Sintomi da ansia (generalizzata)?

Egreri Dottori,
sono seguito da una psichiatra da diversi anni per disturbi di ansia successiva ad attacchi di panico. Questi ultimi sembrano superati, ma mi resta una continua paura per la mia salute, che condiziona non poco la mia vita.
Lo psichiatra, in questo periodo di particolare tensione (da inizio di agosto) mi ha prescritto:
- 20 mg di paroxetina (come da diversi anni);
- alprazolam, 20 gtt la sera e 1 stilnox per dormire,
- aplrazolam 10 gtt la mattina.

Giovedì prossimo inizierò un ciclo di terapia congnitivo comportamentale.

Fisicamente non risulta io abbia nulla (ho fatto un sacco di esami, nella norma).
Durante la giornata sento le gambe molli, la testa "leggera", qualche tremolio, gli occhi affaticati. Ciò nonostante, la dottoressa insiste perchè io continui una vita normale, senza evitamenti.
E' possibile che siano l'ansia continua o i farmaci a provocarmi tali sensazioni? Posso stare tranquillo e fare tutto ciò che mi capita durante la giornata senza timore di un malore?

Grazie
Cordiali saluti
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

un chiarimento innanzitutto. Nel disturbo di panico, il disturbo è prevalentemente rappresentato dal condizionamento che si ha per le paure di avere gli attacchi (in cui non succede niente di più dell'attacco, ma comunque subentra il terrore di averli), l'evitamento delle situazioni che si collegano all'idea di restare senza aiuto o non poter scappare per cercare aiuto, e la preoccupazione di avere qualcosa che non va con eccessiva attenzione e allarme per elementi corporei che possono al limite essere anche normali.

La cura con paroxetina è una di quelle standard per il panico, la dose non è massima (è la dose minima efficace).
L'uso di alprazolam in maniera continuativa non tende a migliorare l'evitamento e l'ipocondria, anzi, può peggiorarne il controllo. La persona inoltre può rimanere convinta che l'ansia è controllata dall'alprazolam, cosa che non è in realtà. Infine, il fatto di assumerlo da tempo impone una graduale sospensione perché si è assuefatti, e quindi suscettibili a astinenza se sospeso bruscamente.

Di solito quando l'ansia per mezzo di una dose effiace di paroxetina recede, il fabbisogno di tranquillanti tipo alprazolam si riduce, e sotto guida medica si riesce a sospenderli facilmente. Invece, quando la dose è insufficiente, l'ansia non è ben controllata e il tranquillante, anziché tendere a zero, rimane o tende ad essere aumentato.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Dottore, in effetti la mia paura è proprio quella di avere gli attacchi, e così tendo ad evitare situazioni anche piacevoli che secondo me mi metterebbero in pericolo, senza possibilità di aiuto o via di uscita, con annessa la preoccupazione di avere qualcosa che non va (es: paura della pressione alta se ho un cerchio alla testa alla sera, tensione muscolare come allarme di un possibile "crollo").

Lei pertanto ritiene che sarebbe opportuno aumentare la paroxetina?
Ovviamente ne parlerò con il mio psichiatra.

Grazie molte.
[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
In effetti 20 mg è il dosaggio minimo e, da quello che lei scrive sembrerebbero esserci comunque dei sintomi residui. Comunque la valutazione sull'aumento del dosaggio spetta allo specialista di riferimento.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#4]
Utente
Utente
Scusate, volevo ancora chiedervi se la stanchezza che sento la mattina (testa leggera, occhi un po' stanchi) può essere ricollegabile all'uso di farmaci per dormire o semplicemente è dovuto al fatto che, nonostante quelli, non riesco a dormire rilassato, e la mattina inizio a pensare alla giornata come fosse lunga e faticosa.

E' solo un problema di ansia, giusto? E' corretto - come mi ha suggerito la mia psichiatra - procedere ugualmente nelle mie incombenze quotidiane senza dargli troppo peso?
In effetti, la sera quando sono tornato a casa mi sento molto meglio, e ho voglia di fare progetti che, se solo pensati di mattina, sembrano impossibili (es.: prendere un treno e andare da Torino a Milano per trascorrere una serata con gli amici).

Grazie
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

se l'andamento è irregolare o incompleto, o è una questione di dosaggio non sufficiente, oppure l'andamento irregolare (su e giù) indica che l'umore oscilla come indicatore di una situazione biologica che la mattina si associa a ansia e la sera no. In genere in questi casi la terapia si cambia leggermente come composizione.

Questo deve riferirlo al suo medico.

[#6]
Utente
Utente
Egregio dottore,
La ringrazio.

Approfitto per chiederLe una informazione.

La mia psichiatra mi ha detto che anche se dovessi assumere, in caso di ansia persistente, in aggiunta alla terapia base(20 gtt la sera di alprazolam + 1 stilnox per dormire, aplrazolam 10 gtt la mattina) 10 gtt di alprazolam il primo pomeriggio non è un problema, si ridurrà il dosaggio con il tempo (anche a seguito della terapia congnitiva che inizierò tra 6 giorni).
L'uso di farmaci di questo tipo, salvo la paroxetina che non mi "turba" così tanto, si riesce ad interrompere con le giuste modalità (a scalare), vero? Non si rischia di rimanerne legati a vita?

E ancora: ansia, cardiopalmo e sensazioni simili (gambe molli, testa "leggera"), in un soggetto clinicamente in salute, non sono dannosi nè pericolosi, vero?

Grazie davvero
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Francamente non comprendo come strategia quella di aumentare l'ansiolitico e non il farmaco di base, visto che l'ansiolitico darà un effetto temporaneo e minore come "peso". Si rischia di rimanere legati molto più a lungo di quanto non sia utile, ridurre non è tecnicamente difficile, lo è quando il disturbo d'ansia non è ben compensato, perché le piccole astinenze da riduzione dose risultano allarmanti per il paziente, che quindi le confonde con il disturbo e non si fida a attendere la risoluzione dei sintomi suddetti.
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