Crisi ansioso depressiva con attacchi di panico
Mio fratello qualche anno fa gli è stata riscontrata una sindrome ansioso depressiva con attacchi di panici, in origine fu curato da un neurologo, poi successivamente da uno psichiatra, attualmente è in cura presso il centro di igiene mentale della città di residenza. Il problema è che essendo ex militare di carriera, l'amministrazione della difesa vorrebbe assegnarlo come sede di lavoro a 200Km da casa, il medico legale, che ha redatto un certificato con anamnesi e prognosi e il medico psichiatra che l'ho a in cura ha detto che sarebbe deleterio per lui, interrompere la terapia. Inoltre lo abbiamo sottoposto a visita all'ASL di appartenenza, che ha sconsigliato vivamente un allontanamento.
In passato è stato sottoposto anche a visita di idoneità da parte dei medici militari, che si sono solo limitati a riportare le patologie che lo hanno portato alla riforma. Cosa potrei fare? Grazie per l'opportunità:
In passato è stato sottoposto anche a visita di idoneità da parte dei medici militari, che si sono solo limitati a riportare le patologie che lo hanno portato alla riforma. Cosa potrei fare? Grazie per l'opportunità:
[#1]
Gentile utente,
per quale motivo a seguito di un trasferimento a 200 Km da casa la persona dovrebbe interrompere la terapia ?
Se questo tipo di prospettiva costituisce un così serio problema sembrerebbe più che altro che il disturbo non sia compensato.
Che cura sta seguendo ?
per quale motivo a seguito di un trasferimento a 200 Km da casa la persona dovrebbe interrompere la terapia ?
Se questo tipo di prospettiva costituisce un così serio problema sembrerebbe più che altro che il disturbo non sia compensato.
Che cura sta seguendo ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Ex utente
Per quanto riguarda il cambio dello psicoterapeuta, disse che le sue cose le diceva solo al suo Dottore, visto che da circa due anni e mezzo è in cura con lui, è a dire il vero ha instaurato un ottimo rapporto.
Credo terapia di supporto, dove parla delle sue paure e dei suoi stati d'animo.
Inoltre, qualche tempo fa, dopo un pronto soccorso per un attacco di panico, il medico psicoterapeuta e il medico legale che ha redatto la relazione, ci dissero che dovevamo risolvere i suoi problemi quotidiani che alle volte possono essere problematici per lui.
Grazie dottore per le risposte, ma non so proprio come fare, è stato sottoposto anche a visita all'ASL, e il medico che lo visitò a suo tempo mi disse di inoltrare domanda per una legge 104. Tutti concordano sullo stesso punto, solo i medici militari non hanno detto nulla a riguardo. Nuovamente grazie
Credo terapia di supporto, dove parla delle sue paure e dei suoi stati d'animo.
Inoltre, qualche tempo fa, dopo un pronto soccorso per un attacco di panico, il medico psicoterapeuta e il medico legale che ha redatto la relazione, ci dissero che dovevamo risolvere i suoi problemi quotidiani che alle volte possono essere problematici per lui.
Grazie dottore per le risposte, ma non so proprio come fare, è stato sottoposto anche a visita all'ASL, e il medico che lo visitò a suo tempo mi disse di inoltrare domanda per una legge 104. Tutti concordano sullo stesso punto, solo i medici militari non hanno detto nulla a riguardo. Nuovamente grazie
[#5]
Gentile utente,
La depressione e il disturbo di panico sono malattie che devono essere curate come tali, i problemi quotidiani non ne sono la causa, in chi ne soffre tutto può diventare un problema quotidiano.
Fermo restando che le relazioni sono documenti su cui le commissioni basano il loro giudizio, e che ciascuno è libero di decidere di farsi assistere come crede, solitamente però quando un disturbo non è resistente alle cure, ed è passato un periodo sufficientemente lungo dall'inizio delle stesse, la persona non ha questi limiti così rigidi nella gestione della propria vita. Questo soltanto rispetto al tipo di situazione terapeutica. Rispetto al discorso medicolegale, nella mia esperienza di solito le indicazioni del medico sono rispettate nei limiti di quanto l'ente può fare, cioè se hanno soluzioni compatibili con le esigenze della persona.
La depressione e il disturbo di panico sono malattie che devono essere curate come tali, i problemi quotidiani non ne sono la causa, in chi ne soffre tutto può diventare un problema quotidiano.
Fermo restando che le relazioni sono documenti su cui le commissioni basano il loro giudizio, e che ciascuno è libero di decidere di farsi assistere come crede, solitamente però quando un disturbo non è resistente alle cure, ed è passato un periodo sufficientemente lungo dall'inizio delle stesse, la persona non ha questi limiti così rigidi nella gestione della propria vita. Questo soltanto rispetto al tipo di situazione terapeutica. Rispetto al discorso medicolegale, nella mia esperienza di solito le indicazioni del medico sono rispettate nei limiti di quanto l'ente può fare, cioè se hanno soluzioni compatibili con le esigenze della persona.
[#6]
Ex utente
Credo nel suo autorevole consiglio, sta di fatto che mio fratello non riuscirebbe né a prendere casa a Roma e vivere da solo badando a se stesso, né a viaggiare su e giù. Chiederò spiegazione al medico psichiatra che lo ha in cura, anche se lui, a suo tempo mi disse che le cure erano molto lunghe.
[#8]
Gentile utente,
in base alla diagnosi che mi ha riferito (sindrome ansioso depressiva con panico) e alla situazione di autonomia attuale (mi pare scarsa almeno in termini di possibilità di spostarsi e di vivere lontano dalla propria città d'origine), se questi limiti sono legati ai sintomi del panico e della depressione, direi che la cura andrebbe riconsiderata. Può anche semplicemente darsi che di cure ne siano state provate diverse e che il disturbo sia resistente, cioè non migliora molto nonostante le cure. In linea generale, in due anni una depressione che risponde adeguatamente alle cure non pone più limiti del genere.
Non posso indicarvi se cambiare o meno il terapeuta, cosa che è decisione vostra. A quanto pare la persona si trova bene umanamente con il terapeuta. Va tenuto però presente che le cure devono anche seguire un criterio di efficacia.
in base alla diagnosi che mi ha riferito (sindrome ansioso depressiva con panico) e alla situazione di autonomia attuale (mi pare scarsa almeno in termini di possibilità di spostarsi e di vivere lontano dalla propria città d'origine), se questi limiti sono legati ai sintomi del panico e della depressione, direi che la cura andrebbe riconsiderata. Può anche semplicemente darsi che di cure ne siano state provate diverse e che il disturbo sia resistente, cioè non migliora molto nonostante le cure. In linea generale, in due anni una depressione che risponde adeguatamente alle cure non pone più limiti del genere.
Non posso indicarvi se cambiare o meno il terapeuta, cosa che è decisione vostra. A quanto pare la persona si trova bene umanamente con il terapeuta. Va tenuto però presente che le cure devono anche seguire un criterio di efficacia.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.2k visite dal 04/08/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?