Psichiatria dismissione psicofarmaci

Buonasera

ora ho 41 anni, sono stato diagnosticato bipolare nel 1991 ma solo nel 1996 ( a 25 anni d'età) i miei genitori mi hanno costretto a recarmi da un Professore onorario di psichiatria a Torino

che mi ha imbottito di psicofarmaci per otto anni: prendevo 900 mg di Litio associato a 400 mg di Tegretol (Carbamazepina) al diè.

Non essendo consapevole della pesantezza della cura, io ho continuato a prenderli. Nel 2004 ho avuto una grave complicazione al cuore ovvero una disfunzione del nodo del seno atriale con sincopi di pause del battito cardiaco fino a 7 secondi, sono stato ricoverato per 35 gg in unità coronarica, a seguito la decisione del cardiologo di sospendermi immediatamente la cura psichiatrica.

Dopo 30 gg in preda ad una crisi di astinenza e relativa depressione, ho ripreso gradatamente con depakin chrono 900 mg al diè (dal 2005 al 2006).

Dal 2006 ad oggi ho sempre mantenuto il dosaggio suddetto di acido valproico in associazione a sereupin 40 mg al giorno per i primi 3 anni, antidepressivo mantenuto per il 70 80 per cento dei due anni.

Solo da un anno a questa parte mi è stato dato lo xeristar che ho voluto mantenere da 30 mg x gg per ragioni di pessima salute generale.

Da un mese e mezzo a questa parte ho deciso di mia iniziativa di ridurre iniziando una dismissione degli psicofarmaci per malesseri generali e comunque mi sembra perdita di efficacia terapeutica.

Ora la mia domanda è, posso disintossicarmi da tutto, esiste una buona possibilità che io gradatamente sospendendo possa uscire da questa spirale viziosa? Gradirei farlo anche per ragioni di salute cardiaca.

Adesso sto prendendo 600 mg di depakin al giorno, l'umore è comunque non peggiorato rispetto a prima.Vorrei sapere onestamente ogni possibilità o rischio al quale vado incontro con una dismissione.

Inoltre tutti questi anni di psicofarmaci del calibro suddetto possono avermi danneggiato irreversibilmente il cervello e le sue funzioni del sistema nervoso centrale? Vorrei cortesemente la massima chiarezza ed etica in risposta diretta senza filtri, grazie ossequi
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile signore,

il disturbo bipolare è una malattia cronica caratterizzata da "alti e bassi", fasi depressive alternate a fasi maniacali.

Per questo motivo le terapie che si fanno in questi casi servono a mantenere stabile la malattia evitando ricadute.

Le complicanze che ha avuto non so se siano attribuibili ai farmaci ma spesso disturbi dell'umore e disturbi cardiovascolari hanno una discreta associazione per vari motivi non legati alle terapie.
Anzi sembra che le terapie per la malatia psichiatrica aiutino anche nel caso delle eventuali malattie associate aumentando la qualità e durata di vita.

Riguardo eventuali danneggiamenti al cervello sembra al contrario che i farmaci come il litio abbiano degli effetti cerebrali positivi.

In sintesi le consiglio di rivedere con uno psichiatra esperto la terapia cercando di comprendere l'utilità dei farmaci che prende e valutare bene la possibilità di sospendere le cure che non mi sembra sia una buona idea.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

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