Zoloft per personalità borderline, personalità ossessiva, ansia e rimuginazioni

Buongiorno,
da ieri assumo 25 mg di zoloft la sera.
Ho cambiato due psichiatre: la prima voleva darmi 20 mg di Sereupin la mattina, ma io non l'ho mai preso. (Diagnosi: personalità ossessiva, personalità borderline, ansia e depressione)
La seconda avrebbe voluto darmi Trilafon 2 mg, ma siccome io avevo troppa paura degli effetti collaterali e di assumere un antipsicotico, mi ha dato appunto zoloft 25 mg. (Diagnosi: personalità borderline, personalità ossessiva, ansia e rimuginazioni).
Oggi, dopo il primo giorno di assunzione, mi sono svegliata con un ingorgo di pensieri in testa, una sensazione che solo una volta avevo provato prima, ma questa volta è stato peggio; per circa un'ora ho avuto un circo di pensieri nella testa, che si avvicendavano così velocemente che non avevo tempo di soffermarmi su nessuno di essi. Ora, che è passata appunto più di un'ora, mi sento un po' giù, confusa e più che altro vuota e vorrei tanto non prendere più lo zoloft (anche se immagino che dopo una sola mezza compressa non sia stato lui a farmi sentire così...) per paura di perdere il controllo di me.
Vorrei precisare che pur avendo personalità borderline non ho nessun discontrollo degli impulsi, mai avuto lesionismo (pensato di farmi del male sì, ma mai fatto), mai usato droghe o altre sostanze simili; in compenso ho i sintomi affettivi (paura dell'abbandono, ecc.)
La domanda è... è stato lo zoloft a farmi sentire così oggi secondo voi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Mi sembra che manchino a quanto lei dice alcuni dei sintomi fondamentali per il quadro borderline. Bisognerebbe però capire cosa intende per impulsività.
Le diagnosi che riporta -borderline a parte- non sono diagnosi, sono un elenco di sintomi. Borderline in sé ha ansia e depressione, senza bisogno di specifiche. Se invece sono aspetti "oltre" il quadro borderline la diagnosi andrebbe meglio definita.

In ogni caso non è chiaro perché abbia rifiutato le prime cure e poi accettato questa, né perché attribuisca così tanta importanza alle prime assunziono di un farmaco che si giudica con settimane di ritardo, e non a questa dose che è semplicemente (presumo) una dose di attacco.

Può essere benissimo un effetto iniziale legato al farmaco ma tenendo presente che il cervello che lo recepisce è fatto in un certo modo, quindi ha comunque tendenza ad avere quei sintomi.

Non è una questione su cui le si può dare una risposta operativa (cosa fare), per cui deve far riferimento al suo psichiatra.

In ogni caso ripeto che appunto i primi giorni di cura non sono quelli decisivi per stabilire se il farmaco sia utile o meno, mentre è frequente che inizialmente i sintomi si possano muovere in senso "ansiogeno".

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio molto per la Sua risposta.
Premetto che vengo da una situazione familiare disastrosa e che ho un forte stress derivato dal fatto di convivere con mia madre che è a dir poco squilibrata (ma rifiuta qualunque cura e non ci sono gli estremi per un trattamento obbligatorio), tanto che la prima psichiatra in un momento forse poco professionale, mi disse "i tuoi genitori sono due pazzi scatenati". Ho rifiutato le prime cure perché speravo di farcela con i miei mezzi, sentivo di avere ancora delle risorse. Ora non le ho più e sento proprio che il periodo depressivo che ho passato mi ha cambiata in peggio.
Della prima psichiatra comunque non avevo più fiducia neanche professionalmente e sentivo che non le importasse quasi nulla di me, perciò ho cambiato, seppur con molta sofferenza (andare da lei mi faceva stare peggio perché sentivo il suo disinteresse, ma allo stesso tempo mi ero affezionata molto).
La seconda mi sembra che mi ascolti e mi capisca di più, e il fatto che io a pelle non la sopporti mi rassicura perché almeno non mi super-affezionerò come mi capita con molte persone. Inoltre mi ha detto chiaramente che se non assumo il farmaco non mi vuole più vedere ed è anche per questo se ora lo assumo, nonostante io abbia il terrore che in futuro aggiungerà altri farmaci (tipo appunto il Trilafon, di cui ho terrore) e altri ricatti e io non so se riuscirò a sostenere una situazione di questo tipo.

La mia ansia e depressione rientrano come dice Lei nel quadro Borderline, e soprattutto la depressione è correlata al 100% con ciò che succede nelle mie relazioni interpersonali (se mi sembra di sentire il rifiuto di una figura per me importante, inizialmente desidero farmi del male -ma poi non lo faccio mai, controllo l'impulso- poi piano piano mi sento sempre più giù fino ad avere tutti i tratti depressivi e a quel punto non desidero più farmi del male, desidero solo morire di un metodo rapido e sicuro con relative pianificazioni però mai realizzate né tentate fondamentalmente per non far soffrire chi mi vuole bene). Se invece sento la fiducia di poter star meglio e il supporto di qualcuno, mi sento già un po' meglio (ma felice mai) e i pensieri negativi se ne vanno.

Un altro dubbio riguardava il fatto: entrambe le psichiatre valutavano che la mia sofferenza fosse in linea con la situazione familiare pesante, ma allora è giusto curarsi con antidepressivi se la reazione del mio cervello agli eventi è comunque adeguata?

Inoltre, una volta smesso il farmaco, ci sono delle modificazioni del cervello permanenti o tutto torna come prima?

2mg di Trilafon che effetto hanno?

Grazie ancora e buon lavoro! :)
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Utente
Utente
Se per caso il Dr. Pacini o qualche altro dottore vuole rispondere alle mie domande, per me sarebbe molto importante e utile.
Scusate per il disturbo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

non mi sembra di aver affermato che la sua ansia rientri nel quadro borderline, questa è la diagnosi che Lei ha ricevuto e che metteva in dubbio. Ho fatto altre osservazioni.

La psichiatra ha agito correttamente nel guidarla verso l'aspetto pratico del problema. Curarsi non significa parlare a ruota libera dei problemi che, non assumendo le cure, rimangono tali. Finirebbe per sviluppare le sue convinzioni sul disturbo o su colpe da distribuire nell'ambiente che la circonda anziché mirare al suo benessere individuale.
Il fatto di star bene se si sente supportata lo hanno tutti, se invece questo è molto importante, purtroppo non la aiuta perché anziché spingerla a curarsi le dà l'idea di farcela da sola contro i consigli ricevuti, e così si ripete all'infinito l'equivoco tra il fluttuare dei sintomi in più o in meno e la risoluzione di questa instabilità. "Ora sto meglio" in altre parole non significa niente in questo tipo di disturbi.

Sulla scelta dei farmaci non mi pronuncio, trilafon è un farmaco genericamente antiimpulsivo, antiaggressivo e sedativo.
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Non solleciti le risposte.

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Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Forse evidentemente ho questo problema più della media delle persone perché è bastato leggere la risposta un po' fredda (ma forse è un'impressione solo mia, non lo so) e distaccata che Lei mi ha dato per farmi sentire molto giù.
E' verissimo quello che Lei dice riguardo al fluttuare dei sintomi... ed è veramente una cosa terribile.
Forse ho sbagliato a rifiutare il Trilafon (anche se veramente io non sono assolutamente aggressiva né impulsiva, la psichiatra diceva di prenderne 2 mg al giorno per le rimuginazioni). Però anche mi chiedo... se io funziono così invece che riempirmi di farmaci e ricattarmi dicendo che se non li prendo non posso più andare da loro, non potrebbero semplicemente darmi un po' del supporto che mi serve e mi fa sentire meglio? Alla fine si tratta solo di un po' di empatia, non sono né invadente né pressante.

Volevo chiedere.. quando sospenderò lo Zoloft se ne andranno gli effetti collaterali (tipo stipsi e niente salivazione) o ci sono delle modifiche permanenti del sistema nervoso?

Chiedo scusa per aver sollecitato la risposta precedentemente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

quando Lei va da un medico chiede un intervento tecnico, che deve servirLe a qualcosa, o almeno essere pensato per poter ottenere risultati in una maniera prevedibile.

E' inutile un intervento personalizzato sulla sua storia senza poter prevedere alcunché.

Non si tratta di un ricatto, se mai lo sarebbe imporsi al medico rifiutandone però le prescrizioni.

Il suo ragionamento è paradossale quando chiede un intervento medico per risolvere un problema e poi pretende di decidere come deve agire il medico, ovviamente rifuggendo le soluzioni perché non riconosce il problema come cerebrale, ma ci ragiona come se il problema si svolgesse tra il suo cervello e il mondo esterno, in uno spazio "virtuale" fatto di emozioni e pensieri.

Emozioni, pensieri e comportamenti sono espressione del cervello. Per poterle essere utile, che sia una medicina chimica o una medicina "psicologica" il medico deve applicare tecniche standard, altrimenti siamo nel "fumoso".

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Utente
Utente
La ringrazio ancora per la risposta, è stato molto chiaro e penso che Lei abbia perfettamente ragione...Il problema è di certo cerebrale dato che è dal cervello che vengono sentimenti ed emozioni... però noi ci identifichiamo con il nostro cervello quindi non è facile accettare di cambiarlo farmacologicamente. In più ho paura di diventare una persona banale, anonima, mentre attualmente questa confusione affettiva ed emotiva mi dà anche una grande sensibilità e una forte capacità di empatia con gli altri oltre che una certa creatività. Ho anche paura che modificazioni del mio sistema nervoso mi diano effetti collaterali fisici permanenti.

Anche per questo le chiedo... dato che si è dimenticato di rispondere alla mia precedente domanda...
- gli effetti collaterali dello zoloft fisici (stipsi, no salivazione) se ne vanno quando lo si smette?
- è vero che il farmaco fa diventare "apatici" o come sostengono altri "stupidi e felici"? Perderò la mia creatività? Eventualmente, una volta sospeso il farmaco magari quando starò meglio, ritroverò la mia creatività?

La ringrazio enormemente per l'attenzione, non sa quanto mi sia utile chiarire questi dubbi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

I cambiamenti nel cervello avvengono anche "naturalmente" come conseguenza di anni di un funzionamento di un certo tipo. I farmaci agiscono sul cervello verso uno scopo che possa anda bene alla persona e risolvergli i problemi di partenza, gradualmente nel tempo.
Innanzitutto "il farmaco" non esiste. Ci sono tante varietà e molecole, ognuna va considerata per il tipo di azione che fa ma in un tipo di disturbo.
Fare una terapia non significa cambiare sesso, le modificazioni collaterali ha tutto il tempo di valutarle senza fretta di sospendere né obbligo di continuare. La perdita della creatività che alcune persone denunciano può accadere in una prima fase in cui però sostanzialmente le persone avevano perso un equilibrio, quindi avevano una creatività caotica a prezzo di aspetti sgradevoli o rischiosi sempre più prevalenti.
In ogni caso questi aspetti li fa presente al suo psichiatra cosicché lui possa aggiustare il tiro.
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Utente
Utente
Mi sembra di capire che eventuali effetti collaterali (da quelli fisici a quelli psicologici tipo caduta della creatività) potrebbero essere irreversibili e che la cosa non è molto prevedibile. E' vero che il prezzo della creatività è molto alto (totale mancanza di equilibrio), ma sebbene io non sia di certo un genio, non voglio rinunciare al mio piccolo talento.
A questo punto al di là di tutto preferisco sospendere completamente il farmaco (che assumo da alcuni giorni), per non rischiare di perdere le piccole cose che sono per me l'unica fonte di soddisfazione (creatività e alcuni tratti della mia sensibilità oltre che un buon funzionamento fisico - cervello a parte).
Grazie ancora moltissimo per l'aiuto, Le auguro buona serata
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Mi sembra di capire che eventuali effetti collaterali (da quelli fisici a quelli psicologici tipo caduta della creatività) potrebbero essere irreversibili e che la cosa non è molto prevedibile. "

Ho detto esattamente il contrario mi pare.



Non si permetta di utilizzare questi consulti per prendere decisioni sulle medicine da prendere.

Segua le prescrizioni del suo medico e non prenda iniziative.

Mi sembra che stia solo cercando un motivo pregiudiziale per rifiutare ancora le cure che va a richiedere, preoccupandosi di cose che vuole per forza gravi e irreversibili, anche dopo aver ricevuto risposta assolutamente opposta.
[#11]
Utente
Utente
Lei nella Sua risposta non ha detto che tutto è reversibile, ha detto che gli effetti collaterali vanno valutati nel tempo, che non è molto rassicurante.

Sospendo il farmaco; non è una decisione che prendo a cuor leggero, sapendo che dopo la mia psichiatra non mi vorrà più (mi ero già affezionata, ma potrei sempre dirle una bugia), e avendo già assunto nei giorni scorsi il farmaco (tanto valeva non prenderlo dall'inizio).

Spero che gli altri pazienti siano meno confusi e terrorizzati di me e pertanto in grado di affidarsi completamente al proprio medico, cosa che io non riesco a fare.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Lei non è tenuto a informare noi delle sue decisioni ma il suo medico. Prima lo informi, è inutile e inappropriato che lo comunichi qui. Oltre che sbagliato.

Quindi la cosa va segnalata allo staff del sito.

Ha cercato una giustificazione inesistente per continuare in un atteggiamento improduttivo.
Nessuno le chiede di affidarsi completamente, semplicemente una coerenza di partenza nell'affrontare una cura che lei va a chiedere.
La risposta non deve essere rassicurante né le sue previsioni hanno ragione di essere terrificanti. Ha chiesto delucidazioni e le ha avute. Come faccia a far corrispondere una frase del tipo che gli effetti vanno valutati nel tempo con il fatto che siano irreversibili è una sua trasmutazione che non si capisce.

[#13]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Nessuno le ha consigliato cosa fare della sua terapia.

Probabilmente, ha postato qui per avere un beneplacito che non ha ottenuto e non otterra'.

Quindi, le sue decisioni in merito alla terapia sono e restano solo sue.

Questo atteggiamento e' comunque tipico di un disturbo borderline di personalita'.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#14]
Utente
Utente
L'atteggiamento è borderline ma il rifiuto del farmaco penso sia una cosa ossessiva... è una specie di terrore di contaminazione. Però alla fine l'ho preso e basta perché voglio vedere cosa succede così...

Vi chiedo scusa per il mio comportamento
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La cosa più semplice, e però meno facile da fare è seguire una cura senza dare continuamente giudizi (già prima) di intraprenderla, e di verificarne gli effetti insieme al medico entro i termini da lui indicati, quindi non traendo conclusioni in maniera autonoma o seguendo parametri propri.
[#16]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
da circa tre settimane assumo il farmaco Zoloft.
Per 12 giorni ho assunto 25 mg la sera,
da 10 giorni invece assumo 50 mg sempre la sera.
Non ho mai saltato un giorno.
Non ho molti effetti collaterali: all'inizio pochissima nausea (solo un giorno per pochi minuti), e un calo della vista (che purtroppo non si è risolto). La dottoressa mi aveva detto che nei primi giorni di assunzione si sarebbe potuto verificare un aumento dell'ansia, ma io non l'ho riscontrato e non ho fatto uso dello xanax.
Da due giorni però ho un'ansia molto forte, più di quanta io ne abbia mai avuta, e di natura completamente diversa. Infatti prima la mia ansia era legata a determinate situazioni facilmente individuabili (es. situazioni lavorative) mentre invece ora è priva di apparente motivo (ad esempio anche al di fuori del lavoro e in situazioni che non mi hanno mai provocato ansia), è continua (prima erano delle specie di attacchi) e si manifesta con sintomi diversi (palpitazioni e tachicardia prevalentemente, mentre prima tremavo - ora non tremo più). Aggiungo che questa ansia tende a non passare nemmeno con lo xanax (meno di 25 gocce non mi fanno nulla, di più mi fanno addormentare)
Può essere un effetto indesiderato dello Zoloft oppure tale effetto collaterale si sarebbe dovuto manifestare prima e non è attribuibile al farmaco?
[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ogni giudizio è prematuro a 3 settimane, inoltre i diversi ordini di sintomi non rispondono tutti con la stesa cronologia. Non ci sono più attacchi, questo è già un elemento positivo. L'ansiolitico deve usarlo secondo quanto le è stato prescritto, non aumentando la dose a piacimento. Al termine concordato con lo psichiatra gli farà sapere come sta.
Zoloft 50 mg è comunque una dose in genere bassa, ma lo psichiatra potrà avere scelto questa dose come cautela rispetto all'instabilità dell'umore.
[#18]
Utente
Utente
Gentilissimo Dr Pacini,
la psichiatra, quando ho cominciato a prendere lo zoloft, mi ha detto di usare lo xanax al bisogno 15 gocce.
Io non l'avevo praticamente mai usato, non sentendone il bisogno.
Quello che mi lascia perplessa è che questa ansia è appunto completamente diversa da quella che avevo prima, soprattutto perché è continuativa e mi dà un senso di oppressione al petto, tachicardia e palpitazioni veramente fastidioso e addirittura angosciante.
Oggi ho telefonato alla dottoressa per avvertirla di questo, mi ha detto di scalare di nuovo e prendere 25 mg di Zoloft al posto di 50.
La cosa mi fa paura perché ho paura che adesso possa volermi far sospendere lo Zoloft e ripropormi il Trilafon, di cui io ho terrore. Già lo Zoloft infatti mi dà la sensazione di non essere più io e mi ha attenuato di molto le mie rimuginazioni, che a me piacevano tanto.... non oso pensare quale effetto avrebbe un antipsicotico su questo lato della mia personalità.
[#19]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

siamo al punto di prima. Dosi piccole di farmaci curativi, scalate per motivi non chiari nelle prime settimane. Lei dichiara di avere timori sui farmaci salvo poi usarne uno a sproposito perché in quel caso la regola diventa che lei decide quanto ne usa in base a sintomi che lei ritiene urgenti da risolvere.
Ricomincia con lo stesso atteggiamento improduttivo. Se lo psichiatra deciderà di cambiar cura vorrà dire che la riterrà migliore nel suo caso. Lei attualmente è già predisposto per contrastare le eventuali proposte del suo psichiatra. Non ha alcuna importanza rimuginare sulle sue preoccupazioni, anzi non è importante nel senso che lei crede.

Deve seguire le indicazioni del medico, se le preoccupazioni diventano motivi per non seguire le prescrizioni qualsiasi cura può diventare impossibile.
[#20]
Utente
Utente
Ma me lo ha detto la dottoressa di scalarlo... mi ha detto che forse la causa della strana ansia che era seguita all'aumento di dosaggio da 25 a 50 poteva essere appunto il farmaco e mi ha detto di tornare a 25. Venerdi l'ho vista e si è raccomandata di rimanere a dosaggio 25...
Io ho terrore dell'altro farmaco, questo è vero, però comunque venerdì non me lo ha proposto... è anche vero che la dottoressa sa bene che probabilmente non riuscirei mai a prenderlo... so che è sbagliato ma io già mi sono vista molto cambiata con questo basso dosaggio di zoloft, ho troppa paura ad assumere un antipsicotico (sebbene la dr.ssa quando ne parlammo disse che me ne avrebbe dati solo 2 mg). Potrei assumerlo solo se fossi certa che tutti gli effetti che il farmaco dà sulla mia personalità sono reversibili
[#21]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"ho troppa paura ad assumere un antipsicotico".

Il trilafon è il trilafon, non "un antipsicotico". Inoltre, se viene scelto evidentemente è perché si pensa che le faccia bene, quindi paura di cosa ?
Gli effetti sulla personalità, considerando che è in terapia anche per quello che ha riferito come disturbo di personalità, non si capisce perché rientrino nei suoi timori e non nelle sue speranze su quel che può ottenere dalla cura. Questo concetto del farmaco che annulla la personalità è espressione di un timore assoluto, mica significa niente a livello concreto.
Per quanto concerne lo zoloft, essendo tre settimane poche e la dose piccola non è neanche possibile farsi un'idea del fatto che funzionasse o meno.
[#22]
Utente
Utente
Gentilissimo Dr Pacini,
il fatto è che la mia personalità comprende delle cose che detesto e vorrei cambiare e delle cose che mi piacciono e non vorrei cambiare. In particolare, la dottoressa voleva prescrivermi 2 mg di Trilafon per combattere le cosiddette rimuginazioni, che sono un tratto della mia personalità che io invece vorrei conservare. Io so che è come se vivessi su un ottovolante, perché il mio modo di vivere le emozioni e i rapporti con gli altri è una specie di caleidoscopio e tutto è continuamente in movimento (e indipendentemente da ciò che realmente fanno gli altri.. è il mio cervello che comincia a dire "ecco non mi vuole più bene" e a sentirsi abbandonato e a soffrire tantissimo senza reali motivazioni). Questo mi fa anche soffrire molto e la sofferenza mi blocca a volte nelle attività quotidiane che dovrei svolgere, però mi rende anche una persona creativa e particolare. E' per questo che ho paura: ho paura di diventare una persona normale, banale... io vorrei conservare la mia creatività e imparare a gestire meglio la sofferenza, ma mi rendo conto che forse la creatività nasce dallo squilibrio e dal dolore ed è un po' come volere la botte piena e la moglie ubriaca.

Allora ho pensato che se io riuscissi a raggiungere alcuni traguardi personali, come la laurea (già lavoro ma ci tengo molto a laurearmi), forse acquisirei un po' di sicurezza in più e questo mi potrebbe permettere comunque di affrontare meglio i presunti "abbandoni" e il casino che creo ogni volta che ho un rapporto di qualunque tipo con qualcuno. Adesso faccio molta fatica a studiare, a volte studio tantissimo e a volte non lo faccio per niente, appunto come un ottovolante. Se io fossi sicura che il farmaco (anche il trilafon) può aiutarmi a calmarmi e a darmi quella regolarità necessaria a completare gli studi e che una volta sospesa la terapia la mia creatività può ritornare, lo assumerei. Ma temo invece di diventare semplicemente una persona sì diligente ma anche piatta, banale, monocromatica.
Lei capisce questo? cosa ne pensa?

La ringrazio tantissimo
[#23]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Le rimuginazioni potrebbero corrispondere a varie cose, se intende "ossessioni" allora tecnicamente i neurolettici non è che le curino, diciamo che essendo generici "abbassatori" di intensità di funzioni inizialmente possono placarne l'invasività, o impedire che uno si convinca davvero di ciò su cui rimugina.
In ogni caso non sono antiossessivi.
Se per rimuginazioni si intende idee prevalenti o deliri, allora ovviamente il discorso è diverso.

La persona "ossessiva" ha uno stile di pensiero che non costituisce in genere un problema ma che peggiora la capacità di gestire le ossessioni, che vengono viste in base all'intelligenza o fondatezza dei contenuti e non in base alla forma del pensiero (a circolo chiuso).
Pertanto chi ha ossessioni le tratta come fossero pensieri che potrebbero risolversi se solo ci si riflettesse in maniera più completa, acuta, brillante o esaustiva. Invece, le ossessioni crescono senza risolversi più sono "rimuginate".

De Andrè diceva in una canzone "senza la mia paura mi fido poco" descrivendo appunto la mente di un personaggio dubbioso e timoroso, ma anche riflessivo.

L'ossessivo si fida poco senza quel che gli sembra la via d'uscita, cioè "ancora più pensiero". E facendo questo sbaglia strada.

Naturalmente parlo di ossessioni perché è nel titolo del consulto, ma se il trilafon è usato per i deliri (anche questi in realtà una forma e non un contenuto) il discorso è diverso.

In ogni caso curando una malattia l'organo e le sue funzioni non necessariamente sono stravolte, ed in ogni caso non stiamo parlando di un intervento chirurgico che "toglie" qualcosa, se mai di un tutore.
[#24]
Utente
Utente
Gentile Dr Pacini, sono un po' confusa perché la prima psichiatra mi aveva detto che io ho le ossessioni. La seconda psichiatra invece parlava di rimuginazioni escludendo invece le ossessioni. Allora ho chiesto quale fosse la differenza e mi è stato detto da questa seconda psichiatra che:
le ossessioni sono ad esempio uno che senza motivo pensa di aver colpito qualcuno con lo specchietto della macchina, allora comincia ad angosciarsi e vorrebbe tornare indietro a controllare, oppure uno che senza motivo pensa che potrebbe essere omosessuale e allora passa molto tempo a cercare di capire se lo è davvero. Io questa cosa NON ce l'ho assolutamente.
Le rimuginazioni invece la psichiatra le ha definite, perdonate il termine, delle "seghe mentali" (parole sue), nel senso di continuare a pensare a qualcosa, come ad esempio un problema che però è reale, ma pensarci troppo e senza che il pensiero sia fruttuoso.
Ora invece lei, Dr Pacini, mi dà delle definizioni diverse. Io mi rispecchio nella sua definizione di ossessione. Questo in maniera indipendente dai sintomi borderline.

Per quanto riguarda i deliri, la psichiatra ha escluso qualunque forma di psicosi. Però a me capita (solo in relazione al rapporto con gli altri) che a volte uno si comporta con me semplicemente con gentilezza e io comincio a farmi dei film sul fatto che mi voglia veramente tanto bene e che di sicuro finiremo per avere una relazione (anche se in realtà magari quella persona neanche mi piace tanto). Questo pensiero dura di solito qualche giorno, il tempo di rendersi conto che era solo semplice gentilezza, e allora vado verso il pensiero opposto, che a quella persona non freghi nulla di me, con relativo accumulo di tristezza ancora una volta esagerato. Solo dopo alcuni giorni e solo se riesco a stare da sola e a non cercare quella persona, arrivo al pensiero che secondo me è giusto, e cioè che a quella persona interessa di me in una maniera adeguata e che non necessariamente le cose sono solo bianche/nere. Non so se questo possa essere considerato un delirio. Preciso comunque che tutto ciò capita solo nei confronti di alcune specifiche persone con le quali ho già un rapporto di una certa confidenza. Comunque, la cosa che mi preoccupa è che tutto questo c'è solo da alcuni mesi e sta peggiorando nel tempo. Da quando assumo il farmaco la tristezza per l'abbandono è meno intensa, ma comunque presente e accompagnata da pensieracci suicidi (molto lontani però dall'attuazione).

A questo punto non so che cosa fare... lei ha descritto perfettamente la mia situazione, io vedo i miei pensieri come un fatto di intelligenza e fondatezza dei contenuti e senza la mia paura mi fido poco. In più c'è l'aspetto borderline (che è tuttavia l'unica cosa che io vorrei eliminare e che detesto profondamente).

La ringrazio tantissimo per la sua gentilezza e Le auguro buona giornata
[#25]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

sì, l'impressione è quella di un quadro affettivo con ossessioni, ma d'altronde ci sono spesso. Ovviamente sia nei disturbi dell'umore che nelle personalità affettive ci sono questi aspetti, tutto sta però nell'individuare il motore che produce le maggiori interferenze, a suo dire appunto l'instabilità e l'impulsività. Esistono farmaci per controllare questo tipo di motore, solitamente anche il resto migliora anche se non si estingue.
[#26]
Utente
Utente
Una brutta notizia di una grave diagnosi medica ricevuta da un mio stretto familiare alcuni giorni fa, e sono distrutta.
La mia psichiatra ritiene di lasciare il farmaco a 25 mg. L'altra psichiatra, con cui ho ancora contatti telefonici, sostiene che senza dubbio andrebbe come minimo raddoppiato. Ma io ormai mi sono affidata all'altra e non ha senso che io abbia cambiato riferimento e poi faccia ciò che dice l'ex psichaitra anziché seguire i consigli della nuova.

Intanto entrambe sono partite per le ferie e io mi sento terribilmente abbandonata, e soprattutto la cosa peggiore è che sento di meritare questo abbandono, di non valere niente. Detesto sentirmi così fragile, detesto il fatto che basta che una dottoressa mi riceva con 20 minuti di ritardo per gettarmi nello sconforto e farmi sentire una persona brutta non meritevole di niente.

Io non sono molto impulsiva, cioè... ho degli impulsi, l'ultimo è stato in ospedale (dove mi trovavo per trovare questo parente malato) e ho visto delle fiale di Midazolam incustodite... e avrei voluto prenderle per farne uso una volta tornata a casa e sentire meno dolore, ma non l'ho fatto. Non commetto autolesionismo, però penso molto al suicidio anche se non lo metterei mai in atto in un momento già così pesante per la mia famiglia.
Ho anche l'impulso di telefonare alla vecchia psichiatra, di cui ho il numero di cellulare, e chiederle se mi vuole bene, ma non lo faccio e so che riuscirò a non farlo.

Che cosa posso fare?
Veramente c'è una cura per questo stato affettivo assurdo, che peggiora poco a poco, e che diventa sempre più invalidante?
Di quali farmaci parlava, Dr Pacini?
[#27]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
A questo punto sarebbe il caso di sentire il parere di uno psichiatra anche urgentemente, sperando che si possa sistemare questa situazione completamente scompensata con 25mg di Zoloft.

La sua situazione va affrontata anche su altri aspetti patologici che mi pare siano stati messi in secondo piano.
[#28]
Utente
Utente
Quali altri aspetti patologici scusi? Può farmi capire?
[#29]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
l'autolesionismo, il non compenso e tutto quello che descrive nonche' la lunghezza della sua richiesta.

Insomma, lei non ha alcun compenso e ancora sta a chiedere cosa deve fare?

deve cercare uno psichiatra che la curi seriamente.
[#30]
Utente
Utente
Scusi Dr Ruggiero, forse ha letto male perché era una cosa troppo lunga, ma io ho detto che NON commetto autolesionismo... né l'ho mai commesso.
Per favore non sia così brusco con me, se non voleva avere a che fare con persone fragili e confuse ha scelto il campo di specializzazione sbagliato...
[#31]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Ho letto bene, ha affermato di pensarci, come pensa al suicidio.

Vede, lei ha una modalita' di approccio con le sue curanti tipicamente disturbata e per questo i trattamenti che le vengono prescritti vengono posti in modo inappropriato.

Infatti, riceve una prescrizione e poi chiama l'altra per avere conferma.
Continua a chiedersi chi delle due gentili colleghe chiamare che, stranamente, sono andate entrambe in vacanza.

Lei ha bisogno di uno psichiatra che le esponga chiaramente i suoi sintomi e che sia chiaro nei trattamenti da perseguire senza mezzi termini piuttosto che fare leva sulla sua "confusione" e "fragilità" che sono espressione di patologia e non di caratteristiche caratteriali.

Sarebbe giunto il momento di prendersi cura di se' stessa piuttosto che girare intorno al problema.
[#32]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

parlavo di farmaci per stabilizzare l'umore probabilmente. Il problema sta nel fatto che se lei mette dei paletti alle terapie non farà altro che limitare le possibilità di riuscita della cura in sé.

Non è possibile e non è utile commentare ulteriormente, ha due medici di riferimento e può chiedere altri pareri, ma a questo punto ha senso he lo faccia concretamente e non in questa sede.
[#33]
Utente
Utente
Ho capito... però o ho avuto sfortuna e ho beccato due psichiatre scarse, oppure, come penso, il problema sono io e quindi anche con un altro o un'altra psichiatra andrebbe nuovamente male.
In realtà io seguo solo le prescrizioni della seconda, ma sono affezionata e voglio bene solo alla prima, per questo vorrei chiamarla.
Un'altra questione che ha il suo peso è che questa seconda dottoressa mi segue gratuitamente e dopo i soldi che ho speso con la prima, non potrei permettermi nulla di diverso.

Mi rendo conto che non potete aiutarmi più di così... anche se devo dire che gli interventi del dr. Ruggiero mi hanno fatta stare davvero peggio, come quando uno è ricoverato in ospedale e si sente trattare bruscamente dagli infermieri perché devono badare alle sue esigenze... ci si sente di essere un peso, di essere di troppo, e Le auguro di non aver mai bisogno di qualcuno e sentirsi liquidare così.
Ringrazio molto il dr Pacini sebbene ora mi stia liquidando anche lui, ma in fondo è giusto così e in questa sede non c'è più spazio per la mia patologia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

questo discorso del sentirsi liquidare non può diventare il centro di un problema, sta di fatto che ad un certo punto è bene dare consigli concreti sul da farsi, altrimenti passano mesi e la persona ripropone gli stessi quesiti aggiornando la situazione, il che non ha molto senso prarico per la persona stessa, cioè Lei,.

Eviti assolutamente espressioni polemiche come quelle che ha usato, fuori luogo. Non è questo il punto centrale del suo problema.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Lei vive la cosa sul versante personale mentre il problema e' la patologia non in compenso.
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