Bambino due anni - non guarda negli occhi ed è ingestibile - iperattivo?
Salve, sono la mamma di un bambino di due anni, dalla nascita è sempre stato un bambino molto vivace, molto testardo, lagnoso, un pianto continuo per ogni cosa. Problematico col cibo dall'età dello svezzamento, anche se molto robusto. Ogni cosa è un problema, questo fin da piccolo, anche il semplice gesto del cambio è sempre stato una lotta, la sensazione sembra essere che non vuole rassegnarsi che ci sono delle regole e che c'è qualcuno che gliele impone perchè è piccolo. Fino a che fa quello che vuole, va dove vuole, tocca ciò che vuole va tutto bene, è simpatico e sorridente, come qualsiasi adulto interviene a disturbare la sua attività si innesca una reazione violenta, fatta di urli, scalci, tentativi di divincolarsi. L'unica cosa che lo fa stare un po tranquillo sono i cartoni animati, ma dato che non ci sembra un abitudine corretta, stiamo cercando di limitarli il più possibile, è molto indipendente e vorrebbe fare tutto da solo già a due anni. Si allontana da solo anche in spazi aperti, non vuole assolutamente la mano se si cammina. Va al nido, le operatrici ci dicono che è un bel caratterino ma fin'ora non ci hanno fatto presente nulla di anomalo. Qualunque tattica abbiamo adottato finora sembra non ottenere nessun risultato, sgridarlo, arrabbiarsi, parlare con calma, cercare di parlarci e spiegargli le cose benchè piccolo, imporre le cose, qualunque cosa facciamo non sortisce alcun effetto, sembra proprio non ascoltarci. La cosa che ultimamene noto ma che ha sempre fatto è che non ti guarda Mai negli occhi, quando lo sgridi guarda o a destra o a sinistra, e solo se costretto con le mani a coppetta (tipo i cavalli), solo dopo una coercizione riesco a farmi guardare, ma distoglie subito lo sguardo. L'unico aspetto che non corrisponde al profilo del bambino iperattivo è il sonno e gli orari. Ha sempre dormito e ha sempre mangiato ad orario, anche perchè io sono sempre stata molto rigida fina da quando è nato. Solo ultimamente si sveglia anche la notte, cosa che non ha mai fatto fin da quando aveva 4 mesi. Si sveglia, gli rimetto il ciuccio e si riaddormenta, questo avviene un paio di volte a notte. Inizia adesso a dire le prime parole, ripete tutto ma ancora non formula frasi, quindi spesso è frustrato perchè non riesce a far capire ciò che vuole e questo aumenta la rabbia. Non ha mai amato stare in braccio, poco affettuoso, bacetti proprio se costretto, mai un abbraccio, mai accoccolato nel letto con noi, adora le carezzine però ed è l'unico modo per stare in pace la sera...fargli i grattini. E' un po manesco, ma nel limite di un bambino vivace. Col crescere, diventa sempre più ingestibile, mi chiedo. Devo preoccuparmi? o è solo un bambino molto vivace? Ci sono gli estremi per dover approfondire? Se possibile vorrei evitare di innescare un meccanismo medico se il problema è solo destinato a diminuire con la crescita o dipende solo dal capire come dobbiamo comportarci noi. Chiedo aiuto. Grazie.
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Gentile utente,
Solo il neuropsichiatra infantile puo' chiarire se si tratta di un problema oppure no. Magari potete iniziare a chiedere un parere al pediatra di fiducia per verificare se opportuno un consulto specialistico o se conviene attendere, o ancora se esistono degli accorgimenti comportamentali da prendere.
Cordiali saluti
Solo il neuropsichiatra infantile puo' chiarire se si tratta di un problema oppure no. Magari potete iniziare a chiedere un parere al pediatra di fiducia per verificare se opportuno un consulto specialistico o se conviene attendere, o ancora se esistono degli accorgimenti comportamentali da prendere.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Egr. Dottore, grazie per la risposta, la mia pediatra, nel dubbio sicuramente mi dirà di approfondire, e sicuramente lo farò, però i tempi di attesa del pubblico (non potendomene permettere uno privato, e tra l'altro non avendo nessun contatto di mia conoscenza) sono molto lunghi, lo so perchè già mi sono interessata al consultorio. Si attendono Mesi. Vorrei nel frattempo approfittare di questa grande risorsa offerta da questo sito, poter avere qualche osservazione di massima, d'altronde le cose che posso dire di persona ad un neuropsichiatra sono esattamente le stesse che scrivo qua, anzi, scrivendo riesco ad essere anche più dettagliata. D'altro canto io sono l'unica risorsa a cui lo specialista può attingere inizialmente, non avendo mio figlio ancora il dono della parola. Se è possibile sarei grata ad ascoltare le impressioni di uno specialista, tenendo presente che nel frattempo mi attiverò anche diversamente.
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Utente
Grazie ancora per il messaggio, ma devo contraddirla, ho preso contatti con una mia cara amica che ha inziato un percorso con un neuropsichiatra infantile privato, a causa di alcune crisi di abbandono delle quali sembra soffrire suo figlio anche lui di due anni. Lo psichiatra ha richiesto solo l'intervento dei genitori, in quanto principalmente il quadro clinico si può valutare tramite la loro testimonianza. Anche perchè, parole del medico, è preferibile non sottoporre il bambino ad ulteriori stress se non esplicitamente necessario. Quindi se è possibile vorrei avere il parere del neuropsichiatra infantile, sempre che sia presente tale specialista sul portale. Con questo è chiaro, non pretendo una diagnosi, ma solo una sua inmpressione data dagli elementi che ho esposto.
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Gentile utente,
La sua amica puo'fare come crede, resta il fatto che il racconto dei genitori,seppure importante ai fini anamnestici deve sempre essere accompagnato dall osservazione del bambino, che l posso assicurare non e' stressante come si puo' pensare, perché effettuata attraverso le comuni attività del bambino stesso e cioè giochi, disegni, etc.
Se lei mi descrivesse i comportamenti di un paziente depresso potrei farmi un idea ma dovrei vedere comunque il paziente. Lo stesso vale per i bambini. La mia non e' presunzione, ma esperienza diretta legata a anni di collaborazione con neuropsichiatri infantili. Restiamo in attesa di pareri di neuropsichiatri infantili.
Cordiali saluti
La sua amica puo'fare come crede, resta il fatto che il racconto dei genitori,seppure importante ai fini anamnestici deve sempre essere accompagnato dall osservazione del bambino, che l posso assicurare non e' stressante come si puo' pensare, perché effettuata attraverso le comuni attività del bambino stesso e cioè giochi, disegni, etc.
Se lei mi descrivesse i comportamenti di un paziente depresso potrei farmi un idea ma dovrei vedere comunque il paziente. Lo stesso vale per i bambini. La mia non e' presunzione, ma esperienza diretta legata a anni di collaborazione con neuropsichiatri infantili. Restiamo in attesa di pareri di neuropsichiatri infantili.
Cordiali saluti
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Concordo con quanto ha scritto il dr Martiadis: l'osservazione non solo del bambino ma del suo modo di interagire con i genitori e di comportarsi nell'ambiente (un bambino non viene certo messo sul lettino dello psicoanalista per raccontare i suoi vissuti), con oggetti, spazi, persone, è fondamentale per valutare la situazione e quindi questo è una aspetto che manca completamente in internet.
Però concordo con Lei che sono indicative anche le informazioni che possono venire dagli scritti, (sia quelle esplicite che quelle implicite nello stile di chi scrive). Lo scambio di informazioni e pareri può aiutare i genitori a prendere decisioni.
Nel vostro caso lei stessa dice di essere stata piuttosto rigida in certe regole (mangiare e dormire), e forse il bambino ha imparato una certa rigidità di comportamenti che lo rendono un piccolo tiranno che non sopporta limiti e regole. La mia impressione è che voi abbiate un po' perso le redini (come può succedere) e che si sia creata una situazione un po' critica per lo sviluppo, che può preludere a comportamenti difficili da contenere ad esempio in ambito di scuola materna e successivi, sempre che non disturbino lo sviluppo simbolico comunicativo e sociale e la disponibilità a imparare (cosa che richiede sempre una certa umiltà). Il bambino sembra non rivolgersi all'adulto per richieste e non sentirne l'autorità, inoltre il suo rifiuto di guardare in faccia, unito alla tendenza ad allontanarsi da solo e reagire con bizze incontenibili o quasi ai limiti suggerisce, a mio parere, di rivolgersi a uno specialista per avere una guida ( rivolta ai genitori in difficoltà : se questi ammettono di esserlo e sono disposti ad avere un aiuto, cosa che non succede sempre facilmente...) a uscire da questa situazione un po' bloccata. A Roma non dovrebbe essere difficile trovare persone esperte nello sviluppo infantile e nelle situazioni che a volte complicano le interazioni familiari fra adulti e bambnini, e magari favoriscono 'brutte abitudini' che poi sono difficili a modificarsi.
Cordialmente
Però concordo con Lei che sono indicative anche le informazioni che possono venire dagli scritti, (sia quelle esplicite che quelle implicite nello stile di chi scrive). Lo scambio di informazioni e pareri può aiutare i genitori a prendere decisioni.
Nel vostro caso lei stessa dice di essere stata piuttosto rigida in certe regole (mangiare e dormire), e forse il bambino ha imparato una certa rigidità di comportamenti che lo rendono un piccolo tiranno che non sopporta limiti e regole. La mia impressione è che voi abbiate un po' perso le redini (come può succedere) e che si sia creata una situazione un po' critica per lo sviluppo, che può preludere a comportamenti difficili da contenere ad esempio in ambito di scuola materna e successivi, sempre che non disturbino lo sviluppo simbolico comunicativo e sociale e la disponibilità a imparare (cosa che richiede sempre una certa umiltà). Il bambino sembra non rivolgersi all'adulto per richieste e non sentirne l'autorità, inoltre il suo rifiuto di guardare in faccia, unito alla tendenza ad allontanarsi da solo e reagire con bizze incontenibili o quasi ai limiti suggerisce, a mio parere, di rivolgersi a uno specialista per avere una guida ( rivolta ai genitori in difficoltà : se questi ammettono di esserlo e sono disposti ad avere un aiuto, cosa che non succede sempre facilmente...) a uscire da questa situazione un po' bloccata. A Roma non dovrebbe essere difficile trovare persone esperte nello sviluppo infantile e nelle situazioni che a volte complicano le interazioni familiari fra adulti e bambnini, e magari favoriscono 'brutte abitudini' che poi sono difficili a modificarsi.
Cordialmente
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#7]
Utente
Grazie mille Dr Benedetti, infatti quello che desidero è avere... come dire...un "manuale di istruzioni" non del bambino, ma dei genitori, per capire qual'è la chiave per entrare in contatto con mio figlio, so che so sbagliando qualcosa ma non ho gli strumenti per capire dove sto sbagliando. Ho un altro figlio più grande, ha sette annni, è ed è sempre stato totalmente l'opposto, buono, ubbidiente, calmo, un angelo insomma. Devi dire in completa sincerità che questo secondo figlio mi ha destabilizzato come genitore, e anche un po mortificato, perchè ho capito che probabilmente molti dei meriti che mi davo per i risultati del mio primo figlio non dipendevano da me, dalla mia severità, o dolcezza, o empatia... ma semplicemente dall'indole innata di questo bambino. Sono sicura che questo mio secondo figlio, se riesco a capire come comunicare con lui e fargli accettare le regole minime con cui bisogna convivere quotidianamente riuscirà a diventare un adulto anche più sicuro, forte e brillante del mio primo figlio che apparentemente adesso è la perla di casa, fermo restando che queste osservazioni me le tengo per me e non le uso come arma di convincimento, si vede già una notevole differenza dal punto di vista dell'indipedenza, dell'autonomia, e della voglia di imparare a fare le cose da solo, cosa che invece nell'altro figlio più grande è assolutamente all'opposto, io lo chiamo "la bambola", nel senso che non fa nulla da solo, vestirsi, lavarsi, e anche le cose più semplici sono state conquistate con molto sforzo da parte nostra, io credo perchè questa sua "bontà", e sinonimo anche di "insicurezza", e quindi nel dubbio che una cosa possa riuscirgli male, non ci si incaponisce e demanda al genitore. Nell'altro vedo esattamente l'opposto... ce deve riuscì da solo!!! Faccio un esempio stupido... cerca di mettersi i calzini, se sente il telefono squillare, vuole rispondere, anzi.. risponde! Il mio grande a sette anni non ce pensa proprio!! So che quello che oggi è testardaggine, domani potrebbe diventare costanza! Ma so anche che devo lavorare bene, perchè innescare un meccanismo sbagliato è molto facile con questo tipo di carattere, molto difficile da arginare e devo dire... dopo una giornata di lavoro... da sopportare senza fare sfuriate o avere reazioni sbagliate....
Mi chiedo se lei, essendo del settore può darmi qualche consiglio su una struttura o un professionista di sua fiducia a cui rivolgermi. La paura di incappare nella persona sbagliata è molta. A questo punto, anche privatamente, in qualche modo farò..
Mi chiedo se lei, essendo del settore può darmi qualche consiglio su una struttura o un professionista di sua fiducia a cui rivolgermi. La paura di incappare nella persona sbagliata è molta. A questo punto, anche privatamente, in qualche modo farò..
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 107.9k visite dal 26/10/2010.
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