Sereupin ed effetti successivi

Buonasera,
vi chiedo per sapere se una cura a base di Sereupin può generare, una volta terminata, intolleranze alimentari.
Per quasi 2 anni il mio medico di base mi ha prescritto una cura a base di Sereupin e Xanax (2 pastiglie al giorno+xanax quando ne sentivo il bisogno), sconsigliandomi di andare da specialisti e dicendomi che il problema "ansia e depressione" si sarebbe risolto molto semplicemente attraverso tale cura (tutto ciò dopo un colloquio di 2 minuti e senza avermi mai ascoltata, persino nel momento in cui avrei dovuto smettere...si limitò semplicemente a dirmi di interrompere, cosa che informandomi tramite internet, non ho fatto). Evitando di entrare nel dettaglio (che sarà oggetto di accertamento giudiziario)vorrei sapere da voi se è possibile che ci sia un nesso con le successive intolleranze. La cura è durata 2 anni circa e dopo 5 mesi gli episodi di dissenteria, in concomitanza all'assunzione di glutine, si sono fatti più frequenti. L'intolleranza è stata accertata, così come il fatto che non soffro di celiachia.
Dopo un anno e mezzo a mangiare senza glutine ho rifatto i test ed è risultato che non sono più intollerante al glutine, ma leggermente ai latticini.
Ho sentito dire che a seguito di interventi o cure importanti è possibile che seguano queste intolleranze.
Vorrei sapere se c'è un nesso o è pura coincidenza.

Vi ringrazio.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta

Gentile Utente


A quanto pare i suoi dubbi vi assillano ancora... intanto non è competenza di noi psicologi dare consigli e informativa sull'uso della paroxetina...
Per questo lascio la parola ai colleghi medici.

Volevo chiederVi come mai il medico vi ha prescritto la paroxetina è se i suoi disturbi emotivi si sono attenuati o meno?


Saluti
[#2]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
mi scuso se ho sbagliato categoria, ma non sono molto pratica di forum.

Guardi, diciamo che il mio medico di base si è improvvisato psicologo...così come si è improvvisato esperto in molti altri campi rovinando decine di pazienti e per questo è ora in causa per abuso della professione e altri reati.

Io mi ero rivolta a lui perchè volevo informazioni sugli psicologi dell'USL (quindi dove trovarli, come funzionavano le convenzioni, a chi avrei dovuto rivolgermi...)in quanto non avevo ancora la possibilità di pagarmi delle sedute private e preferivo non parlarne con i miei genitori perchè non avrebbero capito.
Mi ero già rivolta al consultorio familiare per avere le stesse informazioni, mi avevano chiesto di lasciare i miei recapiti, ma non si sono più fatti sentire. Sentendomi sola mi ero rivolta al medico che mi curava da ua vita.
Mi aveva subito sconsigliato di andare da uno psicologo in quanto sarebbe stata una perdita di tempo e denaro e mi aveva chiesto cosa provassi. Io avevo risposto che mi sentivo giù di morale, che mi trovavo in difficoltà a dare gli esami all'università e che mi agitavo,...nulla di più perchè lì mi aveva interrotta dicendomi di aver capito quale fosse il problema e mi aveva prescritto questa cura.
Quindi, per risponderLe, il motivo della cura penso sia sicuramente legato agli attacchi di panico, ma in realtà c'era molto altro dietro che volevo risolvere.
Sinceramente ammetto che la cura a qualcosa è servita perchè gli attacchi di panico si sono ridotti e la situazione ora, in assenza di farmaci, è più gestibile. Inoltre, a mente lucida, ho avuto modo di ragionare su cosa avesse causato in me questo malessere (attacchi di panico, di rabbia e tentativi di suicidio). L'unica situazione in cui mi capita di avere forti attacchi di panico è quando devo dare un'esame all'università... ogni tanto mi capita di sentirmi un po' giù di morale, ma direi che confronto a prima la situazione è decisamente migliorata.
La ringrazio per avermi risposto.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

il medico di base se ritiene indicata la paroxetina può prescriverla, non è obbligato a inviare da specialisti.
Una cura di 2 anni può essere congrua, dipende per che diagnosi, qui non è chiaro perché "ansia" è un termine generico.
NOn vedo però il nesso preciso tra aver avuto un problema dopo mesi dalla sospensione, anche perché è un problema che si è risolto da solo. La diagnosi di intolleranza come è stata definita ? Con una dieta glutine-priva ? Con anticorpi anti-glutine che poi si sono normalizzati ? E' stata eseguita biopsia duodenale ?
In generale non c'è nesso, ma perché le è venuto in mente che ci potesse essere ?
Se mai è possibile che il colon irritabile, se ne soffriva prima, sia ritornato dopo, ma questa è una diagnosi diversa che non ha a che vedere con le intolleranze. Intolleranza è un termine un po' abusato, quindi se non è stata fatta una diagnosi con i crismi rimane solo un termine generico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#4]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Che è una intolleranza me l'ha detto il gastroenterologo e tutte le analisi che ho fatto dopo...ho pensato ci fosse un nesso semplicemente perchè prima di questa cura non ho mai avuto nessun problema intestinale, men che meno legato all'alimentazione. Dato che è comparso dopo la cura diventando sempre più frequente ho pensato ci fosse un nesso...ormai mangio completamente senza glutine e senza latticini ed essendomi abituata, amen...
era solo un mio dubbio personale.

Comunque, da paziente inesperto e magari mi sbaglio, penso sia più corretto che il medico di base non faccia diagnosi azzardate basandosi su poche semplici parole...senza ascoltare la storia del paziente, senza informarsi sui sintomi,...senza considerare quali possano essere le cause e basandosi solo e semplicemente su una frase: "sono un po' giù di morale"!
Penso che una cura a base di due pastiglie di Sereupin al giorno e il consiglio "quando senti di non averne più bisogno non prenderle più" invece di un'interruzione graduale, non sia il modo corretto di fare il medico!
Purtroppo ero sola e depressa, altrimenti avrei diffidato.


[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Dato che è comparso dopo la cura diventando sempre più frequente ho pensato ci fosse un nesso..."

Veramente il nesso lo vedrei se fosse comparso durante la cura, considerando che è durata 2 anni e che la dissenteria è peggiorata a cura sospesa e a distanza di 5 mesi, non vedo grosse basi per un nesso. Rispetto all'effetto specifico neanche.

Rispetto invece alla cura in sé, certamente che la diagnosi può anche esser fatta rapidamente da chi è esperto, comunque in genere servono altre informazioni e si formula una diagnosi, per cui poi si sceglie il farmaco, che non è un "sintomatico". Per la sospensione, a parte la cautela della sospensione graduale, la fine della cura non ha un termine preciso, così come non ha un termine preciso la durata: solitamente di prescrive una cura del genere e poi si verifica a 1 mese, 3 mesi, etc per valutare se funziona, e per fare un programma che a quel punto può durare anche 2 anni o più. La sospensione si fa gradualmente per evitare di confondere i sintomi da sospensione con la ricaduta. Comunque in questo caso i sintomi da sospensione si esauriscono da soli se compaiono.

La diagnosi è stata fatta sulla base di che analisi ?
Inoltre, prima di fare questa cura soffriva già di intestino irritabile, altrimenti detto genericamente "colite nervosa" o di problemi intestinali ?
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