Paranoia: ricadute continue e frequenti

Salve, mio fratello soffre da circa tre anni di psicosi paranoide. Tutto è incominciato dal 2006 con un progressivo allontanamento dai suoi amici e una forte chiusura in se stesso: si rifiutava di uscire e dormiva sempre e infine manifestava un rifiuto di parlare della sua situazione. Premetto che mio fratello non è mai stato una persona che si confidava spesso e parlava dei suoi problemi. Solo nel 2007 ha incominciato a raccontare, sotto l'insistenza dei miei genitori, della sua situazione: lui affermava che i suoi amici lo avevano calunniato (ovvero raccontato le sue confidenze e i suoi sogni a tutti) e insultato, per cui lui era stato costretto ad allontanarsi, e, nonostante non uscisse più insieme, continuavano a mandarli sms denigratori. All'inizio io e miei genitori pensavamo che i suoi racconti fossero veri e gli avevamo consiglato di lasciare perdere queste persone e di cercare di altre amicizie. Mio fratello invece insisteva che voleva denunciarli perchè questa gente non doveva permettersi di insultarlo e di offederlo. Solo verso la fine del 2007 e inizio del 2008 scoprimmo come stavano realmente le cose. I suoi ex amici si presentavano ciclicamente a casa nostra per chiederci di farlo smettere con i sms di insulti, con i pedinamenti e le chiamate notturne. Inoltre ci raccontarono che nel corso del 2006-2007 mio fratello incominciò ad inventare che essi tramavano alle sue spalle ed avevano progettato un piano per distruggere la sua immagine pubblica. A partire dal 2008 visto che ormai i suoi ex amici non rispondevano più alle sue provocazioni, incominciò a riversare i suoi insulti e provocazioni su di noi. Da questo momento è iniziato un vero inferno per la mia famiglia. Ci insultava, inveniva contro di noi, urlava e parlava spesso da solo, non dormiva e mangiava in continuazione (da neppure 60 chili è arrivato a 100 chili). Nei momenti più acuti ha anche rotto bicchieri, il vetro della porta, la macchina di mio padre con un tubo di ferro. In tutto questo periodo mio fratello rifiutava ogni tipo di cura, affermando che i veri malati eravano solo noi. Solo con l'aiuto di alcuni parenti siamo riusciuti con l'inganno a portarlo da uno specialista che ha disgnosticato questa patologia e ci ha consigliato di procedere con il serenase. In questo modo siamo riusciti a procedere con una cura psichiatrica. Dal Gennaio 2009 è sotto cura e diciamo che fino a Gennaio-Febbraio 2010 non aveva mostrato ricadute. Nei mesi successivi ha rincominciato a mandare con il cellulare dei messaggi di insulti ai suoi nuovi amici. Di fronte a tutto ciò, noi siamo completamete impotenti in quanto i nostri consigli sono percepiti da lui in maniera negativa e rovinano quel poco rapporto di fiducia che ha instaurato con noi. Il problema è questo: è possibile che nonostate una cura farmacologica mio fratello continui ad avere queste ricadute? Potrà mai guarire da questa malattia o almeno convivere in maniera più pacifica con noi e con i suoi amici? il suo medico curante non ci ha voluto spiegare il motivo delle sue ricadute e non intende (almeno per adesso) comunicare a mio fratello della sua vera patologia: mio fratello crede che ha subito un esaurimento nervoso per via dei suoi amici. Magari non sarebbe meglio che egli conoscesse il suo reale problema?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

una patologia con tale diagnosi necessita di continui controlli periodici e il trattamento non puo' essere protatto per tempi lunghi senza tali controlli.

La valutazione deve portare a capire se la sintomatologia si riduce completamente con il trattamento.

A questo punto sembra che l'attuale trattamento non sia piu' efficace ed andrebbe variato con un nuovo trattamento.

Dovete contattare uno psichiatra al piu' presto.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
purtroppo i trattamenti farmacologici sono in grado solo in parte di modificare la storia naturale della malattia, che comunque tende a tornare alla ribalta anche se sopita. L'adeguatezza delle terapie serve a rendere gli intervalli liberi da malattia il più duraturi possibile e senza grossi sintomi residui, e le ricadute più brevi e meno dannose. Purtroppo non esistono ancora farmaci che siano in grado di garantire una totale assenza di ricadute (il che equivale a dire guarigione).
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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