Sospetto asperger ansia
Salve. Sono un ragazzo di (quasi) 22 anni, vivo e studio lettere in spagna. In seguito ad un attacco d'ansia particolarmente forte, dopo la morte di mia nonna, ho incominciato ad interrogarmi profondamente sulla mia sfera psichica. Ho incominciato ad interessarmi ai test psicologici (nel mbti risulto sempre e solo INTP in cui mi rispecchio appieno). Per caso fra un test QI del mensa ed uno sulla creatività mi sono ritrovato su http://www.rdos.net/eng/Aspie-quiz.php un quiz sull'asperger all'apparenza "serio" in cui ho totalizzato un punteggio molto sproporzionato a favore della della neurodiversità con punteggi che vanno da sopra la media a molto sopra la media, mentre i punteggi neurotipici spaziano dal molto sotto la media al medio. Mi sono molto incuriosito. Ho incominciato a leggere tutto quello che sono riuscito a trovare sull'argomento su internet. Molti sintomi hanno attirato molto la mia attenzione perchè presenti in me da che ho memoria: l'essere cinico (vero ancora oggi ma ancora più vero fino ai miei 17-18 anni), problemi a guardare le persone negli occhi: passo spesso da non riuscire proprio a guardare qualcuno in faccia o lo faccio sentire a disagio se mi rilasso e sono genuinamente interessato al discorso, ma vengo percepito (testuali parole del fratello della mia ragazza) "con quello strano sguardo accusatorio". momenti di contemplazione: credo di aver percepito per la prima volta di essere un po' strano a 4-5 anni in una gita in un bosco invece che mettermi a giocare con gli altri bambini mi sono arrampicato su una collinetta per poter godere in solitudine della natura diverse ore di fila. la mia famiglia è un buon mix di eccentricità/creatività ed eccellenze professionali (meccanici d'aerei, ingegneri informatici, un cantante, una fotografa, una scultrice etc) io personalmente ho "scoperto" pochi mesi fa dopo poche indicazioni di un amico artista di essere capace di farmi un autoritratto abbastanza decente a memoria nonostante non mi sia mai impegnato particolarmente nel disegno (anzi credevo di essere un po' negato), suonavo il sax e faccio giocoleria. Tendo ad attirare l'attenzione su di me per le mie stravaganze ed interessi.mi "scrocchio" continuamente collo e mani. il mio linguaggio è pedante e ripetitivo spesso mi chiamavano il professorino perchè correggo tutti. Dormo in posizioni anomale (con le gambe incrociate come se stessi seduto al bar). Fin da bambino ho eccessi di creatività la mattin molto presto (4-5 AM) per esempio una volta verso i 17 anni dopo una notte in bianco ho aperto un libro di filosofia ed ho smontato logicamente l'Homo homini lupus di Hobbes, il documento che ne è venuto fuori mi è valso un 9 in filosofia nonostante non fosse stato richiesto da nessuno, mi è capitato di svegliarmi di soprassalto con storie di fantasia pienamente formate e coerent in testa oppure perchè sto sognando 5 lingue differenti contemporaneamente (è il mio campo di studi).Non ho abbastanza spazio per dire tutto
[#1]
Gentile utente,
Quel che si nota è che sta cercando di farsi una autodiagnosi con due incongruenze:
a) che non esiste l'autodiagnosi, sta semplicemente selezionando degli elementi che attirano la sua attenzione e prova a vedere se corrispondono con dei test, non si fa così diagnosi.
b) descrive le caratteristiche del suo modo di pensare, e del funzionamento della sua mente, delle sue emozioni. Il tutto origina da "un attacco d'ansia particolarmente forte", quindi lei comincia a riflettere o preoccuparsi della sfera psichica, in maniera sembra gratuita, oppure dietro a spunti esistenziali molto semplici, quelli innescati da un lutto. Quel che esprime è questo stato di ruminazione e di preoccupazione con accumulo di dettagli e ricapitolazione di elementi della sua vita come se dovessero essere definiti problematici, il tutto perché in questo esame filtrato dalla preoccupazione corrispondono ad una diagnosi da lei selezionata.
Pertanto, se è interessato a risolvere un disagio che ha, se questo disagio consiste nel farsi domande preoccupate sulla sua psiche e in questa ricerca di diagnosi/spiegazioni o classificazioni del suo essere, se mai questo è l'elemento centrale. Una diagnosi e una cura la potrà indicare uno psichiatra. Non gli proponga l'asperger o altre ipotesi nel caso, lasci che la esamini.
Quel che si nota è che sta cercando di farsi una autodiagnosi con due incongruenze:
a) che non esiste l'autodiagnosi, sta semplicemente selezionando degli elementi che attirano la sua attenzione e prova a vedere se corrispondono con dei test, non si fa così diagnosi.
b) descrive le caratteristiche del suo modo di pensare, e del funzionamento della sua mente, delle sue emozioni. Il tutto origina da "un attacco d'ansia particolarmente forte", quindi lei comincia a riflettere o preoccuparsi della sfera psichica, in maniera sembra gratuita, oppure dietro a spunti esistenziali molto semplici, quelli innescati da un lutto. Quel che esprime è questo stato di ruminazione e di preoccupazione con accumulo di dettagli e ricapitolazione di elementi della sua vita come se dovessero essere definiti problematici, il tutto perché in questo esame filtrato dalla preoccupazione corrispondono ad una diagnosi da lei selezionata.
Pertanto, se è interessato a risolvere un disagio che ha, se questo disagio consiste nel farsi domande preoccupate sulla sua psiche e in questa ricerca di diagnosi/spiegazioni o classificazioni del suo essere, se mai questo è l'elemento centrale. Una diagnosi e una cura la potrà indicare uno psichiatra. Non gli proponga l'asperger o altre ipotesi nel caso, lasci che la esamini.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Vorrei aggiungere alcuni dettagli, magari hanno poca o nessuna importanza, ma lo vorrei fare lo stesso.
Negli ultimi anni mi ritrovo in uno stato di profonda angoscia data in parte dal ritrovarmi "solo" all'estero ed in parte per lo sconfortante rendimento altalenante negli studi, quando vado in italia la situazione migliora leggermente. L'attacco d'ansia non credo sia stato scatenato dal lutto in se, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, mi sono reso conto di non provare assolutamente nulla a riguardo per poi sentirmi incredibilmente in colpa, sono andato in iperventilazione, sono caduto in terra e mi hanno dovuto portare al pronto soccorso dove mi è stato prescritto del valium e degli ansiolitici per i due giorni seguenti. Ho avuto la netta sensazione/paura di essere diventato pazzo. Tutto questo in pienissimo periodo d'esame.
Mi sembra doveroso puntualizzare una cosa che ho omesso nel precedente post per via dello spazio ma che mi ha preoccupato molto.
Verso i tre anni (poco prima che incominciassi a parlare) mi è stato diagnosticato l'autismo, cosa che è stata esclusa pochissimi mesi dopo visto che sono passato da dire solo mamma e papà a parlare correttamente in pochissimo tempo (ho da poco visto un video di quel periodo, in mezz'ora credo di aver sbagliato una trentina di volte i pronomi, il resto del discorso era in gran parte corretto)
mi sono dimenticato di dire che negli ultimi due anni si è acutizzata dopo alcuni anni di relativo assopimento, la sensazione fortissima di dover andare in bagno nelle situazioni sociali, che puntualmente scompare non appena vado in bagno o mi allontano a fare due passi da solo, questa cosa ce l'ho da sempre, mi capitava spesso alle feste di compleanno delle elementari
grazie mille per la risposta velocissima
Negli ultimi anni mi ritrovo in uno stato di profonda angoscia data in parte dal ritrovarmi "solo" all'estero ed in parte per lo sconfortante rendimento altalenante negli studi, quando vado in italia la situazione migliora leggermente. L'attacco d'ansia non credo sia stato scatenato dal lutto in se, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, mi sono reso conto di non provare assolutamente nulla a riguardo per poi sentirmi incredibilmente in colpa, sono andato in iperventilazione, sono caduto in terra e mi hanno dovuto portare al pronto soccorso dove mi è stato prescritto del valium e degli ansiolitici per i due giorni seguenti. Ho avuto la netta sensazione/paura di essere diventato pazzo. Tutto questo in pienissimo periodo d'esame.
Mi sembra doveroso puntualizzare una cosa che ho omesso nel precedente post per via dello spazio ma che mi ha preoccupato molto.
Verso i tre anni (poco prima che incominciassi a parlare) mi è stato diagnosticato l'autismo, cosa che è stata esclusa pochissimi mesi dopo visto che sono passato da dire solo mamma e papà a parlare correttamente in pochissimo tempo (ho da poco visto un video di quel periodo, in mezz'ora credo di aver sbagliato una trentina di volte i pronomi, il resto del discorso era in gran parte corretto)
mi sono dimenticato di dire che negli ultimi due anni si è acutizzata dopo alcuni anni di relativo assopimento, la sensazione fortissima di dover andare in bagno nelle situazioni sociali, che puntualmente scompare non appena vado in bagno o mi allontano a fare due passi da solo, questa cosa ce l'ho da sempre, mi capitava spesso alle feste di compleanno delle elementari
grazie mille per la risposta velocissima
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Gentile utente,
come vede anche dopo la risposta sente la necessità di aggiungere dettagli ed elementi, e questo sembra essere l'aspetto centrale, più che il contenuto dei dettagli stessi. La paura di non aver detto abbastanza, il moltiplicarsi dei dettagli "importanti", il risalto che li accompagna, e che alla fine penso le induca non tanto definizione e nitidezza ma confusione e smarrimento su quale sia il bandolo della matassa.
In ultima analisi, la cosa sembra iniziare con l'attacco, la "paura di diventare pazzo" sembra essere la sintesi più semplice di ciò che esprime, inclusi tentativi di autodiagnosi.
Si faccia valutare così le consiglieranno il da farsi.
come vede anche dopo la risposta sente la necessità di aggiungere dettagli ed elementi, e questo sembra essere l'aspetto centrale, più che il contenuto dei dettagli stessi. La paura di non aver detto abbastanza, il moltiplicarsi dei dettagli "importanti", il risalto che li accompagna, e che alla fine penso le induca non tanto definizione e nitidezza ma confusione e smarrimento su quale sia il bandolo della matassa.
In ultima analisi, la cosa sembra iniziare con l'attacco, la "paura di diventare pazzo" sembra essere la sintesi più semplice di ciò che esprime, inclusi tentativi di autodiagnosi.
Si faccia valutare così le consiglieranno il da farsi.
[#4]
Ex utente
Grazie mille ancora una volta per la risposta celere,
praticamente leggendo fra le righe mi sembra stia dicendo che sono ansioso ed ipocondriaco, ma non ne è sicuro (ovviamente non può fare una diagnosi su internet) ne può suggerire a chi si sta preoccupando della sua sanità mentale una qualche malattia (senza un esame accurato) perchè ne conseguirebbe una mia maggiore ansia ed un falsamento della diagnosi dettato dall'autosuggestione e dalle troppe informazioni che ho raccolto in merito alle malattie mentali. Se è così, mi sento notevolmente sollevato . Purtroppo non potrò andare da nessun psichiatra finchè rimarrò all'estero, mi saprebbe indicare un suo collega in puglia?
praticamente leggendo fra le righe mi sembra stia dicendo che sono ansioso ed ipocondriaco, ma non ne è sicuro (ovviamente non può fare una diagnosi su internet) ne può suggerire a chi si sta preoccupando della sua sanità mentale una qualche malattia (senza un esame accurato) perchè ne conseguirebbe una mia maggiore ansia ed un falsamento della diagnosi dettato dall'autosuggestione e dalle troppe informazioni che ho raccolto in merito alle malattie mentali. Se è così, mi sento notevolmente sollevato . Purtroppo non potrò andare da nessun psichiatra finchè rimarrò all'estero, mi saprebbe indicare un suo collega in puglia?
[#5]
Ex utente
ok chiamatemi ipocondriaco ma ci sono degli sviluppi che mi stanno facendo preoccupare SERIAMENTE.
Sono sempre stato molto egocentrico ma adesso sto sconfinando nel ridicolo, ma mi spiego meglio:
ieri sono uscito con degli amici a bere un paio di bicchieri di vino (senza esagerare troppo ma effettivamente ero abbastanza brillo) dopo poco il mio "mal di pancia sociale" ha incominciato a farsi sentire (si fa sentire letteralmente: incomincio a fare dei rumori spesso relativamente forti con la pancia che mi mettono molto in imbarazzo) ad un certo punto della serata mi sono allontanato per fare un peto per non svenire (stavo morendo!) ed ho incominciato a credere di essere sporco di feci sul di dietro, ben sapendo razionalmente che non fosse così, più o meno contemporaneamente ogni discorso a cui non prendevo parte mi è incominciato a sembrare denigratorio ai miei danni per esempio (scusatemi per il turpiloquio) "guarda quel coglione li che puzza di merda che cazzo sta facendo" (nonostante ciò continuavo razionalmente a sapere che in realtà non stavano parlando di me nè probabilmente stavano dicendo esattamente quelle parole e che stavo travisando tutto ma non potevo non vedermi costantemente nei discorsi degli altri a cui non prendevo parte ANCHE QUELLI DEGLI SCONOSCIUTI CHE PASSAVANO DI LI cose vagamente simili mi sono già successe ma mai con questa intensità, sono sempre state cose molto, molto più soft. in ogni momento mi ripetevo che non poteva essere possibile ma continuavo ad origliare i discorsi degli altri e non potevo fare a meno di proiettare me stesso come soggetto di ogni discorso di chiunque. non ho mai perso il contatto con la realtà: sapevo in ogni singolo momento che era tutto nel mio cervello ma mi sto incominciando a fare paura da solo.
vorrei precisare che i discorsi non erano in italiano e spesso con un altissimo rumore di fondo il che li rendeva particolarmente difficili da comprendere
Sono sempre stato molto egocentrico ma adesso sto sconfinando nel ridicolo, ma mi spiego meglio:
ieri sono uscito con degli amici a bere un paio di bicchieri di vino (senza esagerare troppo ma effettivamente ero abbastanza brillo) dopo poco il mio "mal di pancia sociale" ha incominciato a farsi sentire (si fa sentire letteralmente: incomincio a fare dei rumori spesso relativamente forti con la pancia che mi mettono molto in imbarazzo) ad un certo punto della serata mi sono allontanato per fare un peto per non svenire (stavo morendo!) ed ho incominciato a credere di essere sporco di feci sul di dietro, ben sapendo razionalmente che non fosse così, più o meno contemporaneamente ogni discorso a cui non prendevo parte mi è incominciato a sembrare denigratorio ai miei danni per esempio (scusatemi per il turpiloquio) "guarda quel coglione li che puzza di merda che cazzo sta facendo" (nonostante ciò continuavo razionalmente a sapere che in realtà non stavano parlando di me nè probabilmente stavano dicendo esattamente quelle parole e che stavo travisando tutto ma non potevo non vedermi costantemente nei discorsi degli altri a cui non prendevo parte ANCHE QUELLI DEGLI SCONOSCIUTI CHE PASSAVANO DI LI cose vagamente simili mi sono già successe ma mai con questa intensità, sono sempre state cose molto, molto più soft. in ogni momento mi ripetevo che non poteva essere possibile ma continuavo ad origliare i discorsi degli altri e non potevo fare a meno di proiettare me stesso come soggetto di ogni discorso di chiunque. non ho mai perso il contatto con la realtà: sapevo in ogni singolo momento che era tutto nel mio cervello ma mi sto incominciando a fare paura da solo.
vorrei precisare che i discorsi non erano in italiano e spesso con un altissimo rumore di fondo il che li rendeva particolarmente difficili da comprendere
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Gentile utente,
vedo che non sta capendo, perché tutto le interessa meno che prendere in considerazioni ipotesi concrete, mentre invece vuole elencare all'infinito situazioni che la preoccupano (tutte a questo punto, ogni giorno ne sarà costellato se c'è uno stato di attenzione esasperata a qualsiasi cosa che fa sembrare preoccupante l'anomalo come il normale). Se lei si preoccupa ripetutamente di cose normalmente non significative, finiranno per sembrarle molto strane e preoccupanti.
Quel che esprime non sono convinzioni e giudizi di realtà, ma apparentemente dubbi e verifiche allarmate sulla base di un percorso logico a partire da elementi (tipo il mal di pancia etc.).
Se vuole si faccia curare. E' improduttivo prendere i termini medici e rimbalzarli come se fossero offese. Ipocondria è un disturbo (ipotetico), non un'offesa, così come asperger che invece la "attira" come diagnosi. Pertanto non ha senso abbracciare un'ipotesi e invece cacciarne un'altra sulla base del fatto che una l'ha elaborata lei e un'altra no. Rinunci a questa autoanalisi che non la porta da nessuna parte, e chieda invece un parere specialistico.
vedo che non sta capendo, perché tutto le interessa meno che prendere in considerazioni ipotesi concrete, mentre invece vuole elencare all'infinito situazioni che la preoccupano (tutte a questo punto, ogni giorno ne sarà costellato se c'è uno stato di attenzione esasperata a qualsiasi cosa che fa sembrare preoccupante l'anomalo come il normale). Se lei si preoccupa ripetutamente di cose normalmente non significative, finiranno per sembrarle molto strane e preoccupanti.
Quel che esprime non sono convinzioni e giudizi di realtà, ma apparentemente dubbi e verifiche allarmate sulla base di un percorso logico a partire da elementi (tipo il mal di pancia etc.).
Se vuole si faccia curare. E' improduttivo prendere i termini medici e rimbalzarli come se fossero offese. Ipocondria è un disturbo (ipotetico), non un'offesa, così come asperger che invece la "attira" come diagnosi. Pertanto non ha senso abbracciare un'ipotesi e invece cacciarne un'altra sulla base del fatto che una l'ha elaborata lei e un'altra no. Rinunci a questa autoanalisi che non la porta da nessuna parte, e chieda invece un parere specialistico.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.2k visite dal 06/10/2010.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.