Gli specialisti ho sentito diagnosi quali complesso
Sono una mamma che da tanti anni vive in uno stato di sofferenza.
Mia figlia è stata in cura da diversi specialisti psichiatri ed ora ha perso la fiducia in tutto (anche nei farmaci, talvolta presi in abbondanza e con disinvoltura) ed in tutti, non avendo nemmeno più la forza di chiedere aiuto.
Parlando con gli specialisti ho sentito diagnosi quali complesso di Edipo non risolto e depressione con punte di ossessione. Mia figlia si è rinchiusa in sé ed è aperta solo al mondo del lavoro (è laureata ed è stimata per la sua serietà). La sua storia è la seguente.
Nata da genitori giovanissimi ed inesperti. Il padre non è mai stato presente perché impegnato poco nel lavoro e molto negli svaghi. Io, praticamente capo famiglia, ho mandato avanti l'azienda, in un posto isolato, senza aiuto di altri, accollandomi ogni responsabilità.
Già da piccola mia figlia aveva difficoltà ad addormentarsi, forse per mancanza delle nostre attenzioni; ha frequentato pochi mesi l'asilo perché lo pativa; il terzo anno ha poi scelto di andarci; a scuola ha avuto poche opportunità di compagnia con altri bimbi ma é sempre stata responsabile, precisa e studiosa. Nell'adolescenza i rapporti affettivi con i maschi sono stati traumatici poiché li ha vissuti (e ancora oggi) con la paura tremenda dell'abbandono: paura così devastante da divenire dominante e causare quindi pianti, insonnia, disperazione, attacchi di panico ed altre patologie.
Questi rapporti duravano mediamente 2 anni e poi lei, sfinita, li chiudeva. Si è sposata nel 2000 trasferendosi dopo un breve fidanzamento con un bravissimo uomo di 11 anni più di lei che ha fatto di tutto per accontentarla, ed al quale lei ha mostrato solo insoddisfazione.
Non ha voluto figli; nel 2004 un carcinoma mammario diagnosticato tardi, ha richiesto una parziale asportazione del seno; da un anno ha deciso, con l'accettazione dei medici, di terminare le cure. Il rapporto con il marito, sempre innamorato, è terminato nel 2008 quando lei ha deciso di andare a vivere da sola in un posto isolato. Da due mesi tiene chiusi i rapporti anche con me, rapporti che da parte sua non sono mai stati buoni, ed al momento li ha solo con il padre che, come sempre, non si accorge, o non capisce o non vuole capire, di lei e dei suoi problemi. D'altra parte anch'io mi sono allontanata anni fa e vivo sola a breve distanza da lui.
Ultimamente ho portato questa situazione ad un paio di specialisti psichiatri dei quali uno mi ha detto come per mia figlia sia necessaria una analisi del profondo, mentre entrambi mi hanno confermato come io, nei suoi confronti, sia comunque una perdente.
Mia figlia passa il suo tempo a letto in posizione fetale, si abbandona alla malattia e combatte me in tutte le occasioni in cui mi interesso per aiutarla: non so più cosa fare e mi è impossibile abbandonarla.
Grazie.
Mia figlia è stata in cura da diversi specialisti psichiatri ed ora ha perso la fiducia in tutto (anche nei farmaci, talvolta presi in abbondanza e con disinvoltura) ed in tutti, non avendo nemmeno più la forza di chiedere aiuto.
Parlando con gli specialisti ho sentito diagnosi quali complesso di Edipo non risolto e depressione con punte di ossessione. Mia figlia si è rinchiusa in sé ed è aperta solo al mondo del lavoro (è laureata ed è stimata per la sua serietà). La sua storia è la seguente.
Nata da genitori giovanissimi ed inesperti. Il padre non è mai stato presente perché impegnato poco nel lavoro e molto negli svaghi. Io, praticamente capo famiglia, ho mandato avanti l'azienda, in un posto isolato, senza aiuto di altri, accollandomi ogni responsabilità.
Già da piccola mia figlia aveva difficoltà ad addormentarsi, forse per mancanza delle nostre attenzioni; ha frequentato pochi mesi l'asilo perché lo pativa; il terzo anno ha poi scelto di andarci; a scuola ha avuto poche opportunità di compagnia con altri bimbi ma é sempre stata responsabile, precisa e studiosa. Nell'adolescenza i rapporti affettivi con i maschi sono stati traumatici poiché li ha vissuti (e ancora oggi) con la paura tremenda dell'abbandono: paura così devastante da divenire dominante e causare quindi pianti, insonnia, disperazione, attacchi di panico ed altre patologie.
Questi rapporti duravano mediamente 2 anni e poi lei, sfinita, li chiudeva. Si è sposata nel 2000 trasferendosi dopo un breve fidanzamento con un bravissimo uomo di 11 anni più di lei che ha fatto di tutto per accontentarla, ed al quale lei ha mostrato solo insoddisfazione.
Non ha voluto figli; nel 2004 un carcinoma mammario diagnosticato tardi, ha richiesto una parziale asportazione del seno; da un anno ha deciso, con l'accettazione dei medici, di terminare le cure. Il rapporto con il marito, sempre innamorato, è terminato nel 2008 quando lei ha deciso di andare a vivere da sola in un posto isolato. Da due mesi tiene chiusi i rapporti anche con me, rapporti che da parte sua non sono mai stati buoni, ed al momento li ha solo con il padre che, come sempre, non si accorge, o non capisce o non vuole capire, di lei e dei suoi problemi. D'altra parte anch'io mi sono allontanata anni fa e vivo sola a breve distanza da lui.
Ultimamente ho portato questa situazione ad un paio di specialisti psichiatri dei quali uno mi ha detto come per mia figlia sia necessaria una analisi del profondo, mentre entrambi mi hanno confermato come io, nei suoi confronti, sia comunque una perdente.
Mia figlia passa il suo tempo a letto in posizione fetale, si abbandona alla malattia e combatte me in tutte le occasioni in cui mi interesso per aiutarla: non so più cosa fare e mi è impossibile abbandonarla.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
il suo problema e' molto personale e complesso.
Ci sono gli aspetti della relazione tra lei e sua figlia che sono piuttosto complicati e la patologia di sua figlia che, pare, avere degli alti e bassi.
Al di la' di tutte le interpretazioni possibili, e' evidente che lei sta chiedendo una doppia consultazione per lei e per sua figlia.
Piu' che consigliarle di attendere, come le madri possono fare, non saprei dirle, anche perche' sua figlia non pare voglia curarsi ne' vuole avere contatti con lei.
il suo problema e' molto personale e complesso.
Ci sono gli aspetti della relazione tra lei e sua figlia che sono piuttosto complicati e la patologia di sua figlia che, pare, avere degli alti e bassi.
Al di la' di tutte le interpretazioni possibili, e' evidente che lei sta chiedendo una doppia consultazione per lei e per sua figlia.
Piu' che consigliarle di attendere, come le madri possono fare, non saprei dirle, anche perche' sua figlia non pare voglia curarsi ne' vuole avere contatti con lei.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile Dottore, La ringrazio per la Sua immediata risposta. Personalmente chiedo un consulto solo per mia figlia mentre per me, al massimo, chiedo come comportarmi con lei e cioè in che modo io possa seguirla ed aiutarla.
Io posso certamente attendere ma non so se questa sia la cosa migliore che io possa fare. Ritiene che per questo caso possa esserci uno specialista specifico al quale rivolgersi? La ringrazio ancora, cordiali saluti.
Io posso certamente attendere ma non so se questa sia la cosa migliore che io possa fare. Ritiene che per questo caso possa esserci uno specialista specifico al quale rivolgersi? La ringrazio ancora, cordiali saluti.
[#3]
Lo specialista a cui rivolgersi e' lo psichiatra, ma secondo lei sua figlia seguirebbe il suo consiglio di farsi visitare, visti i rapporti problematici tra di voi?
Io credo di no, se lei puo' far leva sul padre che la convinca a farsi visitare allora ben venga questo tentativo.
Io credo di no, se lei puo' far leva sul padre che la convinca a farsi visitare allora ben venga questo tentativo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 12/05/2010.
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