Psicosi e personalità ossessiva
Poco dopo i due anni, in seguito alla nascita di mia sorella (ma questa è stata solo la "goccia che ha fatto traboccare il vaso" o il "detonatore"), ho vissuto un episodio di allucinazione psicotica (se è necessario, su richiesta dello specialista, la descriverò), in seguito al quale ho "blindato" il mio Io.
Se questo mi ha evitato ulteriori esperienze psicotiche (anche se all'esordio dell'adolescenza il "ritorno del rimosso" mi ha fatto "combattere" una battaglia durissima contro il riemergere della psicosi), mi ha nel contempo completamente "debilitato" e "paralizzato", dandomi la sensazione di essere un "guscio vuoto" e, contemporaneamente, di stare sempre su un "ponticello" fragilissimo con sotto un abisso; in pratica mi ha rovinato la vita.
Ora dopo anni di letture personali sulle nevrosi e psicosi e psicoterapie di vario orientamento (psicoanalisi, psicodinamiche, gestaltiche, ecc.) ho deciso di tentare, per provare ad "indebolire" senza "frantumare"le difese dell'Io anche la strada farmacologica.
tre anni fa ho iniziato una cura a base di sertralina e lamotrigina; la prima, partendo da 50mg è arrivata a 150mg al giorno; la seconda, partendo da 25mg è arrivata a 100mg al giorno.
Non avendo riscontrato effetti "significativi" circa tre mesi fa mi sono rivolto ad uno psichiatra della mia zona che mi ha lasciato immutata la lamotrigina, ma mi ha sostituito la sertralina con lo zarelis di cui, attualmente, sto prendendo, ugualmente, 150mg al giorno.
Avendo intenzione di chiedere allo psichiatra di aumentare lo zarelis a 225mg al giorno, vorrei sapere da voi se ciò è, a vostro giudizio, opportuno, se è meglio continuare, ancora, con questa posologia, oppure se ritenete che sia il caso di modificare completamente l'intervento (logicamente in accordo con il "mio" psichiatra).
In attesa,grazie.
Se questo mi ha evitato ulteriori esperienze psicotiche (anche se all'esordio dell'adolescenza il "ritorno del rimosso" mi ha fatto "combattere" una battaglia durissima contro il riemergere della psicosi), mi ha nel contempo completamente "debilitato" e "paralizzato", dandomi la sensazione di essere un "guscio vuoto" e, contemporaneamente, di stare sempre su un "ponticello" fragilissimo con sotto un abisso; in pratica mi ha rovinato la vita.
Ora dopo anni di letture personali sulle nevrosi e psicosi e psicoterapie di vario orientamento (psicoanalisi, psicodinamiche, gestaltiche, ecc.) ho deciso di tentare, per provare ad "indebolire" senza "frantumare"le difese dell'Io anche la strada farmacologica.
tre anni fa ho iniziato una cura a base di sertralina e lamotrigina; la prima, partendo da 50mg è arrivata a 150mg al giorno; la seconda, partendo da 25mg è arrivata a 100mg al giorno.
Non avendo riscontrato effetti "significativi" circa tre mesi fa mi sono rivolto ad uno psichiatra della mia zona che mi ha lasciato immutata la lamotrigina, ma mi ha sostituito la sertralina con lo zarelis di cui, attualmente, sto prendendo, ugualmente, 150mg al giorno.
Avendo intenzione di chiedere allo psichiatra di aumentare lo zarelis a 225mg al giorno, vorrei sapere da voi se ciò è, a vostro giudizio, opportuno, se è meglio continuare, ancora, con questa posologia, oppure se ritenete che sia il caso di modificare completamente l'intervento (logicamente in accordo con il "mio" psichiatra).
In attesa,grazie.
[#1]
Ricapitolando, lei si e' autodiagnosticato una patologia ed ora vuole proporre lei un cambio di terapia?
Non funziona in questo modo.
Non funziona in questo modo.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Se desideravo un "giudizio" mi sarei rivolto ad un altro tipo di professionista (non a uno psichiatra, psicoterapeuta,psicologo).
Non pretendo di fare "autodiagnosi" altrimenti non avrei fatto anni di psicoterapia, acquisito un titolo professionale nel "campo", non mi sarei rivolto ad almeno a due psichiatri (oltre che a voi adesso).
Come "funziona" dopo quasi trent'anni di "esperienze" lo so benissimo e infatti ho discusso "dell'autodiagnosi" con il "mio" psichiatra (e prima ancora con gli altri professionisti ai quali mi sono rivolto) che si è dichiarato d'accordo "sull'ipotesi".
Quello che chiedevo era un ulteriore parere.
Mi rendo perfettamente conto che non si fa una diagnosi online e avrei "accettato" la sua risposta se avessi detto di non essermi mai rivolto ad un professionista e di non frequentarne uno attualmente, ma, siccome, ho indicato una cura farmacologica prescritta (non autoprescritta) immaginavo di poter avere un parere "indicativo" e siccome "non scendo dalla pianta" ne avrei discusso con il mio medico.
Evidentemente non sono stato molto "chiaro", "esaustivo", "intellegibile"; altrimenti, sono certo, un professionista del suo livello mi avrebbe fornito una risposta, quanto meno, più articolata.
Mi scuso, pertanto, per la mia incapacità nell'esprimermi, la ringrazio per la cortese risposta e le auguro una serena giornata.
Non pretendo di fare "autodiagnosi" altrimenti non avrei fatto anni di psicoterapia, acquisito un titolo professionale nel "campo", non mi sarei rivolto ad almeno a due psichiatri (oltre che a voi adesso).
Come "funziona" dopo quasi trent'anni di "esperienze" lo so benissimo e infatti ho discusso "dell'autodiagnosi" con il "mio" psichiatra (e prima ancora con gli altri professionisti ai quali mi sono rivolto) che si è dichiarato d'accordo "sull'ipotesi".
Quello che chiedevo era un ulteriore parere.
Mi rendo perfettamente conto che non si fa una diagnosi online e avrei "accettato" la sua risposta se avessi detto di non essermi mai rivolto ad un professionista e di non frequentarne uno attualmente, ma, siccome, ho indicato una cura farmacologica prescritta (non autoprescritta) immaginavo di poter avere un parere "indicativo" e siccome "non scendo dalla pianta" ne avrei discusso con il mio medico.
Evidentemente non sono stato molto "chiaro", "esaustivo", "intellegibile"; altrimenti, sono certo, un professionista del suo livello mi avrebbe fornito una risposta, quanto meno, più articolata.
Mi scuso, pertanto, per la mia incapacità nell'esprimermi, la ringrazio per la cortese risposta e le auguro una serena giornata.
[#3]
io le ho fatto solo una domanda.
Il suo scritto e' pieno di termini tecnici che non aiutano nella esposizione.
Oltretutto, chi può decidere di un aumento e' solo chi la può visitare direttamente.
Se le si risponde affermativamente o negativamente alla sua domanda, il succo del discorso non cambia perché il suo medico può decidere in modo del tutto differente.
Anche l'associazione con la nascita di sua sorella, quando aveva due anni, a me pare inusuale per spiegare i suoi sintomi, che per il trattamento farmacologico, non riportano la sua diagnosi a quella indicata come titolo.
Il suo scritto e' pieno di termini tecnici che non aiutano nella esposizione.
Oltretutto, chi può decidere di un aumento e' solo chi la può visitare direttamente.
Se le si risponde affermativamente o negativamente alla sua domanda, il succo del discorso non cambia perché il suo medico può decidere in modo del tutto differente.
Anche l'associazione con la nascita di sua sorella, quando aveva due anni, a me pare inusuale per spiegare i suoi sintomi, che per il trattamento farmacologico, non riportano la sua diagnosi a quella indicata come titolo.
[#5]
Utente
Come lei mi insegna, la domanda, spesso, contiene in se la risposta; soprattutto quando, come nel suo caso, l'unica cosa di interrogativo contenuta nella frase è il punto.
Lei continua a "offendere" la mia intelligenza continuando con la solfa: "Oltretutto, chi può decidere di un aumento e' solo chi la può visitare direttamente.", questo era ed è evidente già nella mia precedente risposta, non mi pare quindi il caso di rigirarci intorno.
Nello spirito di questo sito (se l'ho ben capito) non ho chiesto una diagnosi e tanto meno una terapia, ma una semplice opinione, un parere.
Che poi il mio scritto sia, cito: "Il suo scritto e' pieno di termini tecnici che non aiutano nella esposizione." potrebbe creare problemi per la lingua italiana (ma è da dimostrare se l'esposizione "non è aiutata") non credo di comprensione a un navigato terapeuta.
Non ho mai detto che la nascita di mia sorella sia la causa dell'episodio citato bensì che, a mio giudizio sia stata: "(cito "ma questa è stata solo la "goccia che ha fatto traboccare il vaso" o il "detonatore"), che l'episodio sia avvenuto dopo la nascita di mia sorella, a parte le mie "elucrubazioni", ha solo un significato storico e di contesualizzazione, che poi a lei risulti "inusuale" è un "problema" (se per lei lo è) suo, il fatto che a lei non risulti non significa che non esista (o no?).
Citando un famoso aforisma, io non sostengo di essere Napoleone (psicotico), bensì di desiderare di esserlo (nevrotico) sarebbe, quindi, stato difficile che gli psichiatri che ho consultato mi dessero una cura per la "diagnosi da me formulata" (cito "...che per il trattamento farmacologico, non riportano la sua diagnosi a quella indicata come titolo."); in quanto al titolo non era certo una diagnosi ma solo un "riassunto" degli argomenti trattati. So benissimo che la sertralina e lo zarelis sono antidepressivi (anche se la molecola base dello zarelis viene utilizzata, come lei mi insegna,anche nella cura dei disturbi di panico le manifestazioni ansiose intercritiche e anticipatorie, del disturbo ossessivo-compulsivo e della fobia sociale) e che la lamotrigina è uno stabilizzante dell'umore ma questo significa solo che non sono psicotico e che nella mia sintomatologia vi è un forte tratto ciclotimico (il resto di sintomi li risparmio a lei e ad eventuali lettori).
Non so con quale tipo di persone lei sia abituato a trattare, personalmente non solo non era e non è mia intenzione "stimolarle" nulla: anche perchè dopo la sua prima risposta, personalmente, non le avrei chiesto neanche l'ora.
Mi fa piacere, ed è giusto, che ogni medico "risponda quando può", ritengo soltanto che se PUO' rispondere solo come ha fatto lei...PUO' far meglio ad astenersi dal farlo. Serena giornata.
P.S. anche se non può fregargliene di meno le voglio solo comunicare, per sua cultura, che ho svolto online, come volontario, lavoro di ascolto e di supporto nella relazione d'aiuto per oltre dieci anni.
Lei continua a "offendere" la mia intelligenza continuando con la solfa: "Oltretutto, chi può decidere di un aumento e' solo chi la può visitare direttamente.", questo era ed è evidente già nella mia precedente risposta, non mi pare quindi il caso di rigirarci intorno.
Nello spirito di questo sito (se l'ho ben capito) non ho chiesto una diagnosi e tanto meno una terapia, ma una semplice opinione, un parere.
Che poi il mio scritto sia, cito: "Il suo scritto e' pieno di termini tecnici che non aiutano nella esposizione." potrebbe creare problemi per la lingua italiana (ma è da dimostrare se l'esposizione "non è aiutata") non credo di comprensione a un navigato terapeuta.
Non ho mai detto che la nascita di mia sorella sia la causa dell'episodio citato bensì che, a mio giudizio sia stata: "(cito "ma questa è stata solo la "goccia che ha fatto traboccare il vaso" o il "detonatore"), che l'episodio sia avvenuto dopo la nascita di mia sorella, a parte le mie "elucrubazioni", ha solo un significato storico e di contesualizzazione, che poi a lei risulti "inusuale" è un "problema" (se per lei lo è) suo, il fatto che a lei non risulti non significa che non esista (o no?).
Citando un famoso aforisma, io non sostengo di essere Napoleone (psicotico), bensì di desiderare di esserlo (nevrotico) sarebbe, quindi, stato difficile che gli psichiatri che ho consultato mi dessero una cura per la "diagnosi da me formulata" (cito "...che per il trattamento farmacologico, non riportano la sua diagnosi a quella indicata come titolo."); in quanto al titolo non era certo una diagnosi ma solo un "riassunto" degli argomenti trattati. So benissimo che la sertralina e lo zarelis sono antidepressivi (anche se la molecola base dello zarelis viene utilizzata, come lei mi insegna,anche nella cura dei disturbi di panico le manifestazioni ansiose intercritiche e anticipatorie, del disturbo ossessivo-compulsivo e della fobia sociale) e che la lamotrigina è uno stabilizzante dell'umore ma questo significa solo che non sono psicotico e che nella mia sintomatologia vi è un forte tratto ciclotimico (il resto di sintomi li risparmio a lei e ad eventuali lettori).
Non so con quale tipo di persone lei sia abituato a trattare, personalmente non solo non era e non è mia intenzione "stimolarle" nulla: anche perchè dopo la sua prima risposta, personalmente, non le avrei chiesto neanche l'ora.
Mi fa piacere, ed è giusto, che ogni medico "risponda quando può", ritengo soltanto che se PUO' rispondere solo come ha fatto lei...PUO' far meglio ad astenersi dal farlo. Serena giornata.
P.S. anche se non può fregargliene di meno le voglio solo comunicare, per sua cultura, che ho svolto online, come volontario, lavoro di ascolto e di supporto nella relazione d'aiuto per oltre dieci anni.
[#6]
Fino a prova contraria, rispondo per quello che lei scrive.
Puo' anche fare 1000 cliccate negative sul mio profilo, a me sinceramente non interessa, ne' intendo mettermi sul piano della discussione con lei.
Buona giornata a lei.
Puo' anche fare 1000 cliccate negative sul mio profilo, a me sinceramente non interessa, ne' intendo mettermi sul piano della discussione con lei.
Buona giornata a lei.
[#9]
Gentile utente
i medici iscritti a medicitalia.it sono professionisti a disposizione dell'utente gratuitamente e soprattutto per domande pertinenti, lo staff esige una dialettica adeguata, e non provocatoria. Tra l'altro ci pare che lei abbia già le risposte alle sue domande.
Prima di richiedere un nuovo consulto le consigliamo di leggere attentamente la guida ai consulti
(https://www.medicitalia.it/consulti/linee-guida-consulto-online/), in caso contrario sarà cancellato dal sito.
Distinti saluti
staff@medicitalia.it
i medici iscritti a medicitalia.it sono professionisti a disposizione dell'utente gratuitamente e soprattutto per domande pertinenti, lo staff esige una dialettica adeguata, e non provocatoria. Tra l'altro ci pare che lei abbia già le risposte alle sue domande.
Prima di richiedere un nuovo consulto le consigliamo di leggere attentamente la guida ai consulti
(https://www.medicitalia.it/consulti/linee-guida-consulto-online/), in caso contrario sarà cancellato dal sito.
Distinti saluti
staff@medicitalia.it
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Utente
Spett. dott. staff i vostri saranno, pure, professionisti che prestano gratuitamente la loro opera, ma si da il caso, come specificato nel mio penultimo messaggio, che anch'io sono un professionista e che anch'io ho svolto per dieci anni e più un lavoro volontario simile al vostro; e anche se non sono medico (o forse solo per questo?) non mi sono mai sognato di rispondere in maniera saccente o di "superiorità" a nessun utente, tanto meno ho fatto intervenire "papà" perchè un bimbo è stato cattivo con me (e se lo fa "papà", di "sua iniziativa" , è, se possibile, anche peggio).
Capisco (per esperienza personale e professionale) che non tutti gli utenti sono compatibili con i rispettivi "esperti" e viceversa, sarebbe stato sufficiente che il vostro "professionista" avesse risposto con..."professionalità" la prima volta senza nascondere una presunzione e supponenza dietro una presunta domanda e sarebbe bastato che avesse letto veramente la mia seconda risposta e risposto in modo professionale, argomentando, alle mie obiezioni, invece di trincerarsi, nuovamente, dietro supponenza e superiorità, oppure, se non provava simpatia per il mio modo di essere, spostare la risposta ad altro collega (cosa che io e i miei colleghi abbiamo fatto tante volte).
Mi rendo conto che spesso la classe medica (casta?) è ancora legata all'IPSE DIXIT, ma purtroppo (per me) non ho mai accettato questo principio e certo non intendo iniziare ora a 50 anni.
Ritengo la dialettica e anche lo scontro, civile ed educato (e non mi pare di aver violato nessuno dei due), fonte di "arricchimento e di crescita" ("polemos è il signore di tutte le cose").
Pertanto se tutto questo appare ai vostri occhi come sconveniente e/o irrispettoso, dal mio punto di vista significa che ho sbagliato posto; e siccome, come mi insegnate, il rapporto di fiducia paziente-medico è fondamentale per qualsiasi successo "terapeutico" non affaticatevi e disturbatevi a cancellarmi: consideratelo già fatto. Serena giornata.
Capisco (per esperienza personale e professionale) che non tutti gli utenti sono compatibili con i rispettivi "esperti" e viceversa, sarebbe stato sufficiente che il vostro "professionista" avesse risposto con..."professionalità" la prima volta senza nascondere una presunzione e supponenza dietro una presunta domanda e sarebbe bastato che avesse letto veramente la mia seconda risposta e risposto in modo professionale, argomentando, alle mie obiezioni, invece di trincerarsi, nuovamente, dietro supponenza e superiorità, oppure, se non provava simpatia per il mio modo di essere, spostare la risposta ad altro collega (cosa che io e i miei colleghi abbiamo fatto tante volte).
Mi rendo conto che spesso la classe medica (casta?) è ancora legata all'IPSE DIXIT, ma purtroppo (per me) non ho mai accettato questo principio e certo non intendo iniziare ora a 50 anni.
Ritengo la dialettica e anche lo scontro, civile ed educato (e non mi pare di aver violato nessuno dei due), fonte di "arricchimento e di crescita" ("polemos è il signore di tutte le cose").
Pertanto se tutto questo appare ai vostri occhi come sconveniente e/o irrispettoso, dal mio punto di vista significa che ho sbagliato posto; e siccome, come mi insegnate, il rapporto di fiducia paziente-medico è fondamentale per qualsiasi successo "terapeutico" non affaticatevi e disturbatevi a cancellarmi: consideratelo già fatto. Serena giornata.
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Gentile utente,
il problema nasce dal fatto che lei ha utilizzato, sicuramente in buona fede, gli strumenti di valutazione negativa per ben quattro volte in questo consulto.
Ora ci pare di capire che lei vorrebbe avere risposte da altri professionisti iscritti differenti dal dr. Ruggiero con cui dice di non riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia minimo per usufruire del consulto online.
Per come è strutturato il sito però, difficilmente altri iscritti vedranno questa richiesta che ormai risulta evasa, per cui la invitiamo a postare una nuova richiesta e comunichiamo al dr. Ruggiero di evitare di risponderle altrove per darle modo di interagire anche con un altro iscritto.
La preghiamo però di non utilizzare più lo strumento di valutazione per richiedere la lettura dei suoi scritti, non hanno tale funzione.
Grazie e cordiali saluti
staff@medicitalia.it
il problema nasce dal fatto che lei ha utilizzato, sicuramente in buona fede, gli strumenti di valutazione negativa per ben quattro volte in questo consulto.
Ora ci pare di capire che lei vorrebbe avere risposte da altri professionisti iscritti differenti dal dr. Ruggiero con cui dice di non riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia minimo per usufruire del consulto online.
Per come è strutturato il sito però, difficilmente altri iscritti vedranno questa richiesta che ormai risulta evasa, per cui la invitiamo a postare una nuova richiesta e comunichiamo al dr. Ruggiero di evitare di risponderle altrove per darle modo di interagire anche con un altro iscritto.
La preghiamo però di non utilizzare più lo strumento di valutazione per richiedere la lettura dei suoi scritti, non hanno tale funzione.
Grazie e cordiali saluti
staff@medicitalia.it
[#13]
Gentile utente,
lei riporta una cura per un disturbo bipolare, e un passato di episodio psicotico.
Purtroppo l'autodocumentazione non è sempre una buona strada, in particolare per chi è di intelligenza vivace ed analitica, perché questo rende preda di teorie molto affascinanti ma prive di significato biologico.
La reazione di chiusura e isolamento dopo una psicosi è conosciuta, non evita il ripetersi della psicosi, gli atteggiamenti assunti non influenzano il decorso, se mai lo accompagnano. Non si deve avere né l'aspettativa, né la presunzione che ragionandoci si riescano a dominare le malattie. Le cure dominano le malattie, per fortuna riusciamo a standardizzarne alcune. Le "difese dell'io" non sono un concetto medico, ognuno si difende come può e non è un merito.
Le risposte servono non soltanto per fornire informazioni, ma anche per richiamare ad un atteggiamento che le sia più utile nella gestione dei suoi problemi. Ad esempio passare tempo a documentarsi su farmaci, diagnosi, e quant'altro è in genere peggiorativo del rapporto con la propria malattia. Neanche comprendere con l'assistenza del medico quale è la natura e la biologia di una malattia è semplice, ma è più costruttivo.
La risposta del collega la richiamava a questo tipo di "deriva" che è meglio evitare sul nascere. E anche se l'ha percepita come respingente è invece tecnicamente corretta.
La sua domanda la vedeva in procinto di chiedere un aumento di dose al suo psichiatra. Siccome non sta a lei indicare o suggerire le cure, è un atteggiamento profondamente sbagliato. Le cure a quattro mani non hanno senso.
lei riporta una cura per un disturbo bipolare, e un passato di episodio psicotico.
Purtroppo l'autodocumentazione non è sempre una buona strada, in particolare per chi è di intelligenza vivace ed analitica, perché questo rende preda di teorie molto affascinanti ma prive di significato biologico.
La reazione di chiusura e isolamento dopo una psicosi è conosciuta, non evita il ripetersi della psicosi, gli atteggiamenti assunti non influenzano il decorso, se mai lo accompagnano. Non si deve avere né l'aspettativa, né la presunzione che ragionandoci si riescano a dominare le malattie. Le cure dominano le malattie, per fortuna riusciamo a standardizzarne alcune. Le "difese dell'io" non sono un concetto medico, ognuno si difende come può e non è un merito.
Le risposte servono non soltanto per fornire informazioni, ma anche per richiamare ad un atteggiamento che le sia più utile nella gestione dei suoi problemi. Ad esempio passare tempo a documentarsi su farmaci, diagnosi, e quant'altro è in genere peggiorativo del rapporto con la propria malattia. Neanche comprendere con l'assistenza del medico quale è la natura e la biologia di una malattia è semplice, ma è più costruttivo.
La risposta del collega la richiamava a questo tipo di "deriva" che è meglio evitare sul nascere. E anche se l'ha percepita come respingente è invece tecnicamente corretta.
La sua domanda la vedeva in procinto di chiedere un aumento di dose al suo psichiatra. Siccome non sta a lei indicare o suggerire le cure, è un atteggiamento profondamente sbagliato. Le cure a quattro mani non hanno senso.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 4.8k visite dal 14/06/2010.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
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