Abulia, letargia

La situazione per la quale chiedo un consulto richiederebbe una spiegazione molto più dettagliata di quanto io sia disposta a fornire adesso. E' infatti la prima volta che mi rivolgo a questo sito e la cosa riguarda il mio unico figlio, amatissimo dai suoi genitori.La storia è lunga e tormentata e riguarda l'abuso di sostanze "leggere" (in realtà pesantissime)che hanno portato mio figlio ad un esordio psicotico. Saltando, quindi tutti gli avvenimenti che vanno dall'adolescenza ad oggi (adesso il ragazzo ha 23 anni) posso affermare che, attualmente, la situazione è quella di un ragazzo che, con l’aiuto di uno psichiatra che lo segue da anni, delle medicine e di noi genitori , sta cercando di superare i danni che la droga gli ha causato. I deliri psicotici sono rientrati, il disagio (enorme nei momenti peggiori) sta scomparendo e anche quelle che lui chiama “associazioni” di idee che lo fanno stare male sembrano essere regredite. Tuttavia , sebbene egli abbia ricominciato ad avere una vita sociale, fatta di incontri con amici e di uscite che per la verità si limitano ad un semplice bighellonaggio, non riesce ad impegnarsi in nulla di costruttivo come ad esempio riprendere gli studi o svolgere un piccolo lavoro. Secondo lui la colpa è da attribuire ai farmaci che lo fanno dormire moltissimo (spesso fin dopo l’ora di pranzo). La terapia ,che stiamo lentamente riducendo, è la seguente: 125 gr. di Leponex 2 volte al giorno, 300 gr. di Depakin 2 volte al giorno, 1 goccia di Entumin 3 volte al giorno. E’ possibile che si tratti di letargia causata dai medicinali o che ci siano altre componenti di tipo psicologico che lo inducono a sottrarsi ai doveri visto che quando deve fare qualcosa che lo interessa riesce ad alzarsi anche molto presto? Ringrazio per la risposta
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

non e' detto che tali sintomi siano attribuibili ai farmaci.

In ogni caso, la sospensione puo' comportare una riesacerbazione dei sintomi.
Va valutata attentamente la condizione e le motivazioni che portano alla riduzione del trattamento.

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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Gentile utente,
purtroppo molti pazienti incolpano i farmaci,che in questo caso sono attentamente monitorati, per una difficoltà (assolutamente reale) a riprendere una vita regolare. E' faticoso svegliarsi al mattino, è faticoso impegnarsi, e per i familiari è una lotta continua, che però vale la pena di portare avanti (anche sul peso: le medicine favoriscono l'aumento, però l'attività fisica e un po' di controllo sul cibo evitano di ingrassare troppo).
Come dice lei, se il ragazzo è motivato si alza presto, quindi le medicine non sono così colpevoli.
Cordiali saluti

Franca Scapellato