Ansia, emozioni assenti, sensazioni di rigidità nella testa

Cari Dottori, sono un ragazzo di 25 anni e vorrei esporre un problema che mi porto avanti da alcuni anni ma che si è notevolmente accentuato negli ultimi 2 e che mi impedisce di svolgere una vita normale recandomi una sofferenza atroce.
Premetto che fin dall età di 12 anni ho avuto una serie di crisi d'ansia con sensazioni di soffocamento visto che immaginavo di strozzarmi con oggetti volanti,tipo gessetti che i compagni buttavano in classe; piano piano si sono calmate nel tempo ma sono rimaste latenti essendo una persona ansiosa e insicura (in passato soffrivo di sudorazione massiccia in momenti di stress, terrore nel ritrovarsi al centro dell attenzione e sono sempre stato di umore un po melanconico). Verso i 18 anni (metà 2002)ahimé ho cominciato a fumare cannabis (ho smesso ormai da quasi 9mesi anche se negli ultimi due anni ne ho fatto uso di rado)dapprima in modo occasionale e dopo svariati mesi prendendo il vizio sempre piu frequentemente fino a farlo diventare una cosa quasi quotidiana anche se in quantità modeste nei primi anni fino a salire di "dosi" fino a 3/4 canne al giorno.
All'inizio il mio consumo nn si è rivelato particolarmente problematico, mi sentivo bene mi aiutava a socializzare e la usavo per quello in quanto sono sempre stato troppo timido e complessato per aprirmi a gente che non faceva parte del mio gruppo. Dopo alcuni mesi smisi in seguito ad un attacco di panico devastante dovuto alla sostanza ma ricominciai dopo poco per le crise d ansia che il non fumare piu mi recavano e per il fatto di essere isolato dal gruppo. Da quel momento afumare nn fu piu la stessa cosa, soffrivo di ansia anche durante il consumo, un ansia forte che mi inibiva completamente. In seguito a ebbi un episodio alquanto strano che avvenne nel 2004 durante il quale mi ricordo di essermi svegliato e di ritrovarmi come annebbiato e molto strano, non mi sentivo piu me stesso come se fossi in un incubo e provavo molta ansia, questa sensazione svani' pochi giorni dopo ma da li in poi notai una difficoltà maggiore nel provare emozioni anche se tutto sommato le cose erano pressochè normali rispetto al mio stato abituale.
Malgrado qualche pausa ricominciai di nuovo a fumare di tanto in tanto e delle situazioni di melanconia si presentarono sempre piu spesso e l anno dopo ebbi un altra specie di "viaggio mentale" negativo nel quale poi rimasi nel senso che da quel momento persi tutte le mie passioni,i miei interessi anche il calcio non mi stimolava piu e non tifavo piu, l'affetto verso i cari o anche il provare tutte le emozioni come la tristezza o la gioia persino l amore era come se fossi anestetizzato. Questa condizione è peggiorata gradualmente anche dopo l arresto del consumo e attualmente presento anche delle sensazioni di rigidità nella testa e ansia frequente, non riesco piu a tornare come prima e a volte penso che sia meglio non vivere piu piuttosto che continuare cosi. Vorrei sapere se ho qualche speranza di tornare indietro,grazie in anticip
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Quelle che descrive sono reazioni piuttosto tipiche del consumo protratto di cannabis, probabilmente si sviluppano sulla base di una vulnerabilità particolare. La componente ansiosa di queste sindromi è curabile in maniera pressoché uguale a quella dei disturbi d'ansia spontanei. Le fasi umorali indotte dalla cannabis, o "condite" dalla cannabis pongono qualche problema in più di tipo diagnostico e terapeutico, soprattutto se il consumo prosegue. In ogni caso si tratta di disturbi noti e curabili. I rischi della prosecuzione dell'uso di cannabis non si esauriscono qui, per cui sarebbe necessario sia porre adesso una diagnosi, sia discutere e farsi spiegare bene a quali rischi si va incontro.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Utente
Utente
Caro Dottor Pacini, la ringrazio prima di tutto per la sua risposta, purtroppo mi sono sempre fidato del filone di persone e scienziati che dicevano che l uso di cannabis non dava problemi a lungo termine a parte la schizofrenia se predisposti,durante i primi sintomi di ansia spropositata rispetto a quella provata di solito, di melanconia profonda e pensieri piu neri ho sempre pensato che fosse dovuto al mio stato personale e non direttamente legate al consumo.Purtroppo in seguito le cose sono peggiorate fino a lasciarmi nel mio stato attuale. So che per lei non è facile dare una diagnosi con queste informazioni di base ma personalmente purtroppo non mi sento depresso come tutti quelli che mi stanno attorno mi dicono, nel senso che se ogni tanto mi viene da piangere è dovuto al fatto di non riuscire a provare niente come prima,a vivere e approfittare delle cose belle della vita, ma anche di quelle brutte, poi non ho difficoltà ad addormentarmi non sono irrequieto ne ho perso appetito non capisco.Ho letto di una sindrome amotivazionale ma di solito questa sparisce e io ho smesso da almeno 9 mesi e negli ultimi 2 anni ho consumato qualche sporadica volta (meno di 10). La cosa strana del mio non provare niente è ance il fatto di non annoiarmi piu potrei stare ore a non fare niente visto che non ho neanche piu la nozione del tempo;tutto cio' è molto triste e il fatto di non capire cos'ho e pensare di restare cosi per sempre mi fa pensare sempre brutte cose facendomi sentire ancora peggio in quanto sensazioni all interno dlla testa che spesso quando fumo una sigaretta mi colpiscono,non è un verodolore ma io lo asscio piu a una sorta di ansia, avessi una psicosi avrei allucinazioni o comportamenti anomali invece no..da due mesi sto prendendo dell iperico in dosi massicce come prescritto dall omeopata ma la mia situazione non è migliorata piu di tanto. Non vorrei aver danneggiato il mio sistema limbico e la mia paura è quella di dover prendere psicofarmaci per ristabilire il mio sistema dopaminergico a vita e visto che anche sotto il profilo sessuale le cose non vanno piu non provando piu neanche l orgasmo durante l eiaculazione da svariati anni.
Non mi dilungo piu e la ringrazio ancora una volta per il tempo da lei dedicatomi, spero che possa rassicurarmi sulle possibilità di guarigione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

La sindrome amotivazionale è nota, ma è un modo per indicare la sindrome da intossicazione cronica da cannabis, che di solito è di tipo prevalentemente affettivo-ansioso, la psicosi è un evento più raro.
Purtroppo tra la generica predisposizinoe alla schizofrenia (che non è una malattia direttamente genetica) e avere la schizofrenia ce ne passa, e purtroppo sembra che un consumo protratto di cannabis produca questo salto.
Su questo c'è un articolo "psicosi da cannabis" nella sezione MinForma, più che altro per suo interesse se vuole approfondire.
Per quanto concerne la cura di queste condizioni, mi suona strano l'abbinamento tra "omeopatia" e "dosi massicce", e comunque esistono cure psichiatriche di riferimento per le diverse sindromi, senza avventurarsi in soluzioni non note. L'iperico è a tutti gli effetti uno psicofarmaco assimilabile agli antidepressivi, esiste anche come farmaco vero e proprio come tutti gli altri.
Non è da usarsi però come rimedio a largo spettro, ha sue indicazioni e controindicazioni.
Il timore di usare farmaci è paradossale, se dovrebbero aiutarla a ristabilire le funzioni danneggiate, perché averne timore ?
Direi che è opportuno un inquadramento diagnostico sia della situazione presente che in generale del tipo di vulnerabilità nel tempo, così da poter avere spiegazioni sulle opzioni di cura più opportune.
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Utente
Utente
Caro Dottor Pacini,

dopo aver letto l'articolo della sezione MinForma sulla psicosi da cannabis mi ritrovo in una parte dei sintomi descritti per la forma piu lieve in quanto ad apatia con la perdita del significato affettivo degli oggetti esterni e disagio nelle interazioni sociali,non riesco a capire cosa siano pensieri con associazioni incomprensibili ma non penso di soffrirne. Piuttosto il non sentirmi in grado come una volta di provare dispiacere vedendo qualcuno che soffre o subisce un ingiustizia, sentirmi come bloccato o non piu capace di provare le cose restando sempre nel solito stato di rigidità anche a livello delle tempie,non riuscendo bene a formulare pensierei come durante una crisi d ansia our vivendo una cosa diversa in effetti non ci capisco piu molto e gli psicologi da cui sono stato uno non aveva capito l entità del problema e m'aveva detto che sarebbe passato,il secondo senza esprimersi sull eventuale guarigione puntava tutto su di una terapia a lungo termine. Mi sono rivolto all'omeopata in quanto ascoltando chi mi stava vicino mi sono convinto a credere che fosse una forma di depressione e quindi risolvere il problema con prodotti naturali visto l'abuso di cannabis fatto in precedenza: sempre secondo l'omeopata dopo questionario tipo scala di hamilton è risultato che potevo esserlo e quindi ho iniziato a prendere 900 mg di iperico al di per passare da 3 settimane a questa parte a 1800mg al di, le cose sono migliorate di poco anche perchè sono passato da una fase in cui ero praticamente isolato in camera mia per mesi e ultimamente le cose si sono un po smosse pur non cambiando l essenza dei problemi,tutt al piu ridurre gli stati di confusione che permangono. Il fatto di avere paura a prendere psicofarmaci deriva dalla paura di esserne dipendente a lungo termine e soprattutto di subirne effetti secondari e inoltre paura nel non essere capito nel non spiegare in modo esatto cos'ho in quanto è difficile da spiegare e quindi un errore nella diagnosi che mi faccia sembrare un malato grave e necessitante cure drastiche.

la ringrazio ancora una volta per i suoi chiarimenti e consigli.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"fatto di avere paura a prendere psicofarmaci deriva dalla paura di esserne dipendente a lungo termine e soprattutto di subirne effetti secondari e inoltre paura nel non essere capito nel non spiegare in modo esatto cos'ho in quanto è difficile da spiegare e quindi un errore nella diagnosi che mi faccia sembrare un malato grave e necessitante cure drastiche."

La questione della dipednenza è un timore, non corrisponde ad alcuna realtà biologica. La necessità di una cura è dettata dalla malattia, se questa persiste persiste la possibilità di trarre beneficio dalle cure, altrimenti no. Stiamo parlando ovviamente di schemi terapeutici, non di uso di medicinali "libero".
Paradossalmente, nessuno ha timore di divenire dipendente dalle droghe, specialmente chi le ha provate e le ha gradite. Eppure questo invece è biologicamente noto.

Gli effetti secondari ci possono essere in ogni cura, non sono da accettare senza appello o sicuri, quindi il discorso che fa esprime più che altro una diffidenza generica.

Un medico fa una diagnosi sulla base di elementi che è abituato a considerare, anche pochi. la paura di non dire tutto, l'arrivare alla visita con foglietti scritti, il timore di essere stato sopra/sottovalutato sono sintomatici se mai di uno stato ansioso.

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