La ginnastica è consigliata

Buongiorno,
da almeno tre anni non riesco più a fare attività fisica, palestra o ginnastica per intenderci. Ogni volta che andavo in palestra, poi, dopo qualche ora, a casa, magari di notte mentre dormivo, mi svegliavo di colpo con freddo, braccio sinistro intorpidito, senso di oppressione al petto, senso di svenimento, a volte cuore in gola. Siccome sporadicamente questo fenomeno mi è capitato anche di giorno durante la normale routine il mio medico dopo avermi fatto fare un cardiogramma l'ha classificato come attacco di panico (senza preoccuparsi comunque di curarlo ma dicendomi che devo io reagire). Ho abbandonato la palestra però tengo a mantenere il mio peso così dopo due anni di inattività da un paio di mesi ho ripreso a fare ginnastica in casa. il problema si è puntualmente ripresentato. ogni volta che faccio ginnastica, dopo tre/quattro ore questa crisi. Sinceramente ho il terrore di avere qualcosa, che non sia veramente un attacco di panico, che so angina per esempio, e comunque al termine mi lascia talmente spossata che ogni volta che mi programmo di fare ginnastica la vivo con l'ansia del dopo. Siccome ho letto che la ginnastica è consigliata per chi soffre di attacchi di panico è possibile che invece li provochi? e come posso superare il problema? Tenete presente che la stesa cosa mi succede se vado ad un trekking di una giornata, o dopo una biciclettata, per cui mi limita molto le relazioni con gli altri. Grazie per i consigli.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
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Utente
Utente
No, il medico di base, che ha "sentenziato" trattarsi di attacchi di panico non mi ha mai voluto prescrivere visite psichiatriche o medicine per questo disturbo, limitandosi a dirmi che devo reagire e superare da sola la cosa
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Se la diagnosi del singolo episodio è stata fatta mancano due elementi logici. Il primo è verificare la presenza di un disturbo di panico, che non consiste solo di attacchi ma anche di un condizionamento comportamentale, in effetti lei lo riferisce ma va stabilito se lo esprime e lo ha sviluppato con i modi e con il tipo di pensieri tipici di questo disturbo.
In secondo luogo la terapia. L'espressione "reagire da solo" non ha senso rispetto a nessuna diagnosi, quindi neanche a questa. Non c'è niente da superare come non c'è in chi soffre di ipertensione, diabete o gastriti. C'è da inquadrarlo e curarlo se mai.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie per la risposta Dr. Pacini, il problema è che l'episodio non è singolo, ma la situazione va avanti da tre anni solo che ritengo che sentenziare trattasi di crisi di panico solo da un cardiogramma in cui risulta tutto negativo mi sembra poco. Ho letto per esempio che esiste l'angina a riposo (isto che a me avviene circa 3/4 ore dopo lo sforzo) e che non è rilevabile dal cardiogramma tranne se effettuato nel momento dell'attacco. Qualora veramente si trattasse di attacchi di panico, come Lei afferma, e dopo tre anni, non credo assolutamente di potercela fare da sola come vuole farmi credere il mio medico.
Sono riuscita a farmi prescrivere dal mio medico un cardiogramma sotto sforzo, anche se non credo che serva a molto visto che il mio malessere non compare durante lo sforzo. Sarebbe forse più utile un'ecografia? Oppure dovrei abbandonare l'idea di un problema al cuore e pensare ad una visita pschiatrica come suggerito dal dr. Ruggiero? Sinceramente non so che fare ed il mio medico di base la prende sottogamba per lui la faccenda è chiara e chiusa così ma io ci convivo male ed ogni volta che mi capita mi spavento e penso a chissà cosa possa avere anche se probabilmente se fosse qualcosa di grave in tre anni forse qualcosa sarebbe successa. Grazie in anticipo per l'eventale risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Il panico si diagnostica con una visita psichiatrica. Non spetta a Lei leggere per decidere quali diagnosi possibili ci sono cercando i sintomi qua e là, non è così che si ragiona in medicina. Lei ha ricevuto un parere, sorvola e continua a cercare cause in una direzione che ha deciso Lei.
Non deve convincere il medico a prescrivere esami su sua indicazione, è il medico che deve decidere cosa ritiene di fare.
Vero è anche che se l'impressione del medico è che si tratti di panico, che questo sia fatto accertare come si farebeb per qualsiasi altra ipotesi, e si proceda con la cura eventuale.

La terapia del disturbo di panico è una terapia comune e non complicata.
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