Bezodiazepine: emivita e durata di azione non coincidono?
gentili Dottori,
per almeno nove anni -dai 21 ai 30- (ora ne ho ho 44) ho assunto TAVOR (dose media 2,5mg 2 volte al dìma ho fatto di peggio, prendendolo x farmi coraggio anche prima di uscire la sera con le amiche. A 22 anni.): prendendo la prima pastiglia alle 7 del mattino arrivavo alle 13 che già sentivo tornata l'ansia. Da sottolineare che ero in cura con un antidepressivo + un ansiolitico. Questo a partire dai 21 anni. L'antidepressivo fu prima PROTIADEN (era il 1987) per 3 anni, poi LAROXYL per altri 6. Cure diverse, medici diversi. Facevo anche psicoterapia -dai 24 ai 27 anni- ma con un dottore che definire sbagliato è dir poco. Dovrebbero radiarlo dall'albo.
Da quell'esperienza con le benzodiazepine mi è rimasto il terrore di sentire la fine dell'effetto di un ansiolitico
Quando approdai nello studio di un medico bravo e serio (farmacologo che mi spedì subito a fare anche psicoterapia) avevo 30 anni.
A questo specialista spiegai il mio pessimo rapporto col TAVOR e lui mi disse -più o meno- che il tavor ci mette 20 minuti a fare effetto e il suo effetto cessa però anche bruscamente perciò sentivo l'ansia tra una pastiglia e l'altra. il SERPAX invece a fare effetto ci metteva due ore e l'effetto cessava molto più dolcemente.
La mia psicoterapeuta (da cui vado ormai da 14 anni sì lo so detto così sembro un caso disperato a volte lo dico alla dottoressa) essendo anche psichiatra mi aveva cambiato lo ZOLOFT+SERPAX datimi allora dal farmacologo, in un periodo per me di forte ansia -datato 2008- col SEROXAT. Col seroxat non avevo più bisogno di prendere SERPAX ma nemmeno avevo voglia di fare niente e poi tre giorni di niente seroxat per pigrizia ad andare dal medico mi procurarono degli effetti da sospensione (brusca, sì, lo ammetto) da paura: vomito capogiri sogni orribili nausea pianto improvviso
Dopo un anno e mezzo di seroxat (dal 1996 al 2008 ZOLOFT) abbiamo quindi provato l'ENTACT. Ma con l'Entact sento a volte il bisogno di un ansiolitico.
Tavor 1/2 pastiglia da 1 al bisogno (una scatola mi è durata dall'8 marzo 2010 a fine giugno) ma dal momento che il tavor lo voglio evitare e il SERPAX non lo trovo più (MA PERCHE'???) la dottoressa ha detto LEXOTAN. Mezza pastiglietta.
Io ne voglio uno il cui effetto sparisca con così tanta calma che manco me ne accorgo: ecco questo è il succo del discorso.
E poi a dire il vero mica sono poi così contenta dell'ENTACT... o forse sono io che pretendo che siano i farmaci a cambiarmi la vita, ma questa è un'altra storia
Grazie di avermi letto
mi piacerebbe tanto avere una Vostra risposta
P.S. il nome del farmcologo mi pare d'aver capito che non è corretto scriverlo ma ha scritto molti libri sugli psicofarmaci e a me lui è piaciuto molto da subito e di medici ne ho visti tanti, il 90% non adatti a fare gli psichiatri e forse manco i dottori
per almeno nove anni -dai 21 ai 30- (ora ne ho ho 44) ho assunto TAVOR (dose media 2,5mg 2 volte al dìma ho fatto di peggio, prendendolo x farmi coraggio anche prima di uscire la sera con le amiche. A 22 anni.): prendendo la prima pastiglia alle 7 del mattino arrivavo alle 13 che già sentivo tornata l'ansia. Da sottolineare che ero in cura con un antidepressivo + un ansiolitico. Questo a partire dai 21 anni. L'antidepressivo fu prima PROTIADEN (era il 1987) per 3 anni, poi LAROXYL per altri 6. Cure diverse, medici diversi. Facevo anche psicoterapia -dai 24 ai 27 anni- ma con un dottore che definire sbagliato è dir poco. Dovrebbero radiarlo dall'albo.
Da quell'esperienza con le benzodiazepine mi è rimasto il terrore di sentire la fine dell'effetto di un ansiolitico
Quando approdai nello studio di un medico bravo e serio (farmacologo che mi spedì subito a fare anche psicoterapia) avevo 30 anni.
A questo specialista spiegai il mio pessimo rapporto col TAVOR e lui mi disse -più o meno- che il tavor ci mette 20 minuti a fare effetto e il suo effetto cessa però anche bruscamente perciò sentivo l'ansia tra una pastiglia e l'altra. il SERPAX invece a fare effetto ci metteva due ore e l'effetto cessava molto più dolcemente.
La mia psicoterapeuta (da cui vado ormai da 14 anni sì lo so detto così sembro un caso disperato a volte lo dico alla dottoressa) essendo anche psichiatra mi aveva cambiato lo ZOLOFT+SERPAX datimi allora dal farmacologo, in un periodo per me di forte ansia -datato 2008- col SEROXAT. Col seroxat non avevo più bisogno di prendere SERPAX ma nemmeno avevo voglia di fare niente e poi tre giorni di niente seroxat per pigrizia ad andare dal medico mi procurarono degli effetti da sospensione (brusca, sì, lo ammetto) da paura: vomito capogiri sogni orribili nausea pianto improvviso
Dopo un anno e mezzo di seroxat (dal 1996 al 2008 ZOLOFT) abbiamo quindi provato l'ENTACT. Ma con l'Entact sento a volte il bisogno di un ansiolitico.
Tavor 1/2 pastiglia da 1 al bisogno (una scatola mi è durata dall'8 marzo 2010 a fine giugno) ma dal momento che il tavor lo voglio evitare e il SERPAX non lo trovo più (MA PERCHE'???) la dottoressa ha detto LEXOTAN. Mezza pastiglietta.
Io ne voglio uno il cui effetto sparisca con così tanta calma che manco me ne accorgo: ecco questo è il succo del discorso.
E poi a dire il vero mica sono poi così contenta dell'ENTACT... o forse sono io che pretendo che siano i farmaci a cambiarmi la vita, ma questa è un'altra storia
Grazie di avermi letto
mi piacerebbe tanto avere una Vostra risposta
P.S. il nome del farmcologo mi pare d'aver capito che non è corretto scriverlo ma ha scritto molti libri sugli psicofarmaci e a me lui è piaciuto molto da subito e di medici ne ho visti tanti, il 90% non adatti a fare gli psichiatri e forse manco i dottori
[#1]
Gentile utente,
premettendo che ritengo sia stata particolarmente sfortunata da trovare così tante persone non capaci di curarla, posso dirle che sicuramente non possiamo essere noi a gestire la sua terapia farmacologica a distanza. Rischieremmo di comportarci peggio dei medici che lei ha incontrato. Quello che mi sento di dirle è che l'uso delle benzodiazepine dovrebbe essere limitato a brevi periodi. Il fatto che lei ne abbia necessità per periodi così prolungati depone sia per una condizione di assuefazione e dipendenza, sia per una incompleta risposta alla terapia (sia farmacologica che psicologica).
Cordiali saluti
premettendo che ritengo sia stata particolarmente sfortunata da trovare così tante persone non capaci di curarla, posso dirle che sicuramente non possiamo essere noi a gestire la sua terapia farmacologica a distanza. Rischieremmo di comportarci peggio dei medici che lei ha incontrato. Quello che mi sento di dirle è che l'uso delle benzodiazepine dovrebbe essere limitato a brevi periodi. Il fatto che lei ne abbia necessità per periodi così prolungati depone sia per una condizione di assuefazione e dipendenza, sia per una incompleta risposta alla terapia (sia farmacologica che psicologica).
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Utente
Cambio la domanda: va bene che ho preso benzodiazepine per anni ma una "condizione di assuefazione e dipendenza" non mi va giù.
ho le idee non proprio chiarissime: assuefazione e tolleranza sono la stessa cosa?
se fossi dipendente non sentirei la necessità assoluta di assumere benzodiazepine?
ho le idee non proprio chiarissime: assuefazione e tolleranza sono la stessa cosa?
se fossi dipendente non sentirei la necessità assoluta di assumere benzodiazepine?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 16.9k visite dal 22/07/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.