Depressione alcool
Gentili dottori,sono molto preoccupata per mia madre. Circa 15 anni fa subito dopo la nascita di mia sorella, ultima dei figli, ha avuto sintomi di ansia a depressione. Successivamente la cosa si è aggravata, e quindi da 10 anni circa prende un farmaco antidepressivo e per l'ansia. POi da qualche anno a questa parte ha cominciato a bere intere bottiglie di vino, che spariscono e lei nega di aver bevuto. Sono continui i litigi tra lei e mio padre per questa cosa. Non sapendo che fare mio padre ha bloccato l'accesso alla cantina in modo che lei non potesse prendere il vino.Niente da fare , lo compra. Mi ha promesso che non avrebbe iu' bevuto,puntualmente lo fa.Dice cche saebbe meglio se lei morisse. La situazione ci preoccuoa molto, ma quando le proponiamo di farsi visitare da uno specialista lei non vuole e dice che tanto uno specialista le darebbe solo altri farmaci. Vi prego rispondete, non so' che fare ho solo 22 anni e devo prendere in mano questa situazione perchè mio padre per lavoro è spesso fuori.Grazie per l'attenzione.
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Gentile utente,
l'atteggiamento di chi beve solitamente è sdifuciato, ma anche di difesa rispetto a potenziali cure per recuperare il controllo. Anche se le cure ci sono e possono funzionare, la persona percepisce il messaggio "fatti curare" come una minaccia analoga a quella della chiusura della cantina, ovvero "la cura non ti fa più bere", e questo letto dal punto di vista di chi ha una smania incontrollabile di bere, viene equivocato come una specie di minaccia, perché la persona non riesce a concepire di poter davver arrivare a non aver più gran voglia di bere e quindi non aver più il problema in partenza.
Andrebbe appurato se trattasi di alcolismo propriamente detto, dopo di che impostata una cura specifica per l'abuso o dipendenza da alcol. Il meccanimo che agisce sui sintomi di ansia o depressione con l'idea che curandoli la persona smetta di bere solitamente non funzinoa, anzi, l'antidepressivo può anche peggiorare il ricorso all'alcol.
Può consultare nella sezione minforma gli articoli
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/567-alcol-e-alcolismo-domande-e-risposte.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/140-alcolismo-terapia-con-disulfiram.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/13-depressione-alcol-e-droghe.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/
Saluti
l'atteggiamento di chi beve solitamente è sdifuciato, ma anche di difesa rispetto a potenziali cure per recuperare il controllo. Anche se le cure ci sono e possono funzionare, la persona percepisce il messaggio "fatti curare" come una minaccia analoga a quella della chiusura della cantina, ovvero "la cura non ti fa più bere", e questo letto dal punto di vista di chi ha una smania incontrollabile di bere, viene equivocato come una specie di minaccia, perché la persona non riesce a concepire di poter davver arrivare a non aver più gran voglia di bere e quindi non aver più il problema in partenza.
Andrebbe appurato se trattasi di alcolismo propriamente detto, dopo di che impostata una cura specifica per l'abuso o dipendenza da alcol. Il meccanimo che agisce sui sintomi di ansia o depressione con l'idea che curandoli la persona smetta di bere solitamente non funzinoa, anzi, l'antidepressivo può anche peggiorare il ricorso all'alcol.
Può consultare nella sezione minforma gli articoli
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/567-alcol-e-alcolismo-domande-e-risposte.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/140-alcolismo-terapia-con-disulfiram.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/13-depressione-alcol-e-droghe.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/
Saluti
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 24/10/2010.
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