La tec (elettroschock) cura o guarisce la depressione?
Mi scuso col dott. Pasini ma ho perso il nostro Topic su cui ci eravamo soffermati a discutere. In sostanza, e nessuno dei medici mi ha risposto in maniera esaustiva, chiara, sintetica e precisa, un depresso cronico come me e non responder ai farmaci (nel senso che i farmaci li prendo solo per ottenerne un effetto placebo che dopo due mesi passa, e passo ad altre sperimentazioni "placebiche" (n.d.r.: neologismo) a pochi giorni dalla partenza per Roma con lo scopo di fare 10/12 applicazioni della Tec od Elettroschock è stato in grado di dirmi se questa trattamento primordiale ma molto efficace ed avverso da molte industrie farmaceutiche (parole del cassano) mi possa curare o guarire. Dott. Pasini, intendo dire che le pillole o la TEC possono curarmi nel senso di tenere quanto meno a bada i sintomi principali di una depressione grave (o peggio distimica) oppure può la TEC addirittura guarirmi, cioè eliminare la sintomatologia a monte con in più la speranza che di ricadute nel tempo non ne avvengano ( e si, poichè la depressione è un amale oscuro che recidiva parecchio). Dottori, io sono capitato in quel 33% (dato fornito da Cassano in un suo libro di Psicofarmacologia) di persone destinate probabilmente a non "guarire" mai, ma a dover sopportare anche per tutta la vita i sintomi della depressione. Insomma, come si può avere un tumore curabile ma non guaribile, oppure che si possa tenere a bada con l' utilizzo di certe terapie, lo stesso vale per la depressione. Perchè non specificano gli Psichiatri che dalla depressione in generale "se ne può (ipotetico) uscire" se si ha la fortuna di rispondere ai migliaia di farmaci in commercio che sono l' uno il duplicato dell' altro?
La prego, dott. Pasini, sia più chiaro e meno filosofico nei miei riguardi. Non tenti di definire esattamente la mia depressione. Pensi che in 20 di depressione ho imparato a far dire al Minnesota Test che ero perfettamente sano, semplicemente perchè lo studiato e ne ho compreso il funzionamento. E poi mi volevano licenziare per superato nummero di assenze.
La ringrazio di cuore
p.s.: bello il libro di Psicofarmacologia in cui Lei ha collaborato (è proprio dinanzi a me). Dopo vent' anni non so più dove trovare qualcosa di diverso sulla depressione. Pensi che prendevo 20 pastiglie al giorno di Parmodalin solo perchè un articolo Inglese ne aveva sperimentato le potenzialità in campo non responder.
La prego, dott. Pasini, sia più chiaro e meno filosofico nei miei riguardi. Non tenti di definire esattamente la mia depressione. Pensi che in 20 di depressione ho imparato a far dire al Minnesota Test che ero perfettamente sano, semplicemente perchè lo studiato e ne ho compreso il funzionamento. E poi mi volevano licenziare per superato nummero di assenze.
La ringrazio di cuore
p.s.: bello il libro di Psicofarmacologia in cui Lei ha collaborato (è proprio dinanzi a me). Dopo vent' anni non so più dove trovare qualcosa di diverso sulla depressione. Pensi che prendevo 20 pastiglie al giorno di Parmodalin solo perchè un articolo Inglese ne aveva sperimentato le potenzialità in campo non responder.
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Gentile utente,
In medicina la guarigione è sempre definita a posteriori, la "depressione" non è una malattia univoca, con un decorso unico e prevedibile. E' inutile ragionare in termini statistici, prima di tutto perché c'è quella ricorrente, quindi la guarigione clinica (star bene) anche se senza cura in atto non significa guarigione biologica in termini di rischio di nuovi episodi. Altra cosa è la guarigione intesa come risoluzione completa dell'episodio, questo sì che è possibile. La resistenza non è così semplice da definire, perché non tutti che hanno provato numerose terapie hanno provato le stesse, e non c'è prova che gli antidepressivi siano effettivamente presenti in circolo a dosi efficaci (ora si cominciano a dosare alcuni, ma saprà bene che di solito le dosi a cui si fa riferimento sono per os). Per questo a volte "salta fuori" uno studio che indica che alcuni possono rispondere a dosi maggiori, anche se ovviamente non sono la maggioranza.
Morale: le è stata indicata questa opzione e mi sembra cosa sensata. E' inutile farsi domande assolute, valuti la risposta quando i medici diranno che ha senso valutarla.
Il tipo di depressione è cosa importante, i test non vedo di preciso cosa c'entrino, la diagnosi di depressione non si fa con un test, ma con una visita. Mi sembra fuori tema.
In medicina la guarigione è sempre definita a posteriori, la "depressione" non è una malattia univoca, con un decorso unico e prevedibile. E' inutile ragionare in termini statistici, prima di tutto perché c'è quella ricorrente, quindi la guarigione clinica (star bene) anche se senza cura in atto non significa guarigione biologica in termini di rischio di nuovi episodi. Altra cosa è la guarigione intesa come risoluzione completa dell'episodio, questo sì che è possibile. La resistenza non è così semplice da definire, perché non tutti che hanno provato numerose terapie hanno provato le stesse, e non c'è prova che gli antidepressivi siano effettivamente presenti in circolo a dosi efficaci (ora si cominciano a dosare alcuni, ma saprà bene che di solito le dosi a cui si fa riferimento sono per os). Per questo a volte "salta fuori" uno studio che indica che alcuni possono rispondere a dosi maggiori, anche se ovviamente non sono la maggioranza.
Morale: le è stata indicata questa opzione e mi sembra cosa sensata. E' inutile farsi domande assolute, valuti la risposta quando i medici diranno che ha senso valutarla.
Il tipo di depressione è cosa importante, i test non vedo di preciso cosa c'entrino, la diagnosi di depressione non si fa con un test, ma con una visita. Mi sembra fuori tema.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.7k visite dal 23/09/2010.
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