata. E' riuscita a costruirsi una vita, una routine e a sviluppare il suo potenziale. Recentemente siamo stati costretti a cambiare casa (costretti nel senso che non è stata una nostra libera iniziativa) e questo ha portato ad una ricaduta.
Non entrerò ulteriormente nel merito del passato per parlare esclusivamente del presente.
Attualmente lavora e studia (con risultati incredibili) però ha grosse difficoltà a interagire con il mondo esterno, riesce a studiare interi libri in mezza giornata ma andare a lezione la fa stare molto male, riesce a ricordare dettagli della sua vita di molti anni prima in maniera precisa e vivida ma andare a riconsegnare un libro in biblioteca la mette a disagio, ha una intelligenza fuori dall' ordinario ma ha delle oggettive difficoltà a capire le persone (comprende molto bene le interazioni tra terzi, ma non quelle che riguardano direttamente lei), non vuole essere abbracciata e evita se può i contatti fisici (sesso escluso, anche se non ha una forte libido).
Prima di conoscermi non è mai stata portata da un medico (MAI, nemmeno di base) e ha molte paure a riguardo, ma le sta superando, ho anche provato a portarla da uno psicologo e anche uno psichiatra recentemente, ma ha molta paura e alla fine rinuncia: attenzione non è mancanza di volontà nel chiedere aiuto, ma proprio paura, paura di essere ancora una volta disconosciuta, non capita. Perchè di fatto l' unica persona che in tutta la sua vita si è fermata a capire il suo disagio sono io, gli altri (a partire dai genitori) l' hanno sempre fatta sentire stupida (cosa che non è assolutamente, anzi!).
Anno dopo anno mi sono reso conto che ha delle oggettive difficoltà a interagire con il mondo e che (forse) i suoi manifesti "disturbi" (alimentari su tutti) siano solamente stati una risposta difensiva, dimostrazione ne è che li ha superati da soli, senza alcun aiuto professionale.
Ora le mie domande sono molte, prima su tutte è se sia possibile che ci siano dei tratti autistici in questa ragazza che nessuno ha mai compreso e diagnosticato (sono ignorante in materia).
Altra questione è come aiutarla? Gli psicologi le fanno paura, non si fida e non vuole impegnarsi economicamente, avrebbe meno difficoltà ad andare ad una ASL ma da chi? Qual'è il vostro parere in materia?
Tutti gli psicologi dicono la stessa cosa come una cantilena: "Se non vuole curarsi non possiamo farci niente, è una libera scelta" ma nessuno parla di paura.
Mi sembra assurdo che non esistano possibilità per persone con oggettive difficoltà a interfacciarsi con il mondo e che vengano conseguenzialmente lasciate da sole con il proprio dolore.
cercherò di spiegarmi il più esaurientemente possibile senza inficiare l' anonimato.
Vi scrivo per conto della mia compagna di molti anni. E' una ragazza che soffre da molto tempo, passando da disturbi alimentari (dai quali è uscita da sola), ad auto-lesionismo, a crisi di rabbia. Venendo a vivere con me (lontano da casa) la sua vita è cambiata. E' riuscita a costruirsi una vita, una routine e a sviluppare il suo potenziale. Recentemente siamo stati costretti a cambiare casa (costretti nel senso che non è stata una nostra libera iniziativa) e questo ha portato ad una ricaduta.
Non entrerò ulteriormente nel merito del passato per parlare esclusivamente del presente.
Attualmente lavora e studia (con risultati incredibili) però ha grosse difficoltà a interagire con il mondo esterno, riesce a studiare interi libri in mezza giornata ma andare a lezione la fa stare molto male, riesce a ricordare dettagli della sua vita di molti anni prima in maniera precisa e vivida ma andare a riconsegnare un libro in biblioteca la mette a disagio, ha una intelligenza fuori dall' ordinario ma ha delle oggettive difficoltà a capire le persone (comprende molto bene le interazioni tra terzi, ma non quelle che riguardano direttamente lei), non vuole essere abbracciata e evita se può i contatti fisici (sesso escluso, anche se non ha una forte libido).
Prima di conoscermi non è mai stata portata da un medico (MAI, nemmeno di base) e ha molte paure a riguardo, ma le sta superando, ho anche provato a portarla da uno psicologo e anche uno psichiatra recentemente, ma ha molta paura e alla fine rinuncia: attenzione non è mancanza di volontà nel chiedere aiuto, ma proprio paura, paura di essere ancora una volta disconosciuta, non capita. Perchè di fatto l' unica persona che in tutta la sua vita si è fermata a capire il suo disagio sono io, gli altri (a partire dai genitori) l' hanno sempre fatta sentire stupida (cosa che non è assolutamente, anzi!).
Anno dopo anno mi sono reso conto che ha delle oggettive difficoltà a interagire con il mondo e che (forse) i suoi manifesti "disturbi" (alimentari su tutti) siano solamente stati una risposta difensiva, dimostrazione ne è che li ha superati da soli, senza alcun aiuto professionale.
Ora le mie domande sono molte, prima su tutte è se sia possibile che ci siano dei tratti autistici in questa ragazza che nessuno ha mai compreso e diagnosticato (sono ignorante in materia).
Altra questione è come aiutarla? Gli psicologi le fanno paura, non si fida e non vuole impegnarsi economicamente, avrebbe meno difficoltà ad andare ad una ASL ma da chi? Qual'è il vostro parere in materia?
Tutti gli psicologi dicono la stessa cosa come una cantilena: "Se non vuole curarsi non possiamo farci niente, è una libera scelta" ma nessuno parla di paura.
Mi sembra assurdo che non esistano possibilità per persone con oggettive difficoltà a interfacciarsi con il mondo e che vengano conseguenzialmente lasciate da sole con il proprio dolore.
[#1]
Gentile utente,
può fare la visita psichiatrica presso il CPS ( Centro Psico - Sociale ) dell'Azienda Ospedaliera della zona dove abita con l'impegnativa del proprio medico curante che saprà sicuramente indirizzarvi correttamente.
Per quanto attiene alla diagnosi, sarà valutata in quella sede probabilmente anche dal punto di vista psicodiagnostico mediante la somministrazione di tests; dalle informazioni che lei fornisce resta una gamma molto ampia di possibilità: dalla fobia sociale ad un disturbo pervasivo dello sviluppo in età adulta,
Saluti
può fare la visita psichiatrica presso il CPS ( Centro Psico - Sociale ) dell'Azienda Ospedaliera della zona dove abita con l'impegnativa del proprio medico curante che saprà sicuramente indirizzarvi correttamente.
Per quanto attiene alla diagnosi, sarà valutata in quella sede probabilmente anche dal punto di vista psicodiagnostico mediante la somministrazione di tests; dalle informazioni che lei fornisce resta una gamma molto ampia di possibilità: dalla fobia sociale ad un disturbo pervasivo dello sviluppo in età adulta,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
Grazie, il messaggio è stato troncato. Mancavano alcune informazioni e sopratutto un grazie per il vostro tempo.
Per dovere le posto e intanto vi ringrazio per la tempestiva risposta.
Informazioni aggiuntive:
Nata prematura con permanenza in incubatrice.
Allattata con latte artificiale.
Ha iniziato a parlare molto tardi (dopo i 4 anni) e ha avuto bisogno di sostegno durante le scuole elementari.
Per dovere le posto e intanto vi ringrazio per la tempestiva risposta.
Informazioni aggiuntive:
Nata prematura con permanenza in incubatrice.
Allattata con latte artificiale.
Ha iniziato a parlare molto tardi (dopo i 4 anni) e ha avuto bisogno di sostegno durante le scuole elementari.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 05/11/2010.
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