Clinica psichiatrica per disturbo della conversione
Un saluto a tutti i medici dello staff, sono qui a chiedervi un parere su una buona clinica psichiatrica convenzionata a lunga degenza per una mia cara amica che da 4 anni presenta un quadro clinico complesso:
varie vicissitudini familiari, quali l'improvvisa scomparsa della mamma in età adolescenziale, nonchè il rapporto conflittuale con il padre (nei primi anni, ora risolti) e la nonna materna che viveva sotto il suo stesso tetto (ed è affetta da disturbo della personalità antisociale), l'hanno portata dapprima a manifestare disturbi dell'alimentazione e di abuso di psicofarmaci fin dall'età di 16 anni, dopodichè a sviluppare in modo piu specifico un disturbo della personalità borderline.
Dopo alcuni anni, all'età di 21 anni, risolto il disturbo dell'alimentazione (dopo 4 anni)senza aiuti, con la propria forza di volontà, la sua rabbia, il suo dolore, le sue sofferenze, il suo non esser stata compresa dai familiari piu stretti, l'hanno condotta a sfogare tutto ciò nel disturbo della conversione, manifestantesi con crisi isteriche piu o meno frequenti, e a volte di una spiccata violenza (scambiate spsso da personale medico e paramedico per attacchi di epilessia da Grande MAle, x i quali però ha fatto vari conrolli e non è risultato nulla).
In tutto questo quadro cari dottori Vi riporto alla domanda iniziale....lei ha fatto espressa richiesta di essere aiutata in una comunità psichiatrica, per motivi economici non puo sostenere spese di cliniche private, ma la mia paura è che in strutture pubbliche possa essere trattata in modo incompetente, e non profesionale...lei stessa mi raccontò che fu internata per otto giorni in un reparto psichiatrico di un oepsedale pubblico nel LAzio, e le pareva di trovrsi sul set di "Qualcuno volò sul nido del cuculo"....
Ringraziandovi anticipaamente per la attenzione che spero vorrete dedicarmi, vi saluto con la massima cordialità..... la psichiatria, in mani esperte, e ben applicata, la considero la barnca piu nobile della medicina....peccato che in mani non esperte può far grosi danni, in quanto la mia amica non è tata curata adeguatamente.
Rinnovo i miei piu cari saluti
Andrea
varie vicissitudini familiari, quali l'improvvisa scomparsa della mamma in età adolescenziale, nonchè il rapporto conflittuale con il padre (nei primi anni, ora risolti) e la nonna materna che viveva sotto il suo stesso tetto (ed è affetta da disturbo della personalità antisociale), l'hanno portata dapprima a manifestare disturbi dell'alimentazione e di abuso di psicofarmaci fin dall'età di 16 anni, dopodichè a sviluppare in modo piu specifico un disturbo della personalità borderline.
Dopo alcuni anni, all'età di 21 anni, risolto il disturbo dell'alimentazione (dopo 4 anni)senza aiuti, con la propria forza di volontà, la sua rabbia, il suo dolore, le sue sofferenze, il suo non esser stata compresa dai familiari piu stretti, l'hanno condotta a sfogare tutto ciò nel disturbo della conversione, manifestantesi con crisi isteriche piu o meno frequenti, e a volte di una spiccata violenza (scambiate spsso da personale medico e paramedico per attacchi di epilessia da Grande MAle, x i quali però ha fatto vari conrolli e non è risultato nulla).
In tutto questo quadro cari dottori Vi riporto alla domanda iniziale....lei ha fatto espressa richiesta di essere aiutata in una comunità psichiatrica, per motivi economici non puo sostenere spese di cliniche private, ma la mia paura è che in strutture pubbliche possa essere trattata in modo incompetente, e non profesionale...lei stessa mi raccontò che fu internata per otto giorni in un reparto psichiatrico di un oepsedale pubblico nel LAzio, e le pareva di trovrsi sul set di "Qualcuno volò sul nido del cuculo"....
Ringraziandovi anticipaamente per la attenzione che spero vorrete dedicarmi, vi saluto con la massima cordialità..... la psichiatria, in mani esperte, e ben applicata, la considero la barnca piu nobile della medicina....peccato che in mani non esperte può far grosi danni, in quanto la mia amica non è tata curata adeguatamente.
Rinnovo i miei piu cari saluti
Andrea
[#1]
Gentile utente,
esistono case di cura convenzionate un po' ovunque, il disturbo di conversione mi par di capire si inscrive in una diagnosi già fatta di disturbo borderline.
C'è da chiarire se vi sia o meno un abuso di farmaci, sia alla base delle crisi, sia come intossicazione che come astinenza, e se c'è un quadro di abuso di farmaci attuale.
Il problema delle cliniche convenzionate è per il Lazio il fatto che siano fuori regione, perché la Regione Lazio fa da filtro, quindi è necessaria una autorizzazione.
In generale le case di cura specializzate in psichiatria generale, in disturbi dell'umore e in psicosi dovrebbero gestire l'impostazione di una cura per un disturbo del genere, però la riuscita della cura non si può stabilire in poche settimane, i tempi sono più lunghi.
esistono case di cura convenzionate un po' ovunque, il disturbo di conversione mi par di capire si inscrive in una diagnosi già fatta di disturbo borderline.
C'è da chiarire se vi sia o meno un abuso di farmaci, sia alla base delle crisi, sia come intossicazione che come astinenza, e se c'è un quadro di abuso di farmaci attuale.
Il problema delle cliniche convenzionate è per il Lazio il fatto che siano fuori regione, perché la Regione Lazio fa da filtro, quindi è necessaria una autorizzazione.
In generale le case di cura specializzate in psichiatria generale, in disturbi dell'umore e in psicosi dovrebbero gestire l'impostazione di una cura per un disturbo del genere, però la riuscita della cura non si può stabilire in poche settimane, i tempi sono più lunghi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
La volonta' di voler andare in una clinica psichiatrica non vuol dire che tale possibilita' sia applicabile nel caso di questa persona.
E' piuttosto frequente che chi soffre di disturbi di personalita' faccia richieste di difficile applicazione per mettere in difficolta' i medici curanti.
E' possibile che la sua amica abbia ricevuto le giuste cure ma non abbia voluto fare alcun trattamento.
L'immaginazione poi che la clinica possa essere diversa da un reparto psichiatrico e' piuttosto fantasiosa, altrimenti dovrebbe richiedere un albergo a cinque stelle e non una clinica.
L'applicabilita' di tale situazione terapeutica deve avere una diretta valutazione dei curanti che possono proporre un progetto terapeutico riabilitativo individuale in compartecipazione, eventualmente, con l'assistenza sociale del comune o di altri servizi che possano avere in carico la paziente.
Tali percorsi richiedono del tempo e la collaborazione totale della paziente.
Le soluzioni possono anche considerare l'inserimento in strutture residenziali.
La "comunità psichiatrica" e' diversa dalla "clinica privata"
E' piuttosto frequente che chi soffre di disturbi di personalita' faccia richieste di difficile applicazione per mettere in difficolta' i medici curanti.
E' possibile che la sua amica abbia ricevuto le giuste cure ma non abbia voluto fare alcun trattamento.
L'immaginazione poi che la clinica possa essere diversa da un reparto psichiatrico e' piuttosto fantasiosa, altrimenti dovrebbe richiedere un albergo a cinque stelle e non una clinica.
L'applicabilita' di tale situazione terapeutica deve avere una diretta valutazione dei curanti che possono proporre un progetto terapeutico riabilitativo individuale in compartecipazione, eventualmente, con l'assistenza sociale del comune o di altri servizi che possano avere in carico la paziente.
Tali percorsi richiedono del tempo e la collaborazione totale della paziente.
Le soluzioni possono anche considerare l'inserimento in strutture residenziali.
La "comunità psichiatrica" e' diversa dalla "clinica privata"
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
Grazie a entrambi, cari dottori, x quel che ne so, in passato ha tentato altri approcci terapeutici, ma senza successo, questo non lo so perchè.. io speri che la sua intenzone sia davvero quela di guarire e non che veda questa clinica come una sorte di rifugio...
quello che vi domando è se esistano cliniche pubbliche a lunga degenza.....
rigardo la struttura, ovvio non mi riferivo alle "lussuosità" presenti, ma che ci sia un minimdo di dignità e proessionalità purtroppo non riscontrabile smpre in tutte le struture ospedlaiere....e non parlo solo di reparti psichiatrici... un cordiale abbraccio
quello che vi domando è se esistano cliniche pubbliche a lunga degenza.....
rigardo la struttura, ovvio non mi riferivo alle "lussuosità" presenti, ma che ci sia un minimdo di dignità e proessionalità purtroppo non riscontrabile smpre in tutte le struture ospedlaiere....e non parlo solo di reparti psichiatrici... un cordiale abbraccio
[#4]
Allora,
se la sua amica ha realmente questa intenzione deve parlarne con i medici psichiatri del servizio pubblico di appartenenza i quali valuteranno realmente la possibilita' di ricovero in clinica, ricovero che non puo' essere protratto comunque oltre 60 giorni e che richiede in ogni caso una autorizzazione preventiva.
Comunque tale richiesta non e' una soluzione ad un problema che si protrae per anni e spesso accompagnato dalle critiche del paziente alle cure proposte.
Se non si aderisce ai progetti terapeutici non e' possibile pensare di risolvere il tutto chiudendosi in una clinica, anche perche' senza una valutazione specifica cio' non costituisce una reale cura ma solo un evitamento del problema.
se la sua amica ha realmente questa intenzione deve parlarne con i medici psichiatri del servizio pubblico di appartenenza i quali valuteranno realmente la possibilita' di ricovero in clinica, ricovero che non puo' essere protratto comunque oltre 60 giorni e che richiede in ogni caso una autorizzazione preventiva.
Comunque tale richiesta non e' una soluzione ad un problema che si protrae per anni e spesso accompagnato dalle critiche del paziente alle cure proposte.
Se non si aderisce ai progetti terapeutici non e' possibile pensare di risolvere il tutto chiudendosi in una clinica, anche perche' senza una valutazione specifica cio' non costituisce una reale cura ma solo un evitamento del problema.
[#5]
Gentile utente,
prima di stabilire voi il contesto in cui curarsi, è bene che sentiate il parere di un medico. Il ricovero è spesso vissuto come intervento che risolve in breve una situazione, cosa che a seconda della diagnosi può non aver senso.
Prima fatevi consigliare una cura e poi discutete sul contesto più adatto per seguirla nella sua prima fase.
prima di stabilire voi il contesto in cui curarsi, è bene che sentiate il parere di un medico. Il ricovero è spesso vissuto come intervento che risolve in breve una situazione, cosa che a seconda della diagnosi può non aver senso.
Prima fatevi consigliare una cura e poi discutete sul contesto più adatto per seguirla nella sua prima fase.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.7k visite dal 09/10/2010.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
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