Ansia (depersonalizzazione), tiroide o cosa?
Buongiorno egregi dottori.
Ho 32 anni. Scrivo per avere un parere medico in merito al mio caso di seguito illustrato.
Circa un anno fa in occasione di una trasferta di lavoro in medio oriente ho avuto un profonda crisi nervosa (attacco di panico, come è stata poi definita), caratterizzata da depersonalizzazione e da forte ansia per l’impossibilità di riparare a casa. In questo stato di profondo disagio ha sostenuto l’intera trasferta (6 giorni). Una nuova profonda crisi si è manifestata durante il ritorno in aeroplano.
Una volta a casa la situazione si è normalizzata.
Due settimane dopo mentre mi rilassavo davanti alla televisione reduce da un allenamento in bicicletta, la sensazione di depersonalizzazione (simile a stato “depresso di ubriachezza”) è tornata inaspettata senza regredire per le due settimane seguenti.
Mi sono rivolto a uno psichiatra, il quale ha diagnosticato disturbi da attacchi di panico con una leggera forma depressiva. Le analisi del sangue non hanno evidenziato nessuna anomalia.
Ho iniziato quindi l’assunzione di psicofarmaci (sereupin 1 compressa al giorno, sulamid ½ compressa e xanax a bisogna) e una psicoterapia individuale comportamentale (una seduta a settimana).
La terapia ha fatto regredire i sintomi e mi ha permesso una vita normale, sia pur faticosa. Non si sono verificate più crisi di panico. Permane tuttavia un altalenante stato d’ansia con forti momenti di stanchezza a fronte di una buona qualità del sonno. Tale stato d'ansia è del tutto immotivato/slegata agli avvenimenti delle vita. Sono inoltre soggetto a problemi alla vista (abbassamento) e a continue nevralgie (mal di testa e di denti, sani come da controllo), oltre che a sciatalgie dovute al mio “problema storico” di spondilosi e spondilostesi (che già curo presso un ortopedico).
Da dicembre ho iniziato a scalare i farmaci per poi interromperli a febbraio. Senza farmaci però la sensazione di depersonalizzazione, sia pur in forma più lieve, è ricomparsa. Di comune accordo con lo psichiatra ho reintrodotti i farmaci. I sontomi sono nuovamente regredire.
Da marzo ho poi optato per una psicoterapia freudiana di gruppo e fatto un check up medico. Dagli esami sono emerse le seguenti valori fuori rif.: granulociti eosinofili 3.5 %, 0.3 10’3/ul; linfociti 3.1 10’3/ul; ferro (S) 174 mcg/dl; TSH (tireotropina) 4.83 uIU/ml. Un secondo prelievo di sangue di una settimana fa mirato ai soli valori della tiroide ha evidenziato valori sostanzialmente nella norma: FT3 3.78 pg/ml, FT4 1.24 ng/dl e TSH 4.21 uIU/ml.
Posto che la terapia fin ora intrapresa mi permette di vivere “quasi normalmente” e che non credo abbia veri effetti curativi (cfr. reintroduzione dei farmaci) di contro, la diagnosi e la stessa terapia vi paiono corrette alla luce dei sintomi e degli esami del sangue?
Grazie per la disponibilità.
Ho 32 anni. Scrivo per avere un parere medico in merito al mio caso di seguito illustrato.
Circa un anno fa in occasione di una trasferta di lavoro in medio oriente ho avuto un profonda crisi nervosa (attacco di panico, come è stata poi definita), caratterizzata da depersonalizzazione e da forte ansia per l’impossibilità di riparare a casa. In questo stato di profondo disagio ha sostenuto l’intera trasferta (6 giorni). Una nuova profonda crisi si è manifestata durante il ritorno in aeroplano.
Una volta a casa la situazione si è normalizzata.
Due settimane dopo mentre mi rilassavo davanti alla televisione reduce da un allenamento in bicicletta, la sensazione di depersonalizzazione (simile a stato “depresso di ubriachezza”) è tornata inaspettata senza regredire per le due settimane seguenti.
Mi sono rivolto a uno psichiatra, il quale ha diagnosticato disturbi da attacchi di panico con una leggera forma depressiva. Le analisi del sangue non hanno evidenziato nessuna anomalia.
Ho iniziato quindi l’assunzione di psicofarmaci (sereupin 1 compressa al giorno, sulamid ½ compressa e xanax a bisogna) e una psicoterapia individuale comportamentale (una seduta a settimana).
La terapia ha fatto regredire i sintomi e mi ha permesso una vita normale, sia pur faticosa. Non si sono verificate più crisi di panico. Permane tuttavia un altalenante stato d’ansia con forti momenti di stanchezza a fronte di una buona qualità del sonno. Tale stato d'ansia è del tutto immotivato/slegata agli avvenimenti delle vita. Sono inoltre soggetto a problemi alla vista (abbassamento) e a continue nevralgie (mal di testa e di denti, sani come da controllo), oltre che a sciatalgie dovute al mio “problema storico” di spondilosi e spondilostesi (che già curo presso un ortopedico).
Da dicembre ho iniziato a scalare i farmaci per poi interromperli a febbraio. Senza farmaci però la sensazione di depersonalizzazione, sia pur in forma più lieve, è ricomparsa. Di comune accordo con lo psichiatra ho reintrodotti i farmaci. I sontomi sono nuovamente regredire.
Da marzo ho poi optato per una psicoterapia freudiana di gruppo e fatto un check up medico. Dagli esami sono emerse le seguenti valori fuori rif.: granulociti eosinofili 3.5 %, 0.3 10’3/ul; linfociti 3.1 10’3/ul; ferro (S) 174 mcg/dl; TSH (tireotropina) 4.83 uIU/ml. Un secondo prelievo di sangue di una settimana fa mirato ai soli valori della tiroide ha evidenziato valori sostanzialmente nella norma: FT3 3.78 pg/ml, FT4 1.24 ng/dl e TSH 4.21 uIU/ml.
Posto che la terapia fin ora intrapresa mi permette di vivere “quasi normalmente” e che non credo abbia veri effetti curativi (cfr. reintroduzione dei farmaci) di contro, la diagnosi e la stessa terapia vi paiono corrette alla luce dei sintomi e degli esami del sangue?
Grazie per la disponibilità.
[#1]
Psichiatra
Gentile utente,
dal racconto dei sintomi da lei manifestati, la diagnosi di Disturbo da Panico appare plausibile.
Per quanto riguarda l'uso di benzodiazepine (ansiolitici, Xanax nel suo caso) tengo a sottolineare che il loro impiego deve essere limitato nel tempo in quanto l'uso continuativo (mesi, anni) può indurre una "sindrome da dipendenza da benzodiazepine" caratterizzata da assuefazione, dipendeza ed astinenza.
In ultimo, i disturbi psichiatrici si sviluppano sulla base di una predisposizione costituzionale (ereditaria), così come altre patologie più "mediche" quali l'ipertensione oppure il diabete mellito; ciò vuol dire che si può guarire (e si guarisce) completamente dall'episodio, tuttavia esiste sempre la possibilità che, nel tempo, i disturbi si possano ripresentare.
Una descrizione clinica del Disturbo da Panico può trovarla al link: www.psichiatria-online.it/attacchi_di_panico.asp
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
www.psichiatria-online.it/dblog/ "pillole" sul Disturbo Bipolare
dal racconto dei sintomi da lei manifestati, la diagnosi di Disturbo da Panico appare plausibile.
Per quanto riguarda l'uso di benzodiazepine (ansiolitici, Xanax nel suo caso) tengo a sottolineare che il loro impiego deve essere limitato nel tempo in quanto l'uso continuativo (mesi, anni) può indurre una "sindrome da dipendenza da benzodiazepine" caratterizzata da assuefazione, dipendeza ed astinenza.
In ultimo, i disturbi psichiatrici si sviluppano sulla base di una predisposizione costituzionale (ereditaria), così come altre patologie più "mediche" quali l'ipertensione oppure il diabete mellito; ciò vuol dire che si può guarire (e si guarisce) completamente dall'episodio, tuttavia esiste sempre la possibilità che, nel tempo, i disturbi si possano ripresentare.
Una descrizione clinica del Disturbo da Panico può trovarla al link: www.psichiatria-online.it/attacchi_di_panico.asp
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
www.psichiatria-online.it/dblog/ "pillole" sul Disturbo Bipolare
[#2]
Concordo pienamente con le affermazioni del collega Dr. Ruffolo
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
Gentili egr. dottori,
grazie per le risposte.
A titolo di chiarimento: è quindi totalmente da escludere una causa organica? Per 31 anni non ho mai avuto disturbi simili: perché tale patologia si è presentata solo adesso?
Inoltre: esistono altre terapie per curare definitivamente i miei disturbi e non solo – come sto facendo a tutt’oggi (psicofarmaci e psicoanalisi di gruppo) – controllarne i sintomi?
Grazie in anticipo per il tempo che vorrete ancora dedicarmi.
grazie per le risposte.
A titolo di chiarimento: è quindi totalmente da escludere una causa organica? Per 31 anni non ho mai avuto disturbi simili: perché tale patologia si è presentata solo adesso?
Inoltre: esistono altre terapie per curare definitivamente i miei disturbi e non solo – come sto facendo a tutt’oggi (psicofarmaci e psicoanalisi di gruppo) – controllarne i sintomi?
Grazie in anticipo per il tempo che vorrete ancora dedicarmi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.4k visite dal 21/06/2007.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.