Sostituzione eutimil con entact
Nel 2005 ho avuto il primo esordio del disturbo da attacchi di panico e agorafobia, sono durati circa 6 mesi, prendendo l' entact per una cura di circa 9 mesi si sono completamente risolti.
Nel 2009 in seguito ad un periodo di particolare stress si sono ripresentati, ma senza un agorafobia marcata come al primo esordio, una forma di evitamento molto più leggero, ma disturbi comunque abbstanza invalidante.
Stavolta non avendo un medico di riferimento mi sono rivolto al medico di base, il quale mi ha fatto riprendere l' entact che mi ha fatto poi sospendere dopo solo 3 giorni, perchè stavo molto più male e mi ha fatto prendere la paroxzetina (eutimil) fino alle dose da 20 mg.
E' da quasi 1 anno che lo prendo, tuttavia diversamente dalla prima esperienza non è mai stato risoltuivo ed è circa 1 anno che mi porto dietro un ansia cronica, con espisodi più o meno settimanali di mini-crisi di panico, non invaldanti ma comunque un pò fastidiose.
Mi sono rivolto ad un altro specialista, che valutando la mia storia, mi ha proposto di dismettere la paroxetina, per riprendere l' entact partendo da poche gocce, con una copertura transitoria di ansiolitici per tenere sotto controllo gli effetti collaterali.
Lo psichiatra giustifica la scelta perchè ritiene che al primo esordio abbia avuto una risposta soggettiva migliore.
Mi chiedo funzionerà come la prima volta o forse mi sono abbituato ai farmaci?
Non è rischioso prendere un altro farmaco a soli 2 giorni dalla dismissione dell' eutimil?
So che magari sono domande anche ansiogene, è che vorrei sentire anche il parere di altri per sapere a cosa vado in contro.
Certamente il mio stato attuale è vivibile ma non è la vita che avevo prima che questo disturbo tornasse
Un ultima domanda infine, l' escitalopram è più attivante rispetto alla paroxetina?
Nel 2009 in seguito ad un periodo di particolare stress si sono ripresentati, ma senza un agorafobia marcata come al primo esordio, una forma di evitamento molto più leggero, ma disturbi comunque abbstanza invalidante.
Stavolta non avendo un medico di riferimento mi sono rivolto al medico di base, il quale mi ha fatto riprendere l' entact che mi ha fatto poi sospendere dopo solo 3 giorni, perchè stavo molto più male e mi ha fatto prendere la paroxzetina (eutimil) fino alle dose da 20 mg.
E' da quasi 1 anno che lo prendo, tuttavia diversamente dalla prima esperienza non è mai stato risoltuivo ed è circa 1 anno che mi porto dietro un ansia cronica, con espisodi più o meno settimanali di mini-crisi di panico, non invaldanti ma comunque un pò fastidiose.
Mi sono rivolto ad un altro specialista, che valutando la mia storia, mi ha proposto di dismettere la paroxetina, per riprendere l' entact partendo da poche gocce, con una copertura transitoria di ansiolitici per tenere sotto controllo gli effetti collaterali.
Lo psichiatra giustifica la scelta perchè ritiene che al primo esordio abbia avuto una risposta soggettiva migliore.
Mi chiedo funzionerà come la prima volta o forse mi sono abbituato ai farmaci?
Non è rischioso prendere un altro farmaco a soli 2 giorni dalla dismissione dell' eutimil?
So che magari sono domande anche ansiogene, è che vorrei sentire anche il parere di altri per sapere a cosa vado in contro.
Certamente il mio stato attuale è vivibile ma non è la vita che avevo prima che questo disturbo tornasse
Un ultima domanda infine, l' escitalopram è più attivante rispetto alla paroxetina?
[#1]
Gentile utente,
le sue domande sono appartenenti al suo disturbo e non hanno alcun razionale in quanto lei si affida ad uno psichiatra che prende delle decisioni in merito al suo trattamento e che conosce la sua storia secondo quanto ha raccontato lei in sede di visita.
Non c'e' alcun problema nella assunzione di escitalopram come ha descritto.
le sue domande sono appartenenti al suo disturbo e non hanno alcun razionale in quanto lei si affida ad uno psichiatra che prende delle decisioni in merito al suo trattamento e che conosce la sua storia secondo quanto ha raccontato lei in sede di visita.
Non c'e' alcun problema nella assunzione di escitalopram come ha descritto.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
Lei sospese entact perché inizialmente stava peggio, questo non ha niente a che vedere con l'efficacia dell'entact sul suo disturbo.
Neanche la paroxetina è stata utilizzata alla dose massima, per cui potrebbe benissimo rispondere ad entrambi i farmaci in maniera equivalente a seconda del dosaggio impiegato.
Sul passaggio di terapia presumo che lei abbia una minima fiducia nel suo medico, altrimenti qualsiasi indicazione o prescrizione potrebbe in teoria essere fonte di terrore e preoccupazione.
Lei sospese entact perché inizialmente stava peggio, questo non ha niente a che vedere con l'efficacia dell'entact sul suo disturbo.
Neanche la paroxetina è stata utilizzata alla dose massima, per cui potrebbe benissimo rispondere ad entrambi i farmaci in maniera equivalente a seconda del dosaggio impiegato.
Sul passaggio di terapia presumo che lei abbia una minima fiducia nel suo medico, altrimenti qualsiasi indicazione o prescrizione potrebbe in teoria essere fonte di terrore e preoccupazione.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Ex utente
Non ostante le mie insensate preoccupazioni sto diminuendo la paroxetina in modo graduale e sono arrivato alla dose di 1/4.
L' assurdo è che ho notato di stare meglio diminuendo il farmaco; ho sempre delle piccole crisette ma non so perchè mi sembravano più fastidiose sotto il farmaco o forse scambio degli effetti collaterali soggettivi per il dap?
Lo psicologo mi ha detto che sto meglio per il lavoro cognitivo-comportamentale che ho fatto e di valutare insieme allo psichiatra se vale la pena sostituire il farmaco o non prendere più nulla, e continuare solo lavorando su me stesso..
Onestamente ho molti dubbi, perchè sto meglio, ma un conto è essere guarito un conto un periodo buono, o crisi più leggere, perchè queste, se pur più di rado e più leggere ci sono.
Lo psichiatra mi consiglia di continuare a seguire quanto indicato, perchè il fatto che comunque ci siano ancora è sintomo di non esserne del tutto uscito e certi farmaci si sospendono solo quando si è completamente "guariti".
Volevo chiedere solo un parere, e capire il perchè di questo effetto paradosso sulla paroxetina
Grazie
L' assurdo è che ho notato di stare meglio diminuendo il farmaco; ho sempre delle piccole crisette ma non so perchè mi sembravano più fastidiose sotto il farmaco o forse scambio degli effetti collaterali soggettivi per il dap?
Lo psicologo mi ha detto che sto meglio per il lavoro cognitivo-comportamentale che ho fatto e di valutare insieme allo psichiatra se vale la pena sostituire il farmaco o non prendere più nulla, e continuare solo lavorando su me stesso..
Onestamente ho molti dubbi, perchè sto meglio, ma un conto è essere guarito un conto un periodo buono, o crisi più leggere, perchè queste, se pur più di rado e più leggere ci sono.
Lo psichiatra mi consiglia di continuare a seguire quanto indicato, perchè il fatto che comunque ci siano ancora è sintomo di non esserne del tutto uscito e certi farmaci si sospendono solo quando si è completamente "guariti".
Volevo chiedere solo un parere, e capire il perchè di questo effetto paradosso sulla paroxetina
Grazie
[#4]
Gentile utente,
Quel che lei descrive non ha niente a che vedere con i nomi tecnici tipo effetto paradosso etc.
La cosa migliore è che segua una linea come indicato dal suo psichiatra. Anche perché altrimenti si cade negli equivoci dettati dal giudizio "sto bene" "sto male" che mutano in continuazione per motivi che inspiegabilmente si tendono ad attribuire al farmaco di turno e alla dose corrente, con un ragionamento che in termini terapeutici ha poco senso.
Quel che lei descrive non ha niente a che vedere con i nomi tecnici tipo effetto paradosso etc.
La cosa migliore è che segua una linea come indicato dal suo psichiatra. Anche perché altrimenti si cade negli equivoci dettati dal giudizio "sto bene" "sto male" che mutano in continuazione per motivi che inspiegabilmente si tendono ad attribuire al farmaco di turno e alla dose corrente, con un ragionamento che in termini terapeutici ha poco senso.
[#5]
Ex utente
Dopo circa 6 giorni di interruzione della cura con Eutimil ho iniziato una cura a base di cripalex come il medico mi ha prescritto, ho cominciato con 3 gocce e sulle 5 gocce ho notato un peggioramento dei sintomi ansiosi che prima non avvertivo più.
Penso che sai un normale effetto dell' inizio terapia del farmaco, (lo spero) ma mi chiedo come tutti questi farmaci dovrebbe fare effetto dopo 1 mese circa, oppure dato che prima prendevo la paroxetina, dovrebbe già fare effetto?
Forse è una domanda stupida, ma lo chiedo perchè comunque avevo sospeso il farmaco precedente da poco tempo
Penso che sai un normale effetto dell' inizio terapia del farmaco, (lo spero) ma mi chiedo come tutti questi farmaci dovrebbe fare effetto dopo 1 mese circa, oppure dato che prima prendevo la paroxetina, dovrebbe già fare effetto?
Forse è una domanda stupida, ma lo chiedo perchè comunque avevo sospeso il farmaco precedente da poco tempo
[#7]
Ex utente
Oggi dopo circa 1 ora dall' assunzione dell' entact, ho cominciato a sudare copiosamente, (non ostante in ufficio con aria condizionata), sentire le gambe molli, quasi come se potessi svenire da un momento all' altro.
In queste situazioni ci si chiede se è ansia, o se è un effetto collaterale del farmaco, tuttavia alla dose di 4 gocce, la logica mi fa supporte sia un attacco di panico incentivato probabilmente dall' assunzione del farmaco.
Con la paroxetina questa cosa non accadeva affatto.
Mi chiedo se questi sintomi sono "normali" e quindi da ignorare, o se siano da non sottovalure troppo, poi sono preoccupato per il fatto che faccio un lavoro cui non posso assentarmi e un lavoro basato molto sull' operatività; in questa giornata ho avuto seri problemi e mi chiedo come fare se la cosa accade di frequente.
Forse mettersi giorni in malattia? Può darsi ma non me lo permetterebbero e ne pagherei probabilmente delle conseguenze.
In queste situazioni ci si chiede se è ansia, o se è un effetto collaterale del farmaco, tuttavia alla dose di 4 gocce, la logica mi fa supporte sia un attacco di panico incentivato probabilmente dall' assunzione del farmaco.
Con la paroxetina questa cosa non accadeva affatto.
Mi chiedo se questi sintomi sono "normali" e quindi da ignorare, o se siano da non sottovalure troppo, poi sono preoccupato per il fatto che faccio un lavoro cui non posso assentarmi e un lavoro basato molto sull' operatività; in questa giornata ho avuto seri problemi e mi chiedo come fare se la cosa accade di frequente.
Forse mettersi giorni in malattia? Può darsi ma non me lo permetterebbero e ne pagherei probabilmente delle conseguenze.
[#8]
Gentile utente,
Lei si sta concentrando sulla situazione attuale anziché sul fatto che sta facendo una cura che funzionerà in ritardo di qualche settimana. Se le dosi sono tenute inizialmente basse è per limitare questo tipo di inconvenienti che non hanno a che vedere con l'efficacia, ma che possono spaventare le persone che si curano inducendole a interrompere le terapie, premere per non aumentare le dosi con conseguente inefficacia della cura etc.
Non è utile fare paragoni con altre medicine ma seguire lo schema indicato dal medico. Se è un attacco di panico questo è dovuto al fatto che lei ne soffre, incentivato o meno ne soffre lo stesso, è per questo che si sta curando. Le persone che soffrono di panico dopo aver iniziato le cure spesso descrivono con allarme gli stessi identici sintomi, o sintomi di panico lievemente diversi, con uno stupore paradossale, che corrisponde all'allarme ipocondriaco e non alla logica (secondo cui una persona già sa bene si soffrire di attacchi di panico).
Quindi è logico il ragionamento, ma non si capisce cosa dovrebbe comportare.
Lei si sta concentrando sulla situazione attuale anziché sul fatto che sta facendo una cura che funzionerà in ritardo di qualche settimana. Se le dosi sono tenute inizialmente basse è per limitare questo tipo di inconvenienti che non hanno a che vedere con l'efficacia, ma che possono spaventare le persone che si curano inducendole a interrompere le terapie, premere per non aumentare le dosi con conseguente inefficacia della cura etc.
Non è utile fare paragoni con altre medicine ma seguire lo schema indicato dal medico. Se è un attacco di panico questo è dovuto al fatto che lei ne soffre, incentivato o meno ne soffre lo stesso, è per questo che si sta curando. Le persone che soffrono di panico dopo aver iniziato le cure spesso descrivono con allarme gli stessi identici sintomi, o sintomi di panico lievemente diversi, con uno stupore paradossale, che corrisponde all'allarme ipocondriaco e non alla logica (secondo cui una persona già sa bene si soffrire di attacchi di panico).
Quindi è logico il ragionamento, ma non si capisce cosa dovrebbe comportare.
[#9]
Ex utente
Scrivo qui sopra, per lasciare comunque lo storico di quanto esposto.
Da circa 15 giorni ho iniziato la cura con escitalopram (ENTACT), e precisamente da 4 giorni sono arrivato alla dose piena di 10 mg.
Da un paio di giorni, specialmente al mattino avverto come una sensazione di tremore (non visibile) che si risolve di solito da sola nel giro di un paio d'ore, stamattina invece verso le 9,30 il disturbo è stato molto forte, senso di pressione alla bocca dello stomaco, nausea, attacchi di "diarrea", agitazione e la sensazione di svenire; ho preso un alprazolam e la cosa sembra essersi un pò rallentata, ma sempre un pò fastidiosa.
Prima di riprendere il farmaco non avevo più degli attacchi così evidenti, mi chiedo il famarco può peggiorare la sintomatologia ansiosa nel primo periodo anche se sono 15 giorni, cui 5 a giorni pieni?
Immagino che ci voglia almeno 1 mese a dosaggio pieno per valutare gli effetti?
Da circa 15 giorni ho iniziato la cura con escitalopram (ENTACT), e precisamente da 4 giorni sono arrivato alla dose piena di 10 mg.
Da un paio di giorni, specialmente al mattino avverto come una sensazione di tremore (non visibile) che si risolve di solito da sola nel giro di un paio d'ore, stamattina invece verso le 9,30 il disturbo è stato molto forte, senso di pressione alla bocca dello stomaco, nausea, attacchi di "diarrea", agitazione e la sensazione di svenire; ho preso un alprazolam e la cosa sembra essersi un pò rallentata, ma sempre un pò fastidiosa.
Prima di riprendere il farmaco non avevo più degli attacchi così evidenti, mi chiedo il famarco può peggiorare la sintomatologia ansiosa nel primo periodo anche se sono 15 giorni, cui 5 a giorni pieni?
Immagino che ci voglia almeno 1 mese a dosaggio pieno per valutare gli effetti?
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 10.2k visite dal 06/06/2010.
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