Sindrome da abbandono
Buon giorno, volevo chiedere se ci sono delle letture specifiche sulla sindrome da abbandono di cui soffro (si manifesta in me con paura ossessiva di essere lasciata, gelosia incontrollabile, ricerca morbosa di segnali di tradimento, dipendenza amorosa, bassa autostima nel rapporto di coppia). Ho 31 anni, sono in terapia ma ho la sensazione di distruggere la mia vita e la mia relazione molto più velocemente di quanto proceda la terapia. vorrei almeno qualche lettura che possa aiutarmi un pò nei sette lunghi giorni che mi separano dal prossimo appuntamento con la mia psicoterapeuta. (una lettura anche "impegnativa" in mancanza d'altro, sono laureata).
Infine vorrei chiedere se esiste un farmaco specifico per questo disturbo: so che non è possibile prescriverlo per via telematica ma si può avere un'indicazione? Io assumo EN quasi quotidianamente ma mi stanca moltissimo e ho la sensazione che non sia adatto a queste problematiche e tantomeno sufficiente.
Grazie e complimenti per il servizio che offrite.
Infine vorrei chiedere se esiste un farmaco specifico per questo disturbo: so che non è possibile prescriverlo per via telematica ma si può avere un'indicazione? Io assumo EN quasi quotidianamente ma mi stanca moltissimo e ho la sensazione che non sia adatto a queste problematiche e tantomeno sufficiente.
Grazie e complimenti per il servizio che offrite.
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Gentile utente,
La sindrome da abbandono non è un disturbo, è un sintomo centrale di alcuni disturbi, tipicamente il borderline, che poi è da molti considerata una forma di disturbo bipolare.
Non è chiaro quale sia la sua diagnosi, e la cura farmacologica al momento comprende un ansiolitico utilizzato con una certa continuità, anche questo non chiaro come strategia.
L'indicazione su eventuali terapie deriva da un medico che le faccia diagnosi.
La lettura di testi riguardanti sindromi psichiatriche non ha valore terapeutico, se mai informativo. In ogni caso piuttosto che concentrarsi su un aspetto di una sindrome, faccia riferimento alla sua diagnosi di fondo.
La "fissazione" su aspetti relazionali è tipica come dicevamo dei disturbi che comportano sbalzi d'umore uniti a sintomi di tipo ansioso, ossessivo, ma anche di condizioni in cui è alterata la lettura della realtà, ovvero la centralità di se e del proprio "qui e ora" riferita però ai comportamenti altrui (come se gli altri agissero in riferimento ai nostri parametri e volendo fare e dire cose che come scopo principale hanno quello di suscitare in noi reazioni). Questo aspetto si chiama sensitività interpersonale ed è tipica dei disturbi dell'umore. Ci sono poi i disturbi in cui si percepiscono realtà non sussistenti, non per un filtro emotivo esagerato o egocentrico, ma perché c'è un delirio.
Penso comunque che aspetti come questo siano oggetto di discussione in sede psicoterapica, o no ?
La sindrome da abbandono non è un disturbo, è un sintomo centrale di alcuni disturbi, tipicamente il borderline, che poi è da molti considerata una forma di disturbo bipolare.
Non è chiaro quale sia la sua diagnosi, e la cura farmacologica al momento comprende un ansiolitico utilizzato con una certa continuità, anche questo non chiaro come strategia.
L'indicazione su eventuali terapie deriva da un medico che le faccia diagnosi.
La lettura di testi riguardanti sindromi psichiatriche non ha valore terapeutico, se mai informativo. In ogni caso piuttosto che concentrarsi su un aspetto di una sindrome, faccia riferimento alla sua diagnosi di fondo.
La "fissazione" su aspetti relazionali è tipica come dicevamo dei disturbi che comportano sbalzi d'umore uniti a sintomi di tipo ansioso, ossessivo, ma anche di condizioni in cui è alterata la lettura della realtà, ovvero la centralità di se e del proprio "qui e ora" riferita però ai comportamenti altrui (come se gli altri agissero in riferimento ai nostri parametri e volendo fare e dire cose che come scopo principale hanno quello di suscitare in noi reazioni). Questo aspetto si chiama sensitività interpersonale ed è tipica dei disturbi dell'umore. Ci sono poi i disturbi in cui si percepiscono realtà non sussistenti, non per un filtro emotivo esagerato o egocentrico, ma perché c'è un delirio.
Penso comunque che aspetti come questo siano oggetto di discussione in sede psicoterapica, o no ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 21/10/2010.
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