Titubanza
Buongiorno egregi dottori,
io per 7 mesi, fino ad aprile scorso, ho assunto l’ entact 10mg e non avendo ottenuto risultati apprezzabili ho sospeso la cura.
Poi a metà giugno sono stato visitato (da un dottore molto stimato) in un momento di forte e particolare dolore e sfogandomi, ho pianto di brutto perché ero molto turbato e arrabbiato dalle brutte cose che mi erano state dette il giorno prima da mia madre……………. ed il mio dubbio ora è che nel prescrivermi il Cymabalta forse il dottore può essere stato tratto in errore da quel mio momento di sofferenza.
In passato ho avuto altri 2 – 3 episodi simili e si erano risolti senza l’ ausilio farmacologico.
Nella visita di controllo pensavo che forse potevo "convincere" lo specialista del fatto che non ho bisogno di un antidepressivo, cioè, io pensavo (e fondamentalmente lo penso ancora) di non essere così depresso da aver bisogno del farmaco.
Ho spiegato al psichiatra che sono consapevole del fatto di essere nervoso, represso, frustrato, teso e di aver sempre avuto un CARATTERE UN PO’ MALINCONICO,
ma sono dell' idea di non essere depresso perché ….. (oltre al fatto che prima della cura non avevo disturbi di sonno e non avevo crisi di pianto ingiustificati come suppongo li abbiano i depressi) ………….. 7 anni fa per un breve periodo ho sentito l' enorme dolore interiore che si prova quando si è depressi (essendolo stato per poco tempo) e ho spiegato al dottore che ciò che provavo prima dell' assunzione del farmaco non era una tristezza interiore paragonabile a quella provata 7 anni prima.
Voglio cioè dire che per questi motivi e per il fatto che l’ entact mi aveva dato “pochissimo” io pensavo di poter sospendere la cura.
Ero intenzionato a non prendere più il farmaco;
ma il dottore mi ha detto che se non mi curo commetto un grossissimo errore.
Sto assumendo il Cymbalta 60 e dopo 37 giorni non riesco ancora a capire se effettivamente il farmaco mi sta “dando più gioia di vivere” oppure no.
Sento di non aver bisogno dell’ antidepressivo ma non riesco a non dar retta al psichiatra che mi sta curando perché (persone del ramo) dicono che sia molto preparato in materia.
Non so se sono riuscito a farvi capire quali sono i miei dubbi,lo psichiatra mi ha detto chiaramente: non ho alcun dubbio che lei abbia bisogno di un seretoninergico, ma io mi sto chiedendo:
dato che io è da più di 8 anni che sono così, è possibile che è da tanto tempo che sono depresso e non me ne sono mai reso conto?
Anche se so che la cosa più saggia che posso fare e di fidarmi del dottore che mi ha in cura, resto comunque titubante sull’effettiva necessità che io ho di assumere il farmaco;
per questo, cortesemente, vi chiedo se Voi, dopo aver letto quanto ho esposto sopra, potete darmi un consiglio o qualcosa di simile.
Ringraziandovi per un eventuale aiuto, con osservanza porgo distinti saluti.
A.
io per 7 mesi, fino ad aprile scorso, ho assunto l’ entact 10mg e non avendo ottenuto risultati apprezzabili ho sospeso la cura.
Poi a metà giugno sono stato visitato (da un dottore molto stimato) in un momento di forte e particolare dolore e sfogandomi, ho pianto di brutto perché ero molto turbato e arrabbiato dalle brutte cose che mi erano state dette il giorno prima da mia madre……………. ed il mio dubbio ora è che nel prescrivermi il Cymabalta forse il dottore può essere stato tratto in errore da quel mio momento di sofferenza.
In passato ho avuto altri 2 – 3 episodi simili e si erano risolti senza l’ ausilio farmacologico.
Nella visita di controllo pensavo che forse potevo "convincere" lo specialista del fatto che non ho bisogno di un antidepressivo, cioè, io pensavo (e fondamentalmente lo penso ancora) di non essere così depresso da aver bisogno del farmaco.
Ho spiegato al psichiatra che sono consapevole del fatto di essere nervoso, represso, frustrato, teso e di aver sempre avuto un CARATTERE UN PO’ MALINCONICO,
ma sono dell' idea di non essere depresso perché ….. (oltre al fatto che prima della cura non avevo disturbi di sonno e non avevo crisi di pianto ingiustificati come suppongo li abbiano i depressi) ………….. 7 anni fa per un breve periodo ho sentito l' enorme dolore interiore che si prova quando si è depressi (essendolo stato per poco tempo) e ho spiegato al dottore che ciò che provavo prima dell' assunzione del farmaco non era una tristezza interiore paragonabile a quella provata 7 anni prima.
Voglio cioè dire che per questi motivi e per il fatto che l’ entact mi aveva dato “pochissimo” io pensavo di poter sospendere la cura.
Ero intenzionato a non prendere più il farmaco;
ma il dottore mi ha detto che se non mi curo commetto un grossissimo errore.
Sto assumendo il Cymbalta 60 e dopo 37 giorni non riesco ancora a capire se effettivamente il farmaco mi sta “dando più gioia di vivere” oppure no.
Sento di non aver bisogno dell’ antidepressivo ma non riesco a non dar retta al psichiatra che mi sta curando perché (persone del ramo) dicono che sia molto preparato in materia.
Non so se sono riuscito a farvi capire quali sono i miei dubbi,lo psichiatra mi ha detto chiaramente: non ho alcun dubbio che lei abbia bisogno di un seretoninergico, ma io mi sto chiedendo:
dato che io è da più di 8 anni che sono così, è possibile che è da tanto tempo che sono depresso e non me ne sono mai reso conto?
Anche se so che la cosa più saggia che posso fare e di fidarmi del dottore che mi ha in cura, resto comunque titubante sull’effettiva necessità che io ho di assumere il farmaco;
per questo, cortesemente, vi chiedo se Voi, dopo aver letto quanto ho esposto sopra, potete darmi un consiglio o qualcosa di simile.
Ringraziandovi per un eventuale aiuto, con osservanza porgo distinti saluti.
A.
[#1]
Caro utente,
fortunatamente oggi, noi psichiatri, stiamo molto attenti non solo ai sintomi conclamati, ma anche a quelli sottosoglia, che ci comunicano comunque un grado di sofferenza per il quale bisogna intervenire, per evitare che il quadro si complichi. Non tutte le forme depressive sono uguali e non sempre, anche nella stessa persona, il grado di sofferenza è lo stesso. Dunque, anche se attualmente i sintomi che percepiva non erano simili a quelli di 8 anni fa, questo non vuol dire che non si possa trattare di una forma depressiva che si presenta in maniera diversa.
Per quanto riguarda il suo sfogo durante la seduta, mi sento di rassicurarla, nel senso che uno psichiatra, nel prescrivere una cura, non si basa solo sullo stato d'animo al momento della visita, ma prende in considerazione una serie di fattori (raccolta dell'anamnesi) attraverso i quali cuce la terapia addosso al paziente come può fare un sarto dopo aver preso tutte le misure del cliente.
In ultimo riflettevo su una questione: molto spesso in questi post, molti pazienti si e ci domandano se sia giusto o meno assumere psicofarmaci in base al quadro clinico, se non possano nuocere alla salute, se si diventi dipendenti ecc...! Ma mi e vi chiedo: se un cardiologo o un gastroenterologo o qualsiasi altro specialista prescrive un farmaco , le domande che il paziente si pone sono le medesime? Non credo proprio. Questo penso dipenda dal fatto che ancora oggi la psichiatria è considerata, anche dai pazienti stessi, branca minore della medicina, e ammantata da quell'alone di mistero e di aspetti magici che la cronaca e le convizioni comuni le attribuiscono. Ovviamente si può discutere sull' opportunità o meno di una cura, ma credo bisognerebbe avere più fiducia in chi studia per anni con dedizione una branca della medicina che ha pari dignità rispetto alle altre.
fortunatamente oggi, noi psichiatri, stiamo molto attenti non solo ai sintomi conclamati, ma anche a quelli sottosoglia, che ci comunicano comunque un grado di sofferenza per il quale bisogna intervenire, per evitare che il quadro si complichi. Non tutte le forme depressive sono uguali e non sempre, anche nella stessa persona, il grado di sofferenza è lo stesso. Dunque, anche se attualmente i sintomi che percepiva non erano simili a quelli di 8 anni fa, questo non vuol dire che non si possa trattare di una forma depressiva che si presenta in maniera diversa.
Per quanto riguarda il suo sfogo durante la seduta, mi sento di rassicurarla, nel senso che uno psichiatra, nel prescrivere una cura, non si basa solo sullo stato d'animo al momento della visita, ma prende in considerazione una serie di fattori (raccolta dell'anamnesi) attraverso i quali cuce la terapia addosso al paziente come può fare un sarto dopo aver preso tutte le misure del cliente.
In ultimo riflettevo su una questione: molto spesso in questi post, molti pazienti si e ci domandano se sia giusto o meno assumere psicofarmaci in base al quadro clinico, se non possano nuocere alla salute, se si diventi dipendenti ecc...! Ma mi e vi chiedo: se un cardiologo o un gastroenterologo o qualsiasi altro specialista prescrive un farmaco , le domande che il paziente si pone sono le medesime? Non credo proprio. Questo penso dipenda dal fatto che ancora oggi la psichiatria è considerata, anche dai pazienti stessi, branca minore della medicina, e ammantata da quell'alone di mistero e di aspetti magici che la cronaca e le convizioni comuni le attribuiscono. Ovviamente si può discutere sull' opportunità o meno di una cura, ma credo bisognerebbe avere più fiducia in chi studia per anni con dedizione una branca della medicina che ha pari dignità rispetto alle altre.
[#2]
Ex utente
Egregio dottor Menniti;
La ringrazio per la risposta datami,
voglio dirle che io personalmente gli psichiatri li stimo moltissimo e ho anche tanta fiducia in voi (infatti sto seguendo è seguirò la cura "cymbalta" datami dal dottor anche se l' entact non mi ha dato miglioramenti tangibili ed anche se pensavo di non essere depresso)
Se mi è possibile vorrei porre un’ulteriore domanda:
da quando sto assumendo il Cymbalta è come se avessi le sensazione di:
1) essermi un po’ allontanato dal mio io;
2) avere più difficoltà di concentrazione (è un danno perché ho ripreso da poco l’università);
3) avere meno motivazioni di prima;
4) non dico di essere più pessimista di prima ma………… prima fantasticavo molto più di adesso ed in un certo senso ero quindi più speranzoso;
5) sensazione di respiro più corto;
6) diminuzione di forza fisica;
tutte queste sono solo sensazione mie o sono “effetti negativi” del farmaco?
Nel secondo caso: --- andranno scemando con il prosieguo della cura o me li porterò dietro fino al termine della stessa ?
Considerando che voi psichiatri "fate ritornare in vita" milioni di persone "morte dentro", personalmente ritengo che la psichiatria sia una branca della medicina immensamente importante e utile, per questo io mi permetto di ringraziarvi tantissimo per la vostra professionalità e la vostra umanità e, Grazie a tutti voi psichiatri che avete studiato tanto la psichiatria e che continuerete a farlo.
Cordialissimi saluti.
La ringrazio per la risposta datami,
voglio dirle che io personalmente gli psichiatri li stimo moltissimo e ho anche tanta fiducia in voi (infatti sto seguendo è seguirò la cura "cymbalta" datami dal dottor anche se l' entact non mi ha dato miglioramenti tangibili ed anche se pensavo di non essere depresso)
Se mi è possibile vorrei porre un’ulteriore domanda:
da quando sto assumendo il Cymbalta è come se avessi le sensazione di:
1) essermi un po’ allontanato dal mio io;
2) avere più difficoltà di concentrazione (è un danno perché ho ripreso da poco l’università);
3) avere meno motivazioni di prima;
4) non dico di essere più pessimista di prima ma………… prima fantasticavo molto più di adesso ed in un certo senso ero quindi più speranzoso;
5) sensazione di respiro più corto;
6) diminuzione di forza fisica;
tutte queste sono solo sensazione mie o sono “effetti negativi” del farmaco?
Nel secondo caso: --- andranno scemando con il prosieguo della cura o me li porterò dietro fino al termine della stessa ?
Considerando che voi psichiatri "fate ritornare in vita" milioni di persone "morte dentro", personalmente ritengo che la psichiatria sia una branca della medicina immensamente importante e utile, per questo io mi permetto di ringraziarvi tantissimo per la vostra professionalità e la vostra umanità e, Grazie a tutti voi psichiatri che avete studiato tanto la psichiatria e che continuerete a farlo.
Cordialissimi saluti.
[#3]
Ex utente
Chiedo scusa per l'insistenza ..............
mi rendo conto che la "reazione" agli antidepressivi è soggettiva;
ma il fatto che io non abbia ricevuto un chiarimento riguardo la domanda sopra, vuol dire per caso che non esiste una risposta nemmeno "teorica" ?
Poichè mi sta causando dei problemi con lo studio (ed ho già quasi 30 anni), volevo sapere se in linea di massima gli effetti negativi del Cymbalta saranno svaniti o ancora no ?
Cordialità
mi rendo conto che la "reazione" agli antidepressivi è soggettiva;
ma il fatto che io non abbia ricevuto un chiarimento riguardo la domanda sopra, vuol dire per caso che non esiste una risposta nemmeno "teorica" ?
Poichè mi sta causando dei problemi con lo studio (ed ho già quasi 30 anni), volevo sapere se in linea di massima gli effetti negativi del Cymbalta saranno svaniti o ancora no ?
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 28/07/2007.
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