Irascibilità, sbalzi d'umore in bambino di 4 anni
Salve,
scrivo nella speranza di ricevere qualche suggerimento sulla situazione di mio figlio. M. è un bambino di 4 anni estremamente sensibile, molto avanti per la sua età per quanto riguarda il linguaggio e la capacità di ragionamento, dolce con gli altri bambini e con la sorellina di 5 anni e per nulla aggressivo. Da sempre, però, alterna periodi in cui è un "angioletto" a periodi in cui si trasforma completamente. Non saprei ben definire le sue reazioni, sembrerebbero delle crisi di rabbia... In quei periodi al mattino si sveglia di pessimo umore e comincia a piangere per qualsiasi cosa (se il latte non è della giusta temperatura, se il biscotto si rompe, se c'è troppa luce, se tocchiamo i suoi giochi e via dicendo). Durante queste "crisi" non riusciamo a calmarlo in nessun modo... si butta per terra, tossisce, diventa tutto rosso. A volte durante le crisi ripete sempre una stessa frase (ogni volta diversa però). Durante il giorno non mi dà tregua. Non lo rimprovero quasi mai perché ho l'impressione che non siano semplici capricci, ma che in realtà lui non sia in grado di gestire qualcosa che lo travolge e che non saprei definire. Allora cerco di distrarlo e alla fine si calma... ma la pace dura poco fino a quando non scopre, magari, un'etichetta nella maglia che gli dà fastidio o una costruzione che non riesce a montare. A scuola le maestre dicono che è buonissimo... Sono in preda allo sconforto e mi sento impotente e colpevole perché quando sta con gli altri non si comporta in questa maniera. Sono una madre molto presente,attenta e dolce. Ho anche notato che in questi periodi negativi, il bambino appare più sofferente e lamenta frequenti mal di pancia. Soffre, inoltre, di laringospasmo ricorrente. Il mio rapporto con la mia primogenita si sta complicando a causa di questa situazione, perché spesso la bimba si sente messa in disparte o perché mi sento estenuata e non riesco più a trascorrere tempo di qualità con lei. Mio marito è fuori tutto il giorno per lavoro ed io mi sento sempre più sola in questa situazione e incapace di porvi rimedio. La cosa che più mi lascia perplessa sono gli sbalzi d'umore in M., spesso piange disperato e dopo pochi minuti ride e fa gli scherzi. Lunedì parlerò col pediatra e spero di iniziare a capirci qualcosa. Intanto prego voi medici di darmi qualche suggerimento, ovviamente nei limiti di un consulto a distanza. In particolare vorrei chiedervi: potrebbero esserci cause organiche alla base di questi comportamenti? Se sì, quali? E inoltre: mio fratello gemello è affetto da schizofrenia dall'età di 18 anni (oggi ne ha 31)e sono terrorizzata all'idea che mio figlio possa avere una simile patologia. Porto già nel cuore il dolore per un fratello che non è più lo stesso...
Ringrazio anticipatamente chiunque voglia rispondere al mio consulto.
Distinti saluti
scrivo nella speranza di ricevere qualche suggerimento sulla situazione di mio figlio. M. è un bambino di 4 anni estremamente sensibile, molto avanti per la sua età per quanto riguarda il linguaggio e la capacità di ragionamento, dolce con gli altri bambini e con la sorellina di 5 anni e per nulla aggressivo. Da sempre, però, alterna periodi in cui è un "angioletto" a periodi in cui si trasforma completamente. Non saprei ben definire le sue reazioni, sembrerebbero delle crisi di rabbia... In quei periodi al mattino si sveglia di pessimo umore e comincia a piangere per qualsiasi cosa (se il latte non è della giusta temperatura, se il biscotto si rompe, se c'è troppa luce, se tocchiamo i suoi giochi e via dicendo). Durante queste "crisi" non riusciamo a calmarlo in nessun modo... si butta per terra, tossisce, diventa tutto rosso. A volte durante le crisi ripete sempre una stessa frase (ogni volta diversa però). Durante il giorno non mi dà tregua. Non lo rimprovero quasi mai perché ho l'impressione che non siano semplici capricci, ma che in realtà lui non sia in grado di gestire qualcosa che lo travolge e che non saprei definire. Allora cerco di distrarlo e alla fine si calma... ma la pace dura poco fino a quando non scopre, magari, un'etichetta nella maglia che gli dà fastidio o una costruzione che non riesce a montare. A scuola le maestre dicono che è buonissimo... Sono in preda allo sconforto e mi sento impotente e colpevole perché quando sta con gli altri non si comporta in questa maniera. Sono una madre molto presente,attenta e dolce. Ho anche notato che in questi periodi negativi, il bambino appare più sofferente e lamenta frequenti mal di pancia. Soffre, inoltre, di laringospasmo ricorrente. Il mio rapporto con la mia primogenita si sta complicando a causa di questa situazione, perché spesso la bimba si sente messa in disparte o perché mi sento estenuata e non riesco più a trascorrere tempo di qualità con lei. Mio marito è fuori tutto il giorno per lavoro ed io mi sento sempre più sola in questa situazione e incapace di porvi rimedio. La cosa che più mi lascia perplessa sono gli sbalzi d'umore in M., spesso piange disperato e dopo pochi minuti ride e fa gli scherzi. Lunedì parlerò col pediatra e spero di iniziare a capirci qualcosa. Intanto prego voi medici di darmi qualche suggerimento, ovviamente nei limiti di un consulto a distanza. In particolare vorrei chiedervi: potrebbero esserci cause organiche alla base di questi comportamenti? Se sì, quali? E inoltre: mio fratello gemello è affetto da schizofrenia dall'età di 18 anni (oggi ne ha 31)e sono terrorizzata all'idea che mio figlio possa avere una simile patologia. Porto già nel cuore il dolore per un fratello che non è più lo stesso...
Ringrazio anticipatamente chiunque voglia rispondere al mio consulto.
Distinti saluti
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Gentile utente
deve far visitare suo figlio da uno specialista in neuropsichiatria infantile.
deve far visitare suo figlio da uno specialista in neuropsichiatria infantile.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Gentile utente,
"cause organiche" non vuol dire nulla.
I motivi possono essere i piu' svariati.
Il neuropsichiatra infantile e' un medico in grado di fare diagnosi differenziale per le patologie conosciute e puo' indirizzarla al meglio sul da farsi.
"cause organiche" non vuol dire nulla.
I motivi possono essere i piu' svariati.
Il neuropsichiatra infantile e' un medico in grado di fare diagnosi differenziale per le patologie conosciute e puo' indirizzarla al meglio sul da farsi.
[#4]
Gentile signora, già un anno fa in un consulto aveva espresso il timore che anche suo figlio potesse diventare schizofrenico come suo fratello gemello, a quanto dice. E' purtroppo un pensiero molto pesante, e rischia di paralizzarla di fronte a comportamenti più banali ma rischiosi per lo sviluppo di suo figlio.
Della cause della schizofrenia, così come di altre malattie mentali, si può ancora dire poco con sufficiente certezza: si pensa che siano in gioco sia fattori costituzionali, ereditari, sia fattori ambientali. Sui primi - ammesso che ci siano - ancora non abbiamo modo di intervenire, sui secondi forse sì, anche se anche qui non abbiamo certezze. Quello che possiamo fare sicuramente è vedere se in una situazione ci sono possibili ostacoli e trappole per lo sviluppo, come sono spesso le 'cattive abitudini' e le organizzazioni familiari 'disfunzionali', e tentare di evitarle o uscirne prima che si consolidino.
Da come descrive le 'crisi' di suo figlio, se non si sentisse la spada di Damocle della schizofrenia del fratello, queste potrebbero apparire come banali bizze in un bambino che sembra aver preso il potere con bizze e capricci e scene 'isteriche' su una mamma che appare un po' timorosa di intervenire più decisamente e con autorità a guidare i figli e che deve gestire da sola la situazione di due bambini piccoli. Questo è quello che al momento 'si vede' (o meglio si legge): un bambino che sembra riuscire a prevaricare sulla mamma con bizze e scenate tiranniche e che porta via il posto alla sorellina. (Forse qui rivede un po' la situazionein cui si è trovata Lei, ipotizzo...). E rischia di abituarsi male, e questo è rischioso per il suo sviluppo futuro.
Cerchi di non farsi paralizzare dall'esperienza avuta in famiglia e di pensare invece a gestire bene l'"allevamento" dei figli, con suo marito, che evidentemente deve dare più collaborazione alla gestione familiare, possibilmente, per non lasciarla sola davanti a un compito molto gravoso, aggravato da confronti ricordi e paure per l'esperienza passata.
Cordialmente
Della cause della schizofrenia, così come di altre malattie mentali, si può ancora dire poco con sufficiente certezza: si pensa che siano in gioco sia fattori costituzionali, ereditari, sia fattori ambientali. Sui primi - ammesso che ci siano - ancora non abbiamo modo di intervenire, sui secondi forse sì, anche se anche qui non abbiamo certezze. Quello che possiamo fare sicuramente è vedere se in una situazione ci sono possibili ostacoli e trappole per lo sviluppo, come sono spesso le 'cattive abitudini' e le organizzazioni familiari 'disfunzionali', e tentare di evitarle o uscirne prima che si consolidino.
Da come descrive le 'crisi' di suo figlio, se non si sentisse la spada di Damocle della schizofrenia del fratello, queste potrebbero apparire come banali bizze in un bambino che sembra aver preso il potere con bizze e capricci e scene 'isteriche' su una mamma che appare un po' timorosa di intervenire più decisamente e con autorità a guidare i figli e che deve gestire da sola la situazione di due bambini piccoli. Questo è quello che al momento 'si vede' (o meglio si legge): un bambino che sembra riuscire a prevaricare sulla mamma con bizze e scenate tiranniche e che porta via il posto alla sorellina. (Forse qui rivede un po' la situazionein cui si è trovata Lei, ipotizzo...). E rischia di abituarsi male, e questo è rischioso per il suo sviluppo futuro.
Cerchi di non farsi paralizzare dall'esperienza avuta in famiglia e di pensare invece a gestire bene l'"allevamento" dei figli, con suo marito, che evidentemente deve dare più collaborazione alla gestione familiare, possibilmente, per non lasciarla sola davanti a un compito molto gravoso, aggravato da confronti ricordi e paure per l'esperienza passata.
Cordialmente
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#5]
Utente
Gentile Dr. Benedetti,
io sono assolutamente colpita dalla sua sensibilità e acutezza. Lei ha ragione: porto sulle mie spalle un fardello molto pesante, sono diventata madre senza essermi mai sentita realmente figlia, ho lasciato casa dei miei genitori a 17 anni perché la situazione era divenuta insostenibile. Ho vissuto tutti questi anni sentendomi in colpa verso mio fratello gemello per non aver potuto fare nulla per lui. Mi sono sentita in colpa quando sono andata all'estero e mi sono laureata, quando mi sono sposata, quando ho partorito a distanza di 15 mesi l'uno dall'altro due meravigliosi bambini. Il pediatra di M. mi ha detto che il bambino è assolutamente normale e mi ha dato dei suggerimenti pratici che nel giro di pochi giorni hanno portato a notevoli miglioramenti. Sono rimasta stupita di come un tono di voce un po' più deciso possa fare la differenza! Mi interrogo continuamente su cosa sia giusto fare e cosa no, sulla giusta educazione per loro, sull'alimentazione, su come farli sentire il più possibile amati, su come evitar loro le sofferenze che io ho patito da quando ero piccola. Il mio impegno verso i miei figli è costante e responsabile e, in fin dei conti, siamo una famiglia felice. Mio marito lavora tutto il giorno, ma alla sera legge favole per i bambini e nei weekend stiamo bene tutti assieme. é questa felicità che voglio a tutti i costi proteggere, questa felicità che non avevo mai assaporato prima, questa "felicità imperfetta" perché un fratello non si scorda mai!
io sono assolutamente colpita dalla sua sensibilità e acutezza. Lei ha ragione: porto sulle mie spalle un fardello molto pesante, sono diventata madre senza essermi mai sentita realmente figlia, ho lasciato casa dei miei genitori a 17 anni perché la situazione era divenuta insostenibile. Ho vissuto tutti questi anni sentendomi in colpa verso mio fratello gemello per non aver potuto fare nulla per lui. Mi sono sentita in colpa quando sono andata all'estero e mi sono laureata, quando mi sono sposata, quando ho partorito a distanza di 15 mesi l'uno dall'altro due meravigliosi bambini. Il pediatra di M. mi ha detto che il bambino è assolutamente normale e mi ha dato dei suggerimenti pratici che nel giro di pochi giorni hanno portato a notevoli miglioramenti. Sono rimasta stupita di come un tono di voce un po' più deciso possa fare la differenza! Mi interrogo continuamente su cosa sia giusto fare e cosa no, sulla giusta educazione per loro, sull'alimentazione, su come farli sentire il più possibile amati, su come evitar loro le sofferenze che io ho patito da quando ero piccola. Il mio impegno verso i miei figli è costante e responsabile e, in fin dei conti, siamo una famiglia felice. Mio marito lavora tutto il giorno, ma alla sera legge favole per i bambini e nei weekend stiamo bene tutti assieme. é questa felicità che voglio a tutti i costi proteggere, questa felicità che non avevo mai assaporato prima, questa "felicità imperfetta" perché un fratello non si scorda mai!
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Dia retta ai suggerimenti del pediatra, che sembrano giusti, e cerchi di non "interrogarsi continuamente "per essere 'perfetta', si accontenti di essere abbastanza buona. E ricordi che a forza di voler evitare qualcosa si finisce per cascarci dentro, (come nella fiaba della Bella Addormentata, che tutti gli arcolai sono stati distrutti tranne uno, e guarda caso la ragazza va a pungersi... ): quindi a volte meglio andare avanti senza forzare le cose...
Chissà come sono andate le cose con suo fratello, lei non può certo saperlo, nè poteva fare nulla: a un certo punto ha sentito che doveva salvare se stessa, e ha dovuto 'tagliare la corda' - come succede qualche volta ai rocciatori, che non possono fare diversamente, se non vogliono precipitare anche loro nel baratro. Cerchi di uscire dalla trappola dei sensi di colpa, che forse potrà essere più utile così anche a suo fratello, oltre che ai suoi figli.
In bocca al lupo.
Chissà come sono andate le cose con suo fratello, lei non può certo saperlo, nè poteva fare nulla: a un certo punto ha sentito che doveva salvare se stessa, e ha dovuto 'tagliare la corda' - come succede qualche volta ai rocciatori, che non possono fare diversamente, se non vogliono precipitare anche loro nel baratro. Cerchi di uscire dalla trappola dei sensi di colpa, che forse potrà essere più utile così anche a suo fratello, oltre che ai suoi figli.
In bocca al lupo.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 27.1k visite dal 11/09/2010.
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