è normale un effetto di questo tipo per il sereupin
salve il mio psichiatra mi ha diagnosticato una forma di fobia sociale che si manifesta particolarmente in presenza di alcune situazioni sociali, e mi ha prescritto dapprima un antidepressivo lo zoft, e dopo 3 mesi un secondo farmaco in concomitanza della graduale sospensione del primo in seguito all'inefficacia della sua azione. ora sto prendendo il sereupin (40 mg/die) da circa un mese e sono al corrente del fatto che questi farmaci hanno un periodo di latenza e quindi ci vuole del tempo prima che facciano effetto, in genere appunto un mese. io vorrei sapere una cosa: da circa una settimana dopo l'inizio dell'assunzione mi capita a periodi alterni di circa 3/4 giorni di star bene e sentirmi più libero dalle mie ansie e giorni in cui tutti i sintomi tornano. la cosa mi scoraggia assai perchè la ripresentazioni dei sintomi in maniera ciclica mi fa pensare che in realtà lo squilibrio biochimico della serotonina nel mio cervello abbia la meglio sull'azione inibitoria di riassorbimento del farmaco. è normale un effetto di questo tipo per il sereupin? significa che qualcosa in realtà si sta muovendo? riuscirò a rimettere completamente i sintomi e ad evitare le ricadute con il tempo? qualcuno ha gia avuto pazienti che hanno reagito in maniera simile alla mia a questo farmaco? sono poi riusciti a guarire completamente? un'ultima cosa: ho notato che i periodi di benessere vengono sempre in seguito al'assunzione di sostanze alcoliche e si mantengono appunto per 3/4 gg. ( postmetto che quando dico uso di sostanze alcoliche intendo una birra da 33 cl massimo il sabato sera oppure un bicchiere di vino ai pasti e non di più). può esistere una relazione di causa effetto fra queste due sostanze? e può essere l'aione dell'alcool ( seppur in moderate quantità) considerata come una sorta di interruttore che attivi l'azione benefica del farmaco e dopo qualche giorno tutto ritorna come prima? grazie anticipatamente e complimenti per il servizio.
saluti
saluti
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Dr. Matteo Pacini
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
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Gentile utente,
L'alcol ha un suo effetto al di là del farmaco. Se mai puà indurre fasi brevi di aumento di umore elevato, con il quale in genere scompare cala o scompare la fobia sociale, per poi ricomparire.
La terapia è corretta per la fobia sociale.
Le ipotesi sono sostanzialmente due, o il funzionamento è parziale perché la dose non è massima, oppure il funzionamento è buono e anche ottimo ma in maniera intermittente. Però se ciò è, in realtà l'efficacia dovrebbe essere alla fine poco soddisfacente, perché se l'effetto non è stabile non ci dovrebbe essere un vero progresso nelle abilità sociali e nella spontaneità di certe interazioni.
E' di frequente riscontro che ciò che si muove a dispetto dell'antidepressivo sia il tono dell'umore (tra euforia e depressione, anche in maniera sfumata). L'alcol peggiora questa irregolarità, non perché siano quantità esorbitanti ma perché dà una spinta in questo senso.
Questo aspetto merita se mai di essere considerato e potrebbe giustificare scelte ulteriori sul piano della cura.
L'alcol ha un suo effetto al di là del farmaco. Se mai puà indurre fasi brevi di aumento di umore elevato, con il quale in genere scompare cala o scompare la fobia sociale, per poi ricomparire.
La terapia è corretta per la fobia sociale.
Le ipotesi sono sostanzialmente due, o il funzionamento è parziale perché la dose non è massima, oppure il funzionamento è buono e anche ottimo ma in maniera intermittente. Però se ciò è, in realtà l'efficacia dovrebbe essere alla fine poco soddisfacente, perché se l'effetto non è stabile non ci dovrebbe essere un vero progresso nelle abilità sociali e nella spontaneità di certe interazioni.
E' di frequente riscontro che ciò che si muove a dispetto dell'antidepressivo sia il tono dell'umore (tra euforia e depressione, anche in maniera sfumata). L'alcol peggiora questa irregolarità, non perché siano quantità esorbitanti ma perché dà una spinta in questo senso.
Questo aspetto merita se mai di essere considerato e potrebbe giustificare scelte ulteriori sul piano della cura.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.7k visite dal 13/06/2010.
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