Colite - attacchi di panico
Buongiorno spettabili medici,
soffro da tempo di attacchi di colite di natura nervosa. Da molti anni sono anche in analisi per problemi mai risolti legati alla morte di mio padre accaduta quando avevo solo 17 anni.
Ora di anni ne ho 49 e sono in fase di pre-menopausa che sto "trattando" con delle cure ormonali.
Qualche tempo fa ho chiesto aiuto al mio medico generico perché mi aiutasse a superare il problema della colite che mi impediva di avere una vita sociale normale e che mi stava richiudendo sempre di più in casa.
Il medico mi ha prescritto lo Xanax (5/10 gocce due volte al giorno) per calmarmi ed una cura di 8 giorni con il Rifacol, dicendomi di stare tranquilla che trascorsi gli otto giorni tutto si sarebbe risolto.
Ieri sono scaduti gli otto giorni e la colite è ripartita peggio di prima, ho paura e non voglio fare gli esami cui vorrebbe sottopormi il medico, ho il terrore di avere qualche brutto male e non lo voglio affrontare.
Da stamattina mi sono messa a letto e non ho il coraggio di alzarmi, ho chiesto a mio marito di scrivere questa lettera per me.
Lui continua a dirmi di accettare il fatto che sia solo colite e che non ho null'altro, ma io non riesco a convincermi, ed il panico aumenta.
Cosa posso fare? Il Rifacol doveva veramente arrestare la colite in soli otto giorni?
E lo Xanax è sufficiente?
Secondo voi spettabili medici, devo affrontare il problema dal lato fisico dell'intestino o dal lato psichico.
Sono terrorizzata, ho un figlio che non voglio perdere.
Vi prego, aiutatemi.
Grazie e buona giornata a tutti voi.
soffro da tempo di attacchi di colite di natura nervosa. Da molti anni sono anche in analisi per problemi mai risolti legati alla morte di mio padre accaduta quando avevo solo 17 anni.
Ora di anni ne ho 49 e sono in fase di pre-menopausa che sto "trattando" con delle cure ormonali.
Qualche tempo fa ho chiesto aiuto al mio medico generico perché mi aiutasse a superare il problema della colite che mi impediva di avere una vita sociale normale e che mi stava richiudendo sempre di più in casa.
Il medico mi ha prescritto lo Xanax (5/10 gocce due volte al giorno) per calmarmi ed una cura di 8 giorni con il Rifacol, dicendomi di stare tranquilla che trascorsi gli otto giorni tutto si sarebbe risolto.
Ieri sono scaduti gli otto giorni e la colite è ripartita peggio di prima, ho paura e non voglio fare gli esami cui vorrebbe sottopormi il medico, ho il terrore di avere qualche brutto male e non lo voglio affrontare.
Da stamattina mi sono messa a letto e non ho il coraggio di alzarmi, ho chiesto a mio marito di scrivere questa lettera per me.
Lui continua a dirmi di accettare il fatto che sia solo colite e che non ho null'altro, ma io non riesco a convincermi, ed il panico aumenta.
Cosa posso fare? Il Rifacol doveva veramente arrestare la colite in soli otto giorni?
E lo Xanax è sufficiente?
Secondo voi spettabili medici, devo affrontare il problema dal lato fisico dell'intestino o dal lato psichico.
Sono terrorizzata, ho un figlio che non voglio perdere.
Vi prego, aiutatemi.
Grazie e buona giornata a tutti voi.
[#1]
Gentile utente,
mi sembra ci sia un po' di confusione. Se lei intende "colon irritabile" o "colite nervosa", cioè se è stato fatto questo tipo di diagnosi, è un conto, la "colite" in senso proprio, cioè l'infiammazione infettiva o meno del colon è un altro.
Xanax è un farmaco ansiolitico generico, può aiutare ma non è una soluzione sostenibile a lungo termine.
Per quanto riguarda il disturbo, è necessario capire se "intorno" ai sintomi gastrointestinali c'è un comportamento di tipo fobico (timore di avere attacchi e perdere il controllo fuori, con conseguente ritiro sociale) o un problema di umore (depressione con pessimismo, focalizzazione sul malessere come un handicap maggiore di quanto gli altri giudicano, disagio nel contatto con gli altri, perdita di interessi e di spinta vitale). Spesso il colon irritabile si associa a questi quadri, ma non è detto.
Comunque, il colon irritabile è una sindrome conosciuta e curabile, sia come tale, sia come espressione di un disturbo d'ansia o dell'umore, che va diagnosticato e trattato secondo i suoi standard terapeutici.
mi sembra ci sia un po' di confusione. Se lei intende "colon irritabile" o "colite nervosa", cioè se è stato fatto questo tipo di diagnosi, è un conto, la "colite" in senso proprio, cioè l'infiammazione infettiva o meno del colon è un altro.
Xanax è un farmaco ansiolitico generico, può aiutare ma non è una soluzione sostenibile a lungo termine.
Per quanto riguarda il disturbo, è necessario capire se "intorno" ai sintomi gastrointestinali c'è un comportamento di tipo fobico (timore di avere attacchi e perdere il controllo fuori, con conseguente ritiro sociale) o un problema di umore (depressione con pessimismo, focalizzazione sul malessere come un handicap maggiore di quanto gli altri giudicano, disagio nel contatto con gli altri, perdita di interessi e di spinta vitale). Spesso il colon irritabile si associa a questi quadri, ma non è detto.
Comunque, il colon irritabile è una sindrome conosciuta e curabile, sia come tale, sia come espressione di un disturbo d'ansia o dell'umore, che va diagnosticato e trattato secondo i suoi standard terapeutici.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. Pacini,
Prima di tutto vorrei ringraziarla per la rapidissima e cortesissima risposta.
Mi scuso anche per la confusione creata e per la scarsa precisione nella mia domanda.
In effetti non mi è mai stata diagnosticata la sindrome da Colon irritabile, dato che il mio medico più volte ha sollecitato degli esami che io per paura non ho mai voluto affrontare. Da ciò una diagnosi di generica "Colite Nervosa", che, concordo con lei, può voler dire molto poco.
Sicuramente, seguendo la sua analisi, mi ritrovo molto di più con il comportamento di tipo fobico, esiste il timore di attacchi in pubblico, il timore di dover giustificare una mia debolezza. Esiste senz'altro il timore di perdere il controllo della situazione con conseguente isolamento. Ma soprattutto esiste la paura della malattia e delle sue conseguenze sino a quella estrema della morte.
Se posso ancora permettermi una domanda, vorrei solo chiederle se lei ritiene più opportuno affrontare il problema dal lato prettamente fisico cercando di curare innanzitutto i sintomi della colite e magari affrontare anche la paura e lo scoglio degli esami di laboratorio, o se ritiene più corretto un approccio di tipo prettamente psichiatrico.
La ringrazio ancora per la sua disponibilità.
Buona giornata.
Prima di tutto vorrei ringraziarla per la rapidissima e cortesissima risposta.
Mi scuso anche per la confusione creata e per la scarsa precisione nella mia domanda.
In effetti non mi è mai stata diagnosticata la sindrome da Colon irritabile, dato che il mio medico più volte ha sollecitato degli esami che io per paura non ho mai voluto affrontare. Da ciò una diagnosi di generica "Colite Nervosa", che, concordo con lei, può voler dire molto poco.
Sicuramente, seguendo la sua analisi, mi ritrovo molto di più con il comportamento di tipo fobico, esiste il timore di attacchi in pubblico, il timore di dover giustificare una mia debolezza. Esiste senz'altro il timore di perdere il controllo della situazione con conseguente isolamento. Ma soprattutto esiste la paura della malattia e delle sue conseguenze sino a quella estrema della morte.
Se posso ancora permettermi una domanda, vorrei solo chiederle se lei ritiene più opportuno affrontare il problema dal lato prettamente fisico cercando di curare innanzitutto i sintomi della colite e magari affrontare anche la paura e lo scoglio degli esami di laboratorio, o se ritiene più corretto un approccio di tipo prettamente psichiatrico.
La ringrazio ancora per la sua disponibilità.
Buona giornata.
[#3]
Gentile utente,
va posta una diagnosi, non esiste distinzione tra sintomi fisici e psichici, quelli psichici sono cerebrali, se mai somatici e psichici come distinzione, entrambi sintomi che possono originare da una disfunzione nervosa comunque.
Gli esami generali presumo li abbia fatti, e comunque che abbia preso prodotti "per l'intestino" con esito negativo.
Una visita psichiatrica può almeno chiarire se la sua condizione configura una sindrome precisa e darle nel caso opzioni terapeutiche.
va posta una diagnosi, non esiste distinzione tra sintomi fisici e psichici, quelli psichici sono cerebrali, se mai somatici e psichici come distinzione, entrambi sintomi che possono originare da una disfunzione nervosa comunque.
Gli esami generali presumo li abbia fatti, e comunque che abbia preso prodotti "per l'intestino" con esito negativo.
Una visita psichiatrica può almeno chiarire se la sua condizione configura una sindrome precisa e darle nel caso opzioni terapeutiche.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 8.5k visite dal 01/07/2010.
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