Convivere con una persona affetta da disturbo psicotico / schizofrenia disorganizzata
gentili dottori
in famiglia siamo quattro: madre, padre, io e un fratello di 27 anni che soffre di "disturbo psicotico/schizofrenia disorganizzata" da quattro anni.
convivere con questo mio fratello è una cosa quasi impossibile, mia madre è depressa e priva di vita, mi sembra proprio che si possa identificare in una donna che prova un certo "senso di lutto".
mio padre è come se non ci fosse, tratta mio fratello come un povero pazzo insensibile e molto spesso questo modo di fare del mio genitore mi porta ad avere crisi di violenza dato che mi sento impotente di fermare un padre che non aiuta PER NIENTE un suo figlio che è malato.
mio fratello quest'anno è stato ricoverato per la seconda volta in una clinica, come sempre reparto psichiatria, per una settimana, il medico psichiatra che lo ha in cura ha voluto ricoverarlo perché voleva cambiargli la terapia farmacologica.
da quando è stato male è stato ricoverato 1 volta nel 2006, una volta nel 2008, una nel 2009 e due volte in quest'anno.
so benissimo che le diagnosi dei medici sono una convenzione, ma se può essere utile a mio fratello sono state diagnosticate le seguenti cose (da medici diversi)
- disturbo bipolare di [credo] II tipo (medico specialista)
- schizofrenia disorganizzata (asl)
- disturbo psicotico (clinica/attuale psichiatra curante)
La mia domanda, quindi, è: come devo fare a convivere con tutto questo? Non riesco a stare vicino a mio fratello, è più forte di me, non riesco ad aiutarlo, non riesco a seguirlo quando parla, non riesco ad accettare il fatto che stia male, lui molte volte non vuole prendere la terapia. non riesco a convivere con mio padre che demoralizza me e mia madre che si ritiene depressa per tutta questa situazione, non riesco a convivere con mio fratello che non si ritiene malato e che *giustamente* non vuole prendere la terapia farmac perché lo fa intontire, lo psichiatra precedente aveva detto che aveva bisogno di farmaci+psicoterapia ma a quanto ne ho capito non ha fatto una vera e propria psicoterapia come si deve, a chi devo rivolgermi? alla polizia, al medico di base che non mi ispira x niente fiducia, a un qualsiasi psichiatra dell'asl? allo psichiatra precedente? all'ordine degli psicoterapeuti?
Vi ringrazio per l'attenzione ma io non riesco più a sopportare questa situazione, mi sento demotivato a rimanere in casa. Avrei bisogno di avere qualche consiglio o parere, mi piacerebbe anche leggere libri che suggeriscono come convivere con una persona affetta da questa malattia e che non si vuole per niente curare perché non si ritiene malata
in famiglia siamo quattro: madre, padre, io e un fratello di 27 anni che soffre di "disturbo psicotico/schizofrenia disorganizzata" da quattro anni.
convivere con questo mio fratello è una cosa quasi impossibile, mia madre è depressa e priva di vita, mi sembra proprio che si possa identificare in una donna che prova un certo "senso di lutto".
mio padre è come se non ci fosse, tratta mio fratello come un povero pazzo insensibile e molto spesso questo modo di fare del mio genitore mi porta ad avere crisi di violenza dato che mi sento impotente di fermare un padre che non aiuta PER NIENTE un suo figlio che è malato.
mio fratello quest'anno è stato ricoverato per la seconda volta in una clinica, come sempre reparto psichiatria, per una settimana, il medico psichiatra che lo ha in cura ha voluto ricoverarlo perché voleva cambiargli la terapia farmacologica.
da quando è stato male è stato ricoverato 1 volta nel 2006, una volta nel 2008, una nel 2009 e due volte in quest'anno.
so benissimo che le diagnosi dei medici sono una convenzione, ma se può essere utile a mio fratello sono state diagnosticate le seguenti cose (da medici diversi)
- disturbo bipolare di [credo] II tipo (medico specialista)
- schizofrenia disorganizzata (asl)
- disturbo psicotico (clinica/attuale psichiatra curante)
La mia domanda, quindi, è: come devo fare a convivere con tutto questo? Non riesco a stare vicino a mio fratello, è più forte di me, non riesco ad aiutarlo, non riesco a seguirlo quando parla, non riesco ad accettare il fatto che stia male, lui molte volte non vuole prendere la terapia. non riesco a convivere con mio padre che demoralizza me e mia madre che si ritiene depressa per tutta questa situazione, non riesco a convivere con mio fratello che non si ritiene malato e che *giustamente* non vuole prendere la terapia farmac perché lo fa intontire, lo psichiatra precedente aveva detto che aveva bisogno di farmaci+psicoterapia ma a quanto ne ho capito non ha fatto una vera e propria psicoterapia come si deve, a chi devo rivolgermi? alla polizia, al medico di base che non mi ispira x niente fiducia, a un qualsiasi psichiatra dell'asl? allo psichiatra precedente? all'ordine degli psicoterapeuti?
Vi ringrazio per l'attenzione ma io non riesco più a sopportare questa situazione, mi sento demotivato a rimanere in casa. Avrei bisogno di avere qualche consiglio o parere, mi piacerebbe anche leggere libri che suggeriscono come convivere con una persona affetta da questa malattia e che non si vuole per niente curare perché non si ritiene malata
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Gentile utente,
comprendo le sue difficoltà perchè sono le difficoltà di centinaia di familiari che tutti i giorni si trovano a dover combattere contro malattie di cui sanno poco o nulla, contro il dolore di vedere un proprio caro strappato dalla rporpia vita e dalla propria famiglia, spesso anche contro un sistema sanitario che si prende cura del paziente ma non bada a chi gli sta intorno. Purtroppo , ancora oggi, questo è il mondo e le difficoltà che ruota attorno alle gravi patologie psichiatriche. Riguardo alla diagnosi di suo fratello non possiamo esprimere giudizi poichè non possiamo visitarlo direttamente. tuttavia, da quello che lei descrive appare chiaro che si tratti di un disturbo altamente invalidante. Quello che posso dirle è che la terapia farmacologica è di fondamentale importanza per cercare di ripristinare il miglior equilibrio possibile e di evitare ricadute. La sedazione è un effetto collaterale spesso ricercato in alcune fasi della malattia, che dovrebbe essere ridotto nei periodi di relativo benessere. LA psicoterapia, in questi casi, può essere utile nel momento in cui si sia ristabilito un certo compenso psicopatologico e comunque sempre a giudizio dello specialista curante. La psicoterapia non è utile per tutte le patologie, e non tutti i pazienti sono adatti a portare avanti una psicoterapia.
Cordiali saluti
comprendo le sue difficoltà perchè sono le difficoltà di centinaia di familiari che tutti i giorni si trovano a dover combattere contro malattie di cui sanno poco o nulla, contro il dolore di vedere un proprio caro strappato dalla rporpia vita e dalla propria famiglia, spesso anche contro un sistema sanitario che si prende cura del paziente ma non bada a chi gli sta intorno. Purtroppo , ancora oggi, questo è il mondo e le difficoltà che ruota attorno alle gravi patologie psichiatriche. Riguardo alla diagnosi di suo fratello non possiamo esprimere giudizi poichè non possiamo visitarlo direttamente. tuttavia, da quello che lei descrive appare chiaro che si tratti di un disturbo altamente invalidante. Quello che posso dirle è che la terapia farmacologica è di fondamentale importanza per cercare di ripristinare il miglior equilibrio possibile e di evitare ricadute. La sedazione è un effetto collaterale spesso ricercato in alcune fasi della malattia, che dovrebbe essere ridotto nei periodi di relativo benessere. LA psicoterapia, in questi casi, può essere utile nel momento in cui si sia ristabilito un certo compenso psicopatologico e comunque sempre a giudizio dello specialista curante. La psicoterapia non è utile per tutte le patologie, e non tutti i pazienti sono adatti a portare avanti una psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 30.3k visite dal 15/08/2010.
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