Agitazione e depressione
Salve. Vi scrivo per mia nonna, che attualmente ha 85 anni e all'età di 18 anni è stata in coma a causa di una meningite. Soffre di depressione dalla morte del marito (circa 23 anni fa), con uso altalenante di ansiolitici. Ha iniziato a perdere l'autosufficienza da dieci anni a questa parte, ma essendo molto orgogliosa della sua indipendenza e diffidente nei confronti degli estranei ha sempre rifiutato aiuti. Gradatamente abbiamo iniziato ad aiutarla. Nel frattempo capitava spesso che cadesse, battendo la testa. Da circa 2 anni ha perso completamente l'autosufficienza, ma il suo orgoglio non le permette di accettarlo; per questo deve essere guardata a vista, altrimenti approfitta dei nostri momenti di distrazione per alzarsi senza chiedere aiuto, rischiando di cadere. Per questo abbiamo assunto una badante, che lei non sopporta e sospetta continuamente di immaginari furti. Il suo nervosismo è accentuato dalle difficoltà di pronuncia dovute ai postumi della meningite, che peggiorano continuamente e adesso si aggiungono alla difficoltà a trovare le parole. Ha espresso in diverse occasioni la volontà di morire ed a volte tendenze suicide, che si alternano a momenti in cui mostra voglia di vivere. In seguito ad un ricovero presso il reparto di geriatria gli sono stati somministrati lo xanax e l'alprazig. Lo xanax è stato subito interrotto perchè causava un movimento continuo dell'avambraccio. L'alprazig era stato prescritto per 20 gocce prima di andare a letto e 5 dopo pranzo. In seguito agli effetti collaterali dello xanax la famiglia ha deciso di limitare l'alprazig alla dose serale, somministrandone però solo 15 gocce. Durante i due anni in cui è stata trattata con alprazig la dose è stata aumentata gradatamente da 15 a 20 gocce, in quanto si sveglia spesso la notte, a volte dimostrando nervosismo e confusione (chiama la madre e tenta di alzarsi dal letto da sola). Sin da quando ha iniziato il trattamento esprime il desiderio di andare a letto molto presto, inizialmente alle 20 e 30, adesso anche alle 19. Se non viene accontentata cerca insistentemente di alzarsi, anche per 15 minuti di seguito, si spoglia senza mostrare nessun pudore e si arrabbia se si tenta di farla ragionare. Abbiamo sempre pensato che si trattasse semplicemente di voglia di stare per conto proprio, ma io ultimamente ho il sospetto che le dosi dell'alprazig siano troppo distanziate, causando una crisi di astinenza (in quei momenti mostra forte nervosismo, muscoli tesi, confusione, manie di persecuzione), visto che appena va a letto si calma. Suppongo che associ all'atto di coricarsi la sensazione di tranquillità che subentra dopo l'assunzione del farmaco. Visto il continuo peggioramento (confusione anche durante il giorno e sguardo sempre meno lucido), mi chiedevo se sia il caso di continuare con l'alprazig visto che con l'assuefazione gli effetti tendono a diminuire. Chiedo un vostro parere per la difficoltà di convincere i miei parenti ad un ulteriore visita medica. Grazie
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Gentile utente
xanax ed alprazig sono alprazolam entrambi quindi non capisco l'associazione.
L'uso di benzodiazepine e' sconsigliato soprattutto negli anziani in quanto ingenera confusione mentale.
Sarebbe opportuna una nuova visita.
xanax ed alprazig sono alprazolam entrambi quindi non capisco l'associazione.
L'uso di benzodiazepine e' sconsigliato soprattutto negli anziani in quanto ingenera confusione mentale.
Sarebbe opportuna una nuova visita.
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[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta, anche se mi ha un pò spiazzato, visto che mia nonna fa uso di benzodiazepine, anche se in maniera non continuativa, da circa 20 anni. A questo punto viene il dubbio che la sua confusione sia dovuta ai farmaci e non alla malattia. Personalmente credo che mia nonna abbia bisogno di un logopedista per recuperare almeno in parte l'uso del linguaggio, perchè il fatto di non potersi esprimere peggiora di tanto il suo umore.
Nel frattempo abbiamo deciso di portarla durante il giorno presso una casa di riposo in paese. Ha reagito quasi bene, nel senso che inizialmente la mattina non vedeva l'ora di andare. Attualmente a volte non vuole andare, ma non riesce a farsi capire, quindi non sappiamo il motivo.
I miei parenti hanno deciso di farla visitare da un neurologo perchè pensavano che l'alprazig, che ormai prende da più di due anni, non facesse più effetto. Il neorologo però ha confermato l'alprazig e ha aggiunto zoloft al bisogno.
Non contenti, hanno contattato un altro neurologo. Riporto quanto riesco a capire della relazione lasciata dall'ultimo neurologo:
Paziente affetta da demenza su verosimile base vascolopatica. Disartria marcata, disfagia per i liquidi. Colloquio impossibile per il grave decadimento cognitivo. Saltuari casi di agitazione psichica. Eseguire TC e vitamina b12. Minias 2 mg, 1 compressa ore 22. Lexotan 10 gocce per 2 volte al giorno.
Debbo dire che il tentativo di colloquio è stato troppo frettoloso, considerando che si trattava di una persona che mia nonna non aveva mai visto e che le parlava in una lingua diversa da quella materna (che è invece il dialetto).
Nel frattempo abbiamo deciso di portarla durante il giorno presso una casa di riposo in paese. Ha reagito quasi bene, nel senso che inizialmente la mattina non vedeva l'ora di andare. Attualmente a volte non vuole andare, ma non riesce a farsi capire, quindi non sappiamo il motivo.
I miei parenti hanno deciso di farla visitare da un neurologo perchè pensavano che l'alprazig, che ormai prende da più di due anni, non facesse più effetto. Il neorologo però ha confermato l'alprazig e ha aggiunto zoloft al bisogno.
Non contenti, hanno contattato un altro neurologo. Riporto quanto riesco a capire della relazione lasciata dall'ultimo neurologo:
Paziente affetta da demenza su verosimile base vascolopatica. Disartria marcata, disfagia per i liquidi. Colloquio impossibile per il grave decadimento cognitivo. Saltuari casi di agitazione psichica. Eseguire TC e vitamina b12. Minias 2 mg, 1 compressa ore 22. Lexotan 10 gocce per 2 volte al giorno.
Debbo dire che il tentativo di colloquio è stato troppo frettoloso, considerando che si trattava di una persona che mia nonna non aveva mai visto e che le parlava in una lingua diversa da quella materna (che è invece il dialetto).
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Ripeto l'affermazione del collega, le benzodiazepine non andrebbero usate nelle persone anziane per il rischio di aumentare la confusione o di generare effetti paradossi (agitazione). Il primo neurologo ha prescritto zoloft al bisogno? Non ha nessun senso. Il secondo continua a precsrivere benzodiazepine (questa volta 2). Sarebbe meglio rivolgersi ad uno specialista in psichiatria.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.7k visite dal 25/05/2010.
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